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Autore: Out of this world    30/08/2007    15 recensioni
La sentivo avvicinarsi. A occhi chiusi sentivo perfino il suo respiro eccitato. E nella mente ripensai a quegli occhi rossi, folli...
- A BEAUTIFUL MORTAL SEQUEL -
Genere: Triste, Malinconico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Buondì! Eccomi con l’ultimo capitolo! Uff, che fatica! E’ più lungo dei precedenti, stavolta vi meritate un finale adeguato XD
Come al solito ringrazio lettori e recensori. Siete fantastici!
Per vostra fortuna penso che mi prenderò una pausa, giusto per accumulare un po’ di idee per un’altra fic xd Probabilmente la scriverò basandomi su Eclipse… poi bo, vedremo!
Ecco a voi il capitolo!
Ciao a tutti!
Minako-Lore

 

 

 

a wonderful star ~
- a beautiful mortal  sequel -
CAPITOLO 8: Sogno premonitore.



××


 

Guardai di sottecchi Pamela, impegnata a tenere saldamente la mano di Edward nella sua.
Il vestito color lavanda era un pugno nell’occhio con i suoi capelli biondi, ma di questo pareva non curarsene. Accanto a lei il mio Edward era teso, e cercava in ogni maniera di scollarsi di dosso la sua mano. Impresa ardua visto la stretta soffocante di lei.
Lo stomaco mi si rigirò, e imprecai ogni sorta di maledizione verso di lei. Presi un respiro e sorrisi forzatamente.
« Allora ci siamo. » mormorai. Esme mi si avvicinò impacciata.
« Ci mancherai, tesoro. » disse abbracciandomi. Mi tenni stretta a lei. Quando ci staccammo sorrisi al resto della famiglia.
« Grazie di tutto. Non dovevate disturbarvi ad accompagnarmi fin qui alla metropolitana. » spiegai, ma tutti alzarono gli occhi al cielo.
« Come se non ti avesse fatto piacere. » rise Emmett. Gli feci la linguaccia, e lanciai un’occhiata dietro di me. Da lì a poco avrei preso il treno per arrivare all’aeroporto di Port Angels.  
Tremai.
Edward mi avrebbe seguito.
Non subito.
Mi sentii una bugiarda, una ipocrita. E un vero rifiuto della terra.
Ma lui mi amava. E io amavo lui.
Dovevamo stare insieme.
Saremo scappati.
Semplice. Ingegnoso.
Un piano di sopravvivenza per entrambi.
Chi se ne fregava di Pamela.
Chi se ne fregava di Kevin.
Potevano entrambi andare a buttarsi da un precipizio. Anzi, io non li avrei trattenuti.
Tutto, ora, dipendeva da me ed Edward.
« Sai, Bella, mi mancherai. » mormorò Pamela. Alzai un sopracciglio. Tu invece non mi mancherai affatto.
« In fondo, sei stata come una sorella. » mi si avvicinò, lasciando Edward. Mi cinse con le sue braccia magre in un abbraccio freddo. Poi mi si avvicinò all’orecchio destro.
« Ma è ora di finirla. »
Corrugai la fronte, pronta a replicare qualcosa. Ma non feci in tempo a formulare niente.
Un dolore lancinante mi percosse le ossa, mentre le sue dita spingevano sulla carne della mia schiena.
Mi misi a gemere, e, tra le lacrime, notai lo sguardo terrorizzato dei Cullen. Edward, con un ringhio sommesso mi tolse bruscamente Pamela di dosso, ma non feci in tempo a capire niente che qualcuno mi spinse con forza, e mi mancò il pavimento sotto i piedi.
« FELIX! »
L’urlò di rabbia di Emmett mi rimbombò nelle orecchie, e la scena mi si parò a rallentatore.
Il treno stava arrivando.
Tutti i Cullen a terra gementi. Anche Edward.
Di sottecchi notai Jane a poca distanza da Felix ridere sguaiatamente. Ma era un rombo, un eco troppo distante a farmi ancora più male. Oramai ero sulle rotaie.
E il treno a pochi millimetri di me.
Sentì il mio corpo distruggersi e il mio urlo soffocato dalle ruote.



Aprì gli occhi di scatto, sudata, con le lacrime lungo le guance. Singhiozzando mi misi seduta sul letto, accendendo la lampada posta sul comodino accanto a me.
Quando nella stanza ci fu luce mi misi a piangere più forte.
Era solo un sogno, un terribile sogno pensai tremante. Quindi mi alzai, e, tenendomi saldamente alla parete, mi avviai verso la porta. Uscì da quella camera soffocante, e scesi al piano inferiore. In un tremito disperato aprii il frigo, per uscirne del latte.
Lo aprii a ne bevvi direttamente dal cartone.
Il latte freddo mi gelò le ossa, e il dolore inferto nel sogno da Pamela si fece vivo.
Era un sogno continuai a ripetermi.
Ma qualcosa nella mia testa non riusciva a partire.
Mi sedetti, e ci pensai su. Qualcosa non quadrava. Quel sogno…
Una consapevolezza nascosta si fece largo fra i miei pensieri… e il discorso del giorno prima di Edward mi tornò in mente:

Pensavano che se veramente eri morta, non avevo nulla da perdere sposando e uccidendo Pamela.

Mi dissero di mordere una ragazza italiana, facendola divenire una vampira, per poi sposarla. La loro idea era che io rifiutassi, perché magari eri ancora viva. Ma io feci tutto. Portarono una ragazza italiana in una stanza dove c’ero anch’io…


E… la morsi. Dopo la sua trasformazione le raccontai che l’amavo e che intendevo sposarla. I Volturi alla fine si arresero. Pensarono che dicessi la verità. In fondo, se non era vera la mia parola, come avrei mai potuto convivere con Pamela e con te? Quando furono sicuri che eri morta se ne andarono. E mi lasciarono con lei.

 

Cercai di ricordarmi se aveva detto qualcosa riguardo al risveglio dopo il morso. Eppure non trovai niente. Edward mi aveva detto che le aveva raccontato di amarla, e stop.
E ripensai a Pamela.
Una come Pamela, ci avrebbe creduto?
Quale sarebbe stata la prima cosa che avrei chiesto io se fossi stata nella sua situazione?
Chi erano quelle persone che mi hanno portato da te? E come è possibile che mi ami?
Mi irrigidì.
Edward non era il tipo da tralasciare mai niente.
Eppure… lei lo aveva accettato subito? Insomma, senza chiedere niente? Possibile che gli avesse creduto quando le aveva raccontato che l’amava?
Tremante afferrai il telefono, e feci il numero di Villa Cullen.
Deglutendo a fatica aspettai, fino a quando non rispose Jasper.
« Pronto? »
« Jasper, sono Bella. Senti, mi devi dire una cosa! »
Il respiro di Jasper si fece accelerato.
« Hai la voce traballante. Tutto bene? » mi chiese tenebroso. Cercai di calmarmi.
« Sì, tutto okay. Ascolta… quando Pamela si è risvegliata dopo che Edward l’aveva morsa, quali sono state le sue reazioni? »
Ci fu un attimo di silenzio.
« Io ero presente. » iniziò insicuro. « Quando si svegliò, Edward le si avvicinò. Lei era stranamente felice. Non seppi dire perché. Lo continuava a guardare sognante, come in attesa di qualcosa. Alla fine, Edward le disse che l’aveva trasformata perché l’amava e intendeva passare la sua vita con lei. Lei era al settimo cielo. »
Confusa continuai con l’interrogatorio.
« Ma scusa, quando si è svegliata non ha chiesto per esempio come mai aveva sofferto per tre giorni, cos’era, chi eravate. Cose di questo genere. »
Un altro attimo di silenzio.
« No. In effetti sembrava sapesse già tutto. Ma naturalmente, penso, che era troppo felice per il fatto che uno come Edward le si stava dichiarando per for-  »
Tu tu tu
Mi alzai di botto interrompendo la telefonata. Veloce presi il cappotto. Quella ragazza sapeva. SAPEVA!
Perché non fare quelle domande che le sarebbero venute naturali? Perché no?!
Il mio sogno… una premonizione!
I Volturi.
Improvvisamente sentii la paura salirmi lungo la schiena. Come una scheggia ripresi il telefono, ricomponendo il numero di Casa Cullen. Mi rispose una voce scossa.
« Pronto? »
« Alice! » esclamai terrorizzata.
« Bella! Jasper mi ha detto che gli hai chiuso il telefono in faccia! »
« Oh Alice, non c’è tempo! Pamela! Dov’è Pamela? »
Alice ci pensò un secondo.
« E’ uscita mezz’ora fa. Voleva andare a fare un giro. »
Oddio.
Era a piede libero.
« Alice! E’ qui per conto dei Volturi! »
« Cosa?! »
« I Volturi non devono aver scelto una ragazza a caso! Quelle deve essere una che complot- »
La linea cadde e, confusa, mi accorsi che io non avevo chiuso la conversazione.
« E brava Bella. »
Mi irrigidì sul posto, voltandomi lentamente.
Sulla porta di casa mia c’era Pamela.

« Molto, molto intelligente. Pazza, ma intelligente. » rise. Con terrore notai che i suoi occhi erano rossi.
« Chi hai ucciso? » chiesi a mezza voce. Lei alzò le spalle.
« Un uomo. A pochi isolati da qui. Ma non preoccuparti. Con te farò più veloce. »
Mi cadde il telefono dalle mani.
« Cosa vuoi! » la mia quasi non sembrava una domanda.
« Io? Io niente. Sono qui per i Volturi. » spiegò, leccandosi un labbro.
Dovevo prendere tempo. Di sicuro Alice e gli altri sarebbero arrivati di lì a poco.
« Spiegati! »
Rise, come una pazza.
« Non sono stupida, sai? » disse innocentemente. « Tu vuoi prendere tempo. Peccato che a Villa Cullen sono arrivati Felix e Jane. »
Deglutii a fatica. No. No!
Le immagini dei Cullen del mio sogno si fece avanti. A terra, sotto lo sguardo divertito e folle di Jane. Edward!
« Quindi possiamo parlare. » rise ancora. La sua risata mi fece rabbrividire. Si acciambellò sulla sedia della mia cucina, giocherellando con la tovaglia di plastica a fiori.
« Lavoravo per i Volturi come segretaria. » sospirò. Mi tornò in mente Gianna.
« Sapevo cosa succedeva. Come non capirlo? Intere comitiva che entravano e urla agghiaccianti. Solo uno stolto non avrebbe compreso. Certo, non ero partita credendo fossero vampiri. Magari mafiosi, magari dei killer. Solo quando assistetti alla scena per pure caso capì. Loro mi volevano uccidere. Avevo visto troppo. Io li supplicai di farmi diventare vampira. Ma non erano d’accordo. » il suo sguardo era eccitato, mentre mi guardava tremare.
« Poi un giorno venni a sapere che dovevano cercare una vampira da rifilare ad un americano. Io mi feci avanti, chiedendo se potevo andarci io. Mi raccontarono tutta la storia. Accettai. »
Ti prego, ti prego, Edward… aiutami…
« Arrivò a Volterra Edward, e ne rimasi affascinata. Così mi lasciai mordere, e accettai di sposarlo. Quando venimmo a Forks, sotto richiesta dei Volturi, controllai che fossi morta davvero. Il risultato delle mie ricerche fu negativo, segno che non c’eri veramente. » la sua espressione divenne acida.
« E poi sei tornata. Ti ho riconosciuta subito. » rise. « Poi il resto penso che lo sai. »
« Ma Alice? Ed Edward? Come hanno fatto a non capire grazie ai loro poteri tutto? »
« Edward non ti ha parlato del mio potere? Per qualche assurdo motivo so tenere a bada i poteri altrui. Quindi non hanno mai usato i loro su di me. Che coincidenza. » rise.
Tremai nuovamente. Si alzò. Un senso si deja-vù si impossessò di me. Quella situazione sembrava tanto quando James mi stava per uccidere.
Chissà se sarebbe finita bene anche quella volta. Chiusi gli occhi, piangendo.
« Oh, Bella, no, non piangere. » rise. « Pensa che finirà tutto, non vuoi? »
La sentivo avvicinarsi. A occhi chiusi sentivo perfino il suo respiro eccitato. E nella mente ripensai a quegli occhi rossi, folli. Com’erano diversi da quelli di Edward!
Non mi lamentai neanche quando mi prese la mano nelle sue.
« Uh, qui vedo che qualcuno ti ha giù morsa. » mormorò, disegnando il contorno della mia vecchia cicatrice. La sua pelle fredda mi fece rabbrividire. Edward… Edward? Starai bene in questo momento? Oddio, fa che sia così!
« Cosa farai ai Cullen? » chiesi con voce soffocata. La sentii traballare.
« Niente. Ma Edward riceverà una punizione. Mi ha mentito. Penso che lo torturerò un po’. E poi continueremo la nostra vita di coppia. » rise sfrontata. Deglutii a fatica.
Chiusi più forte gli occhi. E sentì i suoi denti lacerarmi il collo con foga.
La terra mi mancò sotto i piedi, il mio sangue scorreva a fiotti. Aprii gli occhi a fatica, per notare come, ingorda, continuasse a bere con espressione fra il deliziato e il folle.
Poi, dietro di lei, notai un’ombra scura. E in un secondo la sua pelle fredda si staccò bruscamente dalla mia, facendomi cadere a terra. Presi una botta alla schiena contro il tavolo, ma non sentii dolore. Il mio collo stava prendendo fuoco. Mi misi a urlare, e risentì quella pelle fredda contro la mia calda.
Urlai come una pazza, pensando fosse lei.
La bocca fredda tornò al mio collo, e pensai che mi continuasse a mordere. Invece sì fermò, dandomi un bacio, stringendomi quasi soffocandomi contro il suo petto. E solo allora sentii l’odore famigliare di Edward, mentre mi accarezzava la vita, sussurrando parole incomprensibili.
Chiusi il contatto con la realtà nel momento esatto in cui il bruciore arrivò a un livello esorbitante. Quella dannata bastarda mi aveva lasciato tanto di quel sangue nelle vene che il dolore era dieci volte più forte del dovuto…

 

 

 

Quel dolore non finiva più. Era come se qualcuno mi stesse trafiggendo con delle lame. Eppure, attorno a me, sentivo delle voci, lontana, quasi degli echi.
Hai fatto bene, Edward.
Stavolta andrà tutto bene.
Quei dannati Volturi, alla fine, hanno dovuto arrendersi.
Arrendersi? Sorrisi, forse, mentre il dolore mi infliggeva una sofferenza senza limiti.
Gemendo, non mi resi conto che piano piano stava diminuendo…

 

 

***

 

Quando aprii gli occhi della timida neve mi stava cadendo sulla testa. Intorno a me una folla di bambini gridavano allegri, tirandosi delle palle di neve. Alcune mi sfiorarono, per fino, per poi cadermi oltre. Confusa mi girai intorno, notando come tutti stessero indossando dei giaccone d’altri tempi.
Davanti a me un’enorme chiesa faceva capolino, stupenda e agghindata con il suo pallido candore.
Ma dov’ero?
Mi girai nuovamente intorno. Strano come non sentissi freddo. Tutti mi passavano accanto, senza degnarmi di uno sguardo. Sembrava fossi un fantas-
Mi bloccai.
Feci una corsa, senza sforzo, e toccai timidamente il muro della chiesa. La oltrepassai.
La mia mente fece un rapido calcolo, ragionando su quella situazione.
E la consapevolezza si fece largo fra i membri della mia memoria.
« Ho riacquistato il mio potere di vampira. Sono indietro nel tempo. » boccheggiai. « Quindi… nel presente Edward mi ha lasciata trasformare! »
La felicità mi investì con una forza sovraumana, facendomi ridere di gioia. Poi, due figure attirarono la mia attenzione.
Una donna e un uomo: la donna era incinta, si vedeva benissimo. Con stupore e gioia la riconobbi, e quando parlò capii anche a chi si stava riferendo…
« Il nostro bambino sarà speciale, non è vero, Edward? »
« Certo, Elizabeth. »
E tutto prese a vorticare…

***


Apri le palpebre pesanti, incontrando sue grandi occhi neri.
Sorrisi, richiudendo gli occhi.
« Edward? »
« Sì? »
Risi piano.
« Dimmi quello che voglio sentirmi dire. »
« Sei una vampira. »
« E… »
« E ti amo. »
Mi lasciai abbracciare dolcemente, mentre mi baciava sulla fronte. Alla fine, avrò anch’io un lieto ‘the end’?

 

 

 

 

10 ANNI DOPO…


 

« Bella! »
« Grazie! »
« Emmett! E non ti permettere di criticarlo! »
« Non lo farei mai, sorellina! »
« Jazz, eccoti il tuo. »
« Grazie, Allie. »
« Rosie, Esme, Carlisle, i vostri. E il tuo, Ed, anche se non ti meriteresti altro che carbone. »
« E perché, scusa?! »
« Perché sei acido. »
« Non sono acido! »
« Ha ragione lui, Alice. Non è acido. »
« Ecco! Grazie Emmett. »
« E’ solo un rompipalle, poverino, vogliamo fargliene una colpa? »
Risi di gusto, mentre Edward buttava in faccia a Emmett un cuscino del divano.
« Su, basta! Aprite i miei regali! » annunciò frettolosa ed eccitata Alice. Senza farmelo ripetere due volte strappai la carta dal mio, ritrovandomi in mano un completo intimo. Prendendo in mano il reggiseno notai come ci fosse scritto qualcosa a sinistra.
« Ma Alice! » esclamai divertita. Lo girai, facendolo vedere anche agli altri. Tutti scoppiarono a ridere, mentre leggevano la scritta luccicante “I love you, Edward” sul capo intimo.
« Ehi, chi ti ha dato il permesso?! Guarda che sulla mia persona ci sono i diritti di copyrights! »
« Ma smettila! »
Sospirai divertita, riponendo il tutto nella carta. Era la notte della Vigilia e, come negli ultimi dieci anni che abitavo con loro, stavamo aprendo i regali.
Tutto poi era tornato a suo posto.
I Volturi se ne erano andati, oramai da vampira non potevo combinare altro. Pamela era stata sistemata da Jasper ed Emmett, e ora la sua cenere faceva probabilmente parte del Sahara. Kevin, quando era tornato, aveva avuto la lezione che si meritava. Gli avevo detto che sapevo di lui e del suo amico. Così ho chiesto il divorzio.
Io ed Edward siamo felicemente sposati da nove anni. E posso dire senza ombra di dubbio che ora sono veramente felice.
A parte quando torno nel passato. Ma oramai so controllare il mio potere. In fondo, chi non avrebbe imparato a controllarlo dopo aver visto in una delle proprie scorribande nel passato una notte focosa di Rosalie ed Emmett? Bè, forse un ninfomane. Ma non la gente normale. E io, se pur vampira, potevo affermare di essere assolutamente normale. Poco importava se mi nutrivo di sangue. A quel punto faceva tutto parte della normalità. Mi ripresi dai miei pensieri quando scoppiarono altre risa. Quindi mi voltai: Edward stava tenendo in mano un paio di boxer con su scritto “I love you, Bella.”. Mi unì alle risa. Quindi schioccai un bacio sulla guancia ad Edward, dicendogli che in fondo non erano stati dei brutti regali, quelli di Alice…

 

 

- THE END -


 


 

 

 

  
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