Capitolo 6

- Montagna, arrivo! 2° parte –

- Guarda che ci sono anche io…- si fermò un attimo vedendo l’espressione di Sakura, sbalordita

- …Tomoyo ha invitato altra gente oltre a te, non te l’ha detto? –

***

La casa di Daidoji era accogliente come sempre.

La cameriera aveva accolto i ragazzi all’ingresso e poi insieme ad un altro inserviente aveva portato i loro bagagli nella stanza degli ospiti.

Una sorridente Tomoyo si trovava all’interno della calda camera e non era sola.

Intorno ad un tavolino c’era Naoko, Rika, Takashi, Chiharu e… Tebukuro!

- Ciao piccola! – il moretto mosse la testa in direzione della propria ragazza che aveva appena fatto il suo ingresso.

In tutta risposta lei si limitò a rispondere con un gesto della mano.

A dirla tutta c’era rimasta un po’ male nel trovarselo li…in qualche modo aveva sperato che fossero solo loro, i suoi amici di sempre.

E basta.

Come l’estate appena passata al mare.

I suoi candidi pensieri furono interrotti dall’entrata trionfale di Eriol e del fulmineo cambiamento di posizione di Tomoyo.

La giovane si trovava in fondo alla stanza e un secondo dopo era fra le braccia del suo amato a dare tranquillamente spettacolo.

- Ehm, Ehm…Non vorremmo intromettervi ma vorrei ricordarvi che nel XVI secolo chi mostrava in pubblico tali smance…- Yamazaki fu interrotto e trascinato a sedere sul divano da una ragazza inviperita per il continuo raccontare balle del compagno.

***

La stanza degl’ospiti era ricoperta di coperte e sacchi a pelo, la musica emanata a volume basso dallo stereo posizionato sul comodino e il brusio delle voci dei ragazzi eccitati per quella strana situazione, facevano da sottofondo a quella serata.

***

- Pss…Sakura, sei sveglia? –

- No…-

La giovane si mise su un fianco in direzione della voce.

Lui la guardò e sorrise.

- Dorme?- chiese poi lei, indicando con lo sguardo Tebukuro.

- Si…come tutti gli altri! Ma io non riesco ad addormentarmi... Ti va di fare due chiacchiere? – portò la mano esitante vicino al volto roseo di lei e l’accarezzò dolcemente – mi sembri un po’ giù ultimamente.-

I due si alzarono e si spostarono da i corpi assopiti dei loro amici, andando nella stanza accanto.

Sakura si era portata dietro la coperta con cui si copriva le spalle, e si mise a sedere sul tappeto passando un pezzo di quella fonte di calore anche a Shaoran.

I due restarono in silenzio per un bel pò, riflettendo su varie cose... Ad esempio come battevano forti i loro cuori nonostante fosse passato un bel pò

di tempo da quando non stavano più insieme e di come le guance si erano subito colorate di rosso non appena i loro sguardi si erano incrociati.

- Allora, ehm... che c'è che non va? - disse infine Li, interompendo così il silenzio.

- Niente... - rispose lei e abbassò il capo.

Si sentiva le guance bruciare. Era da tanto che non si ritrovavano soli, e questo la faceva sentire irrequieta.

- Scusa, ma non ci credo! - intervenne lui con voce, stranamente, decisa.

La castana alzò la testa e si ritrovò a fissare gli occhi marroni di lui.

Erano così belli.

- Io ti sto osservando in questo periodo, e non sei più la stessa... Non sei più energica come una volta... Sakura ti prego, dimmi cos'hai!-

Quegli occhi così belli ora erano preoccupati.

Preoccupati per lei.

Una morsa le strinse il cuore, qualcuno si era accorto davvero che qualcosa non andava, qualcuno si era accorto della sua sofferenza... LUI se n'era accorto...

Improvvisamente scoppiò a piangere. Non ce la faceva più.

Erano mesi che si teneva tutto dentro, ma ora non le importava perchè sapeva che lui non l'avrebbe giudicata.

Il ragazzo si fece coraggio, buttando giù la barriera della timidezza, e le si avvicinò di più.

Passò un braccio sulle esili spalle della Kinomoto e la strinse forte a se.

Sakura appoggiò la testa sul petto di lui, sentiva il cuore di Shaoran battere all'impazzata sotto il suo orecchio.

Un calore ristoratore l'avvolse e, come era già successo al mare mentre guardavano le stelle cadenti, si addormentò.

Lui la guardò a lungo quella notte, rosso come un peperone. Nonostante i minuti e le ore passavano quello strano colorito non voleva andarsene, finchè la stanchezza non prese il sopravvento e anche lui si lasciò andare cadendo in un sonno profondo e tranquillo.

Stava stringendo la SUA Sakura, e questo gli bastò, per una volta non si addormentò mentre si malediceva per essere stato così stupido ed averla persa.

Stavolta no, ma solo perchè sapeva che forse non era tutto perduto.

La mattina seguente, quando entrambi i ragazzi furono svegliati dagli schiamazzi degli amici, si accorserò che mancava qualcuno all'appello.

Tebukuro se n'era andato.