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Autore: Lully Cullen    08/12/2012    12 recensioni
“ Io ho sempre avuto il tempo per te! Quando tornavo la mattina presto, quando tornavo in piena notte… e ora vorresti dare la colpa a me? Vorresti dirmi che non facciamo sesso da due anni a questa parte? Oh, guarda, sono incinta di tre mesi! Ma vaffanculo Edward! “
“ Il sesso c’era. Era l’amore che non c’era più “ disse abbassando la voce.
“ E Lauren ti ha dato amore? “ domandai guardandolo negli occhi.
“ Sì. “
“ Allora torna da lei. Addio Edward “
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Nuovo personaggio | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Tadaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaan!

Eccomi qui ad aggiornare The Moment I Knew. Come avevo detto dell'altra storia " Heart Of Stone" ( Andatela a leggere ;)) la continuerò. Devo trovare solo il finale :D

Vi ringrazio per il vostro supporto, davvero... non me lo aspettavo di avere così tante supportatrici, e non mi aspettavo che la storia vi piacesse fino a questo punto. Sono senza parole...vi ringrazio davvero.

Spero di non deludervi.

GRAZIE.


Beh, questo capitolo è importante, almeno a mio parere.

Parla molto di quello che sente Bella. Spero di aver dato voce alle sue emozioni nel migliore dei modi..Fatemi sapere cosa ne pensate.

Buona Immacolata a tutte!

Alla prossima!

PS: Dove ci sono quelle frasi in corsivo sottolineato, il suggerimento musicale è Same Mistake di James Blunt.

Recensite :D

 

 

Capitolo 5.

 

23:30

Sento, respiro.

Il mio cuore batte, ma è un pezzo di ghiaccio. Un pezzo di ghiaccio frantumato. E quando le cose si riducono in tanti piccoli pezzi è sempre impossibile ricomporle perfettamente. Per quanto tu ti impegni, per quanto tu ci creda, mancherà sempre quel tassello che farà combaciare perfettamente tutti i pezzi.

E’ così che mi sento… a pezzi. E non posso ricomporli, perché il pezzo più importante lo hai tu Edward. Tu ti sei preso il mio cuore, e non me lo hai più restituito. Avevi promesso che te ne saresti preso cura fino alla morte, lo avresti protetto da tutti e da tutto…ma hai visto Edward? Alla fine non lo hai protetto da te stesso. Ci hai giocato, lo hai calpestato… lo hai trattato come carta straccia.

E io ci avevo creduto, sai?

Nel mio bellissimo sogno eterno, nella mia vita perfetta. Ma mi sono dimenticata che ogni sogno ha un inizio, e anche una fine. La fine io non l’avevo calcolata, o almeno, non l’avevo calcolata così. Ho sognato un finale felice, bello. Io e te seduti su una veranda con i capelli argentati, a guardare i nostri nipoti giocare, mentre i nostri figli ci tenevano compagnia con un buon thè caldo. Noi donne siamo molto romantiche, voliamo in alto, non ci piace volare basso. E io sono volata troppo in alto, come Icaro che è volato troppo vicino al sole e alla fine gli si sono sciolte le ali. E tu eri il mio sole Edward. Eri il mio sole… e adesso sono rimasta qui, al buio, sola.

 

23:44

Non so esattamente come mi sento. Mi sento bloccata qui, come se stessi aspettando il mio turno … in fila. In fila per qualcosa che non so, è come trovarsi nel centro del nulla, così… soli. Mi ero sempre chiesto come fosse possibile arrendersi così in fretta davanti a una delusione; perdi il senso delle cose, il senso del dovere, perdi il senso della vita.

Si muove tutto così, per inerzia.

E’ come se tu fossi lo spettatore della tua vita, la vedi, la commenti, ma resti lì in disparte, a provare pena per quella donna che è lì, sola, davanti a quella vecchia casa bianca dalle enormi vetrate. E quasi non ti rendi conto che provi pena per te stessa, che quella ragazza sola, che sta versando fiumi di lacrime, in realtà sei tu.

Non sai nemmeno quando hai iniziato a piangere.

Non sai nemmeno quando smetterai di farlo.

Perché a pensarci ti batte forte il cuore, come se stesse per esplodere, e urla, scalcia, muore. E’ come se una vertigine infinita ti scuotesse, come se ti trovassi in bilico sul cornicione di un grattacielo, e il vento spingesse per farti cadere. Ma sai che se cadi perderai tutto, se cadi non ti rialzerai più, se cadi sei morta.

Sei sola.

Sei sola in un mondo dove mille persone ti porgono la loro mano per aiutarti, ma non è la loro mano di cui hai bisogno, non è il loro aiuto che vuoi. E lo sai, stai cadendo sempre più giù. Ma cerchi di camminare, a tentoni. Proprio come stai facendo su quella neve che ti arriva ai polpacci e ti rende difficoltoso camminare. Ma devi farlo, devi andare via da lì, dalla casa piena di ricordi. Dalla sua vecchia casa. E il baratro si allarga, sempre di più.

23:59

Mi chiedo cosa tu stia facendo. Sei con lei? Magari nel nostro letto, tra le lenzuola rosse che avevamo comprato per Capodanno, magari starete facendo l’amore, e tu le starai accarezzando le guance sorridendo, mormorandole quanto la ami.

Come sono caduta in basso.

Io, qui a piangere come una dannata. Tu, lì con la tua amante.

Volevo solo dirti che sei entrata nella mia vita come una meteora. E che ti amo.

Ci ho creduto, ci ho creduto davvero alle tue parole. Ho creduto ai tuoi occhi verdi e al tuo sorriso, e mi sono trovata con le spalle al muro, in un vicolo cieco. Sola.

E le sento, le ginocchia cedermi e schiantarsi contro la neve fredda.

Lo sento, il respiro che si spezza a causa dei singhiozzi.

Lo sento, il pugno infrangersi contro l’asfalto.

Lo sento, l’urlo che mi squarcia il petto.

Lo sento, il rumore dei fuochi d’artificio coprire l’urlo di frustrazione trattenuto fino ad ora.

Lo sento, il dolore divampare nel mio corpo, bruciare ogni singolo tessuto, ogni parte.

Perché il tempo non è altro che benzina, non lenisce il dolore, non fa dimenticare. Come fai a dimenticare qualcuno che è stato vitale per te? Come fai a dimenticare il tuo primo amore? La sento, la disperazione venire a galla. E mentre lei sale, io affondo nel baratro. Nel baratro in cui mi hai spinto tu Edward…e non serve spezzarsi le unghie per risalire in superficie.

Tutto quello che vuoi è chiudere gli occhi e dormire, sperando di svegliarti domani e trovarti con lui affianco, con lui che ti sorride e ti augura il buongiorno. E con un ultimo sospiro mi lascio cadere sul manto innevato, chiudendo gli occhi e sospirando… perché mi sono stancata di lottare, non voglio più arrampicarmi e arrivare in superficie.

Il buio non è così male, dopotutto. ..

“ Bella… Dio Mio, Bella rispondi! Sue, chiama un’ambulanza, presto! “ vorrei aprire gli occhi per vedere chi mi chiama, vorrei dirgli di non urlare.. che per sfortuna non sono ancora morta. Sono viva. Vorrei dirgli di lasciarmi in pace, che voglio dormire. Ma non ce la faccio, non ho la forza per aprire la bocca e parlare.

“ Perde sangue “ la voce dell’uomo si fa più agitata, come se fosse preoccupata per me. Ma non è la voce di Edward, non è la sua voce roca a parlare. Vorrei piangere, ma non voglio fare nemmeno quello. Voglio tornare a dormire. “ Sta arrivando, saranno qui tra cinque minuti. Speriamo non sia un aborto spontaneo “ alla voce maschile se ne aggiunge una seconda, femminile questa volta.

“ Bella, figlia mia.. apri gli occhi ti prego “. E’ Charlie. E’ preoccupato. Vorrei dirgli che non deve essere preoccupato, voglio solo dormire . Poi mi alzerò e mi metterò a pulire la casa per il pranzo di Capodanno, farò un bel pranzetto per fargli vedere che sto bene, che Bella è forte.

Lui è orgoglioso della sua Bella, della sua dolce e tenera figlia, che non da problemi, che si impegna sempre nel suo lavoro, che è sempre in prima fila ad aiutare il prossimo. E lui è sempre in prima fila, sempre pronto a darmi una parola di conforto, è lì a darmi il suo sostegno, quando sono in bilico. E’ il mio papà. Il papà che ha sopperito alla mancanza della mamma… c’era sempre. Il primo giorno di asilo, delle elementari, delle medie, delle superiori… mi ricordo che era persino venuto a vedermi il primo giorno di università. Non volevo che Charlie piangesse per me, non lo meritava. “ Sta arrivando l’ambulanza Bella, il tuo papà è con te “ un bacio sulla fronte, proprio come quelli che mi dava Edward prima di stringermi tra le sue braccia e dormire. Poi un suono, e tanto rumore.

Provai ad aprire gli occhi, ma non ce la feci. Ero troppo stanca, il buio era troppo forte,ci avrei pensato dopo, domani.

Il buio era accogliente, per ora.

 

non c'è posto in cui non posso andare,

 la mia mente è confusa ma il mio cuore è pesante

e lo dimostra perdo il sentiero, che perde me...

 così vado via .

Spesso ci si trova davanti a una decisione: combattere o arrendersi? Lasciare che il buco nero ti risucchi, oppure tentare di combattere? Io la mia scelta l’avevo fatta, avevo deciso di mollare tutto, di arrendermi e lasciarmi cadere nel vuoto, senza speranza.

Perché lo avevo capito troppo tardi che il mio nemico non era più solo Edward, il mio nemico ero io, dovevo combattere contro me stessa; ma non volevo, ero troppo stanca. Non sono fatta per combattere, non sono fatta per prendere decisioni.

Bip…Bip…

Quel rumore fastidioso lo conoscevo, dava a molte persone la speranza di farcela, erano vive, avevano una seconda possibilità. Ma io non la volevo la mia seconda possibilità. Cosa devi fartene di un’altra occasione se non sai come sfruttarla? Se non sai accettarla...

L’avrei sprecata, ricommettendo gli stessi errori, di nuovo.

Bip…Bip…

Non volevo svegliarmi, no. Non volevo aprire gli occhi, non volevo piangere di nuovo, volevo rimanere lì, dove nessuno mi avrebbe trovata, dove nessuno avrebbe potuto farmi del male. Nessuno a parte me. Perché erano le mie mani che stringevano la mia gola, talmente forte da mozzarmi il respiro. Erano le mie mani che stavano stringendo il mio cuore cercando di far cessare i suoi battiti.

Bip…Bip…

Per cosa avrei dovuto combattere? No, non la volevo la mia seconda possibilità. Sarei rimasta qui, ancora un po’.

 

non sto chiedendo una seconda possibilità,

 sto urlando a squarciagola dammi una ragione,

non darmi la possibilità di scegliere perchè farei ancora lo stesso sbaglio .

   
 
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