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Autore: Agapanto Blu    10/12/2012    4 recensioni
Lucia e Mattew stanno per sposarsi, come avevano deciso, e, tra riappacificazioni con il passato, grandi ritorni e amici di sempre, vedranno infine il culmine del loro amore...
Però il Destino sembra avere altri programmi e i due amanti si ritroveranno separati da qualcosa che entrambi amano e da qualcosa che pare insormontabile...
Assieme a Miriam e Nick e ad un (come sempre) imprevedibile Andrea, i due si troveranno davanti a una domanda cruciale per entrambi:
Quanto si è disposti a sacrificare quando si arriva al limite?
***
Seguito della storia "Il cuore dell'Arcangelo" ma incentrato, appunto, sulla coppia Mattew/Lucia...
Posso solo anticiparvi tanti colpi di scena e un bel po' di sorprese...
A presto!
Ciao ciao!
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La saga degli Angeli di Victoria'
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Salve a tutti!
Allora, ECCOLO!!!
L'ultimo capitolo, l'Epilogo, di questa seconda parte de 'La saga degli Angeli di Victoria'...
Come penso sappiate, questa storia ha tre parti: la prima, Il cuore dell'Arcangelo, è già pubblicata; la seconda, L'anima dell'Angelo, termina oggi e qui; la terza, che pubblicherò fra un po' (poco, tranquilli) sarà Il Destino della Mezzosangue.
Ma lasciamo perdere queste spiegazioni, vi lascio al capitolo e ci leggiamo sotto, d'accordo???
A sotto!
Agapanto Blu





34.
 
Miriam si rannicchiò su se stessa.
Sdraiata sul letto, sopra le coperte, si apprestava a passare in hotel l’ultima notte.
Mattew aveva detto di sentirsi pronto a crescere Angelica da solo, senza il loro aiuto, e aveva bisogno di passare un po’ di tempo soltanto con la bambina.
La ragazza dai tratti nordici infilò una mano sotto il cuscino e lo strinse con forza, chiudendo gli occhi per non piangere.
Indossava un baby doll bianco con il fondo di pizzo e le gambe lunghe erano totalmente scoperte però Nick guardava la nuca della moglie.
Con un sospiro, il ragazzo si alzò dalla sedia dove era rimasto seduto ad osservare il lento crollo della compagna e la raggiunse sdraiandosi dietro di lei.
Miriam non diede segno di aver notato la sua presenza ma aprì gli occhi e fissò dritto avanti a sé senza però metter nulla a fuoco.
“A cosa pensi?” sussurrò piano Nick nel suo orecchio mentre con una mano si reggeva la testa così da poterla guardare almeno sul lato del viso.
“A niente…” mentì la ragazza.
Nick rise piano ma era un suono che nascondeva preoccupazione.
“Come bugiarda…” sussurrò posando le labbra sul lobo della moglie, “…vali ben poco, amore!”
La ragazza voltò la testa per guardarlo negli occhi.
“Pensi che ce la farà?” mormorò, “Da solo, non so se…”
Nick la interruppe mettendole un dito sulle labbra.
“No, Miri…” la rimproverò dolcemente, “Mattew non è solo…”
Miriam fece per replicare ma fu interrotta.
“Come non lo ero io…” concluse Nick sorridendo.
La ragazza osservò a lungo il marito e lesse nella sua espressione un serena fiducia che la calmò.
Senza ulteriore esitazione, si rotolò sull’altro fianco e si rifugiò nel petto del marito.
“Pensi davvero che andrà tutto bene?” chiese premendo il viso contro la pelle bianca e tiepida del petto nudo di Nick.
Quello rise piano mentre un brivido dovuto al freddo della pelle di Miriam gli percorreva la schiena.
La ragazza attese una risposta che per molto tempo non arrivò poi, delicate con l’ala di una farfalla, sentì le dita di Nick carezzarla piano dalla nuca a un fianco, su e giù.
“Ho imparato che a volte le cose prendono una piega diversa da quella che ci aspettiamo…” mormorò Nick all’improvviso.
Miriam alzò la testa per osservarlo negli occhi ma lui guardava un punto fisso sul muro.
“A volte, vanno peggio; a volte, meglio… Non c’è una regola per queste cose…” parlando Nick dimostrava tutti gli anni che aveva passato in vita, “L’unica regola che vale è che non c’è nulla che possa dividere due amanti… L’amore è più forte della morte e dell’odio, della perdizione e del desiderio, della solitudine e del disprezzo… Se tu mettessi su un piatto di una bilancia tutto l’amore del mondo e sull’altro il più sottile crine di cavallo, l’amore sarebbe sempre più leggero e per questo si salverebbe da qualsiasi cosa…”
Miriam osservò con rispetto l’uomo che le stava sdraiato accanto e smaniò, in cuor suo, per sentirlo dire anche una sola parola ancora.
“Non è facile credere, non è facile avere fiducia o concedere una o tutte le parti di noi stessi, eppure a volte lo facciamo…” sussurrò Nick, “Accade e non riusciamo a spiegarcelo… Per noi è stato così… E per Lucia e Mattew non è stato diverso: il loro amore era ed è puro… Niente è immutabile, Miriam, e tu avresti dovuto già averlo imparato: quello che un giorno sembra impossibile, tutto d’un tratto diventa la norma, le discordie diventano alleanze, le distanze si annullano, le leggi vengono cambiate…”
Miriam abbassò lo sguardo, incerta.
“Ma la morte è immutabile…” sussurrò.
La risata lieve di Nick riempì la stanza come il soffio di una brezza fresca e il vibrare del suo petto fece fremere Miriam provocandole un brivido lungo la schiena.
Un brivido dolce, s’intende.
“Miriam.” la rimproverò dolcemente il marito, “Davvero lo pensi?”
La ragazza non rispose e si morse le labbra, in attesa di una spiegazione.
“Se la morte fosse immutabile, io e te non saremmo qui, non credi?” riprese Nick, “Se perfino gli umani più stani come quello scrittore, come si chiamava… Oscar Wilde?... lo hanno capito, come puoi non esserne certa tu? L’amore è più forte della morte, e noi, in realtà, serviamo l’amore più puro…”
Miriam scosse la testa.
“Mi sembra di sentir parlare quel frate…” commentò, sorridendo suo malgrado, “Quello inglese… Come si chiamava? Quello che diceva sempre ‘Le vie del Signore sono infinite!’…”
“Fra Tuck?” scherzò il ragazzo, “Probabilmente aveva ragione…” replicò Nick sorridendo poi, a sorpresa, si tirò su dal letto.
Miriam si raddrizzò, sorpresa.
“Cosa fai?” chiese.
“Credo che sarebbe una grave mancanza di rispetto nei confronti dei nostri ospiti farci trovare avvinghiati nel letto, non sei d’accordo?”
Miriam aggrottò la fronte e aprì la bocca per parlare ma un rapidissimo lampo di luce, simile ad un lampo a ciel sereno, la fece voltare verso la finestra alle sue spalle.
In piedi, sorridente, stava Maria.
L’Arcangelo dei Vendicatori pareva perfettamente a suo agio accanto ai due Caduti e nei suoi occhi stava la serenità pacata degli Angeli, serenità che Miriam non aveva più provato in Cielo da molto tempo.
“Vendicatrice!” esclamò la Caduta alzandosi in piedi, “Non mi aspettavo una tua visita.”
Perfettamente tranquilla, Maria sorrise.
“Sorella, sono felice di rivederti in circostanze più piacevoli dell’altra volta.” rispose.
Miriam era sinceramente sorpresa dal tono diretto dell’altra e provò nei suoi confronti un’innata fiducia.
Nick osservava la scena con attenzione, senza interferire, ma non con il sospetto che avrebbe avuto se a presentarsi fosse stata Chiara e per un semplice motivo: Maria trattava Miriam da pari, la chiamava Sorella come avrebbe fatto con una qualunque altra Arcangelo, e il suo scomodarsi per venire sin da loro voleva dire che si era presa il disturbo di venire di persona a riferire ciò che doveva anziché affidare il messaggio ad uno dei suoi tirapiedi.
“Non ne sono certa, Sorella…” replicò Miriam senza riuscire a nascondere la tristezza, “Però sono contenta di rivederti. Dimmi: a cosa dobbiamo la tua visita?”
Il plurale usato dall’Arcangelo dei Caduti fece voltare Maria verso Nick, al quale rivolse un breve inchino del capo.
Il Caduto, sorpreso dall’inattesa attenzione riservatagli, rispose all’inchino con un attimo di ritardo che fece ridere piano l’Angelo.
L’Arcangelo dei Vendicatori si voltò verso Miriam per riprendere il discorso ma non perse il sorriso.
“Vengo a portare notizie che, spero, renderanno la vostra giornata e l’addio al vostro amico un po’ più lieti…”
Miriam sgranò gli occhi e Nick, nonostante le parole fiduciose di prima, aggrottò la fronte.
“Non ti capisco…” ammise Miriam.
Maria annuì.
“Vengo ad avvisarti, Arcangelo dei Caduti, di un nuovo seguace che dovrai prendere sotto la tua…ala protettrice.” disse, placida.
Miriam lanciò un’occhiata a Nick ma lui alzò impercettibilmente le spalle e le rivolse un’occhiata che voleva mostrarle tutto il suo stupore.
“Sai bene che prendo tutti sotto la mia tutela, a meno che essi non desiderino diversamente…” azzardò Miriam, sempre più confusa.
“Vero,” concesse Maria ravvivandosi i capelli bianchi e, quando guardò fisso la ragazza nordica, i suoi occhi viola scintillarono di una strana emozione, “però, vedi: questa persona ha qualcosa di speciale…”
“Cioè?” chiese Miriam.
Maria rise.
“Beh, è tornata in Paradiso solo per Cadere…” spiegò, “E l’Assemblea approva pienamente la sua scelta…”
Miriam sgranò gli occhi.
“Dovrebbe arrivare sulla Terra, oggi… O meglio, si è schiantata nel bosco fuori città due ore fa e adesso si è ripresa…” continuò Maria.
“Nessun Angelo, per forte che sia, guarisce così rapidamente dalla Caduta!” sbottò Nick, “È inverosimile!”
Maria annuì.
“Infatti io sono convinta che Marcus e Zhacary si siano immischiati: fanno tanto i duri ma sono due teneroni!” dichiarò ridendo.
“Maria, non riesco a capire cosa vuoi dirmi…” ammise Miriam, esasperata da quella confusione che le regnava in testa.
“Se è Caduta oggi, vuol dire che è tornata in Paradiso…?” iniziò la Vendicatrice.
Miriam capì che si aspettava una risposta da lei.
“Nove giorni fa…” calcolò.
Sentì Nick trattenere il fiato alle sue spalle e si voltò verso di lui.
Il Caduto aveva un’aria sbalordita e speranzosa insieme.
“Sono passati nove giorni dal ritorno in Paradiso di Lucia…” contò guardando negli occhi la moglie.
Miriam si voltò di scatto verso Maria.
La Vendicatrice non rispose ma un sorriso gioioso e genuino fiorì sulle sue labbra.
Miriam aprì la bocca, per ringraziarla, ma la Sorella svanì in un lampo di luce lasciandola sola con il marito.
La ragazza si voltò verso Nick.
Si guardarono negli occhi per un lungo istante, incerti, ma poi, sorridendo, si lanciarono l’una tra le braccia dell’altro ridendo e piangendo di gioia.
 
Mattew sospirò quando Angelica riaprì gli occhi di scatto.
Erano le due di notte e la bambina continuava ad addormentarsi solo a tratti per poi svegliarsi quando il padre tentava di appoggiarla nella culla.
“Ti prego!” supplicò, “Non puoi fare le ore piccole tutte le notti già adesso! Non ce la faccio io, figurati tu!”
Angelica alzò gli occhi oltre il padre e, inaspettatamente, scoppiò a ridere, felice.
Mattew, stanco, non si voltò ma alzò gli occhi al cielo e poi tornò a implorare la bambina.
“Andiamo, Angy!” gemette.
“Angy?!” ripeté con toni alti una voce scettica alle sue spalle.
Mattew si immobilizzò, non osò voltarsi, ma alzò la testa e, dentro di sé, pregò tutti i Santi del Paradiso di non sbagliarsi.
Lentamente, quando Angelica iniziò a protendere le manine verso qualcosa alle sue spalle, Mattew si girò.
Lucia, capelli neri fino alle spalle e addosso i semplici jeans neri con la camicetta bianca che avrebbe dovuto mettere il giorno dopo la sua morte, lo fissava con finta rabbia omicida.
“Non ti azzardare a storpiare il nome di mia figlia!” sbottò la ragazza mettendosi le mani sui fianchi, ma si vedeva bene che stava trattenendo un sorriso.
Mattew le si avvicinò lentamente, esitante.
Piano, si chinò all’altezza del viso di sua moglie e, seppur con paura, le guardò gli occhi.
Un misto di verde e castano circondava la pupilla nera.
Mattew aprì la bocca, incerto e spaventato dall’idea di concedersi all’ennesima speranza vana.
Lucia lo prevenne tornando seria.
“Dovremo trasferirci lontano.” dichiarò, “Non è detto che sia finita qui. Inoltre Angelica avrà bisogno di protezione e io sono ufficialmente morta quindi non posso farmi vedere tanto in giro.”
Mattew deglutì.
“Dovremo?” ripeté marcando sul plurale.
Lucia non rispose ma si avvicinò al marito, diede una mano ad Angelica che, in silenzio, iniziò a giocherellare con le dita lunghe che le erano state date, e posò l’altra sulla guancia di Mattew.
Approfittando della bocca semichiusa per lo stupore del marito, Lucia premette le labbra su quelle del Nephilim.
Fu allora che Mattew parve rianimarsi: cinse la vita della moglie con un braccio e spostò Angelica da in mezzo a loro baciando la compagna con più forza.
Il baciò durò a lungo e finì solo quando Angelica, stufa, strattonò la madre per la mano.
Lucia rise staccandosi dal marito.
“Dovremo!” ribadì ridendo.
Finalmente, erano in Pace.
E qualsiasi cosa il Futuro avesse in serbo per loro, dopo aver sconfitto la Morte, non c’era nulla che spaventasse il loro Amore.


FINE





Beh, che dire: è sempre commovente chiudere una storia, anche se questa è solo la parte intermedia di una trilogia...
I personaggi crescono, cambiano, migliorano...e un po', anche se solo in piccola parte, lo fanno anche gli scrittori...
Il Destino della Mezzosangue, la prossima parte, sarà incentrato su Angelica e si svolgerà un po' di anni dopo questo, se volete leggervi un po' la trama è scritta nell'introduzione alla Serie.
Un po' di ringraziamenti, prima di chiudere questo capitolo, sono d'obbligo, perciò...

GRAZIE!


Per aver recensito, a:

Angy Emptiness   (grazie di cuore, collega!)
lames76   (unico fan di Zira)
Vale9   (grazie per esserti unita a noi e avermi sostenuta)
sTar_   (accanita lettrice)
GabrielleWinchester   (sempre lì a recensirmi, grazie mille)
Christine Heart   (perché non molli mai: mi spiace ma Luci è tornata quindi non puoi adottare Angelica. Ma sarai sempre la sua zia preferita!)
Babykikkokikka   (grazie mille per i complimenti)


Per aver inserito la mia storia tra le Seguite:

fan_harry_potter_twilight
happyness elly
iomiconosco
lupacchiotta90


Per aver inserito la mia storia fra le Ricordate:

Argorit   (che figuraccia!)
FY_Padfoot
GIOIA1990


Per aver inserito la mia storia tra le Preferite:

_LaDisegnatrice_XD


Ovviamente, non ho ringraziato due volte le stesse persone perciò non arrabbiatevi se non comparite in tutte le sezioni :)

Grazie a tutti, di cuore, per ciò che avete fatto, consciamente o inconsciamente, per me...
Grazie, davvero...

Beh, a presto allora...
Ciao ciao!
Agapanto Blu

  
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