Un
(quasi) matrimonio perfetto
1.Il risveglio
Era una splendida mattina di
inizio luglio: il cielo era terso, di un azzurro pallido nelle prime ore del mattino ma senza traccia delle nuvole che, da qualche giorno
a quella parte, avevano causato violenti temporali su tutta la regione; la
temperatura dell’aria era fresca, sebbene l’estate fosse alle porte, ma il sole
stava già cominciando a scaldare il terreno bagnato, creando spirali di vapore
che si alzavano pigramente verso il cielo.
La Tana era immersa nel silenzio
placido del primo mattino; al suo interno la famiglia Weasley sonnecchiava
tranquilla in attesa che il grande evento avesse
inizio, ignara dei funesti eventi che avrebbero reso quella giornata memorabile,
per tutti loro.
Improvvisamente un urlo ruppe la
quiete domestica.
- Tutti in piedi! Abbiamo un matrimonio da organizzare! – la
voce squillante di Molly Weasley risuonò nei svariati piani della casa,
buttando giù dal letto tutti i suoi, altrettanto
numerosi, ragazzi.
- Mamma, è presto, - bofonchiò
Charlie, mettendo la testa rossa scarmigliata fuori dalla
porta della sua stanza e sbadigliando vistosamente.
- No, tesoro. Sono le 5 e mezza,
il che vuol dire che abbiamo solo 6 ore e mezza per preparare tutto prima che gli
invitati comincino ad arrivare. E’ ora di alzarsi, - trillò sua madre,
sorridendogli.
- Ma’, si sposano Bill e Flebo,
che cosa c’entriamo noi? – domandò quindi Fred, sbucando dalla porta della
stanza che condivideva con il gemello, ancora nelle braccia di Morfeo.
- C’entrate che Bill è vostro
fratello, e quindi dovete aiutare anche voi, come tutti.
- Tutti chi? Ci siamo solo noi…
- Arriveranno anche Tonks,
Kingsley e forse anche Remus, se riesce a finire il lavoro che stava facendo,
quindi giù dal letto. Vi voglio in cucina tra 10 minuti. RON, - urlò poi Molly.
– Mi hai sentito?
- Umpf – un grugnito provenne
dalla camera del più piccolo maschio Weasley, e fu tutto quello che testimoniò
il fatto che Ron era sveglio.
Nove minuti e mezzo dopo erano
tutti riuniti attorno al tavolo della cucina ed insieme a loro c’era la
famiglia Delacour al gran completo: Fleur, fresca e riposata nel suo vestito
estivo azzurro, Gabrielle, la sua sorellina, che appariva decisamente più
assonnata di lei; sua mamma, molto simile alla figlia
maggiore, sia nell’atteggiamento che nell’aspetto; e il papà, le cui occhiaie
blu scuro mostravano chiaramente come la notte precedente avesse fatto tardi al
pub del paese, non aspettandosi una levataccia il mattino successivo.
- Non capisco perchè dobbiamo
alzarsci così presto, in fondo non sci vorrà così tonto puor prèparer tutto, oui?
– chiese Fleur con il suo accento francese, scuotendo la chioma di capelli
argentei.
Ginny fece una smorfia,
nascondendo il volto dentro la sua tazza, Molly le lanciò uno sguardo maligno, trattenendosi però poi dal ricordarle come quello fosse il suo matrimonio e come tutti si fossero
alzati presto per lei. Per il suo
Bill, avrebbe sopportato anche questo.
Non altrettanto fece il suo Bill,
però. - Tesoro, sono giorni che ne discutiamo. Dobbiamo preparare tutto: il
patio fuori, le sedie, il banchetto, - le rispose paziente, osservando la
smorfia sul volto della sua quasi moglie ma sorridendole, nonostante tutto.
Ginny sprofondò ancora di più nella sua tazza per evitare che sua madre vedesse l’espressione di disgusto che le era apparsa sul volto, i gemelli però la notarono: Fred e George sorrisero tra loro. Fleur rimase in silenzio qualche istante, continuando a giocare con le sue uova strapazzate, poi, cambiando completamente discorso, disse - Questa colazione est terribile. In France abbiamo cose molto più lègère…
Il sorriso sulle labbra dei
gemelli morì all’istante, nessuno aveva mai osato criticare il modo di cucinare
di Molly Weasley prima di allora. Nella cucina scese un silenzio imbarazzante
fino a che la signora Delacour non assentì, dicendosi assolutamente d’accordo
con quando affermato dalla sua primogenita.
- Devo andare al Ministero,
questa mattina, - disse improvvisamente Arthur Weasley, osservando preoccupato
la moglie diventare viola per la rabbia, cercando in questo modo di distrarla dai
commenti alle sue famose uova alla Wealsey.
In un certo senso questa tattica ebbe successo, lo sguardo di Molly passò da Fleur ad Arthur.
– Vai al lavoro? Oggi? – chiese.
- De… devo, cara. Ho lasciato
alcune cose in sospeso, ieri, e devo
assolutamente andare a concluderle oggi. Sai, - aggiunse poi tentando di darsi
un contegno importante. – Sono cose molto importanti.
Sua moglie lo fulminò con lo
sguardo, aprì la bocca per replicare che lui NON poteva semplicemente andarsene,
non il giorno del matrimonio del suo primogenito e, soprattutto, non il giorno
del matrimonio del suo primogenito con quella ragazzina snob, lasciando la sua
metà in balia dei parenti francesi, ma lui la precedette. – Ma sarò a casa per
le 11. Anche prima, se riesco a liberarmi in tempo! – esclamò Arthur, facendo
un timido sorriso in direzione della moglie.
Molly lo fissò per un attimo, indecisa
su cosa dire, poi decise di tacere e accettare quella decisione senza discutere,
quindi permise alle sue labbra di stirarsi in un sorriso
quando, qualche minuto più tardi sulla porta di casa, salutava il
consorte.
- Harry e Hermione a che ora
arrivano? – chiese Ginny a Ron.
- ‘On
bo, - rispose lui con la bocca piena di porridge.
La ragazza fece un’espressione
disgustata. – Scusa?
Ron inghiottì. – Non lo so, ho detto. Credo che arrivino più tardi.
- E per allora voglio che fuori
sia già tutto a posto, sono stata chiara? – dichiarò Molly, osservando Charlie
che faceva levitare le stoviglie della colazione nel lavello, prima di stregare
spazzola e panno affinché le lavassero e le asciugassero
a dovere.
- Perché? – chiesero in coro i
gemelli.
- Perché lo dico io, ecco perché.
E poi perché così dopo potremmo occuparci della preparazione del banchetto e
poi delle damigelle e della sposa. Senza contare che anche voi dovrete darvi
una bella sistemata.
- Moi? – esclamò Fleur, sentendosi chiamata in causa, interrompendo
bruscamente il suo fitto dialogo in francese con la madre. – Non ‘o bisogno di preparazione. Je suis parfaite! – rispose,
quasi scandalizzata.
- Perfetta? Tanto per cominciare non dovrebbe parlare continuamente in francese, dato che siamo in Inghilterra e che nessuno di noi capisce quello che dice… - bofonchò Fred.
Ginny, dal canto suo, alle parole
della giovane si era infilata due dita in bocca, mimando poi il gesto di rimettere;
Fred e George sogghignarono alla vista della sorella, pregustandosi la scenata di
Molly a quelle parole; Charlie non ci fece caso, troppo preso dalla rivista
“Tutto per la cura dei Draghi” per interessarsi di altro al mondo; Bill stava
osservando Fleur con lo sguardo velato, incapace di fare altro che osservare la fidanzata ammaliato.
- Ehm, - si schiarì la voce Molly
cercando di dominarsi, mandare a stendere la sua futura nuora proprio il giorno
delle nozze non sarebbe stato un buon inizio. E il suo Bill sembrava così
innamorato di lei, sebbene nessuno ne capisse il motivo. – Certo, cara, - disse
quindi con un tono di voce quanto più dolce riuscì a trovare.
Fred cadde dalla sedia.
- Bene, se avete finito direi che possiamo iniziare i preparativi! – riprese Molly.
- Oui, non potrei mangiàre autre, - rispose Fleur, alzandosi con grazia dalla sedia, seguita dalla sorellina.