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Autore: Hikari93    16/12/2012    10 recensioni
Sasuke e Sakura corrispondono via mail da tre mesi, ma non si sono mai visti né parlati. E non lo avrebbero fatto, se Naruto, migliore amico di lui, non si fosse intromesso nelle loro vite.
Dal Secondo Capitolo:
Potrebbe: aspettare i dieci minuti che restano prima dello scoccare delle dodici – sta consumando l’orologio al polso regalatogli da suo padre a furia di fissarlo con intensità – e poi alzarsi in piedi sul tavolo, molto teatralmente, e reclamare, con tanto di colpo di tosse, il fantomatico attimo di attenzione, gridando a gran voce il nome di Sakura.
Possibilità di successo: basse, considerando che, insomma, chi lo ascolterebbe? Anche se urlasse, e anche se Sakura lo sentisse, sicuramente lo scambierebbe per Sasuke. Non che ci fosse niente di male in lui, ma ecco… poi finirebbe di certo per innamorarsi di lui, Naruto ne è sicuro. E non è quello che vuole.
Quindi. Potrebbe numero due: alzarsi dalla sedia su cui si è stravaccato a pensare, abbandonare la vista dei tovagliolini messi al centro e andare a stanare il teme, chiedendogli le informazioni che gli occorrono, senza farsi scappare di aver propinato e combinato un appuntamento a sua insaputa.
[SasuSaku. Accenni NaruHina - ShikaIno]
[Completa ♥]
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Ino Yamanaka, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura, Shikamaru/Ino
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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Hot Mail – Naruto Namikaze in missione speciale


 
Capitolo Otto
[Come l’estate. Ti piace l’estate, Sasuke?]

 
 






E’ tremendamente noioso starsene seduti a un bar – e per giunta il solito bar, quello talmente pieno di gente da sembrare una topaia – a sorseggiare della coca cola che pare non aver sapore, mentre le tue amiche fanno conquiste.
Ino lo sa benissimo e, sebbene si stia ammosciando contro lo schienale poco confortevole della sedia, ripete che lo fa per Sakura e Hinata, poiché altrimenti, se non sfrutteranno al massimo l’occasione che i Kami hanno messo loro d’innanzi, rimarranno sole per tutta la vita, senza futuri eredi che potranno prendersi cura di loro – e ancora vergini, probabilmente. E dunque le toccherà, dall’alto della sua saggezza da ultraottantenne, andare a trovarle nel peggior ospizio, con Shikamaru che, appeso al suo braccio, si lascerà trascinare come un corpo morto e borbotterà parole senza senso.
La prospettiva è odiosa e terribile, tanto da farle sopportare la solitudine cui è costretta.
Tamburella con le dita sul tavolo rotondo senza particolare interesse, udendo il perdersi del suo ticchettio tra i rumori che ha tutto intorno.
Se fosse andata in vacanza l’anno prima, avrebbe potuto divertirsi un po’ anche lei, civettare imbarazzata come – sicuramente – stanno facendo sia Sakura che Hinata. Peccato che il suo Shikamaru valga più di quei fustacchioni che adocchia a ogni tre sbattiti di palpebre –  o forse anche meno – e tradire la sua fiducia è l’ultimissima delle sue priorità. Preferisce i pigiamoni da nonno del suo ragazzo che i fisici atletici di altri, messi in bella vista.
Gira un po’ la cannuccia nella lattina, scontrandosi col fondo quasi vuoto. Poi la mordicchia, soddisfacendo quel piccolo vizio che ha sin da bambina.
Spera solo che Sakura e Hinata non ci mettano troppo a farsi notare a dovere e che possano essere – insieme a lei, Shikamaru e, ovviamente, Naruto e Sasuke – una famigliola felice capace di riunirsi una volta all’anno almeno in occasione del Natale.
E lei intanto ingannerà il tempo. Non ha attivato una promozione sul suo cellulare soltanto per spendere soldi. Spera solo che Shikamaru le risponda presto – ossia nell’immediato.
Con tanto amore.
 

 
 

*   *   *

 
 

 
Sakura ha osservato la schiena di Sasuke per tutto il tragitto. Ed è… bella, sì, lo è, ma… se Sasuke parlasse sarebbe molto più contenta. La sua, invece, di lingua, si è appiccicata sotto il palato, non vuole saperne di srotolarsi. Sakura sente che ha perso tutta la vivacità delle ore precedenti, sentimento sostituito all’istante – come un cambio repentino di t-shirt – da un’ansia che le fa ballare lo stomaco.
Ha appena varcato la soglia di casa. Muovere anche un solo passo le pesa tantissimo, i piedi sono di piombo. E il cuore martella, perché quando si avvicina Sasuke lo fa sempre; riprende una strana tradizione, secondo la quale, ai tempi in cui lei e Sasuke conversavano soltanto via e-mail – e sembrano tanto lontani, ora –, rimbombava nel petto e distruggeva le costole quando lui era in linea, o quando sullo schermo compariva un suo nuovo messaggio, o ancora quando… Sakura pensava a lui e se lo immaginava.
«Siediti» le fa lui, d’un tratto. Non vuole ordinarglielo, e proprio per questo Sakura trova buffo il suo tono; vorrebbe essere gentile, ma alle sue orecchie risulta solo impacciato, quasi a disagio.
Comunque, ringrazia e obbedisce.
«Vuoi dell’acqua?» le chiede poi Sasuke, senza particolare interesse, mostrandole la bottiglia appannata che ha agguantato dal frigorifero.
«Non berla subito, potrebbe farti male.»
Sasuke la fissa, immobile, e davanti al suo sguardo senza espressione Sakura accenna ad abbassare il capo, mentre infiniti pensieri si fanno strada in lei. Forse doveva starsene zitta e badare agli affari suoi, forse non c’è la confidenza necessaria per rimbeccarlo in quella maniera – anche se l’ha abbracciato in modo decisamente meno formale –, forse Sasuke non ha gradito.  
«Sembri mia madre» le dice invece, mentre poggia la bottiglia sul tavolo e si accomoda sul divano. Accanto a lei, per la precisione.
«Posso prenderlo per un complimento?» domanda la ragazza, accennando a un sorrisetto divertito. Del resto ricorda di quando Sasuke, non troppo tempo prima, le ha scritto che le donne sono troppo complicate per i suoi gusti e che fare i regali, poi, lo sfianca mentalmente e fisicamente. E ricorda anche che ha concluso dicendole che se non fosse stato il compleanno di sua madre, avrebbe lasciato perdere. Ne deduce che essere paragonata all’immagine di una mamma possa essere una frase gentile, piuttosto che un’ammonizione come Sasuke vuol far credere.
«Alla fine che cosa hai regalato a tua madre per il suo compleanno?» chiede ancora, finalmente più sciolta. «Non me l’hai più detto.»
Sasuke si appoggia meglio allo schienale del divano. Si spaparanza alquanto comodamente, con le braccia allungate sullo schienale e le gambe protese leggermente in avanti, e Sakura è costretta ad ammettere che è proprio una bella visione quella del suo corpo, coperto soltanto dal costume da bagno, a pochi centimetri da lei. Se muove il ginocchio di un centimetro, sente il calore che emana la gamba di Sasuke.
«Niente di importante» le risponde, facendola sobbalzare. E Sasuke se ne accorge. «Che ti prende?»
La mente le suggerisce di nascondere la verità. Effettivamente, confessare che è scattata soltanto al suono della sua voce – perché intanto si era persa in altri lidi lontani abitati solo da loro due – è assurdo e vergognoso.
D’istinto si morde le labbra e distoglie gli occhi. Solo dopo qualche secondo di assoluto silenzio si impone di risollevarli e scrutare Sasuke e la sua espressione. Lo trova che la fissa, immobile, guardandola con così tanta intensità che Sakura si sente, ai suoi occhi, nuda come un verme. Sa di essere arrossita, perché il calore avvampante al volto può essere dovuto solo a quello. Prova a sviare l’attenzione dalle sue guance – su cui Sasuke ha posato lo sguardo – e a parlare, ma a un primo tentativo non le esce suono.
«Ti senti in imbarazzo» decreta Sasuke, gli occhi sempre incollati su di lei. Lo dice come se stesse esponendo la teoria più difficile del mondo, come se stesse avendo a che fare con la conclusione di un ragionamento che è chiaro soltanto a lui.
«No, non proprio» gli mente, poco credibile persino a se stessa. «Cioè, un pochino. Poi è il caldo che influisce e… tutto il resto.»
«Tutto il resto, dici?»
Annuisce con dei cenni convinti del capo. Sì, Sasuke, tutto il resto, pensa. Il fatto che siamo di nuovo mezzi nudi, soli in casa, vicini a un divano, a una distanza che affonda ogni mio tentativo di autocontrollo e… cavolo, non respirare, che sento il tuo profumo sulla pelle!
«L’altra volta non ti sei fatta scrupoli a saltarmi addosso. Ed eri mezza nuda lo stesso» le fa notare con calma.
Inutile anche solo tentare di darsi un contegno. Avvampa vistosamente, si sente svenire. Non si fa aria con la mano solamente perché risulterebbe ancora più patetica e ingenua. Forse si sbaglia, ma le sembra che a Sasuke piaccia particolarmente metterla in agitazione; le sue sembrano affermazioni dirette, che puntano a un fine preciso.
«Non ci ho pensato troppo» confessa Sakura, considerata l’inutilità di un’ennesima menzogna che divertirebbe ancora di più Sasuke. «Ti ho visto, ti ho finalmente parlato di persona e ne sono stata felicissima. Ho cercato un modo per… esprimermi, per farti capire cosa stavo sentendo. Per condividerlo con te.»
Ecco, va bene così? Voglio vedere cosa ribatti adesso.
Sakura è soddisfatta. Nonostante la timidezza – che però sta scemando sempre più – le attanagli ancora un po’ la bocca dello stomaco, sente di averlo messo a tacere, di averlo, in un certo senso, sconfitto. Le è cristallino che Sasuke si sta divertendo a modo suo, giocando un po’ su un lato del suo carattere che, Sakura lo sa, in chat non è emerso del tutto. E’ un po’ si diverte anche lei, sebbene sia nel mirino, perché con poche frasi sta scoprendo qualcosa di nuovo e che non le era apparso tra le righe dei messaggi. Tuttavia, col senno di poi, capirà che avere l’ultima parola con Sasuke è quanto di più difficile possa esserci. Magari trascorrerà delle giornate in compagnia di Naruto per farsi spiegare eventuali sotterfugi per troncare una discussione con Sasuke da vera vittoriosa.
Per ora, le tocca subire.
«Dipenderà dai diversi punti di vista, ma permettimi di ricordarti la cosa più a fondo, Sakura.»
E le si avvicina. Un po’ – po’ poco, a onor del vero – ma il ginocchio le tocca la gamba e gliela fa vibrare dall’emozione e il suo respiro si sente con più forza. Tanto basta a farle stringere i pugni come una bambina e a mordersi di nuovo le labbra. Se continua così se le troverà tutte insanguinate, ma per ora è l’ultimo dei suoi problemi.
Il vero cruccio sta nel fatto che Sasuke ha allungato involontariamente anche la mano, e che le sta sfiorando la coscia. Sakura percepisce chiaramente i suoi polpastrelli che si adagiano pian piano alla pelle liscia, e la sensazione diventa ancora più forte e da capogiro quando il movimento delle dita diventa rotatorio, così da colpire – e affondare – più zone, più pelle, più lei.
Sasuke ha abbassato, intanto, gli occhi verso le sue gambe, dove sta toccando – giocherellando. Ha negli occhi la stessa curiosità di un bambino a contatto col suo primo giochino di ultima generazione, la studia proprio allo stesso modo.
Sakura invece non ne può più, si sente decisamente fuori luogo.
Però è piacevole.
«Va bene» scatta, agguantando il polso del ragazzo e stringendolo forte, col cuore a mille e la gola secca. «Mi spiace se ti ho infastidito, non volevo. Scusami.»
Sakura sa di essere la sola nella visuale di Sasuke. Ha lo sguardo basso, la mano sudata – è il caldo, Sakura, è il caldo, il caldo; ci sono trentottomila gradi in questa casa – e tremante. Muove la gamba a una velocità incredibile, come se le pizzicassero i talloni, ma è convinta che gli occhi ardenti di lui la stiano degustando a piacere. 
Dura un attimo, ma a lei è parsa una vita intera.
«Fastidio? Mh» emette Sasuke, e la tensione, prima palpabile, va scemando.
«Torniamo in spiaggia?» gli chiede quindi, dopo essersi espressa in un sospiro di vero sollievo. Le manca l’aria là dentro, non riesce a respirare se Sasuke è troppo vicino. Si sente costantemente e completamente rossa come un pomodoro, imbarazzata. Sa di dover – e voler – fare qualcosa per sbloccare la situazione, ma non ne è capace.
«Il sole picchia troppo forte per i miei gusti» le confessa, e lei pensa che no, che Sasuke si sta sbagliando, perché lì fuori non può fare così tanto caldo se i raggi solari lei se li sente tutti addosso. E le stanno facendo girare la testa.
Mentre Sakura rimugina sulla giusta risposta da fornirgli, Sasuke si è già alzato e, telecomando alla mano, ha già acceso la televisione. Quindi, decidendo di far cadere la discussione – la scusa, più che altro – precendente al vento, la ragazza coglie l’occasione al volo. «Preferisci qualche programma in particolare?» domanda.
La risposta le giunge prima dagli occhi che dalla bocca di Sasuke. Le iridi sono quasi spente; in esse si riflettono le immagini del rumoroso canale scelto a caso tra i tanti, ma Sasuke non sta guardando davvero. E’ ovvio che non gli interessi nulla. Sakura ipotizza che la tv non gli vada troppo a genio.
Difatti, lo scrollo delle spalle di lui glielo conferma. «E’ tutta spazzatura.»
«E allora come mai l’hai accesa?»
«Rompe il silenzio.»
«Capisco» gli sorride. Tiene a bada l’ansia e si fa avanti, decisa a distruggere l’indifferenza solida che si è formata tra loro. «Perché non mi mostri la casa, allora? E’ una valida alternativa alla spazzatura, come la chiami tu.»
Sasuke non le risponde, si limita a tirarsi in piedi, stancamente.
«Il caldo ti sfianca proprio, non c’è che dire» commenta gentilmente Sakura, alzandosi a sua volta e accarezzandogli la spalla.
«E’ fastidioso. Ti si appiccica addosso e non ti dà un attimo di tregua, ti entra persino nelle orecchie» le confessa, e lei se ne sente alquanto presa, come se il soggetto di quella discussione non fosse l’estate in sé ma lei.
«Ma ci sono delle giornate estive belle, no?» gli sorride. «Delle eccezioni. Le si trovano ovunque.»
Sasuke alza le spalle. «Come vuoi. Ma adesso muoviti, se ci tieni a visitare casa.»
E lei lo fa.
Mentre camminano per le stanze, Sakura nota degli ambienti lussuosi ma non esagerati nell’arredamento. Forse è presto per indagare, e non sa nemmeno quale sia il modo migliore per approcciarsi all’argomento senza parere troppo impicciona, però a una prima, vera occhiata, intuisce che Sasuke è un ragazzo, se non ricco, alquanto benestante. Non sa perché, ma qualcosa di simile glielo avevano suggerito già i suoi modi di fare, oltre che la sua figura.
«Ma questa è davvero solo la vostra vacanze?» esclama a un tratto, spinta sia da sincera curiosità che da un’irrefrenabile voglia di dire qualcosa. «E’ grandissima, sembra una reggia.»
«Niente di speciale.» E non lo dice con vanteria, ne è fermamente convinto. Non osa immaginare che diamine di dimora abbia per viverci il resto dell’anno.
«Se lo dici tu. Anche il giardinetto sul retro è niente male.»
«Le erbette hanno suscitato particolare interesse nella tua amichetta» sogghigna Sasuke.
Di nuovo, Sakura sente la gelosia invaderla dalla testa ai piedi. Si morde le labbra senza accorgersene – per fortuna Sasuke le dà le spalle, le dà costantemente le spalle –, nasconde le braccia dietro la schiena e agguanta un avambraccio con forza. Ed è triste. Anche.
Sa che Ino non la tradirebbe mai, però non sa nulla di Sasuke. Magari Ino gli è più simpatica, l’ha colpito di più… forse lei non è abbastanza.
«I suoi genitori hanno un negozio di fiori. Lei se ne interessa, le piacciono» dice soltanto, atona.
«Magari potreste venire a visitare il giardino di casa mia» le propone, con disinteresse. «Ma non portarcela quella tua amica. Vienici tu per lei.» Da sola.
«Io?» borbotta, incredula.
«Il dobe ti spedirà l’indirizzo di casa mia.»
«Sasuke» lo chiama all’improvviso, dopo qualche secondo di assoluto e pesante silenzio. Gli acchiappa il polso – di nuovo – e si sente morire – ancora.
«Mh?»
«Lo sai, sei strano. Non riesco a capirti bene.»
Lui si è fermato; le dà ancora la schiena ma Sakura percepisce che sta sogghignando. «Sei pretenziosa. Troppo.» Pausa. «E non pensare di essere tanto diversa.» Libera il braccio dalla stretta, sempre più lieve, di Sakura. Continua a camminare, con lei che rimane ancora indietro.
Ci sono così tante domande che vorrebbe fargli. Ne stila un elenco mentale, ma è davvero troppo lungo per essere contenuto nella sua testa. Ce n’erano già tanti di quesiti, prima. A Sakura pare che ogni loro incontro serva a depositare altri punti interrogativi lungo il loro cammino. Vuole liberarsi di qualcuno di loro, e lo farebbe se la lingua non si rifiutasse.
Perciò continua a seguirlo, ancora. Ora che l’ha incontrato, sa che lo seguirebbe sempre, e volentieri.
Quando Sasuke fa per avvicinarsi alla porta d’ingresso, come se volesse uscire – a dispetto dei tanto odiati raggi solari – Sakura sente un baratro aprirsi sotto i piedi. Sente che sta sprecando un’importante occasione, che per tutto il tempo che le è stato concesso non ha fatto altro che domandargli a caso di cose inutili. La testa le scoppierà presto, lo sa.
Respira, si impone una calma che le è estranea.
«Sasuke, posso parlarti?»
«Non mi sei sembrata molto loquace, oggi. Ne avresti avuto tutto il tempo.»
Non c’è rancore in quelle frasi, eppure Sakura non sa come interpretarle. Vorrebbe persino accusarlo di non essere stato, lui, il più vivace e socievole ragazzo sulla faccia del pianeta, ma le sembrano ulteriori bambinate in cui ora non vuole né deve perdersi.
«Sono molte le cose che vorrei dirti» gli annuncia, avvicinandoglisi. «E forse sono stupide, magari penserai che io lo sono.»
Cerca un appoggio nel suo sguardo, ma è distante, le pare distante. Si impone di credere che lo vede così – che lo crede così – soltanto perché non ha fiducia in se stessa, non troppa per ritenere che Sasuke possa essere veramente interessato a lei.
«Che cosa ti aspettavi? Come pensavi che fossi?»Cosa traspariva di me, dalla chat? Cosa ti ha deluso, cosa hai apprezzato – se c’è? «E’ una sciocca curiosità.»
«Sì, è sciocca.»
Stringe i denti, contiene le passioni. «Già» soffia.
«Non pensavo che fossi così… insopportabile
Ingoia il groppo amaro Sakura, cerca di tirare un sorriso e prenderla sul ridere. Si dice che non deve sembrarle tutto così importante, che magari Sasuke scherza. Che scherza, che la sta prendendo in giro e che quel volto serio è solo una maschera brutta che lei dimenticherà già domani.
«A volte sono una palla al piede, lo so» ride falsa, spingendosi ancora più giù; ma sorride sempre, fa della schifosa autoironia. «Sempre a farmi troppi problemi, infinite domande. E parlo, parlo, a volte non so nemmeno quello che dico» ride. «Ne sento l’impulso irrefrenabile, non so se ti è mai capitato» ride, nella consapevolezza che a Sasuke non sia mai successo, e che lei si stia rendendo ridicolissima davanti a lui. «Come la televisione.» Rompo il silenzio, Sasuke. «Ti fa compagnia, ma perlopiù le sue sono cavolate» ride, ride ancora.
La smette soltanto quando le spalle le vengono coperte dalle mani grandi di Sasuke. Il filo dei pensieri è stato tagliato, la mente è vuota. C’è solo lui. Che non le dà più la spalle, ma le concede la visione del viso.
«Non sono d’accordo» pronuncia, e Sakura pende dalle sua labbra, col cuore partito velocissimo. « Piuttosto sei fastidiosa. Ti appiccichi addosso e non dai un attimo di tregua, entri persino nelle orecchie.»
Come l’estate.
«E non lo sopporto» continua.
Trovi fastidiosa l’estate, Sasuke. E, “come vuoi”, ci sono le eccezioni, Sasuke, le giornate belle, dell’estate. Come quella che c’ha permesso di incontrarci, che mi ha consentito di capire che…
«… Mi piaci, Sasuke.»
… che sei speciale.

 
 
 
 














 
 
 
 
 

Questo capitolo è più corto, ma bastava così. Dovevo interrompere qua. ;)
Non mi pare ci sia niente da sottolineare, se non che devo ringraziare chi legge&commenta, chi preferisce(17), chi ricorda(4) e chi segue(42).
Molto gentili! ^______^
Scusate se non riesco sempre a rispondere all recensioni. >///////<

   
 
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