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Autore: daeran    03/07/2007    10 recensioni
Chi è davvero Remus Lupin? Cosa pensa? Cosa prova e sopratutto come ha superato e come supererà la morte di tutti i suoi più cari amici? La sua natura lo ostacolerà nella faticosa ricerca della luce? Dopo la pioggia torna sempre il sole, sarà vero anche per un lupo mannaro? ATTENZIONE SPOILER Paring Remus/Tonks CONCLUSA
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Harry Potter, Nimphadora Tonks, Remus Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ebbene si, dopo anni di attesa, stenterete a crederlo ma credo proprio di aver raggiunto l'ultimo capitolo. Uff... che lavoraccio e che pazienza da parte vostra che mi avete seguito fino all'ultimo.

Vi ringrazio infinitamente. Probabilmente se non avessi postato da subito, se non avessi saputo che qualcuno aspettava la conclusione di questa storia, non sarei mai riuscita davvero a concluderla, invece eccomi qua. Ho un motivo in più per ringraziarvi sinceramente. Tenevo e tengo particolarmente a Misty Rain, forse perchè ho messo in Remus molto di me, molto più di quanto coscientemente vorrei ammettere. Piango ancora oggi rileggendo certi passaggi, sembrerà stupido, visto che lo ho scritto io, eppure è così.

Va bene, pazienza, ora piango perché sto poco per volta realizzando che questa storia è davvero finita. Avevo in mente di inserire un Epilogo conclusivo, ambientato dopo l'ultima battaglia ma quando ho riletto le ultime righe ho capito che non è necessario. Oltretutto ancora non so come andrà davvero a finire Harry Potter and the deathley hallow, Remus potrebbe anche essere ucciso da quell'arpia (La Rowling ndr. ), quindi l'epilogo stonerebbe dal momento che ho fatto di tutto per riuscire ad incastrare questa storia tra il quinto ed il sesto libro...

 Nel caso non lo aveste notato, il titolo dell'ultimo capitolo ricalca quello del Principe Mezzosangue. La storia è la stessa solo che la Row parla di Harry, io parlo di Remus. Ok, sto diventando un po' megalomane, quindi chiudo qui questa mia ultima intrusione.

Questo capitolo è un po' più lungo degli altri, per un momento ho pensato di dividerlo in due, in effetti sono due anche gli stralci di ricordi che di solito uso per aprire ma beh, ho lasciato tutto com'è, meglio se è più lungo, no? In fondo ormai se siete arrivati fin qui, avete sofferto abbastanza, senza bisogno di prolungarvi oltre quest'agonia.

Beh eccovi finalmente l'ultimo capitolo di Misty Rain. A dopo la pappardella i miei saluti.

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La tomba bianca.


Ehi, Rem, hai visto che tette?
Scusa?
Non fare il finto tonto, si vede lontano un miglio che le hai notate anche tu!
Tu sei malato.
E tu sembri una suora, che vuoi farci? Tutti abbiamo i nostri problemi. Ciò non toglie che la nostra piccola Auror abbia delle gran belle tette!
Santo cielo, Sirius, stai parlando di una bambina, ti spiacerebbe piantarla?
Santo cielo? Visto che sembri una suora? E ad ogni modo, se le bambine di oggi sono tutte così, non mi spiacerebbe tornare un poppante, proprio no! Chissà che nei vecchi libri dei Black non ci sia qualche incantesimo in proposito.
Ti ho chiesto di smetterla.
Devo aver letto qualcosa del genere una volta… Dimmi un po’, di quanti anni vorresti ringiovanire, mio bel Remmy?
Devo prenderti a calci?
Se la cosa ti fa piacere… Certo che hai sviluppato gusti strani durante i miei anni di assenza…
Sei un idiota.
Ah … si fa quel che si può.

Tuttavia mi domando se ringiovanendo potresti continuare a piacerle tanto come ora… Chissà cos’è: forse quella tua aria da cane bastonato. Alcune cose non cambiano, molte donne soffrono ancora della sindrome dell’infermierina.
… ora non ti seguo più.
Davvero? Non te ne sei accorto?
Accorto di cosa?
Degli occhietti dolci che riserva soltanto per te.
Ma piantala!
No, dico davvero. Non hai visto come ti guarda quando le parli? Pende letteralmente dalle tue labbra.
Quello si chiama “ascoltare”, Sirius. Non tutti si limitano semplicemente a “sentire” come fai tu.
Oh, io penso che lei ti voglia “sentire” eccome, vecchio mio!
Accidenti a te! La smetti di mettermi certe idee in testa? Ti ho detto ad ogni modo che è solo una ragazzina, potrebbe essere mia… una mia allieva!
Mhh e cosa c’è di più eccitante di un rapporto illecito professore-allieva?
E’ proprio questo il punto! Illecito! E immorale…
Vuoi forse dirmi che nel periodo in cui hai insegnato ad Hogwarts non hai mai avuto nemmeno una fantasia al riguardo? Non so, un gruppetto di studio di sole ragazze tutte intente a “sentire” ciò che il loro caro professore ha da dire? Dovresti lobotomizzarmi per farmelo credere, Lunastorta!
A volte mi domando se tu non lo sia già per natura, Felpato.
Sai cosa mi disse una volta Lily? “Se trovi una persona che può  farti felice e che tu puoi far felice, tutto il resto che importanza ha?”

Devi accasarti, vecchio mio. Non ho intenzione di trascinarti come un macigno al collo per il resto dei miei giorni.
Vaffan…


Apro gli occhi lentamente, sento una brezza di aria fresca accarezzarmi la pelle. Rabbrividisco ed inspiro profondamente.
Ho lasciato la finestra aperta ieri notte, faceva troppo caldo per dormire. O forse era solo la stanchezza, il terrore ed il dolore per la giornata che stiamo per affrontare.
Oggi ad Hogwarts si terrà il funerale di Albus Percival Wulfric Brian Silente.
Affondo il volto nel cuscino.
Non posso credere che sia già mattino, non posso credere che questo giorno sia davvero arrivato.
Nel momento in cui chiudo gli occhi vedo nell’oscurità il volto dell’uomo a cui oggi daremo l’estremo saluto, il volto di un mentore, di un leader di un grande amico e compagno di lotta, di vita.

Per anni ho ignorato i tuoi consigli, Albus, ora vorrei solo che continuassi a darmene.

Se penso che in fin dei conti è morto solo per difendere i suoi studenti, i suoi ragazzi, tutti noi, un nodo mi stringe il cuore.
Eravamo noi il suo esercito, avremmo dovuto proteggerlo ed invece è stato il contrario.
Ha sacrificato la sua vita per noi, per il giovane Malfoy, per Harry.
Harry… cosa ne sarà di lui adesso? Ora che non ha più la protezione di Silente il ministero lo metterà sotto torchio. Non sarà facile.
Non lo sarà per nessuno.
Nessuno potrà più nascondersi, siamo tutti possibili bersagli, siamo tutti in pericolo.
E’guerra, sarà ancora dolore, sarà ancora morte, sarà ancora perdita, fino alla sconfitta totale od alla vittoria.
Vittoria.
Si potrà davvero definire tale?
Se mai dovessimo avere la possibilità di sconfiggere i Mangiamorte, se riuscissimo ad eliminare il problema alla radice e porre fine per sempre al perpetrarsi del potere di Voldemort , potremmo considerarci mai vincitori?
Abbiamo già perso più di quanto chiunque vorrebbe o potrebbe mai sopportare, a quante persone dovremo ancora dire addio? Quante vite saranno ancora spezzate? Quante famiglie distrutte?
E’ guerra.
Nessuno vincerà.
Nessuno eccetto Voldemort; a lui non importa di perdere degli amici, lui non ha nessuno, li ha rifiutati, li ha cacciati, li ha allontanati tutti.
Mi somiglia molto per certi versi.
La solitudine che lo accompagna è parte di me.

Ma che diavolo sto pensando?

Mi sollevo sul letto.
Devo alzarmi, devo lavarmi e prepararmi.
Devo smettere di perdermi in queste stupide congetture!
Io non sono solo!

Io capisco, Remus, che solo tu puoi essere la causa della tua solitudine.

E’ così.
Ho tante persone accanto a me che per anni mi hanno sopportato, mi hanno sorretto, mi hanno portato avanti, nonostante la mia ostinazione.
Ho cercato da me la solitudine ma non me l’hanno mai concessa ed ora non posso che ringraziarli di questo.
Ora che ho davvero capito, ora che non voglio più sentirmi solo, ora che più che mai ho bisogno di loro.

“Remus, sei sveglio? La cerimonia comincerà tra un’ora, se vuoi, di sotto c’è la colazione. Niente di che, ho preparato il the e un paio di toast, giusto per non rimanere a stomaco vuoto.”
La voce di Molly da dietro la porta.
Ho dormito a casa Black questa notte, probabilmente dormirò qui ancora per un po’ nei giorni a venire. Non ho più una casa mia, dopo la mia villeggiatura nel bosco dei Mannari, sono stato sfrattato.
Ho proibito con tutte le mie forze a Silente di pagare le mie bollette ed il mio affitto, gli ho fatto credere di non aver problemi in proposito.
Non che pensi se la sia davvero bevuta ma tant’è, il mio despotico padrone di casa mi ha cacciato. La cosa più incredibile è che non ha neppure avuto bisogno di conoscere o di temere la mia natura, è un babbano, non crede all’esistenza dei lupi mannari.
Pazienza. Non è la prima volta che mi capita e non sarà neppure l’ultima.
Quando ho raccontato a Sirius di tutti i fattacci di questo tipo che mi sono capitati nei tredici anni in cui lui era rimasto chiuso ad Azkaban, ha concluso dicendomi:
“Sei un disastro, vecchio mio! Ti bastava morderli e farli diventare tuoi compagni di giochi! Ma devo insegnarti proprio tutto?”
Ha riso di me per tutta la notte il bastardo.
No, non è vero, abbiamo riso assieme, ridevamo sempre assieme.
E’ questo ciò che più mi manca, è questo ciò che più mi mancherà.

“Grazie mille, Molly. Mi vesto e scendo subito.”

Sorrido tra me e me senza quasi rendermi conto di star rispondendo.
Mi guardo attorno.
Sono ancora in quella stanza, sono ancora dove è cominciato tutto.
Quella è la finestra che ho fatto esplodere, quella è la sedia che ho frantumato, quello è il pavimento su cui ho riversato il mio sangue, le mie lacrime per Sirius, il mio dolore per la morte del mio migliore amico.
Anche ora ho perso una persona cara, anche ora dovrei sentirmi distrutto eppure non è così.
Perché?
Perché mi sento tanto sereno, nonostante tutto?
Sento la sofferenza dentro il mio cuore, sento il peso di questa perdita ma non ho perso completamente le speranze, questa volta.
Un barlume di felicità si apre ora sulla mia strada, una lieve e fievole luce mi indica la via, devo solo riuscire a raggiungerla, devo afferrarla.
Dopo averla scacciata per paura di perderla, ora devo riacciuffarla prima di rischiare di doverle dire addio per sempre.
Nymphadora …
E che cosa dovrei dirle?
Come posso presentarmi di fronte a lei come se nulla fosse.
Maledizione, perché deve essere così difficile?
Albus, perdonami. Sembra quasi che non mi importi più della tua morte. Penso alla mia felicità nel giorno del tuo funerale. Ma chissà, forse è proprio questo che avresti voluto, forse sei proprio tu che mi stai spingendo in questa direzione.
 
Ora basta, è giunto il momento di vestirsi, tra poco seppelliremo il preside di Hogwarts.
Appesi ad un ometto attaccato alla porta ci sono i vestiti che indosserò quest’oggi. Un completo nero senza toppe, senza cuciture, sembra nuovo e molto costoso. Di certo lo ha scovato Molly in uno degli armadi del padre di Sirius.
L’idea di indossare i vestiti di quell’uomo mi inquieta non poco.
Mi ucciderebbe se fosse ancora vivo per farlo. Un mezzo sangue, lupo mannaro che indossa i suoi vestiti migliori. Ridacchio divertito dall’espressione che farebbe Sirius vedendomi.
Sirius.
Oggi finalmente forse riuscirò a dire davvero addio anche a te ed a James ed a Lily …

 

Così questo è l’ultimo giorno dei Malandrini …
Non sarà mai l’ultimo giorno, finché persone come noi porteranno avanti i nostri insegnamenti. Peter, la mappa?
Ehm … ecco, ragazzi … io …
Te la sei fatta sequestrare da Gazza, no?
Come fai a saperlo?
Perché credi che abbia detto a Remus di affidartela, Codaliscia?
E’ vero, me lo ha detto James, era certo che sarebbe finita così!
Ora quella testa di rapa non avrà idea di come farla funzionare, ma un giorno quando delle persone degne vi  metteranno sopra le mani, sapranno farne buon uso.
Sirius… cominci a parlare come mia nonna.
Chiudi il becco, Ramoso! E’ un giorno importante! Non possiamo parlare sempre come Codaliscia! Ehm.. Ghh… ecco… io… dovresti cambiare il repertorio, sei fin troppo ripetitivo, Peter.
Lascialo in pace, Felpato. Non è colpa sua se ragiona a monosillabi.
D’accordo, visto che non vi decidete a farlo, ci penserò io. Dichiaro qui chiusa la setta dei Malandrini. Niente più gite per la foresta Oscura al chiaro di luna, niente più punizioni a quattro, niente più “Lunastorta, passami il compito che ieri non ho avuto tempo per Pozioni, avevo la lingua e le mani impegnate altrove.”
Io non ho mai detto così!
Oh si che lo hai detto, Felpato, e più di una volta, ti ho sentito anche io!
Senti chi parla: “Lily mi uccide se scopre che non riesco a completare questa pozione da solo, ti prego Lunastorta, aiutami! Lily non vuole che mi vesta così, Lily non vuole che mangi schifezze, Lily qua, Lily là!” mi domando se per andare al cesso devi prima sentire cosa ne pensa lei.
Vuoi botte?
Sicuro di non dover prima chiedere il permesso a Lily per darmele?
Remus… fa qualcosa, stanno per menarsi!
Mi mancherete ragazzi … tutto questo mi mancherà da morire.


Guardalo bene, Felpato, il lupacchiotto sta per tirare fuori i fazzolettini!
Non pensare nemmeno di abbracciarmi, Lunastorta perché, se ci provi, ti trasformo in una lettiera!
Ma come, Felpato, hai ancora bisogno della lettiera? Pensavo che ormai avessi imparato da un pezzo a farla sul vasino!
Lunastorta, sei un mito!
Si, come no… divertente. Oh, al diavolo… mi mancherete, bambocci!
… Mancherete anche a me …
Beh ma … ci … ci rivedremo ancora no?
Certo, non abbiamo scelta. Per via dell’Ordine. Siamo ancora tutti d’accordo no? Entreremo nell’Ordine della Fenice e prenderemo a calci nel culo Voldemort e i suoi leccapiedi!
Felpato, la tua capacità riassuntiva mi stupisce sempre.
Daremo un mondo migliore ai nostri figli.
Oddio, Ramoso, ora sei tu che mi fai paura. Pensi già di riprodurti? Ti prego, salva il mondo da una simile catastrofe!
Fanculo.
E’ stato bello, finché è durato. Da domani tutto sarà diverso…
Da domani il mondo per noi sarà diverso. Completamente nuovo ed inospitale.
Soprattutto per il piccolo Peter qui, se non si decide a farsi una doccia e comprarsi un deodorante magico antitraspirante.
Non è colpa mia se sudo tanto.
Beh ultimamente sudi anche di più, puzzone. Altro che Codaliscia, dovevamo chiamarti ascella tonante!
Muoviamoci, la cerimonia di consegna del diploma sta per iniziare. Lily mi aspetta all’ingresso della scuola.
E se non arrivassi in orario, potrebbe anche metterti il broncio, non sia mai! Potrebbe anche decidere di non dartela questa sera!
Esattamente! Quindi muoviamoci!
Andate pure avanti, ho dimenticato una cosa.

… Addio …
Ehi, Remus, tutto bene?
Mh? James, mi hai spaventato. Pensavo fossi andato avanti con gli altri.
No, sono venuto a vedere se era tutto OK. Ti vedo un po’ giù. Oggi è un gran giorno! Ci siamo diplomati, finalmente!
Si, lo so… Accidenti sono passati già sette anni, vero? Mi mancherà questa casetta.
Questa topaia?
Per sette anni è stata il nostro…
Unico vero rifugio.
Sirius!
E’ finita, vero? I Malandrini chiudono davvero i battenti?
A quanto pare…
Siete la mia famiglia, ragazzi. Non sperate che ve lo ripeta, ma siete voi la mia famiglia.
Se necessario combatteremo e moriremo insieme, sempre uno accanto all‘altro. Legati per sempre.
Per sempre.
Per sempre.

Peter?
… Per … sempre.


“Eccoci qui!”
La voce di Arthur al mio fianco mi riporta alla realtà del presente.
Eccoci qui, siamo arrivati ad Hogwarts.
Ero talmente immerso nei miei ricordi che quasi non mi sono reso conto della colazione, non ricordo se abbiamo discusso di qualche futile argomento a tavola.
Ricordo giusto la tensione palpabile nell’aria, la concentrazione per compiere la smaterializzazione, il senso di vuoto dovuto dallo spostamento che è andato ad aggiungersi al vuoto che pervade la mia anima.
Accanto a me ci sono Fleur e Bill, sono comparsi un istante dopo di me, si tengono mano nella mano ma nessuno dei due si perde il quelle smancerie tipiche di ogni ragazzo innamorato alla loro età.
Tipiche in un mondo perfetto ma purtroppo questo non è un mondo perfetto, se lo fosse oggi non ci troveremmo qui, non saremmo tutti vestiti di nero, non avremmo fatto tanta strada solo per assistere ad un funerale.
L’atmosfera che pervade l’intera vallata, da Hogwarts alla foresta Oscura, a Hogsmead, è silenziosa, è straziante. Si sente chiaramente il dolore nell’aria, lo si vede sui volti delle centinaia di maghi e non maghi che si stanno lentamente riversando nel luogo scelto per salutare Albus Silente.
Mentre ci incamminiamo, mi soffermo ad osservare i due giovani che procedono davanti a me.
Profonde cicatrici spiccano sul volto del maggiore degli Weasley; il colorito pallido, l’espressione addolorata e dolorante dimostrano che non è ancora guarito completamente dalle ferite infertegli da Grayback. Probabilmente non guarirà mai a pieno, tuttavia il fatto che si trovi già qua, circondato dall’affetto di tutti i suoi famigliari, prova quanto questo ragazzo sia forte, prova che avrà sempre qualcuno a cui appoggiarsi nei momenti di maggiore difficolta.
Non avrà mai più una vita normale ma lotterà fino allo stremo nel tentativo di riconquistarla.
Dovrei imparare da lui, ora che ho capito dovrei agire e seguire il suo esempio.
Devo solo trovare:
“Tonks.” mi esce di bocca involontariamente. Solo Arthur accanto a me mostra di avermi sentito.
“Dicevi?” mi fissa, nei suoi occhi brilla una strana luce.
Mi sento il cuore rimbalzare nella cassa toracica e il viso riscaldarmisi improvvisamente.
Cazzo… sto arrossendo?
“Ehm … “
Va bene, ci provo.
“Dovrei parlare con Nymphadora, pensi che oggi verrà?”
Arthur sospira: “Pensi che davvero qualcuno potrebbe non venire quest’oggi? Forse giusto Severus…”
Si rende troppo tardi del significato delle sue parole.
“Perdonami … Sono solo un po’ …”
Leggo la disperazione nei suoi occhi. A fatica la scaccia per rivolgermi subito un sorriso incoraggiante.
“Oggi è in servizio, verrà con la sua squadra. Sono sicuro che la troverai con il gruppo degli Auror.”
Mi indica un altro punto fuori dai confini della scuola in cui stanno comparendo decine di uomini avvolti in lunghi mantelli scuri.
Muovo un passo in quella direzione, pronto ad andare, senza rivolgere neppure una parola di commiato dal resto del mio gruppo.
“Bill! Ti stai rimettendo in fretta! Sono proprio contenta.”
Questa voce!
Mi volto di scatto. Kingsley Sackelbolt occupa con tutta la sua stazza il mio intero campo visivo.
Faccio fatica a notarla accanto a lui, minuta com’è ma è proprio lei: Nymphadora Tonks.
A volte, guardandola mi stupisco ancora nel pensare che possa essere un’ Auror, un cacciatore di stregoni Oscuri.
“Nymphadora “ borbotto e muovo involontariamente un passo verso di lei.
Indietreggia senza guardarmi negli occhi.
“Lupin, devo dirti ancora una volta di non chiamarmi in quel modo.” mi risponde gelida, prima di squadrarmi.
“ … Bel vestito … “
La sua freddezza mi trapassa la cassa toracica come una lama di ghiaccio.
Mi odia, ormai?
Sono pronto a desistere, è troppo tardi; sono ancora abbastanza lucido e sano di mente per ritirarmi ed ammettere la sconfitta.
“Beh, ci vediamo dopo la cerimonia.”
Non mi dà il tempo di concludere per primo: si volta, seguita da Kingsley che ha una lieve esitazione e mi fissa rattristato.

Una mano aperta in quel momento mi colpisce alla schiena, con poca grazia.
Caracollo in avanti, costretto ad aggrapparmi al braccio dell’Auror gigante per non cascare a terra.
“Tutto bene?” mi domanda stupito.
Senza rispondergli, mi volto incazzato.
Chi diavolo è stato.
Fleur ridacchia nascondendo le labbra dietro le lunghe dita affusolate, accanto a lei Bill fischietta con lo sguardo rivolto al cielo.
Maledetto pessimo attore.
Mentre il vecchio Lunastorta si fa strada nella mia coscienza, pensando ad un giusto insulto da lanciargli, accompagnato da qualche bella fattura, Kingsley mi afferra per le spalle e mi aiuta a raddrizzarmi, o meglio mi solleva come un sacco di patate, mi fa girare attorno a lui e mi posiziona, come se fossi una marionetta, tra sé e Tonks che intanto continua ad incamminarsi lungo la vallata, incurante dei movimenti che avvengono alle sue spalle.
“Tutto bene?” ripete l’Auror, mi urla quasi in un orecchio, non sono certo che la sua domanda sia davvero rivolta a me.
Mi volto a fissarlo, vedo il suo sorriso ambiguo quando mi si avvicina e bisbiglia:
“Non lasciartela scappare, Lupin.”
Che cavolo è tutta questa confidenza? In questi giorni non hanno niente di meglio da fare che preoccuparsi tutti della mia vita privata?
Mi spinge anche lui ma con meno vigore di Bill.
Va bene. O la va o la spacca. E’ la mia ultima possibilità.
“Tonks!” la chiamo.
Non si volta, non si ferma neppure.
“Tonks!” ora sto quasi urlando, mi metto a rincorrerla e le afferro un polso.
Ora sei costretta a fermarti, o a schiantarmi. A te la scelta.
“Devo andare. Sono in servizio, Lupin.” Continua a non guardarmi.
“Lo so ma io devo parlarti… Mi bastano dieci minuti, la cerimonia comincerà tra  non meno di venti.”
E che cosa avrei intenzione di dirle esattamente?
Ottima domanda, davvero Remus, non potevi chiedertelo prima?
Maledizione…
Chissà che Bill e Sackelbolt che tanto hanno fatto per spingermi a questo, non mi abbiano anche preparato un bel discorsetto.
Lancio un’occhiata di sfuggita al gruppetto degli Weasley, ci stanno fissando come se fossimo dei pesci in un acquario. Fleur e Molly tengono le mani giunte davanti alla bocca, il fiato sospeso, pronte a sospirare da un momento all’altro.
Donne…
L’unica che insiste con il non guardarmi e che non sembra affatto propensa a sospiri romantici, pare proprio Tonks: l’unica di cui mi interessi.
“La cerimonia non è ancora iniziata ma devo essere presente. Sto lavorando, te lo ho detto.”
E’ davvero cocciuta.
“Ti do quindici minuti, Tonks. Sono il tuo supervisore e so già che sei presente, non hai bisogno di presentarti all’appello. Non siamo in servizio oggi, siamo qui solo per presenziare alla cerimonia come ospiti, non come guardia di sicurezza.”
Kingsley corre in mio aiuto. Ora sono prontissimo a rivedere la mia definizione di confidenza.
“Ma io … “ è ancora incerta, non mi lascio contagiare, mi incammino verso la foresta Oscura, trascinandola dietro di me.
Non fa resistenza, si lascia guidare senza emettere un fiato.
Mi raggiunge il sospiro contrariato di Molly e Fleur; si aspettavano forse che dessi il mio spettacolino davanti a loro? Neanche per sogno!
Almeno cercando un luogo appartato avrò il tempo per decidere cosa dire.
Non sono neppure sicuro sul come si concluderà tutta la faccenda.
Intendo chiudere definitivamente o … ?
Perché deve essere così dannatamente difficile?

Non è affatto difficile, Lunastorta. Tu salti loro addosso, le blocchi con un bel bacio passionale e “profondo”, se capisci cosa intendo, e vedrai che cascheranno tutte ai tuoi piedi. Con me funziona sempre.

Grazie del consiglio, Felpato, ma hai dimenticato che tu eri Sirius Black. Se io agissi così, con questa donna, mi ritroverei trasmutato in un rospo bitorzoluto prima ancora di poter aprire la bocca.
“Hai intenzione di portarmi fino al centro della foresta?”
Ora il tono di Nymphadora è stizzito.
“Mhhh? Ah!” accidenti, dove siamo arrivati? Mi guardo attorno, ettari ed ettari di terra circondata da alberi poco invitanti si estendono davanti a noi.
“Ehm … scusa … “ le lascio la mano.
“Allora? Cosa volevi dirmi?” La voce le trema leggermente. E’ arrabbiata?
“Io … Nymphadora … ecco …”
Perfetto, parlo per monosillabi come faceva Peter. E come se non bastasse il mio tono è tornato quello del professorino, merda.
“Mhh… Senti, Remus, facciamo prima così. So cosa vuoi dirmi.” aggrotta le sopracciglia, sporge in fuori il labbro inferiore che le trema vistosamente, abbassa le palpebre, non posso vedere i suoi occhi.
Sembra una bambina con il broncio, non credo di averla mai vista così dolce, sembra sul punto di … piangere?
“Nymphadora … “ alzo una mano per accarezzarle il mento, per costringerla a guardarmi ma la allontana con un solo gesto.
“Non devi … insomma non devi consolarmi così, ho capito… io … Mi dispiace di averti disturbato e di averti detto quelle cose … è che … ero confusa e … Lo so che non vuoi … Scusami.”
Si volta e corre via, neanche fosse inseguita da un esercito di Nargilli.
Ma che diavolo ha capito?
Forse però è meglio così, forse devo lasciarla andare, forse …

Le voci di Sirius e di James mi urlano nella mente, barcollo, quasi stordito.
“MUOVITI, IMBECILLE!”
I miei piedi si muovono da soli. Il fiato comincia a mancarmi. Non è facile starle dietro, soprattutto se non mi rendo neppure conto di correre.
La afferro per le spalle, non mi preoccupo di farle del male, la sento gemere mentre cade all’indietro, contro di me.
Le stringo le braccia attorno al collo. Potrei strangolarla, ma non è quello che voglio fare, voglio solo stringerla a me, voglio trasmetterle quello che sto provando, senza dover parlare. Non so cosa dire, non so cosa sento, non so come capirlo.
Scivolo con la guancia sul suo collo, le sfioro la pelle con le labbra.
Il suo profumo dolce mi inebria di nuovo, come in quella lontanissima mattina a Grimmauld Place. Non si muove, non si dimena, non cerca di sottrarsi al mio abbraccio, rimane come congelata, ferma in attesa della mia prossima mossa.
Sollevo lievemente la testa, fino a trovarmi guancia a guancia.
“Io … sono un imbecille. “ mi scuso.
Forse non è la frase più romantica che potesse venirmi in mente ma è senza dubbio la prima.
Le accarezzo la guancia e il mento con due dita. Le faccio voltare leggermente la testa e la guardo negli occhi; mi fissa dapprima accigliata, poi stupita.
La mia bocca si avvicina alla sua. Non si ritrae, non si oppone.
La sto baciando, la sto già baciando.
Avrei dovuto forse dire qualcosa? Avrei dovuto forse dichiararmi con un discorso strappalacrime?
No, alla fine ho seguito il consiglio di Sirius.
Spero di non risvegliarmi con la pelle viscida e bitorzoluta domani. Mantengo gli occhi spalancati, forse per paura, è un’ auror ed io sono un lupo mannaro, devo pur sempre essere pronto a tutto.
I suoi sono chiusi, quasi stretti, due grossi lacrimoni le si formano tra le ciglia.
Mi ritraggo e la libero dal mio abbraccio.
Rimane di spalle davanti a me, non si volta, non parla.
“Scusa …” borbotto.
Piange per colpa mia?
Si gira con uno scatto. Le lacrime scendono copiose lungo le sue guance.
Ha la bocca lievemente socchiusa, gli occhi spalancati, ora sembra spaventata.
“Te ne vai?” mi chiede in un singhiozzo.
“Cosa?”
“Te ne vai? L’ultima volta che mi hai baciata e mi hai chiesto scusa, sei sparito per mesi e mesi. E’ così anche questa volta?”
E’ per questo che piange?
Effettivamente quella volta le ho chiesto scusa prima di smaterializzarmi ma se proprio vogliamo essere pignoli, fu lei a baciarmi. Mi saltò tra le braccia e …

“Non vado da nessuna parte, Nymphadora, sono qua. Finalmente sono davvero qua.”
Le sorrido incerto.
Ti ho fatta soffrire così tanto? Mi dispiace.
Apre ancora la bocca, tenta di dire qualcosa ma invece sospira, abbassa il capo ma non abbastanza da nascondere le guance, vedo il rossore espandersi a raggiera, velocemente le ricopre il volto, fino a raggiungere l’attaccatura dei capelli dove incredibilmente non si ferma. Sotto i miei occhi anche i capelli di Nymphadora cambiano colore, partendo dalla radice velocemente fino alle punte, brillano ora di un accecante rosso fuoco.
Il mio cuore sussulta, rimango a bocca aperta poi stranamente mi metto a ridere, non sguaiatamente ma ridacchio sommessamente, tentando di trattenermi.
“Ti … ti faccio ridere?”
Mi rendo subito conto della stranezza di questa situazione, cerco di tornare serio, non voglio offenderla, potrebbe soffrire ancora.
“No … no, io …” non ce la faccio, è davvero troppo buffa! Anche le lentiggini le sono diventate fucsia, i suoi occhi da grigi che erano appaiono ora dorati, abbaglianti.
Rido di nuovo ma non distolgo lo sguardo.
“Sei arrossita?” chiedo con un largo sorriso.
Sussulta e si porta le mani alle guance, boccheggia un paio di volte come un pesciolino rosso saltato fuori dalla boccia, poi con un balzo torna di nuovo a darmi le spalle.
“No… io … è solo che …”
Sto ancora ridendo, non vorrei, non la trovo ridicola, solo buffa, tremendamente e dolcemente buffa.
“Non ridere! Ti stai prendendo gioco di me?”
“No! Niente affatto, io …” un accesso di risa interrompe la mia giustificazione.
Si volta di nuovo verso di me e, a testa bassa, mi aggredisce; mi colpisce a pugni chiusi, mugugnando qualcosa che non comprendo.
“Ahio! Ma che fai?”
Le afferro i polsi, comincia a farmi male. Trovandosi le braccia bloccate, alza una gamba e mi colpisce con un calcio lo stinco.
La lascio andare e cado a terra con un gemito.
Dio, ora si che ci credo alla storia dell’Auror, speriamo solo non decida di continuare a menarmi ora che sono al tappeto.
Chiudo gli occhi in attesa di nuovi colpi, immagino la risata di Sirius e di James se mi vedessero in questa situazione. Io invece non rido più.
Per mia fortuna non arriva più alcun pugno, apro cautamente un occhio.
L’immagine di Tonks mi compare davanti.
“Mi trovi ridicola?” mi domanda imbronciata.
Inarco le sopracciglia e la osservo con aria interrogativa.
Eh si che pensavo di essere io quello più pericoloso in un rapporto a due.
Va bene, facciamoci coraggio, al più se dovesse davvero picchiarmi, non potrei mai dire di non meritarmelo.
Le accarezzo una guancia, siamo per terra, uno di fronte all’altra, ma appena mi sollevo sulle ginocchia la sovrasto di nuovo di tutta la testa. Alza il mento per potermi guardare negli occhi.
“Ti trovo adorabile.”
Ok, questa è una frase perfetta, chiunque si scioglierebbe ma non Tonks che dapprima sospira, poi riprende ad interrogarmi con quel tono da inquisitore.
“E quello che mi hai detto l’altro giorno in infermeria?”
Che cosa ho detto in infermeria?
Oh si …
“Lo penso ancora.” alzo le spalle.
Si rattrista ed abbassa di nuovo il mento.
“Sono sempre io, sono ancora troppo vecchio, troppo pericoloso, troppo instabile, troppo povero …”
Anche se sul pericoloso e l’instabile non ci metterei più la mano sul fuoco. Di certo, per quanto ridicolo possa sembrare, non sono più il più lunatico.
“A me non importa ... “
“Lo so, me lo hai detto. Ma chissà forse un giorno ti importerà.”
“No! Davvero! Non mi interesserà mai, io …”
La zittisco posandole un dito sulle labbra.
“Non ci è dato sapere cosa riserberà per noi il futuro: potrebbe accadere qualcosa, potresti cambiare idea … “
Sospira.
“Tuttavia …” va bene è arrivato il momento del discorso, a quanto pare il bacio di prima non è bastato.
“Tuttavia, conosciamo il nostro presente. E’ il presente che viviamo, no? Non il passato, né tanto meno il futuro. Solo il presente.”
Sto diventando poetico  …
Mi fissa dal basso, finalmente sorride, un sorriso luminoso e contagioso, le sorrido di rimando.
“Cosa provi tu nel presente?”
“Nel presente, io ti amo, Remus J. Lupin. E tu?” arrossisce nuovamente.
E’ titubante, attende una mia risposta.
Le accarezzo i capelli, le passo la mano dietro la nuca e la traggo a me. Le nostre labbra si incontrano immediatamente, Nymphadora si irrigidisce nel mio abbraccio, per un momento abbiamo entrambi gli occhi aperti poi, con un sospiro profondo, mi getta le braccia al collo, chiude gli occhi e si fa travolgere da questo strano sentimento che prova nei miei confronti.
Ed io cosa provo?
Non le ho risposto, non ne sono sicuro. Allora perché la sto baciando?
Forse solo perché so che è quello che vuole lei?
Sto ancora una volta pensando solo a ciò che vogliono gli altri?
Una scossa elettrica mi attraversa la schiena, quando sento la sua lingua farsi strada nella mia bocca, il mio fiato si accorcia, i battiti del mio cuore accelerano; la stringo ancora di più a me, rispondo alla sua intrusione e finalmente chiudo gli occhi.
Non sto pensando solo a lei, se così fosse non sarei qui, se così fosse l’avrei allontanata definitivamente. Avrebbe sofferto forse ma alla fine avrebbe compreso, mi avrebbe ringraziato. Solo io avrei perso qualcosa di molto importante, solo io avrei continuato a soffrire, chiudendomi nella mia cocciuta solitudine.

Se trovi una persona che può  farti felice e che tu puoi far felice, tutto il resto che importanza ha?

E’ la mia felicità che sto cercando e forse posso trovarla in questa strana strega dai capelli fucsia. In fondo, tutto il resto che importanza ha, se posso finalmente dirmi felice?

Non mi rendo più conto del tempo che passa, continuiamo a baciarci con più passione, con più desiderio, quando all’improvviso le campane della torre più alta di Hogwarts prendono a rintoccare.
La cerimonia ha inizio, il funerale sta cominciando.
Fingendo che non sia accaduto nulla, quasi sentendoci colpevoli di aver provato simili emozioni in un giorno come questo, ci incamminiamo velocemente verso il centro del grande giardino di Hogwarts.
Centinaia di streghe e stregoni sono presenti per porgere gli ultimi saluti ad un grande uomo, rappresentanti anche di varie altre razze prendono posto, alcuni sulle sedie, altri rimangono in piedi.
Noto alcuni centauri sul limitare della foresta, Fiorenzo il centauro scacciato è invece pochi metri dalla pietra su cui giace il corpo senza vita di Albus.
Mi guardo attorno, mentre mi siedo accanto a Tonks che non sembra voler lasciare la mia mano: vedo volti affranti, spaventati, commossi, calcolatori.

Ascoltiamo l’omelia di uno strano ometto vestito di nero, sento appena le parole che usa per descrivere una vita tanto ricca.
Parole senza senso, parole che non significano assolutamente nulla per chi davvero lo ha conosciuto.
“Nobiltà di spirito … contributo intellettuale … grandezza di cuore.”
Belle parole, più adatte ad un libro di storia che al vero Silente. Non credo di essere l’unico a pensarla così, in molti ignorano la voce roca del piccolo uomo probabilmente incaricato dal ministero.
Il Ministero… sono tutti presenti: il nuovo primo ministro, i suoi sottoposti, persino i membri del Wizengamot, sono tutti qui.
Ipocriti che hanno per anni tentato di screditare il nome di Albus Silente, ora fingono di piangere la sua morte e nei giorni a venire fingeranno di combattere il male per vendicarla, quando invece continueranno a nascondere la testa sotto la sabbia, come hanno fatto nella prima guerra, come già stanno facendo in questa seconda.
Si limiteranno ad aspettare che qualcuno vinca, pronti ad allearsi o a prostrare il capo davanti al futuro dominatore.
“Ipocriti …” bisbiglio appena ma Nymphadora mi sente lo stesso. Comprende subito verso chi è rivolto il mio insulto, annuisce in silenzio e mi stringe con più forza la mano. Ha gli occhi lucidi ma la sua espressione seria e decisa non ha un tremito.
E’ strano, parliamo dei suoi capi, dei suoi superiori eppure la pensa come me.
Forse dovrei trattenermi, le mie idee politiche non potranno essere uguali alle sue, la gente per cui lavora è la stessa che per anni mi ha discriminato, che continuerà a discriminarmi per il resto dei miei giorni
Non ha importanza, la politica non c’entra più niente.
Combattiamo contro un unico nemico, chissà se anche i nostri capi se ne sono resi conti. Non ne sono certo, mi chiedo se oggi siano qui per piangere la scomparsa di un grande uomo, la perdita del nostro vero leader o se semplicemente non stiano sospirando di sollievo, per essersi liberati di un problema, senza neppure rendersi conto che quel problema era l’unica cosa che li separasse ancora dalla più nera e tragica sconfitta.

Una specie di esplosione mi distoglie dai miei pensieri. Una luminosa fiamma bianca circonda improvvisamente il corpo di Silente, lingue di fuoco si inseguono nell’aria sempre più in alto, finché non spariscono così come sono apparse, lasciando posto al denso fumo che si dirada velocemente.
Una imponente tomba di marmo bianco è ora apparsa davanti a tutti noi, racchiude e protegge il corpo del preside di Hogwarts.
Molti dei presenti urlano nel momento in cui l’aria viene invasa dal sibilo di innumerevoli frecce che cadono con un tonfo, nel terreno tutto intorno alla tomba.
Il tributo dei centauri.
Ora la cerimonia è davvero finita, tutti cominciano ad alzarsi ed incamminarsi fuori dai cancelli.
Presto tutti correranno a casa, convinti che rimanere all’aperto non sia più sicuro, convinti che i focolai domestici li proteggeranno dalla furia dei Mangiamorte.
Si stanno già scatenando, lo sento nell’aria, lo sento nel terrore di tutti i presenti.
E’ questo il bello di essere dei mannari, siamo i primi a percepire la paura ed è proprio questa sensazione ad eccitare i  nostri istinti.
Incrocio lo sguardo di Bill. So che la sente anche lui, glielo leggo negli occhi, mi fissa mordendosi un labbro.
Dovrò parlargli prima o poi, dovrò spiegargli cosa lo aspetta, ormai anche lui sa che i sintomi non si limiteranno solo al preferire le bistecche al sangue e proprio ora lo sta comprendendo.
Sospira a fatica ed abbassa il capo deglutendo, Fleur lo soccorre subito, convinta che abbia un mancamento.
Sorrido tra me e me. E’ bello poter avere qualcuno accanto anche in quei momenti, pur sapendo di non potergli raccontare tutto, pur sapendo che non potrà mai comprendere appieno i nostri sentimenti, o i nostri dolori, è bello sapere comunque che qualcuno ci rimarrà vicino, qualunque cosa accada.

Guardo Nymphadora al mio fianco, ci teniamo ancora per mano, i suoi capelli sono ora rosa acceso, il viso non è più rosso come lo era poco fa, è un po’ più pallida ed ha le guance segnate ancora dal pianto.
La accarezzo, seguendo al contrario il percorso delle lacrime ormai asciutte.
Si volta verso di me ed io mi sporgo in avanti. So che Molly e Fleur sono in agguato, so che ci stanno fissando, così come il resto della famiglia Weasley, come Malocchio Moody e Kingsley Sackelbolt.
Siamo circondati dall’Ordine della Fenice al gran completo ed ora so che sono tutti dei gran ficcanaso.
“Nel presente io ti amo, Nymphadora Tonks.” le bisbiglio all’orecchio, sfiorandoglielo con la punta del dito, mentre fingo di metterle in ordine un ciuffo di capelli scompigliato.
Sorride dolcemente, noto il rossore farsi di nuovo largo tra le sue lentiggini, dapprima unendole come i puntini dei giochi per bambini, poi espandendosi su tutto il suo volto, accendendola come una lampadina da camera oscura.
Mi stringe la mano, e si appoggia a me sospirando, mentre ci allontaniamo assieme alla folla silenziosa.
< Ci voleva davvero così tanto ad ammetterlo? >
Mi volto di scatto, questa voce, conosco questa voce. Come è possibile? Non può essere…
“Qualcosa non va, Remus?” Nyphadora mi fissa accigliata.
“Non hai sentito … “
“Sentito cosa?” Ora appare quasi preoccupata, mentre si guarda attorno sospettosa.
Un gracchiare lontano attira i nostri sguardi verso l’alto.
Fanny vola lentamente in cerchio sopra le nostre teste, il suo pianto straziante aleggia ancora nell’aria.
Sento una lacrima calda scivolarmi lungo la guancia. Le mie labbra si increspano involontariamente in un sorriso amaro.
“Addio, Albus.” bisbiglio, seguendo il volo della fenice che ora si allontana da noi, galleggiando nell’aria, senza peso.
Tonks mi abbraccia, il volto affondato nel mio petto, singhiozza lievemente. Rispondo al suo abbraccio, stringendola a me, come se questo potesse bastare a proteggerla dal dolore, come se potesse bastare a proteggere me dalla paura di perdere anche lei.
Ho paura di perdere le persone che amo?
Si, naturalmente, come chiunque altro al mondo, ma questo non mi impedirà mai più di amare, questo non mi impedirà mai più di avvicinarmi a coloro che tentano di aprirsi a me.
Io so chi sono, so cosa sono: sono un lupo mannaro e sono Remus J. Lupin

 


(FINE)

 

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E come promesso, dopo la pappardella ecco i miei saluti e ringraziamenti. Saluto e ringrazio tutti quelli che mi hanno seguita senza commentare, tutti quelli che mi hanno commentata che sono: Daewen, sally, fennec, Nausicaa, Elly, Kine, Shaida Black, Sillina, Elbereth, Francesca Akira89, Lunastorta, AleLupin, HermioneCH, CUCCIOLA_83, Sibil, Cristi, aantos, evenstar, Lilium33,Frytty ed LCassieP.

Spero di non aver dimenticato nessuno. ^___^ Grazie davvero, sinceramente.

Grazie anche alla Row naturalmente ed al mio mitico Lupacchiotto... ^__^ '' Scusa Rem se ti ho trattato così, sai com'è esigenze narrative...

UN BACIONE A TUTTI.

Daeran. PS: orpo 13 capitoli... Rem, non sei supersizioso, vero? °_°


 

  
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