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Autore: buffy46    08/01/2013    3 recensioni
“ Amicizia significa essere stupidi insieme ”
Questo è il motto di due ragazze : Cathy e Sierra. Sognano Londra, sognano una vita diversa. Due attori - Joseph Morgan e Ian Somerhalder- , un volo sbagliato, uno scontro fortuito, cambieranno la loro vita senza che le due protagoniste se ne accorgano.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ian Somerhalder, Nina Dobrev, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Pov Sierra.

Sensazione orribile.

I postumi di una sbronza non sono mai gradevoli-chiaro no?- Ero distesa su quel letto, simile in quelle circostanze, ad un pozzo senza fondo. Riuscii ad aprire gli occhi a stento, come se avessi sopra le palpebre dei blocchi di cemento armato, che strazio! Potete immaginare l’ardua impresa che fu alzarmi da quel letto, che poche ore prima amavo perdutamente. La mia amica dormiva beatamente accanto a me, anche se quella notte riuscì a farmi svegliare un paio di volte, era irrequieta! Ma come diavolo faceva a dormire in quel modo? Non si era ubriacata come me? Non ricordavo nulla di quella serata, che palle.

Dicevo, mi alzai da quel letto barcollante, cercando un appiglio da tutte le parti. Un gemito uscì dalla mia bocca non appena sbattei il mio povero mignolo del piede destro.

“Porca puttana!”, dissi bisbigliando, ma ciò non permise a Chaty di continuare i suoi beati sogni. Afferrai il mio piede e inizia a saltellare per tutta la stanza, trattenendo il fiato per il dolore. Mentre mi lagnavo dal dolore, scorsi la mia amica guardarmi intontita.

“Sei diventata matta? Torna a letto! Sono solo le 9:45!”, mi disse assonnata, quasi a implorarmi di stare in silenzio. E che cavolo! Mi stavo struggendo dal dolore e quella lì pensava a dormire? Eh no! No no! Non si fa così cara Chaty!

Ancora dolorante mi avvicinai a lei, cercando di tirarla giù dal letto, e ci riuscii.

Aaaaah!! Siè!!! Ma ch…”, la fermai prima che potesse terminare la sua frase.

“Eh no signorina! Tu adesso ti svegli, ti vai a dare una ripulita, e mi racconti cos’è successo ieri e perché, cristo santo perché, non mi hai impedito di ubriacarmi così tanto! Oh no! E se avessi fatto qualche scenata? Oh mio Dio! Jos! Jos! Joseph!”, respirai a lungo, urgeva calma, taaanta calma! Vidi Chaty iniziare a preoccuparsi, forse le erano venuti in mente dei ricordi inerenti alla sera prima. Si alzò dal pavimento sul quale aveva bruscamente battuto il suo fondo schiena, e mi aiutò ad alzarmi.

“Va bene, prima però sarà meglio che ti vada a lavare tu. Hai una puzza d’alcool e di salsedine messe insieme, sai che orrore!” mi disse e dopo essermi annusata, scoppiamo entrambe in una risata.

Che carina la mia amica vero? Scherza sempre! Ma poi mi annusai meglio, e effettivamente … non scherzava proprio.

“Si, sarà meglio in effetti”, le dissi per poi dirigermi dentro la vasca da bagno. Quella mattina non cantai, per grande fortuna di Chaty avevo ancora una forte nausea da far venire il voltastomaco! Mi lavai con cura, in modo da cancellare qualsiasi traccia d’alcool o “salsedine” presente nel mio corpo. Non potevo permettermi di farmi vedere in quello stato da Jos o da I… No. Da Joseph, solo da lui. Perché mi veniva sempre in testa quella zucca vuota di Ian? E che diamine!

Uscii dalla vasca totalmente profumata e misi sopra il mio accappatoio rosso, oh l’adoravo!

Uscii dal bagno e lì vidi Chaty sistemare la stanza, e mi venne da sorridere. Lei era quella responsabile, protettiva e quant’altro!

“Sono sufficientemente profumata adesso?”, le chiesi inarcando il mio sopracciglio destro-sai com’è a di sfida, della serie: prova a dirmi di no e ti ficco la testa nel fango! Okay, magari non proprio nel fango ma… avete capito-

“Magari anche troppo, ma quanti bagnoschiuma hai usato?”, mi chiese Chaty provocatoria, ma sorridente al contrario mio.

Io mi limitai a guardarla storta e presi i vestiti. Indossai un jeans aderente, molto aderente e sopra misi una canotta colorata, molto fantasiosa, allegra!

Eeeeeee allegriaaaa!!!

“Forza, vatti a lavare! Ti va di fare colazione da qualche parte? Cerco un posto carino e non troppo distante, ti va?”, le chiesi distrattamente mentre cercavo le scarpe da abbinare.

“Ottima idea!”, mi rispose allegramente, per poi scomparire dalla mia vista.

 

Pov Chaty

Quella mattina mi svegliai particolarmente confusa; eh ci credo! Dopo quel sogno confusionario ma al tempo stesso divino, sfido qualunque essere umano a non rimanere allibito. In ogni caso, per quanto mi riguarda, i sogni sono la percezione dei nostri desideri e non solo… magari quel bacio da parte di Jos mi aveva completamente frastornata; così tanto da permettere alla mia mente di elaborare qualcosa di inammissibile.

A complicare le cose, era la mia amichetta, fin troppo stonata-causa sbornia- per accorgersi del mio stato mentale psicologicamente devastato. Anche lei non se la passava piuttosto bene, ma io stavo male moralmente. Anzi, non esattamente “male”, diciamo che la confusione non era tra le mie caratteristiche migliori; più che altro mi rendeva un tantino vulnerabile, ma solo un tantino!

La dolce grazia di Sierra, volle che io mi svegliassi assai bruscamente, cadendo dal letto, e procurandomi sicuramente un livido proprio sulla chiappa sinistra. Che male!

Aaaaah!! Siè!!! Ma ch…”, mi interruppe subito. Voleva che le raccontassi cose fosse successo quella notte, e da lì, iniziai a preoccuparmi. Ma sì, perché avrei dovuto fare i conti non solo con i miei sentimenti ottusi, ma avrei anche dovuto rendere partecipe Sierra della situazione! O forse no? Si? Buh! No vabbè certo… insomma, era la mia migliore amica, non potevo non essere sincera con lei… glielo dovevo, non potevo fare altrimenti. Una sorta di “posticipazione di verità” però non sarebbe stata così traumatica, forse…

Help!!!

In ogni caso, dovevo prima capire io per bene la situazione. Accettai la richiesta di Sierra ovviamente, potevo mica rifiutarmi? Era vero d’altronde che le sarei dovuta stare accanto un po’ di più, onde evitare una probabile, o meglio più che sicura, sbornia-

Dopo un mio immenso suggerimento, Sierra si diede una ripulita, ce n’era di bisogno, eccome! Mi propose di far colazione da qualche parte e, senza esitare un istante, accettai la proposta.

“Mi faccio una doccia anch’io, tu cerca quel posto e fammi sapere che trovi”, le dissi per poi chiudermi in bagno. Siè annuì.

Subito dopo, mi resi conto della sua distrazione e “confusione” nel cercare le scarpe adatte a quell’abbinamento di vestiti molto carino, così aprii la porta.

Siè, metti i tronchetti beige, sono perfetti”, le dissi facendole l’occhiolino, e lei rispose con un sorriso.

Ed ecco che abbandonai il mio corpo tonico e sinuoso all’acqua calda, e a quel profumo di fragole e vaniglia. Chiusi gli occhi, e una scia di pensieri attraversò la mia mente e le mie nervature. Fu un attimo dopo che mi accorsi di aver sognato in quella vasca i miei due punti interrogativi, così mi guardai intorno e mi affrettai. Uscii dal bagno, e misi un vestitino bianco aderente.

Quando poi mi voltai verso Sierra, notai la stessa espressione di poco prima nel suo volto.

“Beh?”, le chiesi facendo spallucce.

“Beh?! Ma hai visto quel vestito? E’ trasparente Chaty!”, mi disse facendomi notare la biancheria intima che si intravedeva dal retro del mio mini vestiti-no.

Mi recai dinanzi allo specchio, e corrugai la fronte: era vero, era fin troppo trasparente per una giornata di sole, in mezzo a chissà quanti ragazzi allupati.

“Già, hai ragione. E non guardarmi così, ho capito eh! Lo cambio”, le dissi rassicurandola, e la vidi ammorbidirsi.

Ne presi un altro color blu elettrico, categoricamente aderente.

“Questo va bene?”, le chiesi girando su me stessa in attesa di una sua approvazione.

“Oddio sembro tua madre! Ma sì che va bene!”

“Bene, le scarpe metto queste qui”dissi indossando un paio di zeppe notevolmente alte “allora io sono pronta. Hai trovato un posto carino dove andare?”, le chiesi mentre sistemavo i capelli in un tocco finale.

“Si, ce n’è uno proprio dietro l’angolo, andiamo!”, disse Sierra, prendendomi per il polso, e trascinandomi lontano da quello specchio adorato.

 

Pov Sierra

Uscimmo da quella stanza per merito mio; è naturale, quella lì e per “quella lì” intendo la mia adorabile migliore amica, che comunque strozzerei in particolari occasioni-sarebbe rimasta a specchiarsi per chissà quanto tempo! Ma in ogni caso ci tengo a precisare che non era esageratamente vanitosa… solo un pochino, magari, forse, probabile, voi che dite?! Okay zitti! I miei neuroni viaggiavano per la mia testa in modo del tutto inappropriato, sapete quella vocina della pubblicità dell’acqua Lete?

 

C’è neeessuuunoo??

 

Si, ammetto di aver imitato quella vocina piccola proprio in questo esatto momento; scommetto uno dei miei infiniti capelli della mia immensa chioma rossa/bronzea guai a chi pensa anche soltanto lontanamente ad EC(Edward Cullen),  per chi non l’avesse capito, cioè tutti, che anche voi avete fatto lo stesso. Si, credibile, ma torniamo a noi…

Arrivammo al bar da me approvato inizialmente, e poi anche da Chaty, in un lampo, era proprio vicinissimo! Ci accomodammo su degli sgabelli, ed ecco che arrivò il cameriere, frizzante e scattante, pronto per prendere le nostre ordinazioni. Mentre Chaty sistemava le nostre borse su una sedia accanto a noi, iniziai ad interloquire col cameriere- non per niente brutto, anzi! Era notevolmente discreto-

“Ciao! Un caffè per la mia amica, grazie”, dissi io, e mi divertii da morire quando notai l’espressione buffa di Chaty, la quale sorrise un attimo dopo, stando al “gioco”-gioco??-

…e un cappuccino, rigorosamente zuccherato, per la mia amica”, continuò Chaty.

Io e Chaty scoppiammo a ridere, così il cameriere filò via, continuando a guardarci-chissà che aveva pensato…ah! Mi sono dimenticata di dirvi che aveva delle braccia rachitiche orripilanti!-

“Allora, non ti sarai dimenticata di dovermi raccontare TUTTI I DETTAGLI, vero Chaty?”, le dissi seria, in attesa delle nostre ordinazioni. Notai l’espressione in volto della mia amica cambiare; era impossibile notarlo da occhi altrui, ma per me Chaty era un libro aperto, così come lo ero io per lei. Iniziò a borbottare qualcosa…

“Oh si, ieri sera, ehm…è stata una splendida serata, davvero. Abbiamo giocato, fatto il bagno, ci siamo divertiti tanto. Ah, e si…ti sei ubriacata”, mi disse rapida, quasi come se quelle sue frasi non fossero scontate. Stava palesemente mettendo su due frasi-o forse quattro- per evitare qualcosa, lo sentivo.

Chaty ma che cav…?!”, mi fermai non appena vidi il cameriere porgerci le nostre bevande, così mi limitai a guardarla con gli occhi storti, e a scuotere la testa. Stetti in silenzio, preferivo scrutare le sue espressioni, prima di riattaccarla verbalmente; era chiaro che non le andava proprio di parlarne, ma era palese anche che non avrebbe potuto fare a meno di dirmi tutto, dettagli annessi. Era sfuggente… OMG.

E se avessi fatto qualche figura di M---A?!

Oh cazzo.

“No senti Chaty, devi dirmi cos’è successo, sto impazzendo, sudo freddo. Avanti dimmelo, dimmelo se ho combinato qualcosa. Sai bene quanto io sia incontrollabile da sobria, figuriamoci da ubriaca! Ammettilo se è così, perché è molt…”, le parlai in fretta e furia-probabilmente non riuscì a captare tutte le mie parole; tendevo a “mangiarmi” le parole quando ero nervosa, eh si. A chi non capita? Non rispondete-, fino a quando poi venni interrotta; ma non dal cameriere, non da lei, o da un qualche passante inopportuno, ma dal telefono, dal SUO telefono e da quella suoneria fastidiosa. Poggiai il cucchiaino ,che tenevo in mano, sul tavolo, con forza, facendo risuonare quel suono acuto, e così alzai gli occhi al cielo. Il disgusto aumentò non appena mi resi conto, dal suo nervosismo e imbarazzo, che si trattava di Ian. Le feci segno di riattaccare-speranza mia!-

“Ciao Ian, sto bene grazie, e tu?”, la sentivo parlare, e non osò incrociare il mio sguardo. Ma si sa che … al peggio non c’è mai fine.

“Oh, fantastico! Veniamo subito, a tra poco!”, disse riattaccando. Rimasi a bocca aperta, non avevo voglia di tenere quella conversazione in sospeso, volevo togliermi il pensiero. Chaty, senza dir nulla, lasciò i soldi del conto sul tavolo, e si alzò, facendomi segno di seguirla. Non potei far a meno di alzarmi anche io, raggiungendola. Non sapevo come riprendere il discorso-e che cavolo, perché tutto quel mistero? Tra l’altro dovevo essere preparata, proprio perché stavo per incontrare Jos, quasi sicuramente-

Chaty…okay, forse non vuoi parlarne, e onestamente non ne capisco il motivo, ma puoi dirmi per favore se ho fatto qualcosa di sbagliato? Non so… anche nei tuoi confronti, non capisco. Per favore, spiegami”, le chiesi sincera, con una sottile vena di preoccupazione-paranoica? Probabile, ma capitemi insomma! Stiamo parlando di Joseph Morgan, e non di un qualunque cameriere di un bar; nulla da togliere al cameriere rachitico, si intende-

“Oh si! Che sbadata! Ora che mi ricordo ti sei baciata con Jos!”, mi disse entusiasta e sorridente.

 

Cosa? Cosa? Cosa?

WTF??? Joseph Morgan ha baciato me?? ME? Cioè, dico, ME? Ma ero io? Sicuro? Addio mondo crudele, sono in paradiso!

Rimasi a bocca aperta, senza parole.

Jos mi ha baciata, e e e  A TE E’ PASSATO DI MENTE? Chaty ma … seriously?”

“Si, scusami, è che ho un po’ di mal di testa, e sono anche un po’ confusa riguardo ieri sera”, mi disse di sfuggita.

“Confusa? E perché mai? No aspetta. Jos mi ha baciata, devo smaltire il colpo”, borbottai elettrizzata, non stavo più nella pelle!

E come dovevo comportarmi? Dovevo fare la carina? Dolce? O mantenere il mio puro e sano orgoglio femminile? Si, assolutamente. Sarei stata indifferente: tattica migliore. Mi tranquillizzai nel momento in cui trovammo un taxi che ci portò dritte sul set.

Pov Chaty

Eravamo uscite dall’albergo, e ci catapultammo al bar. Accomodate ad un tavolo, mi occupai delle borse, posandole con cura in una sedia alla mia destra-guai a chi rovina una borsa a Sierra! Per carità!-La mia compagna di viaggio invece sedeva di fronte a me. Speravo non riprendesse la conversazione su quella dannata sera. Non volevo parlarne, completamente. Ne avevo abbastanza, e poi quel sogno…scossi la testa per allontanare quei pensieri. La cosa più brutta era che dovevo farci i conti, prima o poi. Sierra ordinò per me-quanto era divertente!-così io feci lo stesso, per lei.

…e un cappuccino, rigorosamente zuccherato, per la mia amica”, dissi io sorridente, e non riuscimmo a fare a meno di ridere. Il cameriere scappò a gambe levate- si era spaventato di noi? Ah, le donne…-

 

Oh no!

 

Ed ecco arrivare la fatidica domanda… quell’argomento, quella conversazione, quella serata, quei baci, Ian, Jos, sogno, sesso, doccia, schiuma-non ce la farò mai!- Respirai a fondo, ma cercai di mostrare quanto più potevo disinvoltura. Era inutile al 99,9 periodico, ma dovevo provarci.

“Oh si, ieri sera, ehm…è stata una splendida serata, davvero. Abbiamo giocato, fatto il bagno, ci siamo divertiti tanto. Ah, e si…ti sei ubriacata”, dissi rapida.

Mossa tattica? CHIAMASI: PARA CULATA.

Fortunatamente mi risparmiai una sua, lecita, sfuriata. Fu il cameriere a salvarmi!-il mio Salvatore! Oh no! Salvatore=Damon=IAN-

Noooo!

Iniziai a sorseggiare il mio amato caffè -mentre bevevo non poteva obbligarmi a parlare! Right?Oh yes!-

O forse no?

Eh no infatti… il sorseggio non le vietò di aprire bocca-ahimè!-

Ma, fortunatamente, i santi quel giorno erano dalla mia parte.

Grazie!

Squillò il mio telefono, mi sembrava una melodia angelica, meravigliosa, la cosa più bella che potessi udire in quel momento.

“Pronto?”

Chaty, sono Ian. Come stai?”mi chiese con quella voce così…così…SEXY! -Chiedo venia, era quella la cosa più bella, più angelica e meravigliosa che potessi udire in quel momento e in altri ancora-

“Ciao Ian, sto bene grazie, e tu?”, gli chiesi emozionata.

“Bene anche io. Ma non l’hai ancora memorizzato il mio numero?”, mi chiese quasi dispiaciuto-che carino, era dispiaciuto!-

 “Oh si, certo che l’ho memorizzato-ero sicura di averlo fatto ma non era esattamente così, ma non doveva saperlo per forza; non proprio- “a che devo l’onore?”

“Mi chiedevo se magari ti andava di passare qui sul set, sei con Sierra? Può venire anche lei se le va”, mi propose con entusiasmo. -Ci stava prendendo gusto…mmm…belle cose-

“Oh, fantastico! Veniamo subito, a tra poco”, gli dissi contenta, -ecco un’altra mano santa!- Vidi Sierra sbuffare, ma non ci feci caso. Pagai il conto, e mi alzai, seguita dalla mia amica.

Durante il tragitto riflettei: non avevo pensato che lì ovviamente avrei visto anche Jos…eppure, ero così contenta di sentire Ian -ma perché sono così complicata?! Che ho fatto di male?-

 

Please, help me.

 

Sierra riprese il discorso che odiavo tanto, ma tanto, non lo tolleravo proprio. Non potevo scappare per sempre, dovevo affrontare quella discussione, e tutte quelle che si sarebbero potute scatenare. Data tutta quella confusione, tutto quel nervosismo, mi ero pure dimenticata di quel bacio, del loro bacio, tra Jos e Sierra. Certo, era per un gioco, ma la vidi quell’attrazione pungente tra loro; quell’attrazione che mi fece male, tanto. Era questo quel che non sopportavo. Poi vuotai il sacco, anche se non mi faceva bene parlarne e doverlo ricordare.

“Oh si! Che sbadata! Ora che mi ricordo ti sei baciata con Jos!”, finsi entusiasmo.

Come previsto, Sierra andò fuori di testa-in senso buono chiaramente-

Da un certo punto di vista, però, ero felice per lei. Insomma…le brillavano gli occhi! Come avrei potuto distruggerle un sogno del genere? Quale amica avrebbe mai fatto una cosa del genere? Certo, è pur vero che i sentimenti non si controllano, ma… la vita è una questione di scelte.

Salimmo su un taxi, e in un attimo fummo al luogo d’incontro. Ad aspettarci c’era Ian, e con grande fortuna quella volta non vi era alcuna folla lì fuori, per cui entrammo dall’ingresso principale. Ci salutammo, e notai quello sguardo di Ian malizioso e seducente. Sierra andò avanti, evidentemente cercava Jos.

Non sapevo se rimanere sola con Ian sarebbe stata una gran cosa in quel momento- era come se il mio cervello fosse congelato dentro un freezer-

“Dormito bene stanotte? Sei stanca per ieri sera?”, mi chiese premuroso.

Ma che dolce!

“Si, sommariamente ho fatto bei sogni-mentii, mentii spudoratamente-eh si, quella non manca. E tu?”, gli dissi evitando di calarmi dentro i suoi occhi di ghiaccio.

Oh, ma guarda un po’! Ghiaccio-freezeer! L’avete capita, vero?

 

“Ti ho pensata molto. Mi sono addormentato col tuo pensiero, e mi sono svegliato con lo stesso pensiero. Sei incredibile”, mi disse, e non potei fare a meno di perdermi in quel paradiso dei suoi occhi. Si avvicinò per baciarmi, quando fummo interrotti dalle urla di Sierra -e che diamine!-

“Allora? Vi sbrigate o no? Non mi fanno entrare senza di te Ian! C’è quest’uomo grosso e pelato che pensa io sia una pazza!”, disse Sierra a squarciagola.

Non potemmo far altro che ridere, nonostante avesse interrotto qualcosa, ma giusto qualcosINA!-L’avrei uccisa, giuro-

“Arriviamo!”, disse Ian alzando gli occhi al cielo e prendendomi per mano.

Dei brividi incostanti attraversarono il mio corpo.

Possibile che stavo ancora sognando?

La teoria dei pizzicotti non avrebbe funzionato, non funziona mai, l’ho provato sulla mia candida pelle chiara.

Raggiungemmo Sierra e finalmente eravamo dentro.

Sembrava di essere in un universo parallelo, e non vedevo l’ora di incontrare tutti gli altri attori del cast! Un attimo dopo, vidi Candice insieme a Nina. Feci cenno a Ian che, divertito, ci presentò a loro.

“Ragazze, loro sono Chaty e Sierra”, ci presentò allegramente, quasi fossimo due raccomandate. Io e Sierra sembravamo ipnotizzate, d’altronde erano le nostre eroine preferite. Subito dopo si unì alla conversazione anche Claire, eravamo al completo!

“Piacere di conoscervi!”, dissi in coro insieme a Sierra, e anche qui scoppiò una risata. Iniziammo a conversare, entrammo subito in sintonia. Erano così simpatiche.

“Ragazze, vedo che avete fatto amicizia con il più grande dei Salvatore. Conoscete Joseph?”, disse Caroline non appena vide avvicinarsi Jos. Il ritmo delle mie palpitazioni aumentò notevolmente, e notai altrettanto nervosismo anche in Sierra; lei però, al contrario mio, riusciva a nasconderlo meglio: ma non così bene da poter rimanere un segreto anche per me.

“Oh si, lo conosciamo già”, disse Sierra sorridendo e sbattendo le ciglia un po’…troppo. O forse ero soltanto infastidita; tanto quanto basta per vedere cose inesistenti.

“Hai perso la lingua Chaty?”, mi chiese Jos.

Che stronzo.

“No, sta tranquillo”, gli dissi schietta, cercando di evitarlo il più possibile.

 

Pov Ian

Quella mattina mi svegliai frastornato, ma ricordavo perfettamente gli avvenimenti della serata precedente...e che avvenimenti!

Aaah, ahah, Ian mi fai il solletico così! E non è giusto perché sono totalmeeente ubriaca!”

“Anche io lo sono piccola Sierra, non ti credere, perché potrei non essere responsabile delle mie azioni...sta moolto attenta”

“E perché mi vuoi trasformare magari?”

Quel ricordo così limpido...in spiaggia, ubriachi, io e Sierra, nient'altro. Non pensai completamente a Chaty, c'era solo Sierra, con quella sua dolce risata, ma quant'era bella...

“Se ci provassi tu scapperesti?”

“E tu poi mi rincorreresti, Ian?”

“Credo proprio di si”. Mi avvicinai a lei, in modo impercettibile; sono più che sicuro che non si aspettava una possibile mossa da parte mia, ma era da tempo che desideravo farlo, o forse era solo per via dell'alcool. Mi avvicinai a lei, quindi, e poggiai le mie labbra sulle sue. Sapore misto, vodka, dolcezza, fragole. Era fantastico.

“Mi hai baciata o sto sognando?”

“Sei davvero bella Sierra, molto bella.”

-

Questo è quanto più che sufficiente da ricordare di quella serata. Mi sentii in colpa, leggermente per Chaty. Non capivo, ma molto sicuramente baciai Sierra per via dell'alcool, anche se...non potevo negare una certa attrazione. In ogni caso, avrei cercato di dimenticare e di archiviare, sperando in una sua dimenticanza, e  concentrandomi su Chaty.

Pov Joseph

 

Ero sfinito. Le feste mi distruggevano sempre, e quella lì fu particolarmente distruttiva; ma non solo fisicamente. La mia testa era racchiusa dentro un involucro di gran confusione -eh si, le donne!-

Mi recai presto sul set quella mattina, così, per distrarmi un po'. Ma mai avrei potuto immaginarmi di ritrovarmi lì davanti quelle due ragazze, capaci di scombussolarmi la mattinata -in senso buono, è chiaro-

Come sempre, finsi disinvoltura, non era da me appigliarmi alle donne, seguirle, e attendere in un loro consenso, o giù di lì.

Le vidi dialogare apertamente con le star della produzione: Nina, Candice e Claire. Sembravano conoscersi da sempre, e non da pochi minuti. E da lì, ottenni un'acida risposta da parte di Chaty -che caratterino!- Il bacio della sera prima mi fece rimanere perplesso; e pensare che ero totalmente lucido! A chi avrei attribuito la colpa se non all'alcool? Scherzi a parte -non la trasmissione, che c'entra?-, Chaty era davvero in gamba. Quel bacio non sarebbe passato inosservato...non a me e non a lei, sicuramente.

La guardai sorridente, nascondeva qualcosa sotto quegli occhi profondi. Sierra invece, mostrava anche lei disinvoltura. Se voleva giocare...aveva trovato il compagno perfetto per i suoi giochi -ehi, non pensate male!-

Pov Sierra

Finalmente eravamo arrivate sul set, ed eccoci avviate in quel viale non esageratamente piccolo. Lì ci accolse Ian, sembrava fare gli onori di casa-lasciamo perdere, non era per niente bravo-

Andai avanti, dopo averlo salutato, lasciando lui e Chaty da soli. Magari sarebbe servito alla mia cara amica per chiarirsi un po' le idee, data la sua totale confusione -pallosa per dirla tutta, e anche molto-

Ovviamente all'ingresso c'era una sbarra, preceduta da un uomo grasso e pelato -che visione sconcertante, non osate immaginarlo vi prego! Potrebbe nuocere gravemente ai deboli di cuore-. Ovviamente provai a spiegargli il fatto di Ian, che lo conoscevo, gli chiesi anche di chiamare Joseph- nonostante preferivo non dargli tanta importanza, e se per caso qualcuno se lo stesse chiedendo: no, non sono pazza. Sono solo un po'...orgogliosa, ecco, l'ho detto-

Avevo fretta di entrare lì, di conoscere quel mondo così...alternativo. Così, purtroppo ahimè, dovetti interrompere quei piccioncini-anche se pensare Ian come un “piccioncino”...mmm, beh, è strano, voi che ne pensate? Ian sa più di “FAMMI TUA!!!” o sbaglio? Sappiate che non sono sempre stata così perversa-

“Allora? Vi sbrigate o no? Non mi fanno entrare senza di te Ian! C’è quest’uomo grosso e pelato che pensa io sia una pazza!”, urlai a squarciagola.

Chaty e Ian scoppiarono a ridere e finalmente mi raggiunsero. Ian fece segno a quella specie di bradipo, e con sguardo altezzoso -proprio fatto apposta- gli passai accanto, scostandomi i capelli -si, lo ammetto, mi sentivo una diva lì dentro!-

Rimasi senza parole. Quel posto era fantastico, pieno di telecamere, luci, fotocamere, pannelli, costumi, trucchi, tanta tanta tanta gente.

Ian -una cosa buona la fece quel povero uomo; anzi, tanto povero no, ma ci siamo capiti- ci presentò Nina, Candice e Claire. Furono molto ospitali con noi, e si presentarono.

“Piacere di conoscervi!”, esclamammo insieme io e Chaty. Candice prese parola, chiedendoci se avessimo già conosciuto Joseph -eh si, lo conoscevo eccome. Scommetto che lei non l'ha mai baciato, eh no! Alla faccia tua Candice. Okay, mi calmo-

“Oh si, lo conosciamo già”, dissi, forse con un po' troppo entusiasmo; sperai infinitamente non fosse così tanto evidente.  Joseph mi lanciò uno sguardo, e dopo di che fece una battuta alquanto acida a Chaty, la quale rispose schietta e seria.

Curioso...

Guardai Chaty allibita, e lei lo notò, ma non diede molta importanza alla cosa-onestamente? Non capivo più che caspita stava succedendo, diamine-

Ian ci presentò tutto il resto del cast; stranamente non li immaginavo così cordiali, disponibili e carini. Me li immaginavo altezzosi - d'altronde io lo sarei al posto loro, magari! Recitare è comunque sempre stata la mia passione; non ditemi che non ve l'avevo ancora rivelato, ops-, con quell'aria da “superiori”, invece erano tutt'altro. Mi piaceva la cosa, insomma...almeno non avrei dovuto controbattere le offensive.

 

La testa faceva ancora male, che tristezza, tra l'altro Jos era sparito dalla mia limpida vista, e che palle! Una cosa buona da vedere non c'era...lo so che voi direste il contrario, ma va bene lo stesso

 

Chaty però mi preoccupava; era strana, fin troppo per lei. Quel sorriso che tanto adoravo, quegli occhi pieni di felicità ed allegria, dov'erano finiti? Quegli attori, principali e non, iniziarono a raccontarci degli aneddoti, annessi a delle battute reputate da loro “divertenti”-non mi esprimo, credetemi, è meglio così-, ma a me non importavano, poiché in quel momento avevo altro a cui pensare: la mia amica. Se lei stava male, lo stesso era per me. Ignorai quelle chiacchiere, e mi rivolsi a Chaty.

“Ehi, vuoi dirmi che succede? Mi fai stare in pensiero così...”, le dissi con calma e comprensione quella volta. Lei sembrò apprezzare quel mio tono cauto e non accusatorio, e sembrava intenzionata a dialogare apertamente-era ora!-

“Sono solo un po' confusa sul cosa fare Siè. Insomma...Londra era il nostro sogno, no?”, borbottò. Ma non si credeva nemmeno lei.

“Cosa? Ma credevo che tu stessi bene qui...suvvia non fare la guastafeste come al tuo solito Chaty”-Sierra l'accusatrice era tornata! Ip ip urrà! E' più forte di me, sorry people-

“Si, certo che sto bene. Ma non pensi che sarà più difficile lasciare i ragazzi, dopo?”

 

OH MERDA

Aveva fottutamente ragione

 

Pov Chaty

Sierra si stupì del mio atteggiamento, d'altronde però sono sicura che avrebbe riconosciuto quel comportamento, a volte arrogante, di Jos. Aveva irritato anche lei quella sera in spiaggia.

 

Già, ero attratta da uno stronzo

Ma si sa...non è una novità per noi donne, ed è pur vero che ce li andiamo a cercare

 La situazione migliorò non appena Joseph si allontanò da noi -Dio ti ringrazio-

Quel gruppetto che avevamo formato si andava allargando notevolmente, ed Ian arrivò a presentarci tutti il cast di attori, e non solo. Erano così simpatici! Ma di certo non lo erano le loro pessime battute.

“Ehi Stev, sei così pallido che fai spavento. Presto Claire, chiama CSI, sta per arrivare un cadavere!!!”, sparò Trevino. Sapete la cosa peggiore qual'era? Che le uniche a non ridere eravamo io e Sierra -non chiaramente per il nostro poco umorismo, ma quella battuta faceva piangere più che altro-

L'espressione limpida di chi ritiene “pessima” una battuta era stampata sul volto di Sierra -quanto l'adoravo, era così spietatamente sincera; si, lo so...al contrario mio. Ma vi giuro che era un caso, non un'abitudine-

La confusione si impossessò di nuovo della mia mente, ed ecco che inizia a ripensare. La mia amica, premurosa, si rivolse a me con fare dolce; mi fu impossibile trattenere un sorriso.

“Ehi, vuoi dirmi che succede? Mi fai stare in pensiero così...”, mi chiese. Come avrei potuto continuare ancora quella messa in scena? Di certo però non avrei potuto dirle la verità, non davanti gli imputati. Così abbozzai la questione di Londra, che in effetti non mi faceva stare del tutto serena.

“Sono solo un po' confusa sul cosa fare Siè. Insomma...Londra era il nostro sogno, no?”, le dissi sperando non mi prendesse per pazza e capisse il mio piano di riserva.

 

Non sapevo che cavolo inventarmi, compatitemi!!!

Mi accusò di essere una guastafeste, come darle torto?

Mi limitai a sbuffare, ma c'era un problema che non poteva esser sottovalutato.

 

IAN E JOSEPH

 

Prima o poi saremmo dovute andarcene per davvero e più stavamo con i ragazzi, più sarebbe stato difficile lasciarli, poi.

 

E vi preeseento un altro diabolico motivo per impazzire

 

Sierra sembrò rendersi conto del problema. A chiarirmi il dubbio fu la sua espressione chiara, tipica faccia di quando, ai tempi del liceo, veniva a conoscenza dell'incontro tra i professori e i suoi genitori. Non era proprio un asso a scuola. Quanto mi divertiva ripensare a quegli aneddoti. A quei tempi era tutto più semplice; anzi...mica tanto. Ma sicuramente non eravamo così incasinate, ed io non ero bloccata in un triangolo amoroso.

 

Dannazione!

 

In ogni caso, per quella giornata ne avevo abbastanza di tutto il cast, e anche di Ian e Jos. Così proposi a Sierra di filarcela.

Siè, sono stanca, andiamo via? Ho bisogno di riposare”

“Si, va bene, sono stanca anch'io”, stranamente Sierra accettò il mio invito, e cercammo Ian e Joseph per poterli salutare e andarci a rinchiudere tra quelle mura; lì dove avrei potuto pensare in tranquillità.

Trovati! Quanto erano belli però...

“Andate via di già?”, ci chiese Ian.

“Sai com'è...le feste distruttive”, accennò Sierra ammiccando.

“Allora andate a riposarvi, fatevi trovare pronte per stasera, alle 8 punto!”, ci disse Jos entusiasta, e sicuro del fatto che non avremmo potuto rifiutare.

Io e Sierra ci guardammo esterrefatte.

“Eh...”, riuscii a dire.

 

MERDA.

 

ECCOCI QUI CON UN NUOVO CAPITOLO LO SO’ SONO IMPERDONABILE MA PURTROPPO TRA GLI IMPEGNI VARI E L’ALTRA RAGAZZA CHE NON HA PIU’ VOLUTO CONTINUARE MI SONO BLOCCATA!! MA ORA HO TROVATO UN’ALTRA RAGAZZA ANCORA MEGLIO DELL’ALTRA E SPERO CHE PIACCIA ANCHE A VOI LEI è NUOVA DI EFP E IL SUO NICK E’JulietGarofalo CHE STA’ SCRIVENDO ANCHE UNA SUA STORIA ORIGINALE VE LA CONSIGLIO ECCOVI IL LINK DELLA SUA STORIA http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1511412&i=1

ASPETTO COME SEMPRE LE VOSTRE RECENSIONI PER SAPERE CHE NE PENSATE XDXDXDXD

   
 
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