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Autore: Silentdreamer    23/03/2013    0 recensioni
Allison ha 18 anni e vive in un piccolo paesino tra le colline Toscane. All'apparenza risulta una dolce e timida ragazza che passa le sue giornate tra i libri e i suoi quadri, ma nasconde un segreto, infatti le capita spesso di "sognare" ad occhi aperti e in questi sogni le si mostrano paesaggi e volti di persone che non ha mia visto...il suo tranquillo mondo verrà sconvolto quando inizierà a vedere avvenimenti e inizierà ad entrare nella mente delle persone,si accorgerà che quelli che fa non sono semplici sogni e il suo è un vero e proprio dono e per di più arriverà anche una strana lettera da un college inglese di cui non ne sapeva neanche l'esistenza...quale sarà la scelta di Allison? Andrà al college accettando di lavorare su questo suo dono particolare? o rimarrà ancorata nel piccolo paesino dove la superstizione le renderà difficile la vita?
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Risate, mi manca l'aria...mia nonna continua a farmi il solletico...una lenta nenia mi fa bloccare sorrido voltandomi nella direzione da dove proviene la voce, vedo mia nonna che con passo lento si allontana, sta andando verso un uragano, cerco di correrle dietro per poterla bloccare, ma nulla...lei continua ad andare verso la tempesta, gli alberi si piegano vengono sradicati, ma le mie gambe non riescono a muoversi di nemmeno un passo. Due occhi rossi mi osservano.
-Avrò anche te- dice con un tono di voce che faceva gelare il sangue. Rimango a fissare quegli occhi a cui ora si è aggiunta una bocca sghignazzante, il respiro si blocca, vengo inghiottita da quella bocca.

 

Aprii gli occhi per fortuna mi trovavo nella mia stanza...anzi no quella non era la mia stanza io non ero nella mia splendida casettina, no...mi trovavo in un dannatissimo college dove continuavo ad avere sogni confusi e terribili e avevo scoperto che la mia compagna di stanza era un vampiro. Quella cosa mi sembrava così assurda! Mi convinsi che quello che era successo qualche giorno prima non era altro che un sogno, con fare lento scesi dal letto e mi diressi verso il bagno. Il rumore della porta della camera che si spalancava mi costrinse a voltarmi. Un ragazzo rimase bloccato sulla soglia della porta, non era di certo me che stava cercando, lo capii dal suo sguardo interrogativo. Gli occhi...quello sguardo così profondo, fui catapultata a qualche mese prima, stavo osservando un ragazzo dalla finestra della mia cucina, il mio sguardo si fissò sul braccialetto che portava al polso.

-Tu...-dissi senza avere il tempo di finire la frase, Camille entrò come una furia in camera -Allora che ti avevo detto?!- dissi con la voce squillante -è lei anche se sembra strano-.

-E' incredibilmente frustrante sentire che si parla di in terza persona anche se sei nella stessa stanza dei due interlocutori- dissi acida e con passo svelto mi rintanai nel bagno. Rimasi lì dentro per un'abbondante mezz'ora, giusto il tempo per far capire a Camille e al ragazzo che potevano tranquillamente levarsi dai piedi visto che io non avevo la minima voglia di parlare con loro, per avere una conferma feci capolino dalla porta del bagno...cavolo! Erano lì seduti sul mio letto che stavano parlando.

“Eccola...”

un flusso di pensieri che avevo un tono simile a una voce maschile penetrò i miei pensieri, mi avevano sentito, ormai era inutile scappare, uscii dal bagno e feci tutto quello che dovevo fare come se loro non fossero lì.

-Hai intenzione di ignorarci ancora per molto- la voce del ragazzo mi procurò la perdita di un battito, quel flusso di pensieri poco prima era stato il suo.

-Probabilmente si...-dissi gettandomi nell'armadio alla ricerca di qualcosa da mettere.

-Sei fortunato ti ha appena conosciuto e già ti ha liquidato con due parole- dissi sarcastica Camille, vederla lì sul letto mi aveva procurato un po' di magone, quello che avevo cercato di far passare come un brutto sogno non era altro che la realtà, l'assassina Camille, la vampira, era la mia compagna di stanza!

-Frequenterà il tuo stesso corso- la voce di Camille interruppe quello strano andamento dei miei pensieri – Si chiama Jake ed è il figlio della preside- con un balzo la trovai attaccata al mio orecchio, il suo respiro ghiacciato mi fece rizzare i peli sulla nuca -capito? -disse ridacchiando per poi tornare al suo posto sul mio letto. Chinai la testa e mi ri-intrufolai nel bagno dove in fretta e furia mi vestii, quando uscii dal bagno Camille non c'era più...era rimasto solo Jake.

-Mia madre ci teneva a farti avere gli orari dei corsi- disse mentre mi porgeva un foglio, annuii mentre presi il foglio, per concludere in bellezza abbozzai un silenzioso “Grazie”. -Bene! Visto che sei pronta ti accompagno in aula va bene?- con fare ultraterreno prese lo zaino ai piedi del letto e uscii fuori dalla stanza, con fare poco gioioso andai a prendere anche il mio zaino che trovai stranamente pieno di libri. Uscii dalla stanza mentre il dormitorio era in pieno fermento, raggiunsi Jake e senza dire una parola iniziai a seguirlo per i corridoi.

-Poche regole per “noi”- disse quel “noi” ridacchiando – mai passare a tarda notte nella zona degli allenamenti dei Vampiri, poi provvederà Camille ad avvisarti quando e dove si incontrano- lo guardai perplesso, mentre mettevano piede fuori in uno splendido chiostro – quella zona lì- indicò un gigantesco portone aperto dal quale si intravedeva un cancelletto che mi sembrava familiare – è off limits nelle due notti precedenti e successive alla luna piena-

Mi bloccai guardandolo stupefatta -non dirmi ci sono anche i lupi mannari?!- la sua risposta fu una risatina con un cenno del capo. Mi diedi un pizzicotto sul braccio... dannazione non stavo sognando!

Lasciandoci alle spalle il portone ci avviammo verso un arco che permetteva di accedere ad un'altra zona di quello strampalato college -Penso che mi perderò- dissi mordendomi il labbro inferiore.

-Tranquilla sarò la tua ombra-disse Jake ridacchiando -mi madre non mi perdonerebbe mai se lasciassi perdere una delle ragazze più talentuose della scuola- abbassò lo sguardo e svoltò subito sulla sinistra entrando così in un'aula apparentemente normale. Senza dire nulla il ragazzo andò a sedersi tra i primi posti, decisi che per iniziare era buono sedermi a metà classe, visto che era abbastanza lunga come aula. Nessuno si avvicinò a me, tirai un sospiro di sollievo, il chiacchericcio mi permetteva di non fare caso a degli strani pensieri che cercavano di entrare nella mia testa. Il rumore cessò di colpo e l'unica cosa che sentii fu il raschiare delle sedie, tutti si erano alzati in piedi, feci anche io lo stesso. Una signora dall'aria materna entrò nell'aula e si posizionò accanto alla cattedra.

-Buongiorno a tutti nuovi studenti- dissi con un dolcissimo sorriso stampato sul volto -sono la preside Miranda McDonald qualora non mi conosciate, è un vero piacere avervi così numerosi quest'anno- mi guardai attorno nell'aula eravamo meno di una decina di persone e la gran parte era costituita da uomini -penso che abbiate notato la scarsità di gentil sesso, sappiate che quello che intraprenderete sarà un lungo percorso, molto difficile, molti di voi cambieranno idea, altri semplicemente molleranno- la sua voce divenne cupa, anche il suo sguardo lasciò trasparire qualcosa di negativo -Non voglio tediarvi più tanto, buon proseguimento- disse mentre scansionava tutta l'aula e il suo sguardo si bloccò su di me, mi sorrise e con lo stesso passo uscì fuori dall'aula, tutti noi allievi ci guardammo e il mio sguardo si incrociò con l'unica ragazza dell'aula. Eravamo solo due ragazze a frequentare quel corso. Sentii che mi stava sfuggendo qualcosa, ma non riuscivo a capire cosa. Pochi secondi dopo entrò un uomo di bell'aspetto con una borsa tipica da docente, abbandonò la borsa su una sedia accanto all'aula.

-Bene- disse rivolgendo uno smagliante sorriso all'aula – sono il professore Beldin, e spero di costruire uno splendido rapporto con voi visto che vivremo a strettissimo contatto, infatti -unì le mani e lasciò gli indici diritti, ma uniti, a mo' di pistola- sarò il vostro professore di Incantesimi- a quella parola strabuzzai gli occhi, dove diavolo ero finita?! -Lasciate perdere ogni fantasia stile Harry Potter o la Fata Turchina niente formule qui!- disse ridacchiando – con Incantesimi intendiamo il piegare la natura e tutte le nostre energie per mutare o utilizzarla in altro modo, per tutti noi sono fondamentali le energie. Bene!- disse voltandosi verso la cattedra, allungò una mano verso una caraffa d'acqua e ne verso il contenuto in un bicchiere -Iniziamo per gradi, primo elemento: Acqua!- con un gesto della mano fece uscire il liquido dal bicchiere e iniziò a farlo arrampicare lungo il suo braccio -E' tutta questione di concentrazione e di energia- disse continuando a mantenere lo sguardo sul liquido trasparente che vorticava sulla sua mano -ognuno di noi ha un elemento protettore, solo pochissimi maghi hanno la capacità di padroneggiare tutti e quattro gli elementi- trasformò il turbine d'acqua in una splendida rosa, poi in uccellino che fece volare fuori dalla finestra.

-Ognuno di voi avrà dell'acqua iniziate ad esercitarvi...su!- voltai lo sguardo all'angolo del banco e notai un bicchiere che fino a poco tempo prima non avevo visto. Lanciai sguardi sfuggenti per tutta l'aula, tutti erano concentrati sul loro bicchiere d'acqua. Io mi trovai impacciata, non sapevo da dove iniziare, soprattutto non sapevo se ero in grado di fare quello che avevo fatto attimi prima il professore.

-Focalizza l'elemento- la voce del professore era a pochi centimetri dal mio orecchio -raccogli le energie nella mano e inizia a divenire un tutt'uno con l'elemento- cercai di fare quello che mi aveva detto il professore e il risultato fu che l'acqua dopo un leggero tremolio fuoriuscì dal bicchiere, con mio enorme stupore. La mia concentrazione fu interrotta da un rumore di vetro infranto, quindi l'acqua ripiombò nel bicchiere spruzzandomi il volto.

-Complimenti- disse poi voltandosi in direzione del bicchiere rotto e raggiungendo l'allievo bagnato fradicio. Proseguii per tutta la lezione ad allenarmi, avevo lasciato il mondo fuori da quell'aula, mi sembrava così strano che potessi fare quelle cose, mi sembrava un sogno; alla fine della lezione ero in grado di far camminare sulla mia mano qualche gocciolina d'acqua, secondo il professore era un ottimo risultato.

Attesi Jake sulla soglia della porta, ma lui mi passò accanto senza proferire parola, non capii quel suo atteggiamento, la ragazza con la quale avevo avuto un incrocio di sguardi mi si affiancò, era incredibilmente alta e i suoi capelli corvini creavano uno splendido contrasto con i suoi incredibili occhi verdi -Vieni in mensa?- mi chiese gentilmente e io per tutta risposta annuii soltanto, mi sorrise e si incamminò per un lungo corridoio- la mensa si trova alla fine del corridoio. Mi chiamo Claire- disse porgendomi la mano – tu sei Allison giusto?- annuii per l'ennesima volta.

La mensa era posta in una gigantesca sala arredata in stile moderno -magica questa sala vero?- mi chiese Claire mentre io ero totalmente rapita da quella sala -Sei di poche parole vero?-

-Devi ringraziare il cielo se riesce a spiccicare qualche sillaba- la voce di Jake mi riportò alla realtà, il suo sguardo era più freddo -lo sai che tua è stata solo la classica fortuna del principiante vero?-disse senza guardarmi in faccia.-Non è vero!- Claire venne in mio aiuto -è stata bravissima e penso che anche con gli altri elementi ci saprà fare!- guardai i due con aria stranita.lo le materie erano strambe, ma anche gli allievi!

-Ricordati questo: a nessuno piace avere a che fare con i primi della classe soprattutto se questi sono maghi- sentenziò Jake allontanandosi. Mi volai verso la sala e solo allora notai gli sguardi delle altre persone, alcuni erano incuriositi, altri ancora mi guardavano con disprezzo. -Non farci caso- bisbigliò Claire prima di essere trascinata via da una ragazza che la fece sedere al suo tavolo.

Cercai un posto a sedere dopo aver preso un misero piatto di pasta visto che non avevo fame, ma non facevo altro che ricevere rifiuti. Nessuno voleva avermi seduta con loro al tavolo.

Era incredibile. Il primo giorno non era ancora finito e io già odiavo quella maledetta scuola. 
 
_______________

Chiedo scusa per il ritardo, ma l'ispirazione era andata a farsi benedire!

-SilentDreamer-

   
 
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