Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Mamey    19/09/2007    1 recensioni
Dudley Dursley aveva occhi da lupo e come i lupi era abituato a risolvere i suoi problemi utilizzando i pugni e la forza bruta. Ma Dudley Dursley non era un lupo: era un semplice essere umano e come tutti gli uomini a volte si scontrava contro qualcosa ben più potente di qualsiasi pugno e crollava a terra, senza essere in grado di rialzarsi da solo. Fino a quel giorno non era capitato che quelle poche volte in cui era incappato in qualche diavoleria prodotta da quello sciagurato di suo cugino Harry e dalla sua cricchia di strambi seguaci del Sostantivo-che-non-doveva-essere-detto-senza-fare-gli-scongiuri-del-caso, alias la Magia. Neanche quella volta fece eccezione.
Genere: Drammatico, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dudley Dursley, Harry Potter, Petunia Dursley, Vernon Dursley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

10:00 – Autunno

Francia, cinque anni più tardi

"Bernard!"

L’uomo urlò a gran voce, per la decima volta in quella mattina, il nome del figlioccio. "Bernard! Ma porca miseria, ti vuoi sbrigare? La vecchia Betsy s’è scassata di nuovo."

Il giovane uomo sdraiato sotto la Vite, quasi pronta per la vendemmia, sorrise. L’unica cosa che si poteva scorgere non coperta dall’enorme cappello di paglia, appoggiato sul viso per ripararsi dal pallido solo di fine estate, era il filo d’erba mezzo masticato ben saldo fra le labbra del giovane corpulento. Al nuovo grido del vecchio contadino, che invocava il suo aiuto per riparare un ancor più vecchio trattore, il ragazzo sogghignò, rivelando famelici canini candidi ed affilati. Denti da lupo. Si sollevò a sedere con lentezza, lasciando cadere il cappello a terra per potersi passare una mano nei pallidi capelli scompigliati. Un graffio fresco, che presto si sarebbe trasformato in cicatrice, scintillava sulla sua guancia.

Il crepitio del cemento logoro lo fece voltare incuriosito verso sinistra. In piedi nel centro della Provinciale polverosa, un ragazzo era appoggiato ad una vecchia moto nera. Indossava un giubbotto di pelle squamosa, di un animale non bene identificato, ed un paio di stivali dello stesso tipo. Sotto la giacca facevano bella mostra di sé un paio di jeans color porpora e oro.

Bernard pensò che fosse un abbigliamento raccapricciante.

Doveva essersi fermato mentre lui dormiva, perché non aveva sentito il rumore del motore, né l’avvicinarsi della moto. Il giovane, con arruffati capelli neri e occhiali spessi, a nascondere gli occhi verdi, lo fissava con insistenza. Scocciato da quella strana e fastidiosa presenza, Bernard gli si rivolse con tono di scherno e, immaginando che fosse un turista, si espresse in inglese, lingua che stranamente gli riusciva semplice. Come se, invece di essere nato in Francia, fosse originario della Gran Bretagna. Rabbrividì al solo pensiero, il solo pronunciare quello stato gli metteva addosso inquietudine.

"Di un po’, ti sei perso? Scommetto che sei un turista! Americano?" il ragazzo dagli occhi verdi scosse la testa "Inglese." "Giusto!" esclamò il giovane corpulento schiaffandosi una mano sulla fronte "dovevo immaginarlo che solo un Inglese poteva avere un così pessimo gusto nel vestire."

Il moro sorrise: il suo carattere non sarebbe mai cambiato del tutto.

Il ragazzo biondo non parve accorgersi della reazione dell’altro, ed indicò con un cenno del mento la Provinciale. "La città più vicina è Charville: segui questa strada, sempre dritto e ci arriverai più o meno in mezz’oretta. Sempre se non ti perdi di nuovo." L’urlo del vecchio contadino risuonò nuovamente nel vigneto, più forte del precedente. "Devo proprio andare, o il vecchiaccio mi ammazza. Pensa che devo fare un sacco di ore di lavoro prima di potermi godere la televisione in santa pace! Meno male che da queste parti ci sono altre fonti di svago…" il taglio sullo zigomo sembrò farsi più nitido, mentre i candidi canini del giovane spuntavano con un ghigno. Poi, il corpulento biondo gli voltò le spalle, alzando la mano in un cenno di saluto "Allora addio, turista Inglese, e buona fortuna.". Con passo sicuro si diresse verso la fila di vite più vicina, svoltando l’angolo e sparendo alla vista.

Una brezza gelida, anticipo agrodolce dell'autunno imminente, trascinò oltre l'asfalto il cappello ormai dimenticato.

"No, Dudley." sussurrò Harry Potter, quel mattino di settembre, ai filari di vite solitari "questo è un arrivederci."

---------------------------------

Entrò lunedì...ghghgh.... oopsss...

A presto - è una minaccia - *Mamey*

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Mamey