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Autore: fliflai    30/01/2013    6 recensioni
Salve a tutti!
Allora questo è il continuo di Un marmocchio problematico e Un marmocchio problematico: il ritorno.
Tsuna questa volta dovrà affrontare la gravidanza, e Hibari non sembra molto felice della cosa...
So che sono negata per le trame, ma spero comunque che vi piaccia la storia!!!
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kyoya Hibari, Tsunayoshi Sawada, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Mpreg
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Un Marmocchio Problematico.'
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La mattina Kyoya si alzò di malumore, la ragione era naturalmente legata alla notte precedente.

Quando arrivò in cucina vi trovò Tsuna, che stava parlando al telefono.

<< Lo so, ma non dovrebbe essere lui a chiedermelo? >> stava dicendo a qualcuno.

Il moro alzò un sopracciglio. Con chi stava parlando e perchè aveva un tono così triste? Chi era l'erbivoro che lo stava facendo soffrire?

<< Buongiorno >> si annunciò.

Il castano sobbalzò per la sorpresa e, rivolgendogli un sorriso un po' tirato, lo ricambiò.

<< Ora devo andare. Ciao! >> salutò la persona dall'altra parte del telefono.

Il moro si sedette, e immediatamente il piatto con la colazione gli venne posato davanti.

<< Chi era al telefono? >> domandò con sguardo indagatore.

<< Mia madre >> rispose con un sorriso l'altro.

Hibari non disse nulla, ma aveva capito chiaramente che stava mentendo.

Perchè si comportava così?

Ebbe appena il tempo di formulare quella domanda che dalle scale scesero come dei fulmini i figli.

<< Terme! >> urlarono in coro fiondandosi sulla rispettiva sedia.

Kyoya li rimproverò con lo sguardo. Possibile che non avessero ancora capito che la mattina non dovevano fare rumore?

<< Buongiorno >> li salutò con affetto Tsunayoshi dando loro la colazione.

<< Papà quando partiamo? >> chiese Izumi con impazienza mentre mangiava ad una velocità improponibile.

Il castano sorrise ancora, spiegando che ci sarebbe voluto ancora un po' di tempo, suscitando così il malcontento fra i tre.

Hibari si chiese esasperato cosa c'era di così emozionante nell'andare alle terme, posto che lui odiava.

Quando finalmente la colazione venne consumata i tre Mostri riandarono nelle loro stanze per prendere i rispettivi zainetti.

Aiko aveva scelto di prendere quello che gli era stato regalato da suo zio, uno dei tanti al dire il vero. Su di esso c'era il simbolo dei Vongola, e il bambino lo adorava.

Izumi ne prese uno nero, abbastanza spazioso per metterci i tanto amati tonfa.

E Mey... prese il suo preferito, quello a forma di ananas.

Spesso il padre le diceva che quella era una brutta ossessione, a lei lo ignorava totalmente, troppo impegnata a venerare l'oggetto.

Alla fine, con grande gioia di Kyoya, riuscirono a partire.

I bambini si sedettero nei sedili posteriori dell'auto.

Izumi e Mey erano vicini, e Aiko guardava fuori dal finestrino.

Quello che preoccupava i genitori di solito era il fatto che neanche a metà viaggio dovevano fermarsi, per cambiare di posto.

Quei due vicini non potevano stare troppo a lungo, ormai l'avevano capito tutti.

Tsuna si addormentò molto presto. Evidentemente Reborn lo aveva davvero sfinito.

<< Allora marmocchi, se qualcuno osa svegliare Tsunayoshi lo mordo a morte >> chiarì immediatamente.

Da dietro arrivò un coro di “ Si padre”. Non era molto convinto che avessero capito, ma per una volta volle fidarsi.

Voltando la faccia verso il fidanzato non poté che pensare nuovamente a come fosse carino. Non era cambiato molto nel tempo.

<< Izumi smettila di spingermi! >> protestò Mey da dietro.

Il castano sbuffò esasperato.

<< Non posso spingerti ananas, sono seduto >> la voce era piuttosto scocciata.

Kyoya sospirò, ma stette zitto.

Da dietro non provenivano più rumori.

Meglio così.

Ma, naturalmente, poco dopo qualcuno interruppe la quiete tanto amata da Hibari.

<< P-padle... >> mormorò Aiko, sembrava imbarazzato.

E che succedeva ora?

Il moro si girò e fissò il figlio, che si era piegato su se stesso e aveva il volto rosso.

<< P-padle... devo andale in bagno... >> rivelò il figlio fissandolo implorante.

Fantastico.

<< Aiko se la fa addosso! >> ridacchiò Izumi.

Mey seguì il suo esempio, e scoppiò a ridere.

Tutto ciò ebbe il bruttissimo effetto di far imbarazzare fin troppo il piccolo moro, che divenne rossissimo in viso.

<< S-smettetela! >> balbettò.

Kyoya si irrigidì. Uno dei grandi difetti che Aiko aveva avuto fin da piccolo era che, se lo si metteva in imbarazzo, non riusciva più a controllare quello che stava facendo.

E in quel momento si stava trattenendo.

<< Adesso basta! Non mettete in difficoltà vostro fratello! >> li rimproverò.

Poco dopo accostò e Aiko si precipitò fuori dalla macchina.

Hibari sospirò di sollievo. Quella volta l'aveva scampata.

Giusto per essere sicuro chiese anche agli altri due se avessero bisogno di fare qualcosa, ma Izumi e Mey negarono.

<< Hibari-san... >> sospirò Tsunayoshi muovendosi un po'.

I tre bambini si guardarono.

Poi domandarono a Kyoya come mai il loro papà avesse detto il suo nome mentre dormiva.

<< Alcune volte lo fa. Perchè non provate a dormire anche voi? >> suggerì. Tanto il viaggio era piuttosto lungo, ci sarebbe voluto ancora un po'.

Mey prese l'ananas e la usò come cuscino.

Izumi rimase fermo, lui non si muoveva molto mentre dormiva.

Aiko appoggiò la testa sulla spalla del fratello e chiuse gli occhi.

<< Hiba-chan... >> sospirò Tsuna con un sorriso.

Hibari si irrigidì.

Sei occhi si aprirono contemporaneamente e andarono a piantarsi sulla figura del povero Hibari.

<< Che cosa era quello? >> fu la domanda collettiva.

<< Niente marmocchi tornate a dormire >> ringhiò.

I tre marmocchi ubbidirono, ma comunque fecero un piccolo ghigno.

 

*-*-*-*

 

Appena arrivati trovarono subito delle difficoltà.

Mey non voleva staccarsi dalla famiglia, ma le vasche erano divise fra maschi e femmine, e quello comportava per lei restare da sola.

Scoppiò in un pianto disperato.

Tsuna si chinò a consolarla, mentre Kyoya provava, a modo suo, a convincere i gestori.

Tuttavia dopo un po' riuscirono a risolvere la situazione.

E, strano davvero, quella volta fu Tsunayoshi Sawada in persona.

Con un ultimo, probabilmente folle, disperato gesto Tsuna esclamò: << Io sono il Decimo Boss della famiglia Vongola! >>.

Nella stanza calò il silenzio.

Kyoya, pietrificato, si chiese perchè il suo ragazzo avesse detto una cosa del genere.

Ma poi notò il comportamento dell'uomo davanti a loro.

Fino a quel momento li aveva trattati con davvero poca gentilezza ma all'improvviso divenne la persona più disponibile e gentile sulla faccia della terra.

E così la famiglia Sawada-Hibari fece una scoperta davvero molto interessate.

<< Venite da questa parte signori >> disse con un sorriso un dipendente.

Hibari lo fissò con sospetto. Davvero quell'erbivoro non aveva capito che lui aveva notato come guardava il SUO Tsunayoshi?

A grandi passi si avvicinò al castano e gli mise un braccio intorno alle spalle, stringendolo a sé.

Tsuna lo fissò con sguardo interrogativo, ma lo abbracciò a sua volta.

Il commesso non disse nulla, ma si irrigidì un po'.

L'ex Presidente del Comitato Disciplinare sorrise. Ecco, adesso le cose erano chiarite.

Alla fine arrivarono in una ampia stanza.

E così tutti vennero a sapere che la famiglia Vongola aveva le terme personali.

Fantastico, almeno in questo modo evitavano numerosi e fastidiosi erbivori.

<< Grazie mille >> disse Sawada al commesso che, dopo avergli sorriso se ne andò.

La famiglia a quel punto si divise, Izumi e Aiko andarono a cambiarsi con il padre, mentre Mey seguì il papà.

Si riunirono poi, alla vasca.

Izumi e Mey presero per mano il fratello e andarono a farsi una giro nella grande vasca, lasciando così i genitori soli.

Tsuna si sedette e Kyoya lo imitò, dopo di ché si sporse e baciò l'altro.

Finalmente un po' di tempo da soli.

O almeno credevano.

Mentre i tre correvano all'improvviso andarono a sbattere contro qualcosa. O per meglio dire: contro qualcuno.

<< Ma che... >> mormorò Izumi mentre afferrava al volo i fratelli.

L'uomo si voltò.

Appena li vide sbiancò.

<< VOOOOOOOOOI marmocchi che ci fate qui? >>.

Difficile non capire chi avesse parlato.

  
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