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Autore: Blue_moon    11/12/2012    3 recensioni
Secondo libro della trilogia Similitudini.
Per la comprensione della storia, è necessario aver letto la prima parte, Prigioni.
Loki è fuggito con il Tesseract, portando con sè Khalida.
Ma qual'è la vera missione della donna?
E cosa sta architettando veramente il Dio dell'Inganno?
Qual'è la vera natura del Tesseract?
Genere: Dark, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Similitudini'
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Ed eccoci qui per il prologo della seconda parte.
Per chi incappa qui per la prima volta, Spie è solo il secondo episodio di una trilogia intitolata Similitudini il cui primo episodio si intitola Prigioni.
Purtroppo per voi, urge la lettura del primo capitolo, per capire questo.

Riassunto della puntata precedente:
Loki, detenuto ad Asgard, è vittima di un attentato a cui sopravvive per miracolo. Il mandate risulta essere Thanos e Thor, preoccupato per la sicurezza del fratello, propone allo SHIELD di prendere in custodia Loki. Fury, per ragioni non meglio specificate, accetta e affida l'incarico di interrogare l'alieno a un'agente SHIELD che nessuno ha mai visto prima, tale Khalida Sabil.
Dopo pochi mesi d'interrogatorio, la base SHIELD viene attaccata da un essere che tenta nuovamente di uccidere Loki. L'agente Sabil fa da scudo all'asgardiano con il proprio corpo. Nel frattempo, un altro soldato di Thanos si impossessa del Tesseract ma non dello Scettro.
Per salvarla Khalida, Thor e Loki la portano ad Asgard, dove la donna fa la conoscenza di Odino e Frigga.
Di ritorno sulla terra, Loki si offrirà di rintracciare il Tesseract in cambio della propria libertà. Fury accetta.
Contemporanemente, Thanos fa la sua mossa, una nava aliena attacca la città di Los Angeles e i Vendicatori, insieme a Loki e Khalida, partono all'attacco.
All'arrivo sul posto, la squadra si divide, con Loki rimangono Khalida, Clint e Banner. I quattro si inoltrano nella nave, e non appena raggiungono il luogo dove il Tesseract è custodino, Loki rivela il suo inganno. Con un illusione, ha separato Clint, Bruce e Khalida, tenendo con sè quest'ultima.
Attraverso lo Scettro, Loki assorbe l'energia del Tesseract. Khalida gli propone di portarla con lui.
Senza dare spiegazioni, l'alieno accetta e un attimo prima di scomparire vengono raggiunti da Occhio di Falco che tenterà di fermarli senza successo.
Di ritorno dalla missione fallita, i Vendicatori esigono spiegazioni. Fury spiega che il Tesseract, per qualche motivo che ancora non si capisce, si stava spegnendo e che per evitare di perderlo per sempre, avevano deciso di usare Loki per ottenere più informazioni possibili.
Khalida Sabil aveva il compito di interrogare Loki, e aveva l'ordine di farlo con qualsiasi mezzo possibile, anche facendo il doppio gioco.


La storia, ora, riparte dall'istante successivo alla scomparsa di Loki e Khalida dalla nave di Thanos.
Le parti in corsivo si riferisco al passato.
Buona lettura.









Khalida Sabil aveva visto Nick Fury solo una volta, tre mesi prima, quando si era presentata in una delle basi europee dello S.H.I.E.L.D. e aveva preteso di parlare con lui.
In un breve dialogo avvenuto tramite uno schermo, Khalida aveva fatto la sua proposta: il suo talento, in cambio di protezione. Fury l'aveva guardata a lungo negli occhi, prima di accettare, chiarendo immediatamente la gerarchia di comando. Da quell'istante in poi, sarebbe stata alle regole e ai comandi dell'agenzia, in ogni cosa.
Aveva accettato, senza protestare.
Fury aveva ordinato il suo immediato trasferimento in una delle tante basi americane dell'agenzia, e lì Khalida era rimasta, confinata come una prigioniera, mentre le sue capacità venivano analizzate e schedate da agenti sempre diversi, di cui faticava a ricordare il nome.
Quell'improvvisa convocazione, del Direttore in persona, era strana e arrivava in un momento di grande agitazione all'interno della base.
Anche se costretta a stare per molto tempo sola nel suo alloggio, Khalida aveva intuito che stava accadendo qualcosa d'importante.
L'agente che la accompagnava, una donna dai capelli scuri e lo sguardo serio, la lasciò davanti a una porta di vetro smerigliato, dopo aver digitato un codice sul tastierino numerico.
Una luce verde lampeggiò e la serratura scattò.
«Venga dentro, agente», ordinò la voce di Fury.
L'interno dell'ufficio era spartano, solo un tavolo di metallo e due sedie, l'una di fronte all'altra.
«Si accomodi», disse il Direttore, sedendosi a sua volta.
Khalida lo imitò, tentando di sbirciare il fascicolo aperto davanti all'uomo.
Fury intercettò il suo sguardo e sollevò un angolo della bocca.
«Ho una missione per lei, agente», iniziò, chiudendo il fascicolo. «Non sarà ufficiale. Solo io e lei ne saremo a conoscenza».
La donna sostenne lo sguardo determinato della spia davanti a lei.
Lavorava da tutta una vita nell'ombra, specializzata in qualcosa che non era nemmeno legale, nella maggioranza dei cosiddetti “paesi civili”. La segretezza non la spaventava.
Nei nervi, le passò una fitta di impazienza.
Sorrise.
«Sono tutt'orecchi».

Il dolore non cessò.
Le gambe le cedettero di colpo e sentì il suo corpo impattare violentemente contro un pavimento grezzo. Imprecò, stringendosi la coscia tra le mani.
Clint era stato rapido e Loki troppo lento, probabilmente volutamente.
La freccia le aveva trapassato il muscolo. Dalla quantità di sangue, la donna riusciva ad intuire che, molto probabilmente, l'arteria femorale era stata recisa.
Khalida imprecò di nuovo nella sua lingua natale, ruotando gli occhi e tentando di capire dove si trovasse.
C'era buio le finestre erano coperte da spesse coltri di stoffa, ma in lontananza sentiva rumore di traffico.
La stanza era spoglia, ingombra di ponteggi fasciati in bende di nylon sporco di pittura.
«Dove diavolo siamo?», domandò, mentre tentava di mettersi seduta.
Loki la guardò di sbieco e la luce emanata dallo Scettro aumentò, mostrando nuovi particolari.
Khalida riconobbe il logo impresso sulle porte degli ascensori.
«La Star Tower...», mormorò. «Che ci facciamo qui?».
L'alieno si inginocchiò accanto a lei, fissandola negli occhi. «Ho un conto in sospeso con l'uomo di metallo», spiegò.
Contemporaneamente, da sopra il Tesseract si sollevò una bolla di energia blu e azzurra.
Come una strana medusa, salì lentamente verso il soffitto, infrangendosi contro di esso ed espandendosi come un'onda. Una crepa sottile come un capello serpeggiò lungo il cemento.
«Collasserà in pochi minuti», disse Loki, sorridendo.
La guardò, lasciando vagare lo sguardo sulla ferita.
Khalida stirò le labbra e, cercando di non pesare troppo sulla gamba sinistra, allungò una mano ed estrasse il pugnale dallo stivale.
La luce brillò per un'istante sulla lama.

«Perché io?», chiese Khalida scorrendo in fretta il fascicolo.
Fury sorrise. «Perché la sua vita è un deserto, agente Sabil».
Lei lo fulminò con un'occhiata gelida. «Sta insinuando che non ho nulla da perdere?».
«No. Sto dicendo che lei non ha debolezze», chiarì l'uomo. «Accetta?».
Khalida sostenne lo sguardo della spia a lungo.
Non rispose.
«Cosa avrò in cambio, se ci riesco?».
«Lei sparirà, sarà come se non fosse mai esistita. Potrà ricominciare da capo, dovunque lei voglia», illustrò Fury, concedendosi un sorriso più ampio, che sapeva di vittoria. «Non è ciò che desidera?», aggiunse.
La donna ingoiò lentamente, trattenendo l'improvvisa emozione nello stomaco.
Sapeva riconoscere una bugia, e Fury non stava mentendo.
«Accetto».

Khalida appoggiò il pugnale alla base della mano sinistra.
Respirò profondamente, preparandosi.
Quando la lama incise la pelle, però, non riuscì comunque a trattenere un gemito.
Loki la guardava senza capire. «Cosa stai facendo?».
Stringendo i denti, Khalida scostò un lembo di pelle, ed estrasse il piccolo chip che le avevano impiantato non appena aveva accettato di diventare un'agente.
«Evito che ci rintraccino», spiegò, lasciando cadere il quadrato di circuiti a terra.
Una lacrima di dolore le scivolò lungo la guancia, mentre sollevava lo sguardo su Loki.
Si sentiva ogni minuto più debole, la ferita alla gamba sanguinava troppo. Anche se non poteva saperlo, doveva credere che Loki volesse tenerla con lui.
Se avesse dubitato, anche solo per un'istante, per lei non ci sarebbe stato scampo.
«Conosco un posto dove saremo al sicuro. Ho bisogno di curarmi», ammise.
Loki evitò il suo sguardo, fissando invece il taglio sul polso della donna. Era sottile, una ragnatela di sangue scendeva lungo la pelle ambrata, colando a terra in piccole gocce rotonde.
Le tese una mano in silenzio.
Khalida la afferrò e la strinse, con tutta la forza che le restava.
Nel cielo di New York, la Star Tower si illuminò come un albero di Natale, prima di esplodere.
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Prima della settimana prossima non posterò il primo capitolo, ditemi cosa ne pensate.
A presto
Nicole

  
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