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Autore: Hikari93    28/03/2013    8 recensioni
«Calibro 9, un colpo alla tempia.» Una voce ovattata, grave, il rumore di un sorso profondo accompagnato dalla sensazione di qualcosa di puntinato e gelido a lato della testa. «Praticamente è un miracolo che tu non sia morto nell'immediato.»
[...]
«Dove… dove sono?» riuscì solo a mugolare.
«Benvenuto alla Retrobottega, in bilico tra la vita e la morte.»
[SasuNaruSasu - HashiMada ♥]
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hashirama Senju, Madara Uchiha, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Retrobottega
 




00. Prologo
– In bilico tra la vita e la morte si spalancano le porte della Retrobottega –    

 
 


 
 

Non se ne capacitava, si domandava come fosse potuto accadere.
Un disastro, il dramma della possibile morte di un figlio stava sconquassando la loro, fino ad allora, felice esistenza. Minato lo riteneva inverosimile, non riusciva a pensare a nulla. Soltanto, si ripeteva con insistenza che tutto sarebbe finito, e sarebbe finito anche bene. A furia di ricordarselo, però, e continuando a osservare la disperazione crescente sul volto di Kushina, la speranza che ogni cosa potesse ritornare al suo posto andava scemando.
Avrebbe voluto saper essere più forte, capace di acchiappare tutta la positività del mondo e di dividerla con sua moglie – di cedergliela tutta, se necessario –, che ora dopo ora moriva un po’ in più assieme a Naruto.
Minato lanciò uno sguardo alla porta serrata, le mani sudate e il labbro deteriorato dai numerosi morsi di nervosismo e disperazione che si era inflitto al fine di alleviare quell’immensa sofferenza anche solo della millesima parte. Non riusciva più a palare con sua moglie, la voce non gli usciva, e anche se si fosse sforzata di venir fuori, lo stesso non avrebbe oltrepassato la barriera forgiata dalle numerose lacrime frastornanti di chi si trovava a un passo dal baratro.
E quindi, incapace di fare altro, incapace di mantenere la calma sia per sé che per Kushina, riuscì solamente ad allungarsi e a passarle un braccio intorno al collo, attirandola a sé e baciandole la fronte rovente e aggrottata per il pianto.
«Minato.» Un lamento, una supplica. Giuramelo. «Ce la farà… promettimi che ce la farà, che andrà tutto bene.»
E lui avrebbe voluto. Avrebbe davvero voluto gridarglielo, sorridendole in quel modo che a volte ancora la faceva arrossire, tranquillizzandola, assicurandole che Naruto non correva alcun rischio. Ma non poteva. Sarebbe stato bello aggrapparsi a una speranza sempre più lontana, proporzionalmente al tempo d’attesa che aumentava, ma non giusto. Solo da egoisti, solo per mascherare il proprio male e trasformarlo per un po’ in qualcosa di dolce e malinconico insieme. Solo per stamparsi in faccia un falso sorriso e fingere di stare bene ripetendosi che Naruto era forte, perché Naruto era ancora il loro bambino che con la sua immensa volontà, con la sua voglia di vivere e di vivere bene, avrebbe potuto spaccare il mondo.
Invece era stata una minuscola pallottola a spedirlo – e spedirli – in quel corridoio tanto bianco da far bruciare gli occhi, a rompere la maestosa volontà di loro figlio e a ovattare la sua risata prepotente e cristallina col suono acuto e stridente della sirena dell’autoambulanza.
Minato stava piangendo. Spinse Kushina contro il suo petto per nasconderle la verità che le sue lacrime stavano raccontando – ovvero che non poteva prometterle nulla, non poteva, anche se avrebbe fatto di tutto per esserne in grado –, e cominciò ad accarezzarle naturalmente i capelli, forse per sentirla più vicina, forse solamente per trattenere le proprie dita dall’infliggersi talmente tanto dolore sulla pelle da farsi veramente male.
Magari fosse servito…
Per un genitore non c’era sconfitta maggiore di sopravvivere al proprio figlio. Costituiva qualcosa di talmente innaturale che il sol pensiero sapeva di ridicolo, e lo faceva stare male – lo faceva morire senza ucciderlo per davvero – l’idea che sarebbe potuto succedere.
Rimase abbracciato a sua moglie per un po’, nella mente solo il nome di Naruto sussurrato all’infinito, finché la porta non si aprì e i passi del medico avanzarono.
Minato aveva paura di guardarlo in volto e scoprire, ma il momento della verità era irrimandabile.
 
 
 
 

*

 
 
 
«Calibro 9, un colpo alla tempia.» Una voce ovattata, grave, il rumore di un sorso profondo accompagnato dalla sensazione di qualcosa di puntinato e gelido a lato della testa. «Praticamente è un miracolo che tu non sia morto nell'immediato.»
Cercò di aprire gli occhi, ci vide poco e male.
Poi, gradualmente, i colori smisero di essere chiazze e si impressero, immobili, sul pavimento su cui era riverso e sul volto pallido di chi, presumibilmente, gli aveva appena parlato e poggiato l’indice contro, tra i capelli.
Naruto, seppur intontito, riuscì ad alzarsi a sedere, incrociando le ginocchia, e, prendendo pian piano possesso di sé, si massaggiò lentamente la testa; se fosse stato completamente consapevole della sua persona e di quello che gli era accaduto soltanto un paio di ore prima, si sarebbe domandato perché non scorreva il sangue e perché non provava dolore anche se era stato percosso.
«Dove… dove sono?» riuscì solo a mugolare.
«Benvenuto alla Retrobottega, in bilico tra la vita e la morte.»
 

 
 
 
 


























 
 
 

Credevo troppo in questa storia per lasciarla marcire a vita sul mio computer! *____*
Per questo la lascio marcire in eterno su EFP, LOL.
In realtà ho tanto da aggiornare e lo sapete, ma ho il bruttissimo difetto di riuscire a scrivere solo quello che mi sento. E, credetemi, per quanto provassi a buttar giù altro, la mia mente restava collegata a questa storia.
Forse perché è nata come HashiMada, chi lo sa. XD
In ogni caso, la coppia principale sarà la SasuNaru, però anche l’HashiMada avrà la sua notevole importanza (ricordate che all’inizio doveva essere ESCLUSIVAMENTE HashiMada). In ogni caso, era da troppo che non scrivevo una SasuNaru, davvero davvero troppo.
Un’altra cosa: a dispetto dell’inizio, questa storia avrà degli alti e bassi tra comico (siparietti carucci, secondo me) e momenti di malinconia totale. O almeno così si prospetta, poi finché non è scritta tutto può cambiare. XD
 
E niente, il prologo è breve ma gli altri capitoli saranno più lunghi. Ah, so che retrobottega è maschile; qui è volutamente un nome femminile, poi sarà spiegato il perché. :)
 
E basta, davvero. Spero di avervi incuriositi, sono proprio soddisfatta di questa idea, la trovo molto originale. UwU”
 
Alla prossima – se sempre ci sarà qualcuno che mi seguirà. XD


P.S. Buon inizio vacanze. UwU



   
 
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