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Autore: harrys    11/01/2013    5 recensioni
«Sapete, ieri – si interruppe un attimo lei, per poi posare due lattine di birra e una di Coca sul tavolino alla nostra destra – Ho letto una cosa su Internet, su quei siti strani di chiromanti e gente del genere. Bè, c'era scritto un modo per scambiarsi di corpo con qualcun'altro. Non è fantastico?»
«Sei ubriaca ancor prima di bere, Susan – dissi, aggrottando le sopracciglia – Questa era bella però, complimenti»
-
Peccato che, nello stesso istante – e nanosecondo – un ragazzo dall'altra parte del mondo, un inglese in particolare, una superstar, stesse esprimendo il mio stesso desiderio.

STORIA MOMENTANEAMENTE SOSPESA
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Quindi tu sei Louis Tomlinson e sei nel mio corpo - ripetevo annuendo in trance - Inspira, espira, inspira, espira»
«Tagliala con questi tuoi modi principeschi» sbottò alzando gli occhi al cielo.
«Ma come diavolo ti permetti - replicai piccata, spintonandolo - Se provi ancora ad insultarmi ti strappo le..»
«La principessina non dice parolacce» mi scimmiottò, mostrandomi la lingua divertito.
Grugnii, maledicendolo mentalmente in tutte le salse. «Prova a fare ancora il simpaticone e ti ritrovi questa -, gli mostrai il palmo della mano destra - Sul tuo bel faccino»
«Ti ricordo che il ''mio bel faccino'' è il tuo» mormorò schiacciandomi l'occhiolino disinvolto. Bingo.
«Va' al diavolo, Tomlinson - sbottai, incrociando le braccia sul petto - Come facciamo, allora?»
«A far che?»
«Cambio di corpo - esclamai gonfiando le guance - Sei ottuso forse?»
«Io non voglio tornare più nel mio corpo, ho cambiato idea»
«Che!? - urlai chiudendo i pugni, nervosa - Smettila di scherzare, è una situazione più che seria questa»
«Lasciami finire - sorrise alzando una mano a mo' di stop - È incredibile quello che ci sta succedendo, no? Bé, godiamocelo per qualche altro giorno, e poi quando inizia il tour torniamo ognuno al proprio corpo, che ne pensi?»
«Louis - iniziai, spingendogli giù la mano - Louis, mio caro Louis, magari hai dimenticato che, domani, devo cantare per tuo, cioè per mio, padre, il Presidente degli Stati Uniti e.. non so cantare!» ringhiai.
Sbuffò, roteando gli occhi. «Possiedi la mia voce, le mie corde vocali in questo momento, sai cantare, no problem», alzò il pollice e abbozzò un sorriso.
«Sei il tipo più lunatico ed enigmatico che io abbia mai avuto lo spiacere di conoscere - conclusi, lasciandomi andare sul divanetto -Louis, tu mi hai visto..?» chiesi d'impeto, strizzando gli occhi terrorizzata dalla risposta.
«Che?» fece strabuzzando gli occhi.
«Senza.. -, inghiottii a vuoto - ..vestiti?»
Scoppiò convulsamente a ridere. «È stata la prima cosa che ho fatto quando mi sono accorta di essere nel tuo corpo» si vantò quasi, dandosi un bacio sulle dita e soffiandoci sopra nella mia direzione.
«Bé, non pensare di essere stato l'unico» mi pavoneggiai non facendo però a meno di ridere.
«Non ci credo neppure se mi mostri una foto - ridacchiò sedendosi al mio fianco - Principessina, concediamoci altri cinque giorni»
«Perché vuoi rimanere ancora nel mio corpo?» chiesi imbarazzata.
«Perché voglio conoscerti meglio - rispose anch'egli impacciato - E voglio staccare un po' la spina dalle canzoni, i microfoni e i ragazzi»
«Forse.. stare un po' lontana da mio padre non può farmi altro che bene, penso - riflettei, lasciandomi scappare un sospiro - Okay, hai vinto. Ma non guardarmi più nuda»
Scoppiò nuovamente a ridere. «Prima o poi la vescica mi, anzi ti, scoppierebbe - si giustificò - E devo pur fare una doccia, ogni tanto, no?»
«Come faremo a tornare ai propri corpi?» chiesi con un sospiro, reggendo il capo sulla sua spalla.
«Ce la faremo, Georgie» mormorò, poggiando a sua volta la testa sulla mia, con fare drammatico.
Sollevai il capo, fissandolo negli occhi. «Non sei poi tanto antipatico, Tomlinson» sibilai, per poi avvertire subito uno strano calore sulle guance.
«Nemmeno tu, Principessina - assentì, avvicinandosi di colpo al mio viso - Chiudi gli occhi»
«P-perché?» mormorai, obbedendo.
«Perché ti fa senso essere baciata da una donna, o sbaglio?», e con ciò posò delicatamente le labbra sulle mie.
«Mi sto.. baciando? - azzardai subito dopo - P-perché l'hai fatto?» chiesi poi, ancora scossa per l'avvenimento improvviso.
«Perché è come se avessi baciato me stesso, e io mi amo» spiegò come se fosse la spiegazione più ovvia del mondo.
«Vedi che sei enigmatico? - sospirai, scuotendo la testa - Non ti schiaffeggio solo per non rovinare il mio faccino»
Rise; fece per replicare ma fu interrotto da Susan, la quale entrò titubante nella stanza per poi mostrarci un sorriso smagliante. «Louis-nel-corpo-di-Georgie, è arrivato John il Cacciavite»
«Cavolo, me ne ero completamente dimenticata» imprecai alzando gli occhi al cielo. «Comunque John è il mio insegnante privato, devi consegnargli.. -, frugai tra le scartoffie poste sulla scrivania, fino a scovare due fogli pinzati l'uno con l'altro. - ..Ecco, la relazione che devi dargli»
«Non posso farcela - mormorò poggiando il palmo della mano sulla fronte con fare melodrammatico - Non so niente di lui, e non so niente di.. trigonometria» lesse sul foglio, facendo spallucce inerme.
«Io non so niente di quella.. tizia, ma l'ho baciata»
«Quante volte ancora mi rinfaccerai questa storia? - sbuffò - Georgie, sii buona con Harry e gli altri, sono bravi ragazzi» sorrise posandomi un bacio sulla guancia - Scappo adesso, e comportati bene»
Sospirai, incrociando seccata le braccia al petto. «Sus, che faccio adesso?»
La ragazza si limitò a strillare tirandomi una sberla sul braccio. «Ma ti sei vista? Dio, se non ci fosse la mia migliore amica là dentro stanotte avrei fatto baldoria con te..»
«Oh mio Dio, Susanna» urlai, lanciandogli un'occhiataccia. La chiamavo col suo nome di battesimo quando rompeva, e ciò la infastidiva mortalmente.
«Ma ti sei vista? - ripeté, gonfiandosi le guance - Sei il bronzo di Riace versione inglese»
«Lo so - ammisi, poggiando il mento sui pugni con fare sognante - Ma non so cosa fare.. e niente battutine ironiche»
Susan sembrò addolcirsi; si sedette al mio fianco, cingendomi istintivamente il collo con le braccia. «Dai, Georgie, non essere la solita paranoica, divertiti»
La guardai storcendo appena le labbra in una smorfia. «Forse hai ragione, sai? - assentii, annuendo decisa - Vado dalle Direzioni, allora» scherzai, alzandomi energicamente e correndo via.
«Quando ti deciderai a presentarmene uno?»

Tornata a casa, gettai le chiavi sul portacenere vuoto ed entrai in camera; venni accolta prontamente da Harry, le cui labbra si allargarono in un sorriso smagliante.
«Dove sei stato?» chiese con fare interrogatorio, puntandomi scherzosamente una torcia sul viso.
«Che te ne frega?» sbottai acida, lasciando cadere il marsupio sul divano.
«Louis, che diamine hai in questi giorni? - mormorò, tirandomi una pacca affettuosa sulla spalla – Amico, ho fatto qualcosa che non va?», mi puntò addosso i suoi occhi verde prato.
Mi addolcii, accennando un sorriso. «Sono solo un po' stanco» mentii, scompigliandogli impacciata i capelli – i ragazzi fanno sempre così, no?
«Adesso ti riconosco, campione» scherzò tirandomi una gomitata affettuosa sulla pancia.
«Mi vuoi uccidere? - sbottai piegandomi in due dal dolore – Adesso l'hai fatto davvero, qualcosa che non va»
«Femminuccia» borbottò con una smorfia, dirigendosi imperterrito verso il bagno.
«Io ho sedici anni!» urlai senza neppure rendermene conto, stringendo i pugni.
«Sì, in una gamba» borbottò dall'altra stanza, chiudendo con un sonoro scricchiolio la porta.
«Ti odio, Louis - sibilai, buttandomi a peso morto sul divano – E io e te faremo presto i conti»

-

E' passato un mese, mi dispiace tantissimo ç_ç
Non mi voglio dilungare tanto: vi ringrazio di cuore per le recensioni, le seguite, le preferite e le ricordate e anche solo per aver letto ♥
Al prossimo capitolo; spero che questo vi sia piaciuto, magari fatemi sapere! :)



Omegle era un sito, come dire, stupido. [...]
E se avevi la fortuna di capitare gente okay, rischiavi di cliccare erroneamente la x all'angolo della finestra e di terminare così la conversazione. Per sempre, perché anche con tutta la fortuna del mondo non saresti mai più riuscito a ritrovare la persona con cui stavi chattando tra trentamilacinquecento utenti online. Omegle era un sito stupido visitato da gente stupida. Ma, si sa, in tutto esistono delle eccezioni.
  
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