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Autore: FALLEN99    07/01/2013    7 recensioni
Ginevra è una 14enne grigia e chiusa in se stessa, che deve affrontare per la prima volta l'inferno chiamato: Liceo Scentifico.
I suoi genitori non l'aiutano, la sua sicurezza vacilla, e alcuni avvenimenti sovrannaturali cambiano la sua vita. Tipo l'improvvisa comparsa di Stefano, un bellissimo ragazzo che sembra conoscere Ginevra da secoli. Ma tutto non è mai ciò che sembra, ogni cosa ha un prezzo, anche il più seducente dei ragazzi, e Ginevra capirà di essere caduta in una rete mortale troppo tardi.
Può davvero l'amore vincere una maledizione che dura da millenni?
Dal capitolo XVII:
" Il ragazzo la strinse a sé più forte, ormai ogni distanza fra loro era annullata dalla forte attrazione che li legava come catene indistruttibili. Ora tutto per Ginevra era perfetto, ogni cosa aveva perso importanza, e l’unica cosa che contava erano loro due. Ginevra e Stefano. Stefano e Ginevra.
Gli amanti dannati che nemmeno il tempo aveva saputo dividere. "
Un AMORE
impossibile
Una GUERRA
violenta e sanguinosa
Una MALEDIZIONE
che sta per essere spezzata
Solo un amore impossibile può essere eterno; e solo il sangue può tenerlo vivo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Poison saga'
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Prologo
 

La lama recise la sua carne, facendone uscire un rivolo di sangue scarlatto, che le segnò lo sterno cadaverico. Il ragazzo la fissava apatico, sul viso un’espressione piatta, svuotata di ogni sentimento che si potesse definire umano.
«Perché fai questo? Credevo mi amassi…» la ragazza si accasciò a terra, impotente alla forza della lama. Il terreno accolse il suo corpo in una stretta ruvida, che le segnò la pelle con graffi rossastri su cui il vento scalpitava.
«Sono stato piuttosto bravo a fingere, allora». disse il ragazzo scrutandola. I suoi capelli ricci e castani restavano fermi nonostante il forte vento, come se le leggi della natura non avessero effetto sulla sua persona. Il suo viso era impassibile, gli occhi scuri che celavano tormenti interiori intensi come la fiamma della passione che l’aveva vincolato in quell’eterna storia d’amore fondata su legami oscuri come il veleno, che aspetta in silenzio prima di colpire la sua preda. 
«Mi hai ingannata… Ti sei preso gioco di me, dei miei sentimenti…» la ragazza provò ad alzarsi ma una frustata d’aria gelida la fece ricadere a terra. Lacrime silenziose le rigarono le gote arrossate,  e dovette trattenersi per non scoppiare in un pianto disperato. Perché era la disperazione che la tormentava in quel momento, che alimentava l’odio che provava per la persona davanti a lei, che un tempo remoto aveva amato e per cui avrebbe dato la sua vita, come in quel momento. La lama penetrò ancora di più nella sua carne, ed il suo grido si levò verso il cielo nero. Si morse le labbra sottili, e strinse i pugni fino a che le nocche non le diventarono bianche.
«Ti prego, non uccidermi! Pensa a tutto ciò che abbiamo passato insieme, a come la forza del nostro amore ha superato tutti gli ostacoli che si sono frapposti al nostro cammino…» disse lei, gli occhi lucidi dalla forte emozione che provava nel dire quelle parole, che le riportavano alla mente tutte le volte in cui le loro labbra si erano sfiorate, strette dalla passione  e dal desiderio reciproco a cui nessuno dei due era mai riuscito ad opporre resistenza, ma che aveva assecondato.
«Ormai quel tempo è passato, viviamo in un mondo dove l’amore non conta nulla» ribatté lui, le dita  affusolate della mano sinistra sul manico della spada. Era il regalo del suo padrone, l’emblema che lo legava alla sua stirpe dannata da secoli. Le immagini di tutte le volte che l’aveva fatto gli ritornarono alla mente come proiettate su un monitor, e non poté fare a meno di disprezzarsi.
«Ed è per questo che devo farlo.» riprese il ragazzo mettendo anche l’altra mano sull’elsa della spada. Una scossa di adrenalina percosse il suo corpo, facendolo percorrere da brividi sempre crescenti. Il suo cuore, se così si poteva chiamare, prese a battere velocissimo, i battiti che scandivano ogni secondo che lo divideva da ciò che stava per compiere.
La ragazza lo guardava, implorante di fermarsi, di dare ancora una possibilità al loro amore. Ma lui evitò di sostenere il suo sguardo, troppo intenso e puro per uno come lui. La scogliera su cui erano appostati dava sull’oceano, unico spettatore di ciò che stava accadendo. Le onde salmastre si infrangevano sulla roccia, spargendo gocce iridescenti che andavano a posarsi sui capelli di lei, facendoli risplendere illuminati dalla fioca luce del sole. La superficie buia del mare era avvolta da una spessa cortina di nebbia, che lambiva ogni cosa nella sua massa informe, candida e monotona. Lo sguardo di lui si disperdeva in essa, cercando il motivo di tutto ciò. Un gemito da parte di lei lo richiamò alla realtà, e lui la fissò con occhi decisi e penetranti.
Si fissarono per alcuni istanti, dove si scambiarono tutto ciò che non potevano dire con le parole, perché qualcun’altro li stava osservando da lontano con occhi colmi d’odio e disprezzo.
«Mi dispiace…» sussurrò lui in fine, affondando la spada fino all’impugnatura nella carne della ragazza. Un rantolo uscì dalle sue labbra e anche l’ultima scintilla di vita si dissolse dai suoi occhi.                                                                                   
“Come l’amore, come la morte” fu l’ultimo pensiero che comparve nella mente del ragazzo, prima che una lacrima cristallina gli solcasse il viso.

 

   
 
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