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Autore: floorcoaster    30/09/2007    8 recensioni
11 Motivi per cui Draco e Hermione si appartengono l'un l'altro.
Long-fiction scritta in risposta alla challenge della community 11 Reasons
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Nota dell’autrice: Un paio di settimane fa, sono approdata su una community livejournal davvero carina, chiamata “11 Reasons”. In pratica, si richiede la scelta di un pairing (nel mio caso Draco/Hermione) e una frase che si vuole dimostrare in undici fic. La frase che ho scelto io (molto generica, lo so) è “11 Motivi per cui Draco e Hermione Si Appartengono l’Un l’Altro.” A questo punto vengono fornite dalla community cinque tabelle con vari temi (Anatomia Umana, Umore & Carattere, Passioni, Peccati & Virtù, Emozioni) e si deve scegliere due prompt da ogni tabella in modo da scrivere così dieci fic (o drabble, o quello che si preferisce). Infine, c’è un’ultima tabella “jolly” che cambia ogni mese.

Come tema conduttore delle 11 fic ho scelto una canzone di Dar Williams, intitolata ”The One Who Knows”. E’ incredibile. L’ho suddivisa in undici “versi” e le undici fic saranno ispirate dai singoli “versi.”
Un’ultima nota, gli undici capitoli seguono il testo della canzone, non l’ordine cronologico degli eventi.


11 Reason General Theme: 11 Motivi per cui Draco e Hermione si appartengono l’un l’altro.
Personaggi/Pairing: Draco Malfoy, Hermione Granger
Titolo: The One Who Knows – Coloro che Sanno / Capitolo Primo
Rating: PG
Avvertimenti/Disclaimer: Harry Potter non è mio.
Word Count: 1430
Prompt: Tabella 1 (Anatomia Umana) – Dita

°°°°°


Time it was I had a dream. You’re the dream come true.

Dar Williams – The One Who Knows


°°°°°


L’atmosfera era leggera e gioiosa, non una ruga di preoccupazione su un singolo volto. Charles, il padre di Hermione, era nel mezzo di un lungo monologo su sua figlia. Erano oltre venti minuti che parlava, ma non aveva ancora superato il punto della sua nascita e dei suoi primi anni di vita. Hermione sapeva che era solo all’inizio e che l’unico motivo per cui le persone lo stavano lasciando parlare in pace era il fiume continuo di Burrobirra e Firewhiskey, generosamente offerti dagli organizzatori dell’evento.

Una notevole massa di persone, un po’ babbane un po’ magiche, era riunita in un’ampia sala privata del Dorchester Hotel a Londra. Narcissa s’era occupata di tutte le decorazioni, porcellane cinesi, cristalli, argenteria e rose in abbondanza. Aveva persino ingaggiato un cuoco da uno dei migliori ristoranti babbani della città, ignorando il servizio di catering offerto dall’hotel. Un’orchestra dal vivo e un cantante d’opera facevano parte degli intrattenimenti, e veri artisti avevano creato le delizie sul tavolino dei dessert – dodici diversi tipi di torte, una più squisita dell’altra.

Era molto più di quello che Hermione avrebbe mai potuto immaginare.

Charles stava ancora parlando del momento in cui Hermione aveva imparato ad andare in bicicletta, quando Draco si sporse verso di lei.

“Ehi,” mormorò.

“Che c’è?” sussurrò lei di rimando. Era perfettamente accettabile che fossero visti parlare, ma non voleva sembrare scortese. Erano seduti all’inizio della sala, ad un lungo tavolo con i più cari tra i loro amici, un fascio di luce che li metteva letteralmente in risalto.

“Un concentrato di energia, quella là,” stava dicendo suo padre. “Sbucciarsi le ginocchia non era un problema per lei. Provò ad andare su quella bicicletta per tre giorni a fila.”

Suo padre si voltò verso di lei, e l’intera sala sembrò seguire quello sguardo. I suoi occhi luccicavano con il suo amore e la sua adorazione mentre riprendeva a raccontare aneddoti sul suo coraggio e la sua determinazione. Hermione, sentendosi al centro dell’attenzione, arrossì e sorrise con calore a suo padre.

“Ehi,” ripeté Draco, toccandole un braccio per riguadagnare la sua attenzione.

Che c’è?” mormorò lei, sorridendo educatamente a Ginny, quando quest’ultima le rivolse uno sguardo perplesso.

“Sposiamoci stanotte,” disse lui, i suoi occhi luminosi.

Lei lo fissò con un sorriso fisso, sorpresa. “Ma ci sposeremo domani, Draco,” disse, attraverso il suo sorriso.

“Lo so,” rispose lui, spostandosi per guardarla. Con nonchalance le prese una mano. “Ma ti conosco e sei triste. Mia madre e la tua hanno preso in mano tutta l’organizzazione e l’hanno trasformato nel loro show. Tutto su di loro.”

Hermione fece per rispondere, ma suo padre doveva aver detto qualcosa di apparentemente molto divertente, perché tutti si voltarono a guardarli. Sorrise educatamente, finché l’attenzione non fu ricatturata dal Signor Granger.

“Fammi finire,” disse Draco a denti stretti. “So per certo che tu non vuoi sposarti in una chiesa, con rose e margherite, e di fronte a metà mondo magico ed a duecento degli amici dei tuoi.”

“Io -”

“Tu vuoi qualcosa di semplice e romantico allo stesso tempo, e profondo. Giusto?”

“Beh, sì,” rispose. Dovevano intercalare la loro conversazione con lunghe pause, così da non attirare l’attenzione sul fatto che non stessero ascoltando davvero. “Ma è tutto organizzato, Draco. Non possiamo cambiare adesso, il giorno prima.”

“Non cambieremo. Ci sposeremo semplicemente stanotte, come vogliamo noi, e poi partecipiamo a tutto lo show di domani per loro. Che ne pensi?”

“Non so…”

Un applauso li interruppe e si voltarono per scoprire che tutti li stavano fissando. Hermione sorrise nervosamente e suo padre riprese a parlare.

“Pronti per un brindisi?” chiese, a gran voce.

“Sicuro,” rispose Draco, aprendosi in un sorriso sereno.

Un’ora dopo, stavano danzando, quasi troppo esausti per muoversi davvero, appoggiandosi l’uno all’altro per supporto.

“Ho una confessione da fare,” sussurrò Draco.

“Oh? E sarebbe?”

“Un paio di mesi fa ho chiesto a Fred Weasley di prendere la licenza da ufficiale civile, qualunque cosa sia. Sai, così ci può sposare ufficialmente lui.”

Hermione si arrestò e fissò Draco. “Tu hai fatto cosa?

Lui si limitò a sorriderle, ignorando la sua esclamazione. “Andiamo, amore,” le mormorò in un orecchio. “Sposami stanotte. Sarà perfetto. Solo tu, io e le stelle.”

“E Fred Weasley, a quanto pare.”

Draco schioccò la lingua. “E Fred Weasley. E due testimoni.”

Hermione scosse la testa, divertita.

Ripresero a muoversi, in silenzio per alcuni istanti. “Dimenticati tutto il resto. L’infinita lista ospiti, le stravaganze… tutto. Sono solo segni esteriori dell’amore. Io voglio te, e solo te.”

Lei sorrise e scrollò le spalle, incredula. “Sei serio, vero?”

“Assolutamente. Ho tutto pronto, tu sei stupenda; io sono pronto, tu sei pronta. Improvvisiamo.”

“Con l’eccezione che avevi programmato tutto da un po’”

Sogghignò. “Beh, sì, con questa eccezione.”

“Vuoi farlo davvero?”

“Sì. Tu, no?”

Lei trasse un sospiro e riflesse sulla sua domanda. Era vero, Narcissa e sua madre – e persino Molly – avevano smesso di stare a sentire quello che lei desiderava dopo poche settimane dall’inizio dei preparativi. Avevano trasformato il tutto in una sorta di battaglia per apportare contributi e idee sempre più grandiose e, anche se non era stata la loro intenzione, alla fine dei conti l’unica cosa che la cerimonia in programma il giorno successivo aveva in comune con il desiderio di Hermione, era una sola: Draco.

All’inizio s’era fatta prendere dall’idea di un matrimonio sfarzoso, in grande stile – Narcissa l’aveva pennellato in maniera così accattivante e irresistibile. Molto velocemente, però, s’era resa conto che non faceva per lei. Si era concessa qualche ora per immaginare nella sua mente quello che realmente voleva, e il quadro era stato qualcosa di diametralmente opposto a ciò che aspiravano le loro madri. Era l’unico frutto dell’unione dei suoi genitori – la loro unica figlia – e ci tenevano moltissimo a fare colpo sui loro amici.

Il sogno di Hermione per il suo matrimonio era risultato in qualcosa di molto semplice – all’aperto, o su una spiaggia o in mezzo a un vasto campo in fiore, un abito fine, un bouquet di fiori appena raccolti, i loro più cari amici e familiari e, ovviamente, Draco. E un dopo-cerimonia trascorso alla Tana, per gustare un delizioso pasto e dove, discreti, lei e Draco se ne sarebbero potuti andare via per iniziare la loro vita assieme.

“Allora?” chiese, stringendola tra le braccia e facendola volteggiare per il salone, evitando così sguardi indiscreti.

“E di tutto… beh, di tutto il resto? Lo diremo a qualcuno?”

“La mezzanotte è passata, quindi – tecnicamente – è domani. Nessuno deve saperlo, a meno che così non vogliamo noi. Ti ho osservata alle prove, stasera, e sei stata sull’orlo delle lacrime per tutto il tempo. E quando Molly e mia madre hanno iniziato a discutere animatamente su Tonks e sulle sue scarpe, ho creduto davvero che non ti saresti trattenuta. Mi aspettavo che ti scagliassi contro di loro da un secondo all’altro, per liberarti di tutta l’ansia e lo stress che hai imbottigliato finora. Per ricordare a tutti che tu sei Hermione Granger-presto-in-Malfoy e che ottieni sempre quello che vuoi e che sai maneggiare una bacchetta con molta più abilità di chiunque altro io conosca.”

Lei rise e gli strinse la mano. “Ti amo, lo sai?”

“Quindi… significa che ci stai?”

“Come puoi essere certo che vada tutto per il verso giusto? Che non ci scopriranno? E domani? Ci presentiamo come nulla fosse e celebriamo un altro matrimonio?”

“Sì. Con la differenza che saremo già sposati, ecco. Così… nulla di tutto quello avrà importanza. Ci sarà solo questo grande segreto tra me e te.”

“Scommetto che mi aiuterebbe parecchio a liberare la tensione e l’insicurezza che potrei sentire domani, sapendo che, non importa quel che succeda, sono già tua moglie.”

“Esattamente.”

Lei sorrise, avvertendo un flusso di sollievo, eccitazione e adorazione per l’uomo che le era accanto. “Okay, ci sto.”

Due ore più tardi, sotto un letto di stelle, Hermione e Draco si sposarono. Aveva in mano un piccolo bouquet di fiori che lui aveva colto per lei mentre avanzavano nella radura che aveva scelto. Hermione aveva indosso l’abito usato per le prove e Draco aveva lasciato l’ultimo bottone della camicia aperto.

Lui portò con sé un paio di anelli speciali – non quelli scelti dalle loro madri – semplici vere di oro antico, quella di lei con uno zaffiro solitario nel mezzo. Quando Draco le infilò l’anello al dito, sorrise e Hermione avvertì il suo amore irradiarsi attorno a sé. Incisa all’interno della banda di entrambe le fedi c’era una frase che solo loro potevano comprendere: coloro che sanno.*



To be Continued



Nota di Traduzione: *in inglese è singolare, ma la differenza femminile/maschile italiana rende impossibile l’univocità della traduzione (colui che sa/colei che sa), ho così optato per il plurale.



Rieccomi (di nuovo^^) qua, stavolta nel campo ben più sicuro per me di una PG (o Verde che dir si voglia), ancora di Floorcoaster.
Come per Water and Dirt e Red Memory, potete leggere l’originale di questa fic sull’account dell’autrice su fanfiction.net, ovvero ici.

La traduzione di questa breve long-fiction è completa, per cui gli aggiornamenti saranno abbastanza rapidi. Ringrazio, as always, Merryluna che avrebbe avuto tutti i diritti di mandarmi a quel paese almeno una decina di volte, nell’ultimo mese. Diritto che, naturalmente, non è esteso alla moglia. E, come sempre, quando si parla di Draco, di Hermione e di matrimoni pazzi, una dedica d’onore va a Savannah ♥

Ne approfitto, infine, per ringraziare tutti coloro che hanno letto e recensito Swing Time, grazie davvero per tutte le vostre bellissime e lusinghiere parole :)

Al prossimo capitolo,
Kit05
   
 
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