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Autore: Vahly    01/08/2007    5 recensioni
Draco ed Harry hanno una relazione di solo sesso... o almeno così dovrebbe essere. Ma il biondino nasconde qualcosa che non vuole dire al compagno, mentre Harry scopre che forse c'è n modo per riavere indietro il suo padrino...
Non tiene minimamente conto del sesto libro.
Genere: Generale, Romantico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Harry, Remus/Sirius
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Cap. 11

Capitolo: 11/ 12 (in prosecuzione)

Pairing: Draco-Harry; Sirius/Remus

Raiting: Nc17
Avvertimenti: yaoi, shounen ai, slash

Cap. 11 – Riflessioni



Harry era stato felice di essere riuscito a parlare un po’ con Draco, alla fine. Il biondo serpeverde l’aveva un po’ tranquillizzato, e avevano deciso di vedersi nella stanza delle necessità, quella sera. Blaise si era rifiutato di togliere il disturbo, ed andare nel dormitorio grifondoro era fuori discussione. Si erano separati con un bacio, ed Harry sembrava camminare sulle nuvole per la felicità. Era strano come solo stando con il biondo, tutto sembrava migliorare. Ma era così, davvero.


Quando si recò nella sala comune grifondoro, trovò solo Hermione, intenta studiare su uno di quei libri polverosi che tanto la interessavano.
– Ciao Herm.
La salutò tranquillo.
Tra breve sarebbe stata ora di cena, e si chiedeva come facesse a riuscire sempre a studiare fino all’ultimo minuto disponibile.
– Ciao. Dov’eri? Sei stato via un’eternità… Ron ti ha aspettato, ma poi mi ha detto di raggiungerlo quando saresti arrivato…
– Ah, dov’è? In effetti non c’è nessuno…
Ribatté il ragazzo, glissando sulla domanda dell’amica.
– È giù dai tassorosso. Seamus ha litigato con Zacharia Smith prima, ma quasi non sono riusciti nemmeno a sfiorarsi che è arrivata la McGrannit che li ha divisi e li ha minacciati di punirli se li avesse ancora beccati a far casino nei corridoi. Così Smith ha detto a Seamus di raggiungerlo per regolare i conti… E lui, naturalmente, ha accettato. La cosa ha fatto il giro del dormitorio e tutti sono andati a vedere quei due cretini che fanno a botte.
– Tutti tranne te.
Notò Harry.
– Ho di meglio da fare, al momento. Tecnicamente ce l’avete anche tu e Ron, che ancora non avete finito i vostri temi di difesa contro le arti oscure…
Il moro alzò gli occhi al cielo.
– Li finiremo, Herm, non preoccuparti…
– O meglio, li copierete da me, giusto?
– Beh, è un’ipotesi realistica. Ora vado, ciao!
Le disse, e si voltò per uscire.
Ma la ragazza lo richiamò.
– Harry?
– Sì?
Domandò lui di rimando.
– Sai che a noi puoi dire tutto, vero?
Disse lei con tranquillità, ma lo sguardo intenso fisso sugli occhi dell’amico.
Ad Harry si gelò il sangue nelle vene, e lo colse il terrore che la ragazza avesse capito che gli stava nascondendo qualcosa.
Non sapeva cosa fare… forse era più giusto dirglielo… ma si sentiva pronto per questo?
Insomma, amava Draco, ed il biondo gli aveva detto che lo ricambiava… e non solo. Harry percepiva chiaramente i suoi sentimenti, e sapeva che quello che li legava era un sentimento oramai molto profondo… allora cos’era quell’ondata di insicurezza che lo avvolgeva? Perché non riusciva a parlare alla sua migliore amica della relazione con il serpeverde? Perché non riusciva a dire a lei e a Ron quanto era felice, quanto Draco fosse cambiato…? Perché?
Strinse i pugni, le braccia che prima ricadevano mollemente lungo i suoi fianchi si fecero più rigide.
Poteva, voleva mentire ancora? Che senso aveva continuare tutte le volte ad inventare una scusa per vederlo, quando avrebbe potuto tranquillamente dire ai suoi più cari amici che si vedeva con qualcuno, con qualcuno che lo faceva star bene, e che forse loro avrebbero potuto incominciare ad apprezzare?
Abbassò lo sguardo, ed aprì la bocca per parlare, ma le parole non volevano saperne di uscire fuori. Allora riprovò, per dire qualcosa di diverso da ciò che avrebbe voluto.
– Certo, Herm. Lo so.
Pronunciò semplicemente.
Poi si voltò, evitando di guardarla nuovamente negli occhi, ed uscì.


Quando Harry arrivò nei presi del dormitorio tassorosso, oramai se ne stavano andando tutti. Alcuni imprecavano contro madama Bump e la Mc Grannit, che avevano messo in punizione tutti i presenti, altri esultanti di gioia, perché Seamus aveva dato davvero una bella lezione a Zacharia, ed anche se pure il grifondoro le aveva prese di brutto, lo stato in cui si trovava lui era nulla in confronto a come aveva conciato il biondo tassorosso.
Harry vide di sfuggita Ron parlare con il loro compagno di casa, e li raggiunse.
– Ehi, Harry! Dov’eri finito?
Domandò il rosso.
– Oh, io… niente, mi ero scordato una cosa in aula e sono tornato indietro. Ehi, Seam, come va?
– Stato meglio, grazie. Ma per lo meno non sono l’unico ridotto così… dovresti vedere Smith!
Ridacchiò il grifondoro.
– Già, avresti dovuto vederlo, Harry. Certe soddisfazioni sono uniche nella vita…
Continuò
Ron.
Harry annuì, sorridendo, ma non disse nulla.
I tre tornarono assieme nella sala comune grifondoro, dove Dean Thomas era intento a chiacchierare con un ragazzino del primo anno. Non appena vide Seamus varcare la soglia del buco del ritratto, gli lanciò uno sguardo infuocato. Seamus si avvicinò a lui, cercando di sorridere, mentre il ragazzino si allontanava.
– Ehi, non ti complimenti con me come gli altri?
E per quale motivo dovrei farlo? Ma sei cretino, forse!?
Seamus cambiò espressione, ed Harry non avrebbe saputo dire se fosse uno sguardo offeso o ferito, quello che rivolse al compagno di casa. Forse era semplicemente un misto di entrambe le cose.
Perché fai così? Mica sono andato a farmi ammazzare!
– No, ma guardati, come sei ridotto! Ed ora metà dei grifondoro del nostro anno sono in punizione… ti pare una cosa intelligente quella che hai fatto?
– Oh, andiamo, nemmeno tu lo sopporti…
– Sì, ma questo non ti autorizza a creare tutto questo casino!
Detto ciò, senza degnare l’amico neanche di un altro sguardo, si voltò verso il ritratto della signora grassa ed uscì.
Harry e Ron osservarono la scena, perplessi.
Seamus sospirò, e si lasciò cadere su un divano.
– Io davvero non lo capisco. Insomma, se non altro abbiamo avuto tutti un’oretta di svago, no?
Disse ironico rivolto a Ron.
– Già, – rispose il rosso, – avete proprio dato spettacolo…
– E allora perché se la prende tanto? Non gli ho mica fatto un torto personale! E non credo gli dispiaccia per Smith… lo odia almeno quanto me.
Ron annuì comprensivo, quando la mente Harry all’improvviso fu attraversata da un’idea che riteneva semplicemente assurda.
Possibile che fra Dean e Seamus ci fosse qualcosa? magari non stavano assieme, ma… il modo in cui l’attenzione di Dean era stata catturate non appena loro… LUI era entrata nella stanza, e la malcelata preoccupazione (che Seamus non aveva compreso) nelle sue parole… Ed il fatto che Seamus fosse rimasto così male per le parole dell’amico…
– Perché non vai a parlargli?
Disse a Seamus, ignorando lo sguardo confuso di Ron, che disse subito:
– Ehi, ma è lui che ha cominciato! Perché Seam dovrebbe cercarlo?
Seamus gli sorrise cautamente.
– Forse dovrei.
E allora sbrigati, forza!
Esclamò Harry. Seamus accettò il consiglio, sebbene un po’ riluttante, ed uscì a sua volta.
Quando se ne fu andato, Ron si rivolse ad Harry.
– Perché mai dovrebbe andare a cercare qualcuno che lo ha aggredito?
Harry ridacchiò.
– Non lo ha proprio aggredito… era solo in pensiero per lui. e poi qualcuno dovrà pur fare il primo passo…
– Il primo passo?
Harry ridacchiò di nuovo, imbarazzato. Forse poteva parlare della sua teoria a Ron, tanto per tastare il terreno… tantopiù che non era nulla di certo, e che quindi non avrebbe dovuto causare problemi a nessuno dei due amici.
– Sai, ho l’impressione che Dean abbia una bella cotta per Seamus…
Ron sgranò gli occhi.
E da quando Dean sarebbe gay?
– Non lo so, la mia è solo un’impressione… perché, la cosa ti creerebbe problemi?
Ron tentennò un po’.
– Beh, non proprio, però… è strano, ecco.
– Te l’ho detto, Ron… è solo una mia impressione. Magari sbaglio.
E secondo la tua… ehm, impressione… Seamus ricambia?
– Pienamente.
Ron vacillò.
– Oh mio Dio… ho bisogno di riprendermi un attimo…
Mormorò, per poi sedersi su una sedia lì vicino.
Harry si sforzò di sorridere, ma nei suoi occhi c’era un velo di tristezza. Certo, non aveva detto che la cosa gli faceva schifo, però… non era esattamente felice per loro due. Cosa comprensibilissima, certo… ma cos’avrebbe detto di lui e di Draco? Gli sarebbe bastato “un attimo per riprendersi”? O avrebbe avuto bisogno di molto, molto più tempo? Tra l’altro Draco era… era un Malfoy. Il che sarebbe stato sicuramente un problema. Ad Harry oramai questa cosa suonava totalmente ridicola, ma sapeva fin troppo bene che per Ron non era così. Ron odiava Draco Malfoy, e la cosa che più faceva male al moro era che non aveva neppure tutti i torti.
Chissà Hermione, invece, che cosa avrebbe pensato di loro… probabilmente aveva già intuito che Harry si stava vedendo con qualcuno… ma fino a che punto aveva capito come stavano realmente le cose? e fino a che punto avrebbe potuto accettarlo?
Harry si sedette vicino a Ron, ignorando le parole dell’amico che aveva cominciato a parlare, e sentendo solo vagamente che diceva qualcosa a proposito di Dean e Ginny.
Quando vide che l’amico si era interrotto, ed aspettava una risposta, si limitò a dire:
– Non lo so, Ron. Non lo so…


Draco stava disteso sul letto, con gli occhi chiusi, perso fra i suoi pensieri, quando qualcuno bussò alla porta.
Intuì che non poteva trattarsi di Blaise: l’amico, infatti, si sarebbe limitato ad entrare senza troppe cerimonie, visto che quella era la sua stanza. potevano essere Tigher e Goyle, i quali erano troppo impegnati a discutere con Theodore Nott fin da quando erano stati trasferiti nella sua stanza. Per un attimo, quando aveva saputo dei rapporti non proprio pacifici tra di loro, Draco aveva temuto che Piton decidesse di rispedirli in camera con lui e far tornare Blaise con Theo, tanto, litigio per litigio… ma grazie al cielo le loro discussioni non rasentavano nemmeno lontanamente la violenza di quelle che il moro aveva avuto con Blaise, e gli urli non si sentivano neppure troppo. Per cui, alla fine le cose erano rimaste così com’erano, e Draco non poté che essere felice per questo, dato che la cosa gli consentiva di vedere Potter senza le solite preoccupazioni. Era incredibile come quel maledetto grifondoro aveva assorbito completamente la sua vita… ed era stranissimo sentirsi innamorati… e amati. E la cosa peggiore era che si era reso conto di non poter più fare a meno di lui, anche se questo li avrebbe messi in pericolo entrambi. Se suo padre avesse anche solo intuito che i loro rapporti erano migliorati, gli avrebbe ordinato di trovare un modo di farlo fuori, o di portarlo da loro, di questo ne era più che certo. Lasciarlo era stata probabilmente la cosa migliore che avesse fatto per lui… ma non era riuscito a stargli lontano. Cosa avrebbe fatto, allora, il giorno in cui si fosse trovato davvero in pericolo? Come avrebbe potuto guardarlo negli occhi e dirgli che non potevano stare assieme, quando già ora non ci riusciva? Forse aveva sbagliato a dirgli tutto, a parlargli dei suoi sentimenti. Forse, se Potter avesse creduto che Draco non provava niente per lui, le cose sarebbero state più facili, perché per quanto gli pesava ammetterlo, il serpeverde sapeva che non c’era un futuro per loro. Non c’era modo di poter stare assieme, una volta finita Hogwarts. Forse avrebbe dovuto semplicemente prendere le cose così come venivano, e non pensare al futuro: dopotutto, non era stato lui a dire ad Harry di non farsi troppe seghe mentali, e di parlargli dei suoi problemi? Ed ora quello che si comportava così era proprio lui. Bella coerenza.
Altri colpi si sentirono dalla porta, ed il biondo serpeverde disse ad alta voce uno strascicato:
– Avanti…
Non si curò di mettersi a sedere, o di rendersi più presentabile.
Quando la porta si aprì, rivelò un’aggraziata figura femminile dai capelli mori tagliati a caschetto e dal volto sorridente.
– Ciao Draco!
– Ciao… Com’è qui?
La ragazza arrossì un po’.
– Beh, è da quando sei tornato che non mi rivolgi praticamente la parola, e…
Draco sospirò rumorosamente, e si alzò in modo da stare con la schiena poggiata al muro.
– Non ce l’ho con te, non preoccuparti. È solo che ho avuto altre cose a cui pensare.
Pansy annuì timidamente.
– Lo so… cioè, lo immaginavo. Però sai, circola voce che tu abbia… beh, ecco… che tu abbia preso il marchio, e volevo sapere…
– Volevi sapere se è vero?
Domandò Malfoy, leggermente accigliato.
La mora annuì.
– Chi ha messo in giro queste voci?
– Theo mi ha detto che secondo lui è per questo che sei stato fuori per un paio di giorni… ma anche gli studenti di altre case… Sai, Millicent sta con quel tassorosso, e tra loro ed i corvonero si vocifera che quello che c’era scritto sul giornale, del ritorno di tuo padre, abbia anche fare con la tua assenza momentanea. Naturalmente non possono esserne sicuri, ma qualcuno di loro pensa che tu-sai-chi abbia bisogno di altri mangiamorte per uccidere Potter…
Draco annuì lentamente.
– Capisco. Insomma, gli studenti non hanno niente di meglio da fare che sparlare del sottoscritto.
Pansy ridacchiò.
Non è che tutte le case si siano messe a meditare su ciò che tu potresti o non potresti aver fatto, sono solo due o tre studenti qua e là… però Theo mi ha detto che per lui non si tratta di tuo padre, ma del marchio, e siccome hanno provato a farlo prendere anche a me, ho pensato che forse…
– Che forse potrebbe essere vero. Sai che anche se fosse così, non potrei dirtelo, no?
– Ci avevo pensato. Ma sai che di me puoi fidarti… morirei piuttosto che tradirti.
– Lo so, Pansy, ma davvero non posso dirti nulla. Mi spiace…
Pansy annuì
tristemente.
– D’accordo. Stai attento, però, capito?
– Naturalmente. Comunque… grazie.
Pansy lo guardò sbalordita. “Grazie?”
– Chi sei e che ne hai fatto del mio Draco?
Chiese divertita.
– Non è proprio il tuo Draco, se non sbaglio…
– Oh, ma lo sarà molto presto… grazie alle mie tattiche infallibili non sfuggirà ancora a lungo al mio fascino. Perciò riportamelo indietro!
Il biondo Ghignò.
– Non credo tu sia tanto abile…
Pansy lo guardò
maliziosa, e prima di andarsene, gli disse suadente.
– Vedremo, mon amour, vedremo…
Quando fu uscita, Il biondo si alzò in piedi di scatto, e cominciò a camminare avanti e indietro. Si sentiva un cretino, ma era terribilmente nervoso e non poteva farne a meno. Se davvero gli studenti delle altre case avevano intuito qualcosa, presto le voci si sarebbero diffuse anche fuori dalla scuola. che cosa avrebbe fatto, allora? Forse si stava preoccupando troppo, ma d’altra parte…
Si passò una mano tra i capelli.
Non doveva far vedere ai suoi compagni che era agitato, non doveva fare nulla di sospetto.
E Theo… come aveva fatto a saperlo? Il compagno non parlava mai di cose di cui non era assolutamente certo. Forse l’aveva saputo da suo padre… forse volevano far diventare un mangiamorte anche lui. Se così fosse stato, la situazione era più complicata del previsto. Con un altro mangiamorte a scuola, pronto a controllarlo ed a riferire all’oscuro ogni sua mossa falsa, non avrebbe certo avuto vita facile…




***continua***

Note dell’autrice


Ringrazio moltissimo tutti coloro che leggono e recensiscono… scusatemi se non vi rispondo, ma è un periodaccio e davvero non ce la faccio con i tempi ^^
Un bacione a tutti/e, e continuate a commentare!

   
 
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