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Autore: flors99    23/01/2013    10 recensioni
Ronald Weasley ha preso una grossa cotta per una ragazza del suo anno e chiede a Hermione di aiutarlo a conquistarla.
Aggiungeteci pure una scatenata Ginny Weasley e quell'imbranato del suo migliore amico...
Dal testo:
- Potresti scriverle una poesia! - suggerì Hermione.
[...]
- "All'una ho pensato alla luna,
alle due al bue,
alle tre al re,
alle quattro ho smesso di pensare, perché la rima non sono riuscito a trovare."
- ...
- Ti vedo scossa, Hermione, la mia poesia, per caso, non ti è piaciuta?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
Capitoli:
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Tra le note troverete un piccolo spoiler: vi sfido a capire di cosa si tratta ;) Vi aspetto giu!
 
 
 
 
Hermione aveva appurato che Ronald Weasley non era un poeta. Decisamente no.
Ancora le venivano i brividi ripensando a quelle orrende poesie, mentre continuava a chiedersi come l’amico avesse potuto scrivere cose simili.
- Ok, lasciamo da parte l’idea delle poesie. – decretò Hermione irremovibile.
- Ma non erano così brutte!
- Ronald, non costringermi a esprimere quello che sto pensando.
Il Grifondoro borbottò qualcosa sul fatto che secondo lui i suoi versi “non erano poi tanto male”, ma Hermione non gli badò.
- Abbiamo bisogno di un’altra idea. – rifletté la ragazza ad alta voce.
- Mh. – borbottò Ron in risposta.
- Non so…ci vorrebbe qualcosa che…ti faccia notare, ma senza un approccio diretto…
- Mh.
Hermione cominciò a girare intorno a un unico punto, mentre si sforzava di trovare una soluzione.
- Forse potresti…
- Mh.
- Insomma Ron! Smettila di “Mhare” e pensaci anche tu! – esclamò frustata, sia perché nessuna idea le veniva in mente, sia perché era ancora innervosita dagli occhi di Ron che s’illuminavano, mentre pensava a Megan.
- Ci sto pensando! – le rispose. – Ma non…ho trovato! – quasi urlò all’improvviso.
- Cosa?
- Tu potresti diventare sua amica e mettere una buona parola per me.
- …Ron…ma il tuo cervello funziona correttamente?
- Uh?
- Non…si conquista così una ragazza! Non…non posso diventare sua amica per parlarle di te, tralasciando anche il fatto che io non sopporto Megan!
- Ma…
- Ma niente. Questa cosa non è fattibile. – Hermione fu intransigente su quel punto, nonostante Ron tentò di farle cambiare idea più volte. Dopo vari borbottii e pensieri, Hermione riprese la parola. – Ron…perché non provi semplicemente a parlarle? Non per chiederle subito di uscire, ma…per conoscerla davvero e darle la possibilità di conoscerti. – propose saggiamente dopo qualche secondo.
- No! – esclamò Ron, arrossendo.
- Ma…perché?
- Non…non ne sono capace, io…ogni volta che mi passa vicino mi blocco…non posso addirittura parlarle!
Hermione rimase per un secondo in silenzio, guardandolo farfugliare mentre gesticolava ripetutamente. Non credeva che Ron fosse tanto timido e impacciato con le ragazze: stranamente quella scoperta le fece una tenerezza incredibile e, prima che potesse impedirlo, le sue labbra s’incresparono in un dolce sorriso.
- Oltre ad essere romantica, conosci qualche altro tratto significativo di Megan, che potrebbe aiutarti? – domandò Hermione, dopo averci pensato qualche secondo.
- Credo…che le piaccia disegnare…
- Disegnare?
- Beh…l’ho vista scarabocchiare sui tovaglioli e…quella stessa volta che le ho rovesciato il succo di zucca addosso, le è caduta la borsa con i libri, spargendo per terra dei disegni.
- Ah.
- Ecco perché mi ha mandato a quel paese! Credo di averle bagnato i disegni col succo di zucca – esclamò il ragazzo come colto da una qualche improvvisa illuminazione.
- Mmm…può darsi. – concesse la ragazza, anche se, secondo lei, Megan si era arrabbiata perché si era macchiata i vestiti, non per i disegni.
- Pensi che potrebbe piacerle un disegno?
- Ehm….penso che…
- No. – si rispose Ron da solo. – Un disegno è una cosa stupida.
- Non è stupido. – lo corresse Hermione. – E’ un gesto molto dolce, ma…
- Ma...?
- Non ti vedo molto portato…per il disegno.
- Hei! Io sono bravissimo a disegnare, mi ha insegnato papà!
Hermione represse una risata.
- Con tutto il rispetto che ho per Arthur…non credo che tu ne sia davvero capace. Per fare un disegno bisogna avere calma, pazienza, precisione e…insomma…non è che tu spicchi in nessuna di queste, per cui…
- Ma non è vero!
- Ron non c’è bisogno che tu mi menta. Sono la tua migliore amica e ti conosco, non devi inventarti…
- Io non mi invento niente. – ribatté il ragazzo. – Sono bravo a disegnare.
- Ah sì?
- Sì.
- Bene, allora dimostralo. – lo sfidò Hermione, completamente dimentica di ciò che dovevano fare.
Ron spalancò gli occhi azzurri.
- Ora?
- Visto? Ti sei tirato indietro, questo vuol dire che…
- Non mi sono tirato indietro, solo che…
- Non cercare giustificazioni, Ronald Weasley. Io scommetto che tu non sei capace di disegnare. Dimostrami che sbaglio.
- D’accordo. – replicò Ron, ancora più cocciuto di lei.
Senza fiatare ulteriormente, Hermione fece apparire tutto il necessario, insieme a parecchi fogli e persino un ripiano su cui lavorare.
- Cos’è questo? – chiese Ron, alzando una strana matita.
- E’ un lapis.
- Un che?
- Avevi detto che sapevi disegnare! – lo accusò la ragazza, senza rispondere alla sua domanda.
- Sì, ma ho sempre usato le piume.
- Con questa matita ti riuscirà meglio…sempre che ti riesca. – concluse con un sorrisetto.
Ron arrossì leggermente, prima di mettersi a lavoro. Non le disse neanche che cosa stesse disegnando, si chinò semplicemente sul ripiano, con uno sguardo concentrato.
Hermione rimase a fissarlo, convinta che da un momento all’altro, Ron si sarebbe alzato e avrebbe strappato lo pseudo-disegno. Sorprendentemente, dopo una buona mezz’ora, Ron era ancora concentrato sul disegno: Hermione era sconcertata. Era più che sicura di non aver mai visto una simile attenzione a qualcosa da parte del ragazzo; un evento più unico che raro.
Si chiese cosa stesse disegnando con così tanto impegno e si guardò intorno, guardando gli oggetti uno ad uno, per vedere cosa lo avesse ispirato. Non avendo trovato nulla d’interessante, poggiò la testa su una mano, chiedendosi quanto ancora Ron ci avrebbe messo; non rendendosene conto, diede voce ai suoi pensieri.
- Ron, quanto ci metti?
- Ho finito. – disse il Grifondoro, sorridendo.
- Adesso vedremo se sei davvero così bravo. – replicò, alzandosi e sfilandogli il disegno di mano. – Anche se sono sicura che… - quando vide il disegno, per poco non le cadde di mano.
La prima impressione che ebbe fu che quel disegno non poteva essere di Ron, anche se fu costretta a scartare quell’ipotesi perché aveva visto lei stessa il Grifondoro mentre “creava”. La seconda cosa che pensò fu che la ragazza che vi era ritratta fosse bellissima: non sorrideva, ma nei suoi occhi c’era una sfumatura dolce, che le conferiva una particolarità unica.
- Ah. – riuscì a malapena a dire. – E’…molto…bella…Megan.
Ron arrossì.
- Non è Megan, sei tu. – chiarì, arrossendo ancora di più.
Hermione a quelle parole, sentì le gambe molli. Passò un dito sul disegno, percorrendo la forma leggermente allungata del viso, gli occhi scuri e la capigliatura crespa.
La sua terza impressione fu che quella ragazza non potesse assolutamente essere lei: era più che sicura di non essere davvero così bella, non che ci avesse mai pensato più di tanto; non ne aveva mai avuto il tempo e la voglia. Una domanda si fece strada nella sua mente.
È così che Ron mi vede?
Quel pensiero le fece tremare le mani, mille aghi di pino si conficcarono nella sua pelle, provocandole freddo e caldo allo stesso tempo.
Continuò ad ammirare quei tratti decisi e delicati che coesistevano e armoniosamente si intonavano tra loro; Hermione non si riconosceva, ma il talento di Ron era innegabile.
- Avevi ragione tu. – mormorò semplicemente la ragazza, con lo stomaco attorcigliato e il cuore che batteva all’impazzata. – Hai avuto davvero un buon maestro. Non sapevo fossi così bravo.
- Beh…non ho mai avuto bisogno di disegnare, per questo non lo sapevi.
- Già…
Ron fu stranamente modesto.
- Tutti possono disegnare, comunque.
- Io no. – ribatté bruscamente Hermione, turbata da quel batticuore continuo e non riuscendolo a guardare negli occhi. Effettivamente era vero: alle elementari i suoi disegni erano sempre i più brutti della classe.
- Vuoi dirmi che tu, Hermione Granger, non sai fare qualcosa?
- Non…non c’entra nulla questo. – farfugliò.
- Potresti provare.
- No. So che non so disegnare, Ron, non ho bisogno di dimostrarlo.
- Non è difficile…o hai paura? – chiese, sapendo che così l’avrebbe convinta.
Hermione lo fissò con uno sguardo indecifrabile per qualche secondo.
- Ok. – borbottò, più per orgoglio che per altro.
- Potresti disegnare il divano, non è molto difficile. – propose Ron, mentre la ragazza prendeva la matita in mano e un foglio su cui lavorare.
- Ok. – ripeté, impugnando la matita e osservando il foglio. Rimase ancora qualche secondo concentrata, finché non si decise a fare qualcosa; cominciò a tracciare linee e curve, consapevole dello sguardo attento di Ron, dietro di lei. Di tanto in tanto lanciava un’occhiata all’oggetto del suo disegno, ma più lo faceva, più si rendeva conto di quanto facesse schifo l’immagine ricreata sul suo foglio. Inoltre avvertiva il respiro di Ron dietro di lei tra spalla e collo, e, una volta compreso che la distanza tra loro era ridotta al minimo, fu impossibile continuare quell’orrendo disegno.
Rossa come un peperone, osservò il suo schizzo facendo poi una smorfia disgustata.
- Te l’avevo detto che non ne ero capace. – disse frustrata.
Ron non le rispose, ma anzi si avvicinò, abbracciandola da dietro. Hermione, oltre ad arrossire più che mai, fu anche presa dalla confusione, finché non si accorse che Ron le aveva semplicemente stretto la mano tra la sua per poi portarla sopra il foglio.
- Prova insieme a me. – le sussurrò all’orecchio, facendola rabbrividire e costringendo il suo cuore a intraprendere una maratona.
Sotto il suo sguardo e con la mano di Ron sopra la sua, il disegno cominciò a delinearsi con più precisione, il divano assunse una forma accettabile, lo schizzo prese le sembianze di un disegno reale.
Il respiro di Ron s’infranse sulla sua guancia e le sue labbra furono vicinissime alle proprie per un secondo. Un secondo in cui Hermione credette davvero che ci sarebbe rimasta secca: il respiro le si bloccò improvvisamente, le mani le sudavano e percepiva chiaramente il rossore imporporarle le guance ora più che mai.
Proprio quando Hermione era sicura che non avrebbe potuto sopportare ancora oltre la vicinanza di Ron e quando il cuore rischiava di esploderle dal petto, il Grifondoro si allontanò con un sorriso soddisfatto.
- E’ venuto bene, no?
Hermione non trovò neanche la forza per rispondere.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo Autrice
 
 
Salve a tutti carissimi!
Innanzitutto volevo fare due precisazioni: non so se Ron sia bravo a disegnare o no, prendetela come una licenza poetica.
Seconda cosa: mi dispiace un po’ per questo capitolo. Non è molto divertente, diciamo che punta un po’ più sulla tenerezza che sulla risata. Spero lo stesso che almeno un pochino vi piaccia, onestamente vi capirei se mi trovassi l’account pieno di bandierine arancionissime ù.ù
I prossimi vi prometto che saranno più divertenti e proprio perché mi dispiace che questo capitolo probabilmente non vi susciterà neanche una risata, vi lascio un piccolo spoiler sui prossimi capitoli.
 
- Uno, due, doppio passo! – esclamò Ron, quasi divertito.
- E doppia pestataaaaa! Ahia! – gridò la ragazza, saltellando per il dolore.
 
Secondo voi a cosa si riferisce lo spoiler? Si accettano scommesse ;)
 
Ringrazio tutti coloro che hanno messo la mia storia tra le preferite/seguite/ricordate, ma un grazie gigante a quelle 5 ragazze (5,5,5,5,5,5!!!! Ma siete matte?!?!?) che hanno recensito lo scorso capitolo: MimyRyuugu, Virus14, Soly Dea, TurningSun e piumetta. Grazie, davvero. Grazie di cuore, le vostre opinioni sono molto importanti per me :))
Un abbraccio stritolatore!
flors99
  
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