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Autore: Egle    12/07/2004    9 recensioni
Per dimostrare la sua fedeltà all'Oscuro Signore, Draco viene incaricato di rapire Ginny Weasley, figlia di due membri dell'Ordine della Fenice. Ma le cose non vanno secondo i piani e i due ragazzi si trovano ad affrontare una situazione ben più complicata del previsto...
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 3 - UN MONDO SENZA MAGI

CAPITOLO 3 - UN MONDO SENZA MAGIA        

 

“Accidenti!” ringhiò, picchiando un pugno sul ripiano di legno.

“Draco” la voce assonnata di Ginny lo fece sobbalzare.  Era appoggiata allo stipite della porta della cucina, stringendosi nella vestaglia rosa, da cui spuntavano i pantaloni del pigiama. “che stai facendo? Non sono nemmeno le 5 di mattina?”

“Non riuscivo a dormire” mormorò il ragazzo, tornando a fissare la pentola. Ginny gli si affiancò arricciando il naso disgustata.

“Che cos’è questo odore?”

“Corteccia di abete, mischiata a muschio, sale e cicoria”

“La pozione del fumo, ma a cosa…”

“è una pozione elementare…del primo anno…eppure non funziona” sibilò il ragazzo frustrato.

“Vedrai che…”

“e’ la settima volta che provo a farla e non funziona. Dannazione!”

“Hai passato tutta la notte in cucina? Sei stanco. Con tutto quello che è successo…”

“Non è stanchezza, Weasley! Possibile che tu non si in grado di capirlo? Non è stanchezza…”

“E’ la magia” mormorò una voce. Entrambi si voltarono a guardare Karen, anche lei in vestaglia. Anche a quell’ora non aveva perso quella sua aria esotica e inusuale.

“E’ l’approccio che è sbagliato. Dovete dimenticare tutto quello che sapete o che credete di sapere. Qui , per un qualche motivo non è efficace…”

“E allora che cosa dovremmo fare? Ridurci a vivere come dei luridi babbani?”

“Dei cosa?”

“Persone senza poteri magici” spiegò Ginny, con un’alzata di spalle.

“Beh non so come funzioni dalle vostre parti, ma in questa casa abbiamo una regola: le schifezze vanno buttate e tutto va ripulito” disse , indicando il tavolo ingombro di erbe sminuzzate. “e poi di notte si dorme! Non si tenta l’impossibile” disse, rivolgendo loro un cenno di saluto con la mano e ritornando in camera sua.

Draco si lasciò cadere su una sedia. I suoi occhi erano ombreggiati da profonde occhiaie e il suo viso era scavato e pallido per la tensione e la stanchezza. Ginny si sedette di fronte a lui, osservandolo attentamente, accavallando le gambe e trattenendo uno sbadiglio a fatica.

“Che cos’hai da guardare, Weasley?”

“Perché non mi chiami mai per nome? Anch’io ho un nome, sai! Il tuo è Draco. Il mio è Ginevra, o Ginny se preferisci. Non siamo a scuola…”

“Non ho voglia di socializzare con te, Weasley

“beh dovrai farlo, che ti piaccia o no. Se non uniamo le forze non potremmo mai tornare a casa”

“Chi ti dice che io voglia tornare a casa” ribatté lui. I suoi occhi furono attraversati da un lampo di rabbia.

“Non stai dicendo sul serio, vero?” gli domandò la ragazza preoccupata. Il pensiero che lui potesse desiderare anche solo per un momento di restare lì la faceva fremere di paura. Si erano aggrappati l’uno all’altra quasi inconsciamente, ma in quella situazione era…naturale. Non avevano nient’altro a parte l’appoggio dell’altro. Karen e Meg, per quanto potessero essere simpatiche, non conoscevano il loro mondo, non ne erano parte e non potevano capire i loro sentimenti…l’essere privati della magia era come essere tenuti lontani da una parte di sé stessi. La magia faceva parte delle loro vite, delle loro esistenze, di loro stessi. Si sentivano snaturati e confusi. Confusi per essere stati gettati in un luogo che non conoscevano. Confusi perché avevano scoperto di essere costretti a fidarsi l’uno dell’altra per poter sopravvivere…loro che mai si sarebbero scambiati più di qualche insulto nei corridoi della scuola.

“hai idea di quello che mi aspetti quando saremo di nuovo a Hogwarts? Sarò accusato di essere un Mangiamorte…”

“Arrotolati la manica della camicia”

“Cosa?”

“Hai capito benissimo” rispose Ginny, afferrandogli la mano e slacciandogli il bottone del polsino.

“Che stai facendo?” scattò lui, senza liberare la mano. Lei gli sollevò la manica fino all’altezza del gomito ed esaminò il suo braccio.

“beh io non vedo il Marchio. Non sei un Mangiamorte”

“Ma…”

“Finchè non deciderai di diventarlo, non sei un Mangiamorte. Non importa se tutti nella tua famiglia lo sono, non importa se tuo padre vuole che tu lo diventi…non lo sei finché tu non decidi di diventarlo e tecnicamente non mi hai consegnata ai Mangiamorte , quindi…non sei un Mangiamorte. Il ragionamento non fa una piega”

Draco sorrise stancamente, scuotendo il capo. “non è così semplice”

“Niente lo è” disse lei con un filo di voce , stringendo la mano di lui tra le sue “per questo vivere è così difficile. Niente è semplice. A volte ci vengono poste di fronte prove più difficili di altre. Bisogna solo affrontarle…”

“Da quando sei così saggia?”

Ginny roteò gli occhi, stringendosi nelle spalle. “beh sai…con i fratelli che mi ritrovo, qualcuno doveva pur aver ereditato la saggezza di una vecchia famiglia di maghi”

“Maghi invischiati con i babbani” le fece presente lui, ma il suo tono non era offensivo o arrogante.

“questo è vero, ma pur sempre maghi. E poi…se non ci fossi io a dispensare consigli…non che mi diano retta in realtà…”

Draco sorrise, stringendo a sua volta la mano di lei. Ginny sentì le sue guance avvampare, mentre realizzava di avere ancora la mano di lui tra le sue. Abbassò lo sguardo imbarazzata, ma il ragazzo le sollevò il mento con due dita. “Grazie, Weasley” mormorò, fissandola negli occhi. Ginny avvertì le guance e le orecchie bruciare. Cavoli! Ma perché lui la faceva sentire in quel modo? Non aveva mai provato nulla per lui. Non aveva mai provato nulla di così intenso per nessuno. Certo, era sempre stato carino, perfino intrigante con il suo modo di fare strafottente e stranamente affascinante…le sue compagne di stanza sbavavano per lui, ma lei non era mai stata attratta da quel tipo di ragazzo. Il *bel tenebroso* non faceva per lei. Preferiva qualcuno più dolce, tenero, comprensivo…qualcuno come Harry. Eppure Harry Potter non aveva mai suscitato in lei quello che Draco Malfoy le faceva sentire solo rivolgendole uno sguardo, solo sfiorandole una mano…

“beh, seguirò il consiglio della tua nuova, patetica amica babbana e me ne andrò a letto” disse infine il ragazzo , alzandosi. “metti a posto tu , Weasley”

“Ehi!” protestò lei, scattando in piedi, ma Draco aveva già superato la porta e si stava dirigendo verso le scale, alzando un braccio come saluto.

 

 

“Torneremo a casa nel tardo pomeriggio. Se hai bisogno qualcosa chiamaci in ufficio. Ti abbiamo lasciato i numeri di telefono attaccati sul frigorifero” disse Meg , bevendo frettolosamente la sua tazza di caffè.

“Te-le-fo-no?”

“Ginny, sai usare il telefono, vero?”

“Ehm…sì. Devo averlo studiato a Babbanologia” rispose Ginny, cercando di ricordare quella volta che Ron e suo padre avevano usato un telefono per chiamare Harry...

“bene. Lì c’è la TV…troverai anche dei libri. Quelli di incantesimi sono nello studio al piano superiore. E se hai bisogno di qualunque cosa…”

“Chiamerò. Non preoccupatevi. Penso di poter badare a me stessa per qualche ora. Adesso andate se non volete fare tardi”

Karen , che , le aveva spiegato, lavorava come assistente sociale- Ginny non sapeva cosa volesse dire , ma credeva che avesse a che fare con le famiglie svantaggiate o qualcosa del genere- e Meg, che era avvocato,  le avevano assicurato più e più volte che non era necessario che facesse nulla, ma non le piaceva l’idea di non contraccambiare la loro ospitalità in qualche modo, così aveva deciso di fare le pulizie. Aveva aiutato spesso sua madre e credeva di potersela cavare anche lì. In fondo la polvere era polvere in qualunque universo si trovasse.

Cominciò rifacendo i letti e riassettando il salotto. Poi pensò che forse poteva pulire i tappeti con quello strano aggeggio che i Babbani chiamavano aspirapolvere. Aprì la porta dello stanzino delle scope - quanto le sarebbe piaciuto volare in quel momento!- e prese l’aspirapolvere…o almeno quello che somigliava di più a quello che aveva visto. Infilò la spina nella presa della corrente, come aveva letto nel suo testo di Babbanologia,paragrafo: manufatti e utensili, e spinse il pulsante. Subito un gran rumore si propagò dall’elettrodomestico che addentò le frange del tappeto. A Ginny sfuggì un urlo per la sorpresa. Non si era aspettata di certo una reazione così violenta! Tentò di spegnerlo, ma nella foga aumentò solo la potenza dell’aspirazione.

“DRACO” urlò in preda al panico. Poco istanti dopo il ragazzo con addosso solo i pantaloni arrivò di corsa nel salotto.

“che diavolo è quel coso?” gridò per farsi sentire.

“Devi staccare la spina! Vuol mangiarsi il tappeto” gridò Ginny in risposta.

“la cosa?”

“la spina! Quel filo lì verde!”

Il ragazzo fece quello che gli era stato detto e il rumore cessò. Ginny tolse le frange del tappeto dalla bocca dell’aspirapolvere e si abbandonò sulla poltrona con un gemito.

“Che diavolo stavi facendo?”

“Tentavo di pulire” piagnucolò lei, guardando con sospetto l’elettrodomestico ormai mansueto.

“E allora perché stavi facendo quel casino infernale! Stavo dormendo!” le fece presente il ragazzo , fulminandola con lo sguardo.

“Scusa” mormorò lei, mettendo il broncio.

Draco sbuffò sonoramente, cominciando a salire le scale quando un trillo fece sobbalzare entrambi.

“E adesso che cazzo…”

“Siamo Karen e Meg. Non siamo in casa. lasciate un messaggio”

“Ginny. Mi senti? Sono Karen. Ho chiamato per assicurarmi che vada tutto bene. Se mi senti alza la cornetta…sai qual è la cornetta?”

La ragazza dai capelli rossi si avvicinò all’apparecchio con circospezione, quasi avendo paura, dopo la brutta avventura con l’aspirapolvere, che potesse azzannarla. Prese in mano la cornetta e se la portò all’orecchio.

“KAREN?”

“Tesoro, ti sento. Non è necessario che urli” disse la ragazza con voce dolce.

“Scusami”. Draco le si fece vicino per poter ascoltare la conversazione. Aveva sentito parlare di quei tele…televisori? No, non gli sembrava che fosse quella la parola…ma non ne aveva mai visto uno da vicino. Sapeva solo che permettevano ai Babbani di comunicare tra loro anche a grandi distanze.

“va tutto bene?”

“Sì. Sì, tutto a meraviglia”

“Qualche problema?”

“No, nessun problema”

“bene. Ritelefonerò - telefoni! Ecco come si chiamavano!- più tardi per sapere come state”

“va bene. A più tardi” rispose Ginny e riagganciò. Vide la mano di Draco sollevare la cornetta e portarsela all’orecchio.

“Non si sente più la voce della tua amica Babbana” disse, con una punta di delusione, ma Ginny non lo stava ascoltando. Troppo occupata a domare l’aspirapolvere non si era accorta che Draco fosse mezzo nudo…e che avesse un fisico da mozzare il fiato. Le spalle larghe, gli addominali ben definiti e la vita stretta…Ginny distolse in fretta lo sguardo imbarazzata, ma il ragazzo si era già accorto del suo stato d’animo….Un sorriso gli incurvò le labbra, mentre quasi casualmente si avvicinava ulteriormente a lei, per posare la cornetta sul ricevitore.

“qualcuno è arrossito” esclamò divertito, guardando Ginny negli occhi, consapevole di aumentare in quel modo il suo imbarazzo “Non dirmi che ti piaccio”

Ginny si sentì avvampare, mentre indietreggiava di qualche passo, scontrandosi con il divano.

“m-ma che vai d-dicendo! Tu…tu non potresti mai piacermi” balbettò.

“Davvero?” sogghignò il ragazzo, fermandosi di fronte a lei. Il respiro le sibilò violentemente tra i denti, ritrovandosi imprigionata tra il ragazzo e il divano.

Lui si chinò verso di lei e immerse il viso nei suoi capelli, aspirandone il buon profumo. Ginny era come ipnotizzata. Non riusciva a reagire. Non riusciva a parlare.

“già, in confronto al tuo caro amichetto Potter, chi potrebbe mai desiderare uno come me” sogghignò lui, sfiorandole piano le braccia con la punta delle dita, conscio dell’effetto che aveva su di lei. Ginny fremette sotto il tocco, avvertendo brividi di piacere che le correvano giù dalla schiena. Si chiese ancora una volta come sarebbe stato baciarlo…

Risollevò lo sguardo e quello che vide negli occhi di lui la impaurì ancora di più. Desiderio. Intenso e inequivocabile desiderio. Ma era…sbagliato. Lui era Malfoy. MALFOY! Quello che dovresti odiare…quello che eri sicura di odiare fino a qualche minuto fa, finchè non ti comparso davanti con solo i pantaloni addosso, facendoti andare in fibrillazione tutti gli ormoni. E’ attrazione. Pura e semplice attrazione fisica e se lo bacerai non te lo perdonerai per il resto della tua vita! Vuoi davvero dare il tuo primo bacio a questo tizio, che  è indubbiamente un bel ragazzo, ma che non rappresenta nulla per te…non è come se fosse Harry… tentò di farle presente la parte razionale del suo cervello, ma Ginny era paralizzata da quegli occhi così chiari e profondi. I suoi occhi…non sembravano una distesa di ghiaccio. Improvvisamente non si ricordava più di che colore fosse il ghiaccio , ma non era di certo del colore degli occhi di Draco…lui aveva calore dentro di sé. Un calore così intenso che lei riusciva quasi a percepirlo, come se potesse toccarlo , prenderlo tra le proprie mani…

Ma poi lui sbatté le palpebre incredulo. Sbigottito da quello che stava per fare. Si scostò d lei e ritornò di sopra velocemente. Aveva un assoluto bisogno di una doccia gelata. Sedurre Ginevra Weasley! Doveva essere impazzito. Forse lo avevano drogato! O avevano usato su di lui la Imperius. Non era possibile! Ginevra Weasley! Più lo ripeteva più gli sembrava inverosimile. Ginevra Weasley era il tipo da deridere, da schernire, a cui fare scherzi…il tipo da chiamare piccola fiammiferaia … non era il tipo da baciare. Non era il tipo da desiderare

Si tolse tutti i vestiti-i pochi che indossava- e si gettò sotto la doccia, appoggiando i palmi delle mani sulle piastrelle e abbassando il capo, facendosi scorrere l’acqua calda su tutto il corpo.

Doveva tornare. Doveva tornare a casa e dimenticare per sempre quella faccenda. Quella piccola strega lo stava letteralmente facendo diventare pazzo! Un attimo era assalito dall’impulso di strangolarla…accidenti a lei, alla sua testardaggine e alla sua goffaggine…e un attimo dopo bruciava dalla voglia di portarsela a letto. Chiuse il getto dell’acqua con un gesto secco e fece per afferrare la sua bacchetta per asciugarsi, quando si ricordò che non aveva poteri.

Imprecò a mezza voce, tamponandosi il corpo con un asciugamano, per poi passarselo sul capo. I capelli bagnati gli ricadevano scompostamente sul viso. Indossò i vestiti che Karen gli aveva lasciato sul cassettone della camera degli ospiti: un paio di jeans scoloriti - il capo di abbigliamento più scomodo che Draco avesse mai avuto la sfortuna di mettere- e una camicia azzurra a cui arrotolò le maniche. Scese di sotto con l’intenzione di concedersi una lunga e distensiva passeggiata…solo per non stare a stretto contatto con la piccola strega…ma quando raggiunse la cucina pensò che non fosse una buona idea.

Ginny stava lottando con un qualcosa dentro al lavandino. Draco alzò gli occhi al cielo , trattenendo a stento un’imprecazione.

“E ora che diavolo stai combinando?”

“C’è un mostro lì dentro”

“che tipo di mostro?”

“Non lo so.”

“non sono molto pratico della vita babbana ma credo che si chiami tritarifiuti

“ne sei certo?”

“Sì” rispose lui, prendendola per un braccio e conducendola via da lì. Ginny si lasciò guidare docilmente nello studio con gli occhi sbarrati. Quella casa era piena di pericoli! Si sarebbe trovata più a suo agio nella Foresta Proibita!

“ora” disse il ragazzo, facendola sedere alla scrivania “cerchiamo di sfruttare al massimo la giornata. Avevi qualche idea in proposito?”

“Ehm…”

“Molto bene. Direi di cominciare a cercare tutto quello che possiamo su incantesimi e affini. E’ chiaro che la nostra concezione di magia si discosta molto da quella di questo posto, quindi dobbiamo farci un’idea di quello che ci aspetta. Sei d’accordo?”

“Ehm veramente...”

“Perfetto. Quindi tu potresti cominciare dagli incantesimi base, mentre io delle pozioni” concluse il ragazzo , raggiungendo la libreria.

“Ehi! Chi ti ha eletto capo?”

"Nessuno. Non ce n'era bisogno. Io sono più grande di te, più bravo e con il sangue più puro, quindi era scontato che dessi io gli ordini!"

Ginny scoppiò a ridere, avvicinandosi a lui e prendendo alcuni libri.

"beh se ti fa piacere credere di avere il comando, fai pure! non sarò certo io a toglierti quest'illusione" gli disse in tono amabile tornando alla scrivania e cominciando a sfogliare un testo intitolato: Incantesimi per giovani streghe.

Trascorsero la maggior parte della giornata in silenzio, ognuno immerso nella lettura di qualche libro, con una pausa pranzo molto rapida.

parecchie ore dopo Ginny si stiracchiò sulla sedia, arcuando la schiena all'indietro. Il cielo stava cominciando a oscurarsi e gli occhi a dolerle per aver letto per troppo tempo consecutivamente. Lanciò un'occhiata a Draco, ma il ragazzo sembrava immune alla fatica e seguitava a scorrere la pagina con lo sguardo.

"Vado a preparare la cena" disse , alzandosi.

"Riuscirai a impedirti di combinare casini?" le chiese senza sollevare la testa.

Ginny buttò il labbro inferiore all'infuori mettendo il broncio. Non era un'incapace!

"Sì" rispose piccata.

"Stai attenta al mostro del lavandino" la schernì lui, quando ormai era sulle scale. Ginny sbuffò, correndo in cucina. Sì, avrebbe potuto farcela.

Setacciò a fondo il frigorifero e la dispensa , decisa a preparare un banchetto degno di un re. Lavò, stando attenta al mostro, affettò le verdure , imparò perfino a far funzionare il fornello a gas, senza far scoppiare la casa. Concentrata in quello che stava facendo non si accorse che Draco era entrato in cucina.

"Come studiosa sei un vero disastro, ma come serva..."

Ginny risollevò lo sguardo dal piatto che stava guarnendo per posarlo sulla faccia del ragazzo. Come aveva potuto avvicinarsi a lei senza che lo udisse?

"Lo prendo come un complimento" rispose la ragazza, tornando a controllare il pesce, che stava cuocendo. "ad ogni modo è tutto merito di mia madre. Vorrebbe che io diventassi una *mogliettina perfetta*"

"mi sembra di cogliere una nota di sarcasmo nella tua voce"

"Beh..io voglio molto bene a mia madre. E l'ammiro molto, ma ... non voglio sfornare sette figli per poi ritrovarmi da sola...Anche se lei non lo dice, so che soffre per la nostra lontananza"

"E allora cosa vuole diventare la piccola Ginevra?"

"Un Auror" rispose lei con fierezza, voltandosi verso di lui.

"Allora suppongo che dovremmo essere nemici" disse, lui sorridendo di quel suo sorriso che non le sembra più così cattivo...forse solo triste e malinconico.

"Sì, suppongo di sì...se tu volessi diventare un Mangiamorte".

Le sue parole gravarono su di loro nel pesante silenzio che si era venuto a creare. Ginny sapeva che non era...prudente, interrogare Draco a quel modo, ma in quel poco tempo aveva capito che probabilmente era stata troppo superficiale nei suoi confronti, che aveva preso come un dato di fatto il suo essere perfido e malvagio. Non che lui non le avesse fornito motivi più che validi, ma lei non aveva fatto nessuno sforzo per cercare di svelare che cosa si nascondeva dietro la maschera del ragazzo arrogante e borioso.

"Vuoi diventare un Mangiamorte, Draco?" mormorò a bassa voce, ma le sue parole sembrarono rimbombare nella piccola cucina, come il lamento del tuono.

"Non voglio morire, Ginevra. Se oso ribellarmi a mio padre, mi ucciderà"

"Ma...come è possibile? E' tuo padre..."

"Non tutte le famiglie sono unite, Weasley. Non tutte le famiglie possono vantare fratelli pronti a soccorrersi al primo accenno di pericolo. Non tutti i padri amano i figli"

Ginny aprì e richiuse la bocca diverse volte prima di poter assorbire quello che lui le aveva appena detto. Per lei era semplicemente..inconcepibile. L'immagine di suo padre le riempì la mente...la sua dolcezza, la sua bontà, il suo coraggio...ammirava e voleva bene a suo padre e lui ne voleva a lei. Non riusciva a immaginare un rapporto padre-figlio senza amore.

"Mio padre ama solo una persona: sè stesso. Serve l'Oscuro Signore per accrescere il suo potere personale. Non esiste giusto o sbagliato, Draco, esiste solo il potere. Il suo Signore lo ripete in continuazione e lui lo ripete a me. Non esiste l'amore, Draco. Esiste solo lo sfruttare gli altri a nostro vantaggio e poi liberarsi di loro"

Dimentica della cena, Ginny gli si avvicinò lentamente. Lei...non capiva. Sentiva la sua sofferenza come se fosse la propria, ma non capiva. Non comprendeva quello che lui stava dicendo.

Sollevò una mano all'altezza del viso di lui e gli sfiorò la guancia. Le sue dita tremavano leggermente proprio come il corpo di lui. Aveva paura. Ginny non aveva mai avuto così tanta paura come in quel momento. Avvertiva che i sentimenti di Draco in quel momento erano come una bolla di sapone, sarebbe bastata una corrente d'aria troppo intensa per farla scoppiare...doveva maneggiarla con cura, ma non sapeva come. Non si era mai trovata con nessuno che avesse tanta oscurità dentro di sè da non riuscire a trovare la luce...

"Non tutti provano odio, Draco" mormorò con un filo di voce.

Il rumore della porta d'ingresso che si apriva e la voce allegra di Karen che chiamava i loro nomi li fece sobbalzare. Ginny abbassò precipitosamente la mano con il cuore che sembrava volerle balzare fuori dal petto dall'agitazione.

"Dimentica ciò che ho detto" sibilò il ragazzo, prima di uscire dalla stanza a grandi passi.

Ginny osservò la sua schiena rivolta verso di lei e capì che lui si stava già pentendo di quel breve momento di debolezza.

 

 

 

Grazie a tutti coloro che hanno recensito la mia storia!

Mi raccomando: fatemi sapere cosa pensate del proseguimento della fic!

Spero che vi piaccia! Un bacione a tutti!

   
 
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