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Autore: Hylia93    07/02/2013    14 recensioni
Dopo aver letto tante ma tante ff, provo a scriverne una anch'io, la mia prima Dramione!
Siamo al quinto anno, ma c'è qualche differenza. Voldemort non è rinato, perché Silente è riuscito ad impedire che Harry (e di conseguenza anche Cedric) usasse la passaporta, ossia la Coppa del Torneo Tremaghi. Tuttavia, Voldemort non è ancora morto del tutto e forse nasconde più di quanto si pensi. L'atmosfera è all'apparenza più tranquilla a Hogwarts, più serena. Sarà un altro anno pieno di peripezie o riusciranno, finalmente, a vivere un anno da adolescenti? Le due cose, in realtà, sono complementari! :)
Genere: Introspettivo, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Salve a tutti!
Questa è la mia prima fanfiction dunque,
come accade a ogni scrittrice che si rispetti, non mi piace.
Il mio stile è cambiato molto e ora rileggerla mi fa strano, ma non 
importa perché il passato non si rinnega! Comunque, per chi volesse
leggerla in modo molto più comodo (EPUB!) mi mandi l'email per messaggio
o mi aggiunga su Facebook (Hylia Efp
)
. Grazie per l'attenzione e buona lettura! :)
 

One dream one soul one prize one goal

One golden glance of what should be

It's a kind of magic

Queen - A Kind of Magic

 

Capitolo 1, "La Lettera."
 
Gli undici anni sono un'età strana: sei ancora bambino, sia fisicamente che mentalmente, ma la tua personalità è già in via di sviluppo, le tue idee sul mondo sono formate e hanno bisogno di esperienza per essere definite.
In verità io sono sempre stata una bambina molto precoce, ho imparato a leggere e scrivere prima degli altri, al posto delle favole amavo farmi decantare poesie, invece di giocare all'aperto con le mie amiche preferivo sedermi sul divano a leggere un libro. Vedevo le mie compagne di scuola, un po' viziate ed estremamente ordinarie, correre nel giardino con un gelato in mano e mi rendevo conto di non appartenere a quel mondo. Mi sentivo così fuori posto e mi chiedevo "perché non posso essere come loro, senza troppi pensieri e soddisfatta di quello che ho"?
Poi un giorno, mentre ero in cucina ad aiutare la mamma a cucinare, sentii un rumore provenire dal salone. Quando mi affacciai dalla porta vidi che fuori dalla finestra un grande gufo grigio-marrone batteva insistentemente il becco contro il vetro, come a voler richiamare attenzione. Alla sua zampa era legata una lettera. Mia madre mi raggiunse e sussultò appena vedendo quella buffa scena. Con un'espressione stupefatta fece qualche passo verso di me e aprì la finestra. Il gufo la guardò serio e le volò accanto, posandosi sul tavolino da tè e porgendomi la zampa con la lettera. Ricordo che mi sembrò tutto molto strano, avevo letto qualcosa sui gufi e non li avevo mai visti comportarsi in quel modo, ma allo stesso tempo sentivo che quello che stava succedendo era giusto, era così che doveva andare. Mossi un passo verso di lui, un po' titubante e slegai il laccetto. Mi ritrovai in mano una semplice busta bianca, di carta spessa e ruvida. Niente di che, all'apparenza, eppure in realtà celava una svolta nella mia vita, quella che aspettavo da tempo, seppur inconsciamente.
Cinque anni dopo, quella busta era di nuovo nelle mie mani, più sicure e più determinate nello sciogliere quello stesso laccetto. I miei si erano abituati all'idea di avere una strega in famiglia, ne erano orgogliosi e ogni volta che vedevano i miei voti sprizzavano gioia come due bambini. Io avevo trovato il mio mondo, il mio modo di vivere e gli amici giusti. Nonostante ciò, un senso di insoddisfazione continuava ad invadermi, ben nascosto non solo agli altri ma anche a me stessa, uno di quei fastidi che ti accorgi di aver avuto solo quando non li hai più.
Aprii la busta e una piccola spilla cadde sulle mie gambe, una lettera P oro spiccava su uno sfondo rosso, i colori della mia casa. La presi tra le dita con aria stupefatta, contenta e preoccupata al tempo stesso e corsi a dare la notizia ai miei, che per manifestare la loro felicità mi strinsero così forte che temetti di essermi rotta un paio di costole. Nonostante tutto ne uscii incolume, emozionata per l'inizio di un nuovo anno scolastico dopo la disfatta di Voldemort, l'anno precedente.
Ci era mancato poco che Harry ci cascasse, che toccasse la coppa del Torneo Tremaghi. Per fortuna l'intuito di Silente era stato tempestivo, come al solito, e il tentativo del mago oscuro di tornare al potere era stato sventato.
Si, forse il pericolo non era passato del tutto, ma almeno Voldemort non era tornato in forze e aveva perso un seguace fidato seppur vigliacco, condannato a marcire nelle celle di Azkaban privo della sua anima per il resto della vita.
La mia spilla era poggiata sul comodino, spensi la luce e pensai all'indomani, quando avrei incontrato i miei migliori amici a Diagon Alley.
 
Le giornate erano tutte uguali, a Malfoy Manor. Le mattine grigie si succedevano l'una all'altra senza che io me ne accorgessi. Blaise e Theodore erano ancora in viaggio da qualche parte, chi in Italia chi in Francia, e io mi annoiavo a morte. Mio padre era sempre nervoso, non sapeva come comportarsi dopo ciò che era successo l'anno precedente. Probabilmente non aveva ancora deciso da che parte stare…
Come al solito ero sdraiato sul divano del salone principale, con la gambe stese, gli occhi chiusi e le braccia incrociate dietro la testa a sentire musica. Un rumore familiare mi risvegliò da quello stato a metà tra la noia e la rilassatezza. Mi alzai lentamente e andai ad aprire a quel maledetto pennuto che non ne voleva sapere di smettere di far rumore. Non appena aprii la finestra planò infastidito sul mio braccio, prendendo di mira con quel beccuccio appuntito la mia camicia nuova. Presi la lettera velocemente e rigettai il gufo nell'aria fredda della sera senza troppe cerimonie. Non vedevo l'ora di tornare ad Hogwarts, nonostante tutto. Lì avevo degli amici, qualcosa da fare, una scorta di Whiskey incendiario pressoché infinita e nessuno a rompermi le palle se avessi mangiato il dolce con la forchetta sbagliata, o se avessi dimenticato di fare il baciamano a una delle vecchie intirizzite e rugose che partecipavano ai nostri balli.
Aprii la busta e frugai dentro, tirandone fuori una spilla con una P argentata su uno sfondo verde. Prefetto eh? Non male, più libertà e più potere del solito, una valvola di sfogo per tutto quello che avevo accumulato durante l'estate, una delle peggiori della mia vita. Non persi neanche tempo a dare la notizia a mio padre, a cui non sarebbe importato nulla. Mia madre ne fu felice, mi baciò con un calore che non le vedevo sulle guance da quella sera di luglio, quando a mio padre erano state indicate due strade tra cui scegliere, ed entrambe passavano pericolosamente vicine alla morte.
La mia spilla era poggiata sul comodino, spensi la luce e pensai all'indomani, il giorno in cui mio padre avrebbe scelto il mio destino. 
 
- Hermione! - la voce squillante di Harry si sovrappose a quella più roca di Ron, mentre entrambi si avvicinavano a me con un sorriso smagliante. I miei genitori salutarono Arthur e Molly, mentre io abbracciavo i miei migliori amici. Ginny spuntò da dietro sua madre e mi posò un bacio sulla guancia pieno di affetto, prendendomi a braccetto e allontanandomi dagli altri con fare sospetto. La guardai interrogativa ma mi lasciai guidare lungo la via piena di negozi.
- Mi sei mancata molto! Volevo parlarti di una cosa e non potevo scrivertela in una lettera… - sciorinò tutto d'un fiato. Il mio sguardo interrogativo continuava ad indagare il suo volto concentrato e felice allo stesso tempo. Stavo aspettando che continuasse, ma a quanto pare aveva bisogno di una spintarella.
- Mi sei mancata anche tu. Mi vuoi dire cos'è successo o dobbiamo fare altre due o tre volte il giro di Diagon Alley? - le chiesi sorridendole, in attesa di una risposta.
- Oh si, scusa! Bè quest'estate, come sai, Harry è stato da noi circa tre settimane, mentre tu eri ancora in vacanza e… io credo che mi piaccia. Un sacco intendo. - pronunciò le ultime parole con un'espressione molto seria, come se stesse parlando di una questione di vita o di morte. Trattenni una risata e la guardai sorridendo: le ci era voluto così tanto a capirlo?
- Lo avevo immaginato. E' successo qualcosa? - domandai inquisitoria.
Lei si girò verso di me e mi guardò per qualche secondo, indecisa sul come esprimersi ma con l'atteggiamento di una persona perfettamente a suo agio nel parlare di queste cose.
- No in realtà no. Abbiamo chiacchierato molto, quando Ron ce lo permetteva… era sempre tra i piedi. Comunque ho deciso che quando torneremo ad Hogwarts glielo dirò. Non ho ancora deciso bene come né quando ma è deciso - affermò a testa alta, prima di aggiungere più in confidenza - volevo sentire il tuo parere, comunque. - e guardarmi con un sorriso.
- Cosa vuoi che ti dica, hai già deciso! Sono molto contenta per te Ginny, sai quanto io voglia bene ad entrambi, credo che sareste una coppia perfetta. - affermai con decisione, sicura di ogni singola parola pronunciata. Lei mi ringraziò con un sorriso a trentadue denti e un caldo abbraccio, dopo di che mi prese la mano e correndo mi riportò dagli altri.
In un paio d'ore avevamo finito di comprare tutto l'occorrente, così decidemmo di andare a prendere un gelato da Florian prima di tornare tutti insieme alla Tana e prepararci per la partenza. Mentre Arthur, a braccetto con la moglie, chiedeva a mio padre come funzionava un qualche congegno babbano, mamma chiacchierava allegramente con Molly, lanciandomi qualche occhiata significativa. Ron era vicino a me, mi raccontava della sua estate, di quanto si fosse allenato a Quidditch con Fred e George (prima che partissero per aprire il negozio) e poi con Harry, e di quanto fosse migliorato. Harry e Ginny erano poco più avanti a noi, lui che la guardava come se gli stesse raccontando la cosa più interessante che avesse mai sentito, lei che era tutta presa da quella spiegazione da non accorgersi di quanto si fossero avvicinati.
Alla fine anche quella giornata finì, io salutai i miei e tornai alla Tana insieme agli altri, pronta per gustare una deliziosa cena alla Molly.

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Volevo segnalarvi una pagina Facebook su Harry Potter di cui sono amministratrice, se avete voglia di passare. :)
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