Capitolo III
Dopo che Paola se n'era andata eravamo calati in un silenzio abbastanza imbarazzante, ma io comunque ero spigliata e subito gli parlai.
-ehi, allora che vuoi fare? Rientriamo a ballare?
Cazzo no. Cosa rientravamo a fare solo noi due? Per ballare come due coglioni? No. Pregai in quel momento perchè rispondesse che avrebbe preferito di no.
-naaah, andiamo a fare un giro! Sono stanco e dopo un po' quella musica mi rincoglionisce.
Iniziammo a vagare senza una meta precisa.
Era bello, ridevamo, e soprattutto era interessato a quello che dicevo, lo capivo da come mi guardava.
-allora sei inglese! Sei mai stato a Londra? Io amo tutto di quella città, ci sono stata due volte e non smetterò mai di pregare i miei di riportarmici. La città illuminata di notte, i mercatini caratteristici, le grandi vie affollate, è tutto uno spettacolo lì. Credo che mi trasferirò lì.- Iniziai a fantasticare
-sì che ci sono stato e ti capisco, è splendida, ma in realtà abito ad Holmes Chapel, nel Chesire, un po' distante da Londra
Mi iniziò a spiegare tutte le sue teorie di distanza tra la sua città e la capitale a seconda dei mezzi che prendevi per raggiungerla, poi mi raccontò della sua scuola e del fatto che non vedeva l'ora di buttarsi in acqua il giorno dopo. Era praticamente notte fonda, si erano fatte le 4 e io mi divertivo come poche volte era successo da un po' a quella parte infatti in quanto a ragazzi “per più di una sera” non mi era mai andata poi così bene.
-ti và di andare in spiaggia?- avevo una voglia matta di andare a guardare le stelle, si avvicinava la notte di san Lorenzo e io ogni anno in quel periodo amavo guardarle. Mi davano speranza.
-a fare cosa? È tardi!- dopo quella risposta pensai che non capisse un bel niente.
-maddai vieni! Ti ricrederai.-
Lo presi per mano e lo portai in una spiaggia libera poco distante, ci sdraiammo come due profughi sulla sabbia e iniziammo a fissare il cielo.
Ci furono dei secondi di silenzio.
-ehi El.- si girò verso di me con aria interrogativa.
-saresti una buona compagna.-
-scusa, cosa intendi?- ero stranita
-non lo so, mi piace stare con te. Insomma non te la tiri nonostante potresti, sei simpatica, riesci sempre a trovare il lato positivo nelle cose, è affascinante.-
-wow, grazie. Nessuno mi aveva mai detto cose così belle.-
non sapevo cosa dire, ero lì immobile col cuore che mi batteva in un modo assurdo. Avrei voluto registrare quelle parole per sentirle e risentirle, ero contenta perchè qualcuno finalmente non mi giudicava dalle apparenze ma bensì per quello che vedeva realmente.
Ci fù qualche minuto di silenzio.
-confessami qualcosa.- gli dissi. Volevo rendere ancora più speciale quella sera.
-mh, canto in una band. Ora confessami qualcosa tu.-
-wow è stupendo! Adoro la musica! Come vi chiamate e cosa cantate?.-
ero estasiata dal suo mondo, gli avrei chiesto cose all'infinito.
-ehi ehi calma! Allora ci chiamiamo White Eskimo e cantiamo soprattutto cover di altri gruppi sia alle feste d'istituto della nostra scuola, sia a qualche evento così.-
-bellissimo. Devi cantarmi qualcosa.- aveva una voce bellissima quando parlava, figuriamoci quando cantava.
-non ci penso nemmeno, ora, qui, no. Magari domani! Sempre se ti va di venire al mare con me..-
-è un ricatto questo! Comunque si potrebbe fare, però nel pomeriggio.. di mattina ho troppo sonno.-
Passa una stella cadente, bella, luminosa, di quelle che ti lasciano abbagliata, a bocca aperta.
Ci uscii un “oooh” di emozione.
Ci guardammo per non so quanto sinceramente forse dieci secondi o forse due minuti ma non avrei voluto smettere.
-cosa hai espresso?.-
-sei curioso? non si dice sennò non si avvera.-
guardò l'orologio, erano le 4:42.
-comunque, si è fatto tardi, devo tornare in hotel prima che i miei si accorgano di quanto sia tardi. Allora domani ci si vede?.-
amavo quando un ragazzo mi dimostrava che era interessato a me senza orgoglio.
Nel frattempo ci alzammo e mi accompagnò davanti al mio locale.
-certo, facciamo che io scendo verso le 16 e poi ti chiamo ok?.-
-va bene bellezza, questo è il mio numero.-
e tirò fuori dalla tasca un bigliettino col suo nome ed il suo numero.
-ma cosa fai ti tieni i bigliettini in tasca col tuo numero? Ahahah già prevedevi di conoscere qualcuna?.-
-ehi mi hai visto sono uno schianto!.-
-fanculo Harry.- gli sorrisi.
Presi il bigliettino dalle mani e lo misi in tasca
-allora buonanotte El.-
-notte Harry.- e mi posò le labbra sulla mia guancia.
Buonasera ragazzeee!
Era da un casino che non aggiornavo questa ff,
però non volevo lasciarla inconclusa perchè è una storia che
mi sta a cuore :) perciò perfavore recensitemi ho bisogno
di consigli, anche perchè è la prima storia che scrivo :)
grazie mille xx
-El