Manuale della famiglia perfetta
Principi per una convivenza sana e pacifica
Principi per una convivenza sana e pacifica
Secondo principio vigente.
• Nella famiglia perfetta l'autorità dei genitori (o zii) è rispettata sempre e comunque, e la loro esperienza è fonte di infinita salvezza.
«Cosa stai facendo?» domandò Naruto, sbadigliando e sistemandosi la maglia del pigiama
«Esco» bisbigliò Karin, facendogli cenno di tenere bassa la voce.
«Ma è l'uno di notte» disse, non capendo.
«Vado a ballare con Ino» e lui la guardò, continuando a non capire.
Mica stava male?
«Ma prima avevi la febbre» obiettò e la ragazza alzò gli occhi al cielo, irritandosi.
«Adesso sto meglio, quindi esco. Non dirlo ai tuoi, mi costringerebbero a tornare a letto.»
Il giovane si grattò la testa, sbadigliando nuovamente, e «forse faresti meglio a rimandare, anche mamma ti ha detto di rimanere a casa» borbottò con voce assonnata.
Lei strizzò gli occhi.
«Oh, non metterti a fare il buon samaritano con me e non tentare di traviarmi, io faccio quello che voglio come e quando voglio» mormorò acidamente.
Naruto alzò le mani a discolparsi. Se desiderava uscire, che uscisse!
«Fai quello che vuoi, se proprio ci tieni» bisbigliò, mangiandosi un dattebayo.
La ragazza varcò la soglia di casa senza neanche salutare.
Antipaticona, e scosse la testa, rassegnato.
[ Il giorno dopo ]
Minato baciò velocemente la moglie prima di afferrare la sua ventiquattrore e uscire speditamente di casa.
Il lavoro lo aspettava.
Naruto nello stesso momento s'apprestò, fuori di casa, in stazione, a varcare la soglia del treno per recarsi in università e Karin, Karin presumibilmente era già là, nell'università di Konoha.
Avere la prima lezione alle otto di mattina era sicuramente una gran fregatura per lei.
A casa, intanto, vi era Kushina che armata di scopa spazzava il pavimento della cucina con vigore.
Altolà allo sporco, pareva gridare, mentre dava potenti colpi al pavimento e raccoglieva polvere e briciole nella paletta azzurra.
Toc sentì poi la donna, mentre buttava il contenuto nella pattumiera...
I ladri! subito pensò, mollando tutto e agguantando una pentola con la sua faccia aggressiva migliore.
Li avrebbe stesi con una alquanto inusuale e fatale padellata, si convinse, raccogliendo il coraggio a due mani.
Toc sentì di nuovo e si accostò alla camera da letto di sua nipote, pronta ad agire, acquattata dietro la porta.
E la spalancò, aprì la porta con sopra affisso Princess's Bedroom, do not disturb, brandendo la padella antiaderente come un'arma e strillando «Fuggite finché potete».
Si trovò innanzi Karin, con i capelli rossi arruffati e le lunghe dita smaltate strette intorno al cuscino.
«Ma sei tu» fece allora Kushina, «pensavo avessi lezione» e la ragazza mugugnò.
«Febbre... Dolore» e si coprì il viso con le coperte.
Kushina scosse la testa e, quando notò i tacchi riposti accanto al letto, alzò gli occhi al cielo.
Le aveva detto di non uscire.