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Autore: Shodaime    23/02/2013    2 recensioni
Dopo il grande successo (?) dei Promessi Tonni, torno a distruggere quel poco che resta della storia della letteratura italiana. Come se la caveranno Dantonno e Virgidera negli inferi? Buona lettura!
Genere: Comico, Commedia, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hayato Gokudera, Tsunayoshi Sawada, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Quando Dantonno schivò la terza granata, fu ormai palese che, in barba a Wikipedia e all’antologia che gli avevano passato a scuola, quello doveva essere il buco più basso, nero e profondo dell’inferno, con buona pace di Pimpi e di tutti i suoi amichetti dell’Antagonista’s.

“Ma…Qui non dovrebbero esserci gli innamorati…?” Domandò a Virgidera, nascondendosi dietro una delle trincee.

“In effetti sì, mio caro… Ma sai, in fondo anche l’amore è una guerra!” Gli rispose Virgidera, assumendo un tono poetico.

“Va bene l’allegoria, ma qui stanno cominciando con le molotov!” Squittì Dantonno, cercando di allontanarsi da quel covo di pazzi.

Sperò. Sperò ardentemente che quella sul suo coppino fosse la presa della mano di Virgidera. Ma quando fu girato di peso e si trovò davanti una soave pulzella in abiti medievali con un delicato nastro di seta tra i capelli e un fucile di precisione in spalla in mezzo ad eleganti cinture di munizioni, capì che probabilmente la sua fine era molto, molto vicina.

“Buo…Buonasera?” Provò.

“E tu chi diavolo saresti?” Ringhiò Lallancesca, mentre un prestante giovine dai capelli d’oro e lo sguardo fiero andava a rintanarsi fisicamente sotto la palandrana di Virgidera.

Dantonno fu seriamente tentato di rispondere che lui era solamente un povero, piccolo personaggio di un manga, mandato all’Inferno da un’autrice sadica per far rivoltare nella tomba il buon caro vecchio Alighieri, e che se fosse stato per lui se ne sarebbe rimasto tranquillamente a Namimori a fare il girotondo coi Vindice e Kawahira. Ma dato che le sue battute non le sceglie lui, prese il coraggio a due mani ed esordì come gli avevano insegnato a fare in certe occasioni.

“Sono venuto fin qui per documentare com’è fatto l’inferno, e riportare le esperienze di coloro che vi son confinati…” Spiegò. “Dunque, madama… Sarebbe tanto cortese da rivelarmi perché c’è un militare tremebondo sotto le vesti del mio accompagnatore? E dato che c’è, lo sposterebbe quel mirino dalla mia faccia? Mi mette un pelo d’ansia…” Riuscì a dire, col sorriso più tirato della storia.

Lallancesca, dopo averci pensato un attimo, spostò il fucile, per poi puntarlo verso Virgidera, il quale, da vero uomo, spinse in avanti Paolonnello andandosi a rifugiare dietro l’ennesima trincea.

“Lallancesca ragiona, korà! Ti assicuro che quella roba non è mai successa!”

L’unica risposta che Paolonnello ottenne, fu l’ennesima esplosione che contribuì a far sembrare quel piccolo angolo di inferno più simile a una sessione intensiva di  Call of Duty piuttosto che il frutto dell’immaginazione di un uomo medievale di mezza età.

“Vuoi sapere che c’è, mammoletta? Te lo dico subito!” Lallancesca buttò ai piedi di Dantonno un pacco di dimensioni considerevoli pieno delle doujinshi della peggior specie, le quali vedevano protagonista, per l’onore, la gloria e la malsana mente delle fujoshi di tutto il globo terraqueo, il suddetto Paolonnello accoppiato a personaggi di ogni fandom, serie e regno di fiaba.

Dantonno credette di scorgerne una in cui era contemplata anche la sua presenza, ma preferì non indagare più approfonditamente.

“Amore! Ti assicuro che è solo marketing, korà!” Provò di nuovo Paolonnello, riparandosi in un mezzo blindato.

“Marketing un paio di palle!” Rispose la soave fanciulla. “Amano che a nullo umano fanart perdona, mi ha affibbiato un compare sì shippabile, che anche se canon, come vedi, ancor le fan non lo abbandonan.” Spiegò, sfoggiando una metrica a random che comunque il ragazzo non si sentì di contestare.

“Oh…Bene…Capisco…” Disse invece, sorridendo nervoso mentre indietreggiava vevrso Virgidera. Il quale, fornito Paolonnello del numero di un bravo consulente matrimoniale e di una dozzina di siringhe di stordenti per elefanti, si era congedato dal giovane militare poco prima che una bomba ad orologeria facesse esplodere il suo nascondiglio.

Concessogli un mezzo saluto da scaricatrice di porto, Lallancesca tornò alla sua occupazione principale, lasciando che Dantonno e Virgidera si inoltrassero per altre infernali valli.

Il paesaggio era tornato a farsi desolato ma tranquillo, e così, sebbene riprendendosi a fatica, il ragazzo  prese ad annotare ciò che avva appena visto sulla sua agendina, sicuro che, quantomeno fino al prossimo capitolo, avrebbero camminato tranquilli potendo persino fermarsi in qualche bar lungo la strada, giusto per mangiare qualcosa e riposarsi un attimo.

“…Young man! There’s no need to feel down! I said, young man! Pick yourself off the ground…”

Virgidera e Dantonno si girarono lentamente, guardandosi pieni di terrore. Tesero le orecchie nel silenzio più tombale ed assoluto, sperando che entrambi avessero sentito male.

All’orizzonte, davanti a loro, alcune figure procedevano portando a spalla su una portantina terribilmente simile a quella di Serse in 300 un uomo dai contorni non ben definiti e dai capelli stranamente multicolor.

“It’s fun to stay at the Y-M-C-A!”

“Virgidera ho paura voglio tornare a casa mia.” Disse Dantonno, tutto d’un fiato.

“Non possiamo, Juudante. Fatti forza e coraggio, in effetti se questo  è il girone dei lussuriosi, non potevamo non incappare in…”

“Ma ciao bellezze! Che ci fate da queste parti? Oddiiiio come siete combinati! Sembra abbiate visto un fantasma!” La voce studiata e sonora di Lussuria, se voleva risultare amichevole, percosse ogni singola cellula del corpo dei due col terrore che si è in grado di provare solo quando, arrivati casa, la propria madre dice che deve parlarci.

O di quando si viene informati della propria condanna a morte, tanto le cose si equivalgono.

“Noi…Ehm…Nobile Lussuria, vorremmo procedere nel nostro viaggio verso le profondità dell’Inferno, se nella vostra splendente grazia ce lo concederete.” Virgidera si esibì in un inchino perfetto, mantenendo lo sguardo fiero e tranquillo.

Dantonno fu sicuro di aver sentito delle fangirl muggire in lontananza.

Lussuria rise, avvolgendosi attorno al collo uno dei boa di piume che gli facevano compagnia sulla portantina.

“Ma certo, sciocchini! Però ad una condizione! Non sia mai detto che mamma Luss faccia partire i suoi ospiti prima di averli rimessi in sesto a dovere!”

Dantonno sfogliò mentalmente la Divina Commedia, sperando che quello fosse uno dei momenti adatti per svenire.

Un’ora dopo.

Dantonno aveva ancora dei seri problemi a camminare con una benda sull’occhio strizzato in quei vestiti vittoriani. Accanto a lui, invece, Virgidera sembrava pienamente soddisfatto della sua mise da maggiordomo.

“Era proprio necessario?” Si lamentò, sebbene essere riuscito all’ultimo momento a far desistere Lussuria dall’affibbiargli la versione di Lady Phantomhive gli aveva consentito di mantenere un briciolo di dignità.

“Yes, my Lor..Ehm, volevo dire pare di sì, Juudante. Ma non temere, tra poco saremo fuori di qui! Il girone dei golosi ci aspetta!” Rispose, con preoccupante accento inglese.

Dantonno sperò vivamente che nel prossimo girone avrebbe trovato da mangiare, dato che cominciava ad  avvertire un deciso calo di zuccheri.


 
 
   
 
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