Film > Thor
Segui la storia  |       
Autore: neurodramaticfool    15/02/2013    8 recensioni
Cosa succederebbe se Thor, Loki & co vivessero nel nostro mondo, conducendo in tutto e per tutto un'esistenza come la nostra?
E cosa succederebbe se i due ragazzi scoprissero non solo di non essere fratelli ma di essere anche dei?
E se, oltretutto, ci fosse qualcosa di più oltre al legame che lega due fratelli?
Se Loki, scappando da casa, incontrasse un Chitauro poco ben intenzionato?
Non vi resta che leggere questa storia per saperlo.
Genere: Avventura, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frigga, Loki, Odino, Thor
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Incest
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Prima di tutto, grazie per la meravigliosa accoglienza.

Siete state talmente gentili e abbracciose (?) che vi strizzerei tutte quante.

Vi ringrazio meglio poi, ora andiamo al sodo!

 

 

 

CAPITOLO 2- This is who we really are

 

Thor si svegliò con un grande mal di testa, accorgendosi di cosa era successo dal fatto che aveva dormito nel letto di Loki. Si rese conto di quanto fosse triste non essere svegliati dal fratello che saltava nel letto, abbracciandolo stretto, la mattina.

Ottenendo dai genitori l'autorizzazione a non seguire le lezioni per quel giorno, iniziò la sua ricerca di Loki nei dintorni. Non lo trovò a scuola. Che cosa pretendeva? Era prevedibile. Troppo, conoscendo il fratello. Cercò nei negozi che frequentavano insieme, quelli di dischi e di abbigliamento alternativo, ma non era da nessuna parte. Si trovò a vagare tra i parchi e le rive del lago, senza trovare nulla che potesse far pensare che Loki fosse passato di lì.

A metà giornata, scosso di nuovo da singhiozzi fortissimi e incontrollabili, Thor tornò a casa, a mani vuote. Trovò Frigga a piangere sul divano. Odino si stava consumando nella sua angoscia, vagando in su e in giù nei corridoi.

-Mamma è solo colpa tua!

Frigga continuò a piangere, senza offendersi per le parole rabbiose del figlio maggiore. Thor, tuttavia, proseguì nella sua accusa:

-Sì. Se tu, voi, glielo aveste detto prima...non sarebbe accaduto nulla di tutto questo! Non sarebbe fuggito da voi... non sarebbe andato via da me! Mamma, come faccio senza di lui?

Odino intervenne: -Come faremo tutti senza di lui, Thor!

-No, papà! Per me...per me... per me lui era molto di più che per tutti voi!

Odino guardò Frigga, carico di dispiacere e di rammarico.

Come avrei potuto prevedere questo? Come avrei potuto immaginare che Loki se ne sarebbe andato da Thor? Perché da noi, si, potevamo immaginarlo, ma non credevo che avrebbe avuto il coraggio di abbandonare tutto quello per cui finora era vissuto... Loki... torna qui! Tuo fratello sta morendo per te. Loki, vi lascerei liberi. Vi farei “giocare” a lungo, voi due... non impedirei più nulla, adesso che conoscete il vero...

 

Frigga si avvicinò al marito, vedendolo turbato.

-Caro,- disse, con dolcezza- non credo sia il caso di preoccuparsi ulteriormente. Nostro figlio Loki sa di certo come cavarsela. È sempre stato un ragazzo intelligente, non metterà la sua vita nella condizione di essere in pericolo.

-Ma, Frigga! È fuggito...non ha niente con sé. Potrebbe aver bisogno di qualunque cosa...

-Odino! Loki sa cosa fare o non lo avrebbe fatto. Questo ho detto e così deve essere. Lo conosco meglio di te, sai?

-Non permetterti di insinuare che io non sia stato un buon padre per lui!

-Oh, ma lo sei stato, certo! Solo che non hai mai capito cosa nascondeva nel suo cuore...

-Se è per questo,- si inserì Thor, con un tono cupo e una faccia triste- non lo hai mai capito nemmeno tu, mamma.

Odino, scandalizzato da una risposta così arrogante, fece: -Immagino che tu, invece, sapessi tutto quello che passava nella testa di Loki, no?

-Non è proprio così...voglio solo dire che nessuno può sapere che cosa pensasse Loki! Non ne parlava con nessuno- Dio perché sto parlando di lui al passato?

Frigga andò ad abbracciare il figlio, sussurrandogli in un orecchio: -Devi rilassarti, Thor, o impazzirai. Prova a leggere un buon libro.

Libro. Librerie. Loki non ha soldi con sé se non quelli che dovrebbe spendere per spostarsi o soggiornare, non è così sprovveduto. Non comprerà un libro. Niente librerie, Thor, dimenticati di trovarlo. Aspetta. Biblioteca. Libri gratis. Prestiti di libri gratis. Loki deve aver bisogno di qualcosa da leggere. Non ha libri con sé, ho controllato. Biblioteca. Biblioteca. University Road 36. La adora.

Thor schizzò fuori dalla porta di casa, i genitori che lo fissavano con uno stupore immenso. Corse per una distanza infinita. Non aveva preso la macchina, gli sembrava che ci avrebbe messo di più; aspettare un autobus, poi, era fuori dai suoi pensieri.

 

Loki, uscito dall'appartamento di Thanos, si era infilato in una serie di strade, senza più ricordarsi da dove fosse passato o meno. Si ricordava dell'indirizzo del luogo dove aveva trascorso la notte, ma voleva a tutti i costi lasciarselo alle spalle. La sorpresa del comportamento dell'uomo non era ancora passata. Perché lo aveva accolto? Perché non si era approfittato di lui? Quasi sperava che lo avesse fatto, almeno avrebbe avuto un sano pretesto per rimettersi a piangere e tornare a casa. E poi, avrebbe capito.

Cammina cammina, arrivò all'edificio che più lo riposava in tutta la città. La scritta verde campeggiava sul cartello bianco, accanto alla grande porta di vetro. La luce del sole si rifletteva sulle bianche pareti, il verde del prato creava un piacevole contrasto. Da bambino, Loki immaginava sempre che la casa bianca a Washington fosse così. Uguale a un piccolo edificio di una Biblioteca Pubblica. Ingresso Libero. Pensò riflettendo sul nome dell'edificio, si, per lui “ingresso libero” completava “biblioteca pubblica” era sempre stato così, da quando aveva imparato a leggere e aveva letto il cartello, perché era questo che c'era scritto: BIBLIOTECA PUBBLICA- Ingresso Libero.

 

Il bibliotecario, vedendolo, scrollò il capo. Il volto pallido, i capelli lunghi, gli abiti scuri e l'aria sempre un po' distaccata del ragazzo gli facevano pensare che fosse solo un altro di quei ragazzi scoppiati che gironzolavano nella zona dell'università. Quel giorno non era nemmeno a scuola. Decisamente un punto a suo sfavore, per il vecchio dietro al bancone.

Loki poggiò la borsa di pelle che conteneva poche delle sue cose su un tavolo sotto una finestra, tra due scaffali ricolmi di libri. Era al sicuro da sguardi indiscreti e allo stesso tempo la luce lo colpiva in pieno volto e lo faceva rilassare mentre leggeva uno dei libri che aveva amato di più in quegli anni.

Casualmente, mentre leggeva, l'occhio gli cadde su un libro nella mensola più bassa dello scaffale. Si trattava di un volume di Ibsen, grande autore norvegese. Per una strana associazione mentale, il ragazzo ripensò al titolo suggerito da Thanos.

Raggiunto il bibliotecario, fece: -'Giorno, senta, mi servirebbe un libro che è intitolato “Gli Dei del Nord”, crede di averlo?

-Ce l'ho, ce l'ho. Che credi, di essere fuori dal mondo se ti leggi un libro di mitologia? Sei proprio strano, certo...

Si alzò, cercò per qualche minuto buono tra le mensole e poi riapparve, soddisfatto: -Tieni! Tra l'altro, secondo me ti riconoscerai in una delle divinità più presenti nelle credenze norrene, puoi prendermi per pazzo, ma hai l'aria di essere uscito da quelle pagine...

-La ringrazio,- rise Loki, alle strane parole del vecchio- spero almeno che si tratti di un dio simpatico e benevolo.

-Non saprei. Tu sei simpatico e benevolo?

-Sta agli altri a decidere, non a me! Grazie lo stesso.

Si andò a sedere di nuovo al tavolo di prima, immergendosi nelle parole stampate in nero su quei sottili fogli di carta un po' ingiallita, ricchi di illustrazioni e di note.

La mitologia norrena o nordica raccoglie le vicende delle molteplici divinità venerate nel corso dei secoli dagli abitanti della penisola scandinava. Si trattava di religioni politeiste. È possibile istituire molteplici parallelismi con le divinità greche. Così come le divinità olimpiche hanno un padre dal quale molte di esse discendono, anche quelle norrene hanno un capostipite. Questa figura è ricoperta da Odino, tradizionalmente rappresentato come un uomo cieco da un occhio, scambiato per avere il dono dell'onniscenza.

Loki chiuse il libro, violentemente. Suo padre ci vedeva da due occhi. Era una coincidenza di nomi, solo quello. In fondo, sarà pure esistito qualcuno di nome Apollo da qualche parte nel mondo? Ecco. Ricominciò a leggere.

 

Ad un certo punto, Loki sentì un rumore di passi, furiosi. Tuttavia, credeva si trattasse solo di qualche studente un po' nervosetto.

-Loki! Ringhiò Thor, mettendosi dall'altro lato del tavolo rispetto al fratello. Il più piccolo, abbastanza stupito, si staccò dal libro.

-Thor?

-Stupido. Imbecille. Pezzo di merda. Idiota. Stronzo. Coglione.

-Buongiorno anche a te.

-NON ERA UN BUONGIORNO! Sei impazzito, Loki?

-Nelle biblioteche occorre far silenzio, credevo che lo sapessi.

-No dico,- bisbigliò- cosa ti è saltato in testa di andartene? Ci hai fatto stare in pensiero come poche altre volte! Ero seriamente preoccupato per te, e così mamma, e papà. Hanno detto tutti delle cose molto tristi.

-E così...voi eravate preoccupati? Perché trovasse quella cosa divertente se lo stava chiedendo lui stesso.

-Imbecille! Certo che lo eravamo! Che credevi? Che fossi contento che tu fossi andato via, sciocco?

Loki si alzò, fece il giro del tavolo e si avvicinò a Thor. Gli mise una mano sulla spalla e avvicinò la bocca al suo orecchio: -Non mi avete mai amato...

Thor lo scrollò dal luogo in cui si trovava: -Questo non dovevi dirlo!

Loki, sorpreso e turbato dal tono del fratello, disse: -Ah. E perché no?

-E' una menzogna, Loki! È la bugia più grande che tu potessi mai dire! I nostri genitori ci hanno amati in un modo enorme e così grande che tu non puoi nemmeno immaginarti...non capisci che cosa voglia dire l'amore!

-No? Io non ho sentimenti, Thor? Sono una pietra? Un ghiacciolo? Un...

-Un egoista? Sì, quello sì. È stato puramente egoistico andartene da casa.

-Puramente egoistico, dici? Ma allora qualcosa te l'ho insegnato!

Poi si fece cupo in viso, abbassò lo sguardo, iniziò ad agitarsi.

-Thor. Io non posso tornare. Ho vissuto bene in quella casa, ma, cerca di capire, mi sentirei sempre e solo un estraneo, a partire da ora, dopo tutto quello che è...successo?

Loki fu abbracciato da Thor, con la sua presa possente e calda. Poi il moro proseguì, appoggiandosi contro il petto dell'altro: -Tu devi farmi un ultimo favore, però. Devi dire a Odino e alla mamma...alla mamma, sì, che non sono disposto a tornare, né lo sarò mai, ma che ho voluto loro bene, tantissimo e probabilmente non smetterò mai di volergliene, per quanto possa provare...

Thor lo strinse ancora di più, cosicché Loki si trovò a parlargli contro il collo caldo.

-C'è un'ultima cosa che devi sapere, poi... mormorò, allontanandosi dal suo collo e sciogliendosi dalle sue braccia, fino a potergli parlare all'orecchio.

-Thor, ricordati che ti amerò sempre. Disse con voce chiara.

Thor chiuse un solo istante gli occhi, come per assorbire meglio la frase che aveva appena sentito. Quando li riaprì non trovò più il fratello, né i suoi oggetti. Odiava da sempre la capacità di Loki di muoversi in silenzio e di saper sparire e riapparire nel momento più opportuno.

Come quando, dopo essere stato rimproverato dal coach della squadra di football ed essere rimasto da solo nel campo, Thor si sentiva solo e abbandonato, ma Loki gli era apparso da dietro, cominciando a consolarlo.

 

In quella biblioteca, Thor, si trovò a chiedersi per la prima volta in vita sua se le parole che Loki gli aveva dette per ultime potessero essere riferite ai genitori o meno. Per lui, le chiacchierate con il fratello, erano divise tra quelle riportabili ai genitori e quelle che sarebbero rimaste solo tra loro. Questa doveva essere detta? Teoricamente no, era un po' un'ultima confessione, ma allora cos'era quel senso di ansia che gli era preso dopo che Loki aveva pronunciato la parola “amerò”. Un'angoscia nata dal fatto di non aver capito in quale senso intendesse l'amore. Un bene supremo provato per un fratello che ti è stato vicino per tutta la vita? Oppure, quel bellissimo senso di appartenenza totale all'altro, di condivisione, di assoluta fiducia che si prova con una sola persona alla volta e poche volte nella vita? Certo era, per lui, che nel momento in cui Loki aveva pronunciato l'ultima frase, si era sentito felice come mai prima, come se gli avessero detto una verità da lungo attesa, ma mai prima confermata. Un po' scosso, turbato e al contempo ansioso di riferire ai genitori che aveva visto il fratello.

 

Loki, intanto, si catapultò da Thanos, ripercorrendo all'inverso la strada che aveva fatto quella mattina. Piombò nella casa come un uragano, dopo aver suonato furiosamente al campanello e essere stato ricevuto dall'uomo con una faccia molto sorpresa. Con forza, prese il padrone di casa per le spalle, spingendolo contro il tavolo dell'ingresso e spaventandolo a morte.

-Calma, ragazzo, che ti prende? Disse, tentando di mantenere un tono calmo e di nascondere il terrore che aveva, dopo aver visto la luce rabbiosa negli occhi verdi di quel ragazzo alto e di bell'aspetto che aveva davanti.

-Che mi prende?!- rispose Loki, glaciale e sempre senza urlare. Decisamente alzare la voce non era da lui- Diciamo solo che tu ti sei preso gioco di me dall'inizio alla fine. Mi hai fatto leggere un libro che non ha senso. Un libro di mitologia, solo perché ho il nome di una divinità. Tu non stai bene, sei un pazzo, dovresti farti curare, Thanos.

L'uomo, allontanando le mani del ragazzo dalla giacca, replicò, con un tono poco tranquillo: -Vuoi un tè?

-Volentieri, grazie.

Thanos preparò la bevanda e ne porse una tazza all'ospite, che non si era per niente calmato, nonostante non lo lasciasse trasparire.

-Allora, Loki, qual è il problema con quel libro? Dovresti capire facilmente di che parla, non mi pareva di difficile comprensione...

-Capire i suoi argomenti non è stato un compito lungo, ma non capisco per quale ragione tu me lo abbia consigliato.

-E' semplice, ragazzo. Per te è come un album di famiglia. È la vita dei tuoi familiari.

Loki rise di una risata molto inquietante, nonostante fosse per natura dotato di un dolce sorriso: -Sono gli dei degli uomini che hanno abitato in Scandinavia!

-I tuoi genitori sono dei. Tu sei un dio. Thor è un dio.

-E' già tanto che ora tu non ci venga a dire che siamo i personaggi dei fumetti, almeno ci elevi a un ruolo superiore al tuo.

-Non dirmi che le analogie tra te e il Jotun di Asgard sono solo coincidenze.

-E se così fosse?

-LOKI! Tu sei adottato, il Gigante di Ghiaccio fu preso da Odino, che, guarda caso, è il nome di tuo padre, nonostante avesse già un altro figlio che si chiamava proprio Thor, dotato di forza sovrumana.

-Io non sono un Jotun! Gridò, terrorizzato, il povero ragazzo.

-Allora è questo che ti terrorizza. Bello, ma non vuol dire che perché non sei un Asgardiano vero e proprio non ti si possa accettare e amare.

-La mia famiglia vive qui da sempre, Asgard è un luogo immaginario.

-Ah si? Allora, ti spiego le cose come stanno, una volta per tutte. Se non mi crederai, sarai libero di non parlarmi più.

-Capirai la grande perdita...parla.

-La tua famiglia discende da Asgard, hanno abbandonato quel regno per poterti crescere senza che incappassero nell'odio delle altre divinità. Per proteggerti. Qui non possono vivere come dei, non sarebbero creduti, e si sono adattati. Voi non sapete nemmeno che poteri avete. Prova.

-Lasciamo stare, eh. Sei solo un pazzo, Thanos, ma grazie per la tua interessante trasposizione in attualità della mitologia norrena. Fa sempre piacere.

 

Loki uscì nuovamente per strada, nell'ultimo giorno aveva abbandonato più volte un edificio, arrabbiatissimo con qualcuno al suo interno, di quanto avesse fatto nel resto della sua vita. D'accordo. Ammettiamo che quel pazzo non sia pazzo. Che abbia visto giusto. Che io sia un...dio? Che cosa dovrei saper fare? Sdoppiarmi, a quanto ho letto. Si avvicinò alla vetrina di un negozio, chiuso. Concentrandosi molto sul proprio corpo, pensò a estrarre una parte di esso fuori, come se gli altri potessero vederla. Guardò nella vetrina, che gli faceva da specchio. C'erano due Loki, entrambi con una maglietta degli Iron Maiden, dei jeans strappati e una giacca di pelle. Mi sono drogato e non me lo ricordo? No. Sono solo mentalmente condizionato dalle parole di Thanos. Non è vero nulla. Però, se fosse vero tutto questo, allora dovrei anche saper chiamare a me alcuni oggetti. Voglio, ora, quell'idrante, qui. Con sua grande sorpresa, l'idrante si staccò dal suolo, l'acqua sprizzò ovunque e si avvicinò al ragazzo. No, no, no, ritorna dove eri! E asciuga l'acqua. Sennò addio.

Ed accadde esattamente questo. Loki cadde a sedere sul marciapiede, stupefatto. Non poteva avere ragione Thanos, non esisteva proprio. Corse verso la propria casa, quella dove abitava con Thor, Odino e Frigga.

 

Corse, corse a perdifiato, come se dal suo orario di arrivo dipendesse la sua intera vita. Raggiunse la villetta. Spinse il cancello. Con tre passi percorse il vialetto e con uno salì i tre scalini.

-Mamma! Urlò.

Non ottenne risposta.

-Odino!- Nessuno rispose- THOOOOR! Solo silenzio. Silenzio e vuoto. Le stanze vuote, gli armadi svuotati e il frigorifero senza nulla dentro tradivano la partenza dei padroni. Loki, devastato, andò a corsa dai vicini.

-Signora White, signora White, mi apra!

La donna aprì, presentandosi alquanto sorpresa dal vedere il giovane in quello stato. -Loki, caro, che c'è?

-Dove sono i miei...genitori?

-In vacanza, in California, non te l'hanno detto?

-Ah, la California, la vacanza. Si, mi ero scordato che era oggi. Io non andavo per via...degli esami a scuola. Mentì.

-Ah, va bene! Comunque, lo dicevo prima anche a mamma, se ti serve qualcosa, vieni pure a chiedere qui.

-Grazie mille, signora White, ma credo che andrò a stare da un amico, finché non saranno tornati.

-Certo, come vuoi. Ha detto mamma di dirti che se vuoi portare la tua ragazza a casa, per lei va bene.

Loki si trattenne dallo sputare nell'occhio della donna per un pelo, poi sorrise e disse, semplicemente: -Grazie dell'informazione, ma non credo che mia madre direbbe una cosa del genere. Arrivederci.

 

Dopo questo illuminante colloquio, che non diceva assolutamente niente a Loki, il ragazzo rientrò in casa a pensare, mentre radunava tutte le cose che aveva intenzione di portare via, prima di tornare ancora una volta da Thanos, giacché quella era la sua intenzione. Ricordandosi un attimo della scoperta che aveva fatto quel giorno, si sedette sul letto, cercando di riordinare i pensieri e di calmare il giramento di testa che gli era preso in quel momento.

Allora. È dimostrato che sono una specie di stregone, che so mentire un po' troppo bene perché la cosa non sia collegata alla prima e che i miei se ne sono andati mollandomi qui. Però se sono davvero un...dio, allora io posso capire quello che è successo. Alzandosi, scese di sotto, si mise in piedi nell'ingresso e cercò di astrarsi mentalmente dalla realtà. In un vortice, gli apparvero Odino e Thor che litigavano pesantemente, mentre il padre cercava di convincere il figlio a partire, dato che il giovane si rifiutava di andarsene, lasciando Loki sulla Terra. Odino, al contrario, sosteneva che il loro periodo lì era finito, sarebbero dovuti tornare ad Asgard. Frigga assisteva in modo passivo, cercando di calmare Thor con delle carezze sul braccio. Dopo un po', Thor cedette, ringhiando contro entrambi i genitori prima di proferire un enfatico “e va bene”. A quel punto, tutto si fece pieno di una luce azzurrina e scomparvero.

 

Asgard. Come posso raggiungerlo? Si chiese Loki, sorprendendosi lui stesso per pensare a come raggiungere Thor più di ogni altro. Era strano, gli aveva detto ogni cosa quella mattina, eppure si era reso conto che non avrebbe avuto la forza di stargli lontano a lungo. Non ora. Non dopo aver capito che il sentimento nei suoi confronti era legittimo, non impedito da vincoli di sangue. Chiuse gli occhi, la testa tra le mani. Una lacrima solitaria gli percorse la guancia. -Thor...-mormorò- ti raggiungerò. Dovessi morire facendolo.

 

Dopo aver deciso così, prese il borsone con i suoi oggetti e tornò, in macchina, da Thanos. Suonò il campanello, attendendo con calma che gli si aprisse. Il proprietario aprì. Lo squadrò da capo a piedi, osservando che si era cambiato.

-Mi piacciono quei pantaloni, bellezza.

-Grazie. Li ho comprati solo perché a Thor piacevano. Menomale ha dei gusti buoni. Rispose, pensando tristemente a quei giorni in cui il fratello lo accompagnava a comprare qualcosa. Quella volta, in particolare, aveva visto dei pantaloni attillati neri, con una zip in fondo ad ogni gamba, che lo avevano fatto innamorare, e quindi aveva persuaso il più piccolo a prenderli.

-A Thor piaceva anche come ti stavano?- insinuò, malizioso- Comunque, ragazzo, vai e vieni con molta varietà, temo sempre di non vederti più e poi riappari...

-Faccio come voglio- replicò, acido,- ti conviene farci l'abitudine.

Loki si fece spazio nell'ingresso e arrivò alla camera dove aveva trascorso la notte, sistemandoci le ultime cose che aveva preso. Poi, raggiunse Thanos sul divano. Sedendosi accanto a lui, si rese conto per la prima volta che il padrone di casa aveva un fascino notevole e una grande influenza su di lui, ma decise di non dare troppo peso a questo. Thanos gli sorrise, come se avesse sentito i suoi pensieri e intavolò una conversazione su argomenti poco rilevanti.

 

Intanto, ad Asgard, Thor, fatta conoscenza con alcune divinità, tornate a salutare Odino dopo la lunga assenza, si trovò a vagare per grandi saloni sontuosi e deserti, rivestito di abiti che fino a un giorno prima gli sarebbero sembrati solo assurdi. Certo, fino a un giorno prima, non avrebbe immaginato di avere un non-fratello, di amarlo più del dovuto, di essere un dio immortale e di appartenere a un altra dimensione.

Si fermò ad un balcone, che dava su un panorama spettacolare, che avrebbe suscitato la meraviglia di milioni di persone, ma non la sua, immerso come era nei pensieri. Loki si farà del male, si caccerà nei guai. Lui non è in grado di gestirsi quando è arrabbiato. Potrebbe commettere qualsiasi sciocchezza. Thor, la verità è che non vuoi ammettere che potrebbe imparare a vivere senza di te.

-Madre,- disse a Frigga, appena arrivata dietro di lui, accompagnata da Odino,- io ho paura per lui. Potrebbe aver bisogno di me.

-Thor, Thor, piccolo mio. Potrebbe. Non lo avrà. È un ragazzo in gamba.

La verità era che anche Frigga temeva la sorte del proprio figlio adottivo, ma non se la sentiva di mettere ancora più ansia all'altro figlio. Odino aveva cercato di tranquillizzarla pochi attimi prima, quando anche lei si era sfogata con lui, al riguardo delle sue preoccupazioni.

 

Sulla Terra, Loki aveva trascorso una piacevole serata con Thanos, a base di pizza e di un film in TV, ma si era sentito inquieto tutto il tempo. Non gli sembrava giusto essere in quel luogo. Non che Thanos gli stesse facendo delle avances, per lo meno in modo del tutto esplicito, ma non si sentiva tranquillo con le mani del proprietario di casa che di tanto in tanto gli si posavano sulle spalle, immediatamente scacciate con un gentile sorriso da Loki.

La mattina dopo, il ragazzo disse che sarebbe tornato a scuola. Invece, si recò a casa propria. Aveva avuto un'idea. Spalancò la porta della cantina. Trovando conferma ai suoi sospetti, sorrise e si rilassò. Aveva pensato che suo padre non aveva potuto vivere per quasi diciannove anni senza stare in contatto con gli asgardiani, perciò doveva avere qualcosa che permetteva di vederli ogni tanto. Trovando una scatola bluastra e luminescente, dotata di luce propria, il moro ebbe la certezza di aver trovato ciò che cercava.

-Okay, oggetto che non ho mai visto e di cui ignoravo l'esistenza, come funzioni?

Si avvicinò ad esso e lo prese tra le mani. Sentì un forte flusso di energia pervadergli il corpo. La magia era l'essenza stessa di quell'oggetto, qualunque cosa fosse. Pensò intensamente a Thor, più di quanto avesse mai fatto in vita sua, mettendo una forza incredibile in quel pensiero, una passione che non sapeva di avere in sé.

Si sentì sballottare tutto, si sentì girare e si trovò sdraiato su un prato verde e morbido, con un buon odore di primavera intorno.

-Loki! Sentì la voce di Thor gridare sorpresa.

-Thor! Esclamò Loki, felicissimo, per poi ripetere quel nome un miliardo buono di volte, nel momento in cui sentiva la mano forte del fratello tirarlo in piedi.

I due si abbracciarono, come se fosse un secolo che non si vedevano, quando era passato solo un giorno.

-Thor, oddio, Thor,- ripeteva, forsennatamente, Loki,- oddio, come sono contento! Ti ho raggiunto, Thor! Ce l'ho fatta, ti ho raggiunto!

-Oddio, menomale, ho così tante cose da dirti!

-Prima io...sono venuto fin qua per dirti una cosa talmente importante..

-D'accordo, piccolo, vai...

Loki prese un bel respiro, sorrise ancora, come stava facendo da dieci minuti, cioè da quando era stato chiamato dall'amato Thor.

-Thor, io ho bisogno di te!

Il diretto interessato sentì un grande calore nel petto e il cuore battergli all'impazzata. Erano parole bellissime, quelle che il fratello gli stava dedicando.

-Anche io ne ho di te, fratello.

Quest'ultima parola addolorò parzialmente Loki, che però proseguì:

-Non come fratello, Thor, io ti amo.

 

E anche questo è andato.

 

Ora ringrazio per benino tutte:

PiccolaRumple, ti aspetto per il tè.

pwo_pah, sei stata l'amore, io non so come ringraziarti!

alicetta96, la prima fangirl di Thanos in versione umana, <3

MariaGraziaKilljoy...vabbé...su di te c'è poco da dire, sei meravigliosa!

MusicAddicted, a lei va il merito di avermi dato l'idea (malsana) di una thorki

queenofoto...la prima a recensire, mi ha messo tra i preferiti...insomma, è da amare!

 

E grazie anche a quelle anime pie che mi hanno messa tra le seguite, preferite o che. Date soddisfazione! Grazie infine a coloro che leggono in silenzio: siete un esercito! XD

 

Spero di rivedervi tutte ora e al prossimo! :D 

  
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Thor / Vai alla pagina dell'autore: neurodramaticfool