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Autore: chilometri    11/02/2013    11 recensioni
Cosa succede quando Harry Styles, ventitré anni e il cuore confuso, capisce di provare qualcosa per Louis Tomlinson, appena laureato, un po' troppo in ritardo?
~
«Sei tornato...». Non è una domanda, quella detta da Louis, non sa nemmeno se sia un’affermazione, è solo una frase pronunciata per assicurarsi che lui sia davvero lì.
«Ti ricordo che questa è casa mia».
Sputa, rimanendo fermo sulla porta e il maggiore abbassa lo sguardo, ferito.
«Senti, per quella cosa, io...»
«Tu cosa, Louis? Tu non volevi?» Ringhia. «Invece volevi. Però è okay, hai ragione, sposati, devi farlo, devi avere una vita felice, non sono affari miei chi è lei, sono tuoi. Quindi finisci di fare le valige, e vai via, ti prego».
Genere: Angst, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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 Parte seconda | Pretend it's Okay.

     


(premete qui per il sottofondo)


Zayn alza per l’ennesima volta gli occhi al cielo, picchiettando con un dito sulla scrivania di mogano, mentre Harry, invece, è steso – la faccia premuta contro il cuscino – sul letto, le mani che stringono le lenzuola.
Sembra stia cercando di non urlare, di reprimere la rabbia ed, in un certo senso, Zayn si rende conto che è davvero così.
Il riccio gli ha raccontato cosa è successo, ha capito la situazione, - ha capito anche troppo, in realtà, ma sta zitto, perché sa che tutte quelle verità peserebbero ad Harry come un quintale di cemento sulle sue spalle –, quindi lo lascia in pace e aspetta che sia il primo a parlare.
«La vuoi sapere la cosa che mi fa incazzare di più, qual è?».
Come volevasi dimostrare, il minore si alza di scatto dalla posizione in cui era qualche secondo prima e si mette a sedere sul letto, le gambe incrociate e gli occhi feriti.
Zayn gli fa un cenno, come per dirgli di andare avanti – tanto lo avrebbe fatto in ogni caso –, perché sa che non c’è bisogno di troppe parole, Harry vuole sfogarsi e lui è lì per quello.
«Che abbia chiamato quella casa, catapecchia! Voglio dire, okay, vai a vivere con chi vuoi, non mi importa...» Il moro legge l’insicurezza nei suoi occhi, non appena pronuncia quella frase e si morde le labbra, dando ancora più spazio alle sue teorie «...ma lui sa, sa quanto abbia fatto per renderla bella ed io... avessi visto come ha fatto! Era così serio, Zy...».
Sospira, passandosi una mano tra i ricci e chiudendo gli occhi, poi tira un lungo sospiro e si lascia nuovamente andare sul letto.
Zayn rimane per qualche secondo in silenzio, continua a passare le dita sulla superficie, poi si alza, fa un giro della stanza, arriva fino al suo armadio, apre l’anta ed inizia a frugarci dentro, in cerca di qualcosa.
Harry, incuriosito da quel rumore, si tira su – di malavoglia – e si poggia su un gomito.
«Che fai?» Chiede, aggrottando le sopracciglia, e la risposta è solamente un grugnito.
Zayn riemerge dall’armadio solo qualche minuto dopo, un sorriso soddisfatto ed enigmatico sul volto e la mano destra che stringe quella che sembra essere una...foto.
Si siede sul letto al fianco del riccio, senza stendersi, e poi alza l’oggetto, piazzandolo di fronte al volto sorpreso di Harry.
«Chi siete?» Domanda Zayn.
«Eh?»
«Dico, chi è che c’è nella foto?» Si spiega meglio il moro, passandogli la cornice.
All’interno, vi è un piccolissimo pezzo di carta, ormai stropicciato per tutto il tempo che è passato. Ritrae il volto sorridente di Louis e del riccio. Il perché l’abbia tenuta Zayn è molto semplice, ma è una storia così stupida e infantile che solo a pensarci il moro ridacchia.
Harry aggrotta le sopracciglia, si mordicchia il labbro inferiore e poi «Me e... lui?»
Si riscuote subito, lo fissa negli occhi e «Errato». Dice, serio.
«No Zayn, questi siamo sul serio io e-»
Lo interrompe, brusco «Siete tu, Harry Styles, e lui, Louis Tomlinson. Siete tu e lui, due anni fa, che vi divertite come non avete mai fatto e fate quasi rovesciare una cabina per terra, nel pieno centro commerciale. Siete tu e lui, che fanno stronzate ogni giorno, siete tu e lui, che siete andati ad abitare insieme, siete tu e lui che vi conoscete da più di undici anni. Siete Harry e Louis, i migliori amici di sempre».
Zayn calca sulle ultime due parole, perché vuole cercare altre prove.
Vuole capire se quello che pensa, è davvero vero.
Infatti, gli occhi di Harry saettano verso di lui e si riabbassano subito. «No Zayn, ti sei dimenticato che eravamo io e lui, due anni fa, senza nessuna Eleanor Calder tra le palle». Sospira leggermente, e il pakistano cerca di trattenere un sorriso.
«Ma avresti dovuto sapere che prima o poi... ecco, lui si sarebbe fidanzato». Si rende conto di star entrando in un campo minato, per cui dosa bene le parole e le dice con dolcezza estenuante.
Il pugno di Harry si stringe sulla coperta, le nocche diventano bianche, ma in un secondo la stretta è già meno salda.
«Lo so». Dice, duro. «Non è questo, Zy». Si mordicchia l’interno delle guance.
«Ne sei sicuro, Harry?». Domanda Zayn, delicato e vede gli occhi verde smeraldo del minore trapassarlo da una parte all’altra.
«Scusa? Zayn, ma che cazzo dici? Perché dovrebbe importarmi se si fidanza o meno?!» Sbotta, alzandosi improvvisamente dal letto. «Sono venuto da te per schiarirmi le idee, non per confonderle ancora di più!» Si avvia alla porta, Zayn alza gli occhi al cielo. «Quindi vuol dire che, se hai le idee confuse, hai pensato a ciò che ti ho detto». Afferma, sicuro, un sorriso che gli increspa le labbra rosee.
Il riccio si gira un secondo verso di lui, negli occhi lo sconcerto più totale. «’fanculo». Dice, poi sbatte la porta della camera del maggiore e se la chiude alle spalle.
Il moro rimane lì, impassibile, senza levarsi quel sorrisetto dalla faccia.
Tre...
Due...
Uno...
«Okay, forse hai ragione». Il viso fanciullesco di Harry ricompare da dietro la porta, il volto abbassato. «Io ho sempre ragione, Styles».
 

~

 
Quindi, in un certo senso, Harry aveva ammesso a sé stesso – e a Zayn – che si sentiva... at... attr... attratto, dal suo migliore amico.
È una cosa fottutamente assurda! Pensa, per quasi tutto il cammino, il moro al suo fianco e il rumore dei loro piedi è l’unico che si percepisce, ma, al contrario, nella mente del riccio, c’è il caos più totale.
Okay, Louis ha dei begl’occhi...
...E un sorriso che fa paura tant'è luminoso.
...E le sue labbra sono così belle e...
«Harry?» Zayn lo riscuote dai suoi pensieri, lui sobbalza, sorprendendosi per ciò che si era ritrovato ad immaginare e
«Sì?»
«Perché sei arrossito?»
Di scatto le mani del riccio, corrono alle sue guance che sente bollire.
Merda.
«Pensavo».
Risponde, vago, ringraziando il cielo: sono arrivati a casa e lui può inserire la chiave nella toppa senza dover guardare il moro.
«A cosa?» Chiede, con una nota di malizia.
«In genere». Harry alza gli occhi al cielo, spalanca la porta e… «Lou». Sussurra, così flebile che si chiede come abbia fatto il ragazzo occhi cielo a girarsi nella sua direzione.
Per una frazione di secondo, tutto si ferma e ci sono solo i suoi occhi verdi che incontrano quelli celesti di Louis.
Il cuore dei due parte in quarta, quello del maggiore per i sensi di colpa, ancora piegato sulle valigie e quello di Harry per il dolore e il piacere che la sua vista gli ha causato.
Sente Zayn carezzargli velocemente una mano, un «vi lascio soli» appena sussurrato e la porta che si richiude.
«Sei tornato...». Non è una domanda, quella detta da Louis, non sa nemmeno se sia un’affermazione, è solo una frase pronunciata per assicurarsi che lui sia davvero lì. «Ti ricordo che questa è casa mia». Sputa, rimanendo fermo sulla porta e il maggiore abbassa lo sguardo, ferito.
«Senti, per quella cosa, io...»
«Tu cosa, Louis? Tu non volevi?» Ringhia.
«Invece volevi. Però è okay, hai ragione, sposati, devi farlo, devi avere una vita felice, non sono affari miei chi è lei, sono tuoi. Quindi finisci di fare le valige, e vai via, ti prego».
Dice, la voce spezzata, tanto che deve alzare gli occhi al cielo e tenerli fermi sul soffitto per un po’ per impedire alle lacrime di scendere.
«Harry, per favore...»
«Sai che non avresti dovuto, lo sai».
Dice solamente, uno sguardo truce e poi si volta, sale le scale ed entra nella sua stanza.
O meglio, nella loro.
Ormai spoglia di qualsiasi cosa che appartenga al suo...migliore amico.
C’è solo il suo odore, ed Harry inspira tanto che gli fanno male i polmoni e sente una stretta al cuore, poi piange.
E piange ancora, singhiozza senza ritegno, si stringe le mani al petto e poi posa la testa sulle gambe, rannicchiato su sé stesso.
Non sa quanto tempo sia passato, ma sa che è stato abbastanza per far si che gli occhi gli brucino tanto che stentano a star aperti e il labbro non smette di tremare. «Harry, posso entrare?»
Il riccio non ha la forza, né la voglia di rispondere, quindi lascia che la porta si apra e Zayn ne entri, le sopracciglia aggrottate, mentre con lui, nella stanza, entra anche un forte odore di fumo.
Harry spalanca gli occhi, si alza di scatto e spinge fuori Zayn, che, sorpreso mormora un «Che cazzo fai?».
«Non... non entra..re nella stanza». Balbetta, la vista ancora offuscata.
«Ma... Harry, che ti prende, perché non posso?»
«Lui... il... c’è il suo profumo, e tu sapevi di fumo, e se va via anche quello dalla nostra stanza, Zy, io non so come faccio ad andare avanti e se quella è l’unica cosa a cui posso aggrapparmi è okay, io... Zayn, vorrei solo che lui si rendesse conto che...» si ritrova ancora a singhiozzare, e sente le mani del moro afferrarlo dalla spalla e attirarlo a sé, mentre i loro petti si scontrano, poi affonda una mano nei suoi capelli e gli fa poggiare il capo sulla spalla.
«Scusami, Zayn». Sussurra, singhiozzando, sente le gambe molli.
«È tutto okay, va tutto bene, Harry».
Il riccio si allontana un po’, asciugandosi velocemente con le maniche le lacrime e abbassa lo sguardo, guardando i suoi piedi; poi vede una cosa pendere dalla tasca del moro, sembra una...lettera.
Senza chiedere, allunga la mano e la afferra, cogliendo di sorpresa il ragazzo – che cerca, invano, di fermarlo –. Appena ne legge il contenuto, i suoi pugni si chiudono sul pezzo di carta e i denti si digrignano. «L’aveva lasciata sul tavolo... io non volevo che lo vedessi, Harry».
«No, Zayn. Vuoi sapere una cosa?» Chiede, stranamente tranquillo, mentre ripone l’invito al matrimonio nel suo jeans.
«Cosa?» Chiede, titubante, l’altro, mentre inarca un sopracciglio.
«Ci andiamo. Ci andiamo proprio a questo fottuto matrimonio».
Sorride un po’ beffardo, si asciuga le ultime lacrime e poi tira fuori dalla tasca destra il pacchetto di sigarette.
Si sarebbe proprio divertito.
Sì, a mandare a monte quel matrimonio, si sarebbe sul serio divertito. 







*saluta con la mano*
*sorride*
*pensa di doverla smettere con questi asterischi*
Salve, bella gente! Asdfghjklsòdfkgj
Dunque, ho da dire così tante cose che penso di finire col non dire nulla AHAHAHAH, no, è piuttosto triste la cosa, perché rido? LOL
La smetto. OuO
*si schiaffeggia*
Allooooooooooora!, prima di tutto volevo ringraziarmi infinitamente per le sei recensioni, per le venticinque seguite (alskdfjnkj) e le 4 preferite/ricordate, mi impressiona quasi vedere il modo con cui mi seguite asdfghjkl siete delle meraviglie, davvero, grazie!**
non sapete quanto piacere mi faccia sapere che sto facendovi appassionare, e poi siete tutte così dolci çwwç <3
Poipoipoi, sono felice che quest'idea vi abbia entusiasmato asdfghjkl voglio dire, io mi sono gastata un sacco a scrivere questa minilong (la quale ultima parte 
è stata terminata ieri uu ecco perché aggiorno così veloce lolol) e mi fa piacere che la apprezziate asdfghjklaskdfj 
Ecco, ho dimenticato tutto ciò che dovevo dire AHAHAH 
Quindi la smetto di blaterare e vi ringrazio ancora, sperando di trovare qualche vostra recensione alksdfiug posterò in ogni caso - ci tengo davvero tanto a questa storia - ma mi piacerebbe sapere se vi piace come si sta sviluppando asdfghjkl 

So che le cose sembrano complicate da sbrogliare in solo due parti (la minilong è di 4 parti, in tutto, ma sto lavorando ad altre nuove oneshot e ieri ho scritto una flashfic sdfghjksaldjf) però stranamente la mia mente ha partorito abbastanza idee, ergo, ci sono riuscita :')
Ora la smetto asdfghjkl 
Fatevi sentire, ci conto eh uu <3
Tantissimi baci,
Romeo.
<3


ps. vi ricordo che se volete dirmi qualcosa, questo è il mio twitter, sono sempre connessa, - evviva la vita sociale, insomma asdfghjkl - e nulla uu
pps. ricordatevi ancora di più che vi amo tantissimo uu 








 

     
   

Spoiler:

«Senti, sono stato un coglione, okay? E...»
«Sì, lo sei stato, e non so perché tu sia venuto qui, non mi importa, perché...» Harry lo interrompe ed inizia a parlare, ma Louis si avvicina a lui e lo fissa dritto negli occhi; il riccio boccheggia. «Ora parlo io, grazie». Sibila, il tono che vorrebbe essere minaccioso ma che, in realtà, suona solo come una supplica. 

  
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