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Autore: Rey_    10/01/2013    17 recensioni
ATTENZIONE: SEGUITO SUMMER PARADISE WITH YOU.
Dal capitolo 6
“Cosa posso fare per farmi perdonare?” le chiesi, passandole anche un asciugamano e aiutandola a frizionarsi i capelli. Incrociai il suo sguardo nello specchio e lei mi sorrise debolmente.
“Non devi farti perdonare di niente. So che hai la testa un po’ bacata, capisco che possono sfuggirti un po’ di cose” mormorò sarcastica, il sorriso che si allargò. Con un mezzo sospiro sollevato, ricambiai il sorriso e le poggiai le mani sui fianchi, facendola girare verso di me.
Lei mi lasciò fare, curiosa di vedere la mia prossima mossa.
“E se io volessi farmi perdonare comunque?”
“Ti direi che per punizione non te lo lascerei fare” replicò al volo, stampandosi un sorriso beffardo sulla faccia. Arricciai le labbra, preso in contropiede dalla sua aria furba e dalla sua affermazione apparentemente irremovibile.
“Mh, e se io ti baciassi?” proposi, cercando di mostrarmi serio. Il suo sorriso si allargò.
“Te l’ho detto: non ti lascerei fare” affermò, però in contrasto con le sue parole si avvicinò a me, diminuendo pericolosamente la distanza tra i nostri visi.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1.
 
 
 
Jenny.
 
 


Andare a svegliare mia sorella era una cosa che odiavo fare infinitamente. Prima di tutto perché ci voleva come minimo mezz’ora, perché quando partiva, poteva anche scoppiare la terza guerra mondiale e lei non se ne sarebbe accorta, dormiva beatamente come un ghiro e per farla risvegliare dal letargo ci voleva o una secchiata d’acqua gelata, o il rumore di due pentole sbattute tra loro.
E secondo, ma questo problema fino a due mesi fa ancora non l’avevo, era perché entrare nella sua camera da letto, che divideva con Liam, era piuttosto imbarazzante, considerando che non potevo sapere in che condizioni li avrei trovati.
La prima mattina che ci eravamo trasferite da loro, ero entrata tutta tranquilla, probabilmente troppo ingenua, e trovarli completamente nudi, anche se addormentati, sotto le coperte era stato alquanto traumatizzante.
Così avevo imparato in fretta a bussare una buona mezz’ora, prima di aprire la porta ed andare a svegliarla con la forza.
Ma quella mattina non avevo tutta questa pazienza, ero già in ritardo e arrivare a lezione già iniziata il primo giorno di scuola, significava essere etichettata come la ritardataria cronica e non fare un bell’effetto sui professori.
Ed io non volevo assolutamente alcuna etichetta compromettente alla mia media scolastica.
Così bussai solo una volta, abbastanza forte, e la fortuna sembrava essere dalla mia parte, perché un assonnato Liam venne ad aprirmi, solo con i pantaloni indosso, ma almeno le parti imbarazzanti erano coperte.
“Umh, ‘giorno Jen” mi salutò ancora con la voce impastata dal sonno.
“Si, ciao Liam. Cher dorme ancora?” chiesi frettolosamente, sbirciando all’interno della loro camera.
“Si. Le avevi chiesto di accompagnarti a scuola?” mi chiese stropicciandosi gli occhi.
“Già” scoppiò a ridere e mi diede un buffetto sulla guancia.
“Allora buona fortuna” mi disse, uscendo dalla stanza e alludendo al fatto che mi sarebbe servito un carro armato per buttarla giù dal letto. Grugnii qualcosa entrando come una furia nella sua stanza e togliendole le coperte velocemente, aprendo le finestre e illuminando la stanza. Cher si rigirò nel letto, ancora addormentata.
Sbruffai frustata.
Solo a me bastava un minimo rumore per tornare nel mondo dei vivi?
Cominciai a scuoterla per le spalle, con vigore, finché non la sentii mormorare un’imprecazione a mezza bocca e sospirai di sollievo.
“Dai, Cher, alzati o facciamo tardi” cominciai, quasi urlando. Lei mugugnò qualcosa infastidita e affondò la testa nel cuscino. Alzai gli occhi al cielo, sfilandoglielo, e lei alzò la testa per riservarmi un’occhiata di fuoco.
“Perché devi odiarmi così tanto?” sbottò. Le sorrisi e le scompigliai i capelli.
“Io non ti odio, mia adorata sorellina” mormorai divertita. Lei grugnì qualcosa.
“E allora perché mi svegli sempre nel bel mezzo dei miei bellissimi sogni?”
“Sei tu che ti sei offerta di accompagnarmi a scuola” mi difesi. Lei mi guardò e strabuzzò gli occhi.
“Dici sul serio? Oggi è già lunedì?” chiese sorpresa. Sospirai rassegnata.
“Si, bella addormentata nel bosco. E rischio di arrivare in ritardo se non alzi quel culo immediatamente”
Lei scattò in piedi e si diresse in bagno, raccattando qualche vestito qua e là.
“Potevi svegliarmi prima” si lamentò.
“Si, come se fosse stato possibile” replicai stizzita. La sentii armeggiare in bagno e nel giro di un quarto d’ora uscì, vestita e profumata.
“Ho il tempo per una colazione veloce?” chiese facendo un’espressione buffa. Guardai l’orologio che avevo al polso e sospirai.
“Hai cinque minuti” le concessi. Lei mi illuminò con un sorriso e mi baciò la guancia, schizzando fuori dalla stanza.
“Buongiorno, comunque” urlò. Sorrisi scuotendo la testa e la seguii. Ma la mia direzione fu deviata immediatamente da due braccia forti che mi afferrarono la vita e mi spinsero contro il muro.
“’Giorno, piccola” mormorò Harry con voce roca, prima di baciarmi dolcemente le labbra. Un sorriso automatico mi spuntò sul viso e lo morsi, facendolo sobbalzare.
“Buongiorno anche a te”
Lui mi fece uno splendido sorriso, prima di baciarmi la punta del naso e lasciarmi andare.
Mi prese la mano e mi accompagnò verso la cucina, dalla quale sentivo provenire i soliti schiamazzi, segno che anche gli altri ragazzi erano tutti svegli.
“Allora, che prevede il programma della giornata?” gli chiesi, ormai abituata ai mille impegni che gli occupavano a volte interamente il giorno e alle poche ore che avevamo a disposizione per vederci.
A volte avevo rischiato di impazzire, ma poi ripensavo a quei quasi quattro mesi di lontananza forzata quando era in America e mi trattenevo, ripetendomi che ero più che fortunata a vederlo così spesso, senza considerare che pur vivendo sotto lo stesso tetto lo vedevo praticamente solo la sera quando rientrava, spesso troppo tardi per riuscire ancora a tenere gli occhi aperti e bearmi della vista della perfezione fatta persona.
“Mh, questa mattina abbiamo un’intervista in radio e oggi pomeriggio stranamente siamo liberi” mi informò, con un sorrisetto malizioso.
Alzai impercettibilmente gli occhi al cielo, riconoscendo al volo quell’espressione e i significati che lui attribuiva al senso di pomeriggio libero.
“Bene, perché avrò bisogno di conforto dopo la mattinata che aspetta a me” borbottai, rabbrividendo al pensiero che tra nemmeno mezz’ora avrei dovuto mettere piede nella nuova scuola, piena di sconosciuti, e sarei dovuta sopravvivere, completamente sola.
“Oh, piccola. Non sai quanto vorrei accompagnarti, ma…”
“No, lo so” lo interruppi con un sorriso tirato “Non puoi farti vedere troppo in giro, soprattutto in una scuola piena di ragazzine in preda ad una crisi ormonale che impazzirebbero vedendoti” ripetei le sue parole alla perfezione, dopo tutte le volte che me le aveva dette le avevo imparate a memoria.
Aveva ragione, ma io, egoisticamente, me ne infischiavo della possibile reazione delle mie future compagne, avrei solo voluto il mio ragazzo vicino. Lui mi bloccò di nuovo, appena prima che riuscissi ad entrare in cucina, e mi guardò con i suoi occhi verdi che sembravano leggermi fin dentro l’anima.
“Ti prego, dimmi che non sei arrabbiata” sussurrò, con sguardo implorante. Sospirai, spostando alcuni ricci ribelli dalla sua fronte e carezzandogli la guancia. Lui chiuse gli occhi a quel contatto e si lasciò andare contro la mia mano.
“Non ce l’ho con te. È solo che…vorrei averti con me più spesso” mi imbronciai, e lui riaprì gli occhi.
“Ma io ci sono. Solo che…”
“Lo so. Non puoi farti vedere troppo in giro perché…” le mie parole furono interrotte dalle sue labbra che calarono a forza sulle mie.
Si staccò e mi sorrise.
“Ti adoro quando fai la capricciosa” mugugnò ghignando.
“Ruffiano” lui mi baciò di nuovo mordicchiandomi il labbro inferiore.
“Vengo a prenderti. Giuro che riuscirò ad essere lì all’ora d’uscita. In macchina, con cappuccio e occhiali da sole, ma ci sarò” mi promise di getto, staccandosi. Sorrisi, abbracciandolo di slancio.
“Tanto ti riconoscerei anche tra mille persone” gli assicurai. Lui mi regalò un altro sorriso luminoso, mettendo in mostra le fossette e poi raggiungemmo gli altri in cucina.
“’Giorno piccioncini” ci salutò un coro di voci divertite e leggermente sfottenti.
Feci una boccaccia a Niall, solo perché era il primo che mi ero ritrovata davanti e distolsi lo sguardo imbarazzata da mia sorella e Liam che si stavano, come al solito, baciando.
Oppure divorando, era la stessa cosa.
“Ragazzi, un po’ di contegno” li ammonì Zayn, lasciandosi scappare come me una smorfia disgustata.
“Già, siete disgustosi” commento Niall, affondando poi il viso nella sua tazza di cereali. Scoppiai a ridere e gli scompigliai i capelli.
“Senti chi parla”
Lui mi fece la linguaccia, prima di dedicarsi nuovamente alla sua colazione.
“Allora, andiamo Jen?” mi chiese Cher, staccandosi finalmente dal polipo che era il suo ragazzo. Annuii, un po’ tesa, e mi voltai per salutare Harry, che mi guardava sofferente.
“Che c’è?” gli chiesi. Lui mise il broncio e mi afferrò per i fianchi.
“E’ che già so che dovrò uccidere mezza popolazione maschile della scuola se tu entrerai lì dentro” borbottò. Scoppiai a ridere e gli scompigliai i ricci.
“Solo mezza?” chiesi maliziosamente. Lui puntò i suoi occhi verdi nei miei.
“Attenta, piccola. Potrei fare una strage se mi dici così” mi sussurrò. Scossi la testa e gli lasciai un bacio a fior di labbra.
“Tranquillo, farò la brava bimba” gli assicurai, sciogliendo l’abbraccio.
“Non sei tu che mi preoccupi, sono gli altri che devono stare attenti a dove posano gli occhi” replicò, lanciandomi uno sguardo così carico di sottintesi da farmi arrossire.
“Allora indosserò il mantello dell’invisibilità di Harry Potter così nessuno mi vedrà” assicurai. Harry scoppiò a ridere, insieme agli altri ragazzi, mentre Louis scuoteva lentamente la testa.
“Che cosa triste” mormorò, riferendosi alla mia battuta. Gli feci la linguaccia.
“Beh, che vuoi? Non sei l’unico che può fare battute”
“Ma almeno le mie fanno ridere!”
“Questo lo dici tu”
“Ok, basta battibecchi. Andiamo, Jen, o farai tardi” ci interruppe Cher, tirandomi per un braccio. Harry mi prese il viso tra le mani e mi schioccò un altro bacio veloce sulle labbra.
“Ti aspetto all’uscita” mi sussurrò, prima che mia sorella mi trascinasse fuori.
 
 
“Dai, Jenny. Andrà tutto bene. E poi abbiamo fatto i salti mortali per arrivare qui in tempo, non vorrai ritardare solo perché hai paura! Sono persone normali, non ti mangiano mica!” mi spronò per l’ennesima volta Cher, spazientita dalla mia titubanza e dal mio assurdo rifiuto a scendere dalla macchina. Sospirai e guardai i ragazzi che entravano allegri nella scuola, chiacchierando e ridendo. Aprii lo sportello e Cher sorrise.
“Brava, fatti coraggio”si complimentò, divertita. Mi voltai per farle una smorfia e lei scoppiò a ridere.
“Allora non ti vengo a prendere all’uscita?” chiese. A quelle parole mi aprii in un sorriso sollevato.
“No, viene Harry” annunciai gongolante. Lei scosse la testa divertita ed io scesi dalla macchina, incoraggiata dal pensiero che mancavano solo quattro ore e poi avrei rivisto Harry.
Sembrava che non potevo più fare a meno di lui, ormai.
E la cosa non mi spaventava minimamente perché in tutto quello che faceva, lui mi faceva capire che i miei sentimenti erano pienamente ricambiati.
Con il sorriso ancora stampato in faccia entrai nella scuola e persi poco tempo a guardarmi intorno, dirigendomi direttamente alla segreteria, rendendomi conto che avevo perso troppo tempo e che rischiavo seriamente di arrivare in ritardo.
La segretaria, una donna grassottella sulla cinquantina, mi sorrise affettuosa e mi consegnò un plico di fogli e una cartina della scuola, indicandomi la classe di biologia dove avrei dovuto trascorrere la prima ora.
Quasi correndo, riuscii a raggiungere la classe appena in tempo prima che la campanella suonasse e il professore mi accolse con un sorriso, indicandomi il posto vuoto al primo banco.
Inutile dire che sentivo gli sguardi di tutti i presenti addosso, cercai di ignorarli e ringraziai mentalmente il professore che non mi aveva presentata davanti a tutti mettendomi in imbarazzo.
“Buongiorno, ragazzi. Allora, oggi c’è una novità in classe” cominciò il professore appena tutte le chiacchiere si smorzarono, sorridendomi e venendo verso di me.
Appunto.
Cosa avevo appena detto?
Sentii il sangue colorarmi le guance, mentre il professore mi indicava.
“Lei è Jenny, una vostra nuova compagna. Cercate di farla sentire a vostro agio” si raccomandò con un altro sorriso, prima di tornare alla sua cattedra.
Lo maledii in tutte le lingue conosciute e desiderai ardentemente sotterrarmi, mentre sentivo i bisbigli e le risatine dei miei nuovi compagni.
“Imbarazzante, eh?” bisbigliò qualcuno al mio fianco. Mi voltai, notando per la prima volta la ragazza seduta accanto a me. Aveva il viso allegro, un po’ paffutello e circondato da una cascata di capelli mossi e tendenti al rosso.
Gli occhi erano azzurri e il naso piccolino, contornato da qualche lentiggine qua e là.
Era graziosa e ispirava simpatia.
“Abbastanza” replicai abbozzando un sorriso. Lei ricambiò con uno incoraggiante.
“Tranquilla, se gli vai a genio può fare anche di peggio”
“Incoraggiante” soffiai ridendo. Lei mi fece l’occhiolino e mi porse la mano.
“Io sono Catherine, ma puoi chiamarmi Cat” mi disse con un sorriso luminoso. Strinsi la sua piccola mano e mi venne spontaneo ricambiare di nuovo il sorriso.
L’ho già detto che ispirava simpatia?
“Jenny”
“Lo so” rispose con una risata. In quel momento il professore tossicchiò richiamando la nostra attenzione ed io mi concentrai su di lui e sulla lezione sul DNA, leggermente sollevata dal fatto che non ero più completamente sola.
Al suono della campanella, sospirai di sollievo e Cat, accanto a me, si lasciò andare poggiando la testa sul banco.
“E’ stata la lezione più pesante della mia vita” borbottò. Sorrisi e mi alzai, raccattando le mie cose.
“Un ottimo benvenuto, no?” lei mi guardò, imitandomi e prendendo svogliatamente le sue cose.
“A questo punto penso che l’abbia fatto per terrorizzarti e spingerti a scappare da questa scuola”
Scoppiai a ridere, mentre uscivamo insieme dalla classe e ci immergevamo nel corridoio pieno di studenti.
“Fallo, finché sei in tempo” continuò con sguardo serio, prima di scoppiare a ridere.
Scossi la testa divertita e la seguii fino al suo armadietto.
“Che lezione hai ora?” mi chiese, sbirciando il foglio con gli orari che avevo in mano. Arricciai le labbra.
“Uhm, storia”
“Peccato, io ho matematica” mi disse, scacciando improvvisamente tutto il mio sollievo sull’avere trovato un po’ di compagnia.
“Dai, ti accompagno in classe” propose con un sorriso, riprendendo a camminare velocemente. A fatica riuscii a stare al suo passo, sgusciando tra i mille ragazzi che sembravano spuntare da ogni angolo.
Ma quanto diavolo era popolata quella scuola?
Nella mia, arrivavamo massimo a trecento persone.
“Eccoci qui. Ti do una dritta: se vuoi piacere a Miss Wood non smettere mai di fissarla. Anche se mentalmente sarai in un altro mondo lei penserà che stai seguendo la sua lezione e sarà soddisfatta” mi disse con un sorriso dolce.
“Ok, grazie”
“Di niente. Ora vado, ci vediamo dopo a ricreazione, ok?” mi disse, prima di sfuggire via al suono della campanella e affrettarsi a raggiungere la sua classe.
Con un sospiro entrai e mi diressi verso gli ultimi banchi, trovandone uno all’ultimo posto accanto alla finestra.
Leggermente rincuorata dal fatto che almeno lì avrei potuto respirare un pochino, mi accomodai e feci come mi aveva suggerito Cat: appena la prof. entrò non smisi mai di fissarla e la lezione volò, nonostante non avessi sentito neanche mezza parola di quello che aveva detto.
Quando suonò la campanella, feci per uscire, ma la prof. mi bloccò, con uno strano sorriso sulle labbra coperte da uno strato di rossetto scuro.
“Signorina…”
“Foster”
“Si, signorina Foster. So che lei è appena arrivata e non vorrei che restasse indietro con il programma” cominciò, scrutandomi attentamente.
Mi sforzai di sorridere e mostrarmi sicura.
“Oh, non si preoccupi Miss Wood, nella mia vecchia scuola eravamo arrivati proprio a questo punto, quindi sono più o meno in pari con il resto della classe” le assicurai, ed era vero.
E poi non volevo che mi assegnasse qualcuno da cui prendere ripetizioni o qualcosa del genere.
L’ultima cosa che volevo era obbligare qualche ragazzo della mia classe ad odiarmi per avergli occupato il pomeriggio.
“Come vuole” mi concesse, prima di lasciarmi andare. Con un sorriso falso uscii dalla stanza e vidi Cat che mi aspettava.
“Scommetto che voleva affibbiarti una specie di tutor per non farti rimanere indietro con il programma” tirò ad indovinare.
“Ci hai preso” lei scoppiò a ridere, battendo le mani.
“Non cambierà mai”
“Si, ma io l’ho fregata. Le ho detto che non ne avevo bisogno e me ne sono andata” affermai con un sorriso soddisfatto. Lei annuì e ricambiò.
“Ben fatto. Sei forte, Jenny” commentò. Non feci in tempo a replicare perché mi scaraventai contro qualcuno che stava praticamente correndo nella direzione opposta alla mia.
Prima che potessi finire a terra, una mano mi afferrò il braccio e mi tirò su.
“Oh, scusa. Non ti avevo…vista” Alzai lo sguardo e incrociai due occhi azzurri che mi sembrava di aver visto già da qualche parte.
“Dio, Luc, sei sempre il solito imbranato” commentò Cat infastidita accanto a me. Ma lui la ignorò, guardandomi sbalordito.
“Jenny?” chiese. Al suono della sua voce ricollegai tutto.
“Ciao, Lucas” mormorai, sforzandomi di sorridere.




 







BAAAAM! I'm baaack.
Ok,ok, andiamo con calma.
Avevo promesso un seguito per
Summer paradise with you e..eccolo qui :)
Spero che la ff sia abbastanza e che non rovini le ottime recensioni che ha avuto l'altra.
Spero anche di non cadere nel banale e che non vi stufi perchè so che di solito un seguito non piace mai come la storia iniziale, quindi...cercherò di fare il mio meglio perchè questo non accada ;)
Anyway, il primo capitolo l'ho scritto solo dal punto di vista di Jenny perchè cercherò di portare avanti le due storie in modo separato, scrivendo un capitolo pov Jenny, e uno pov Cher o Liam.
E se ci capità ci inserirò anche qualche pov Harry, poi si vedrà.
Ah, beh, se non vi ricordate chi è Lucas, è un vecchio 'amico' di Harry che lei ha conosciuto in quella mini vacanza a Londra (se volete, rileggetevi i capitoli 24 e 25)
Vabbè, detto questo vi lascio, pregando con tutto il cuore che vi piaccia.
Fatemi sapere, aspetto i vostri pareri :)
Tanto lov.
Sara.

  
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