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Autore: Hi Ban    01/04/2013    3 recensioni
«Oh, calzini calzini! Perché siete voi, calzini? Rinnegate la vostra puzza, rifiutate la vostra avversione per i buchi cuciti o, se non volete, giurate che vi farete lavare e io non vi butterò! Solo il vostro tanfo mi è nemico, voi siete vo-»
«Che diavolo vuol dire ‘io non vi butterò’?! Sbarazzati di quella merda se non vuoi finirci tu nella lavatrice con la bocca cucita.»
«... Che cosa vuol dire ‘buttare’? Non è una mano, né un pied-»
«Vuol dire che se non la pianti ti butto dalla finestra e raccolgo il tuo sangue con i tuoi calzini.»
«... ryokai.»
Genere: Comico, Demenziale, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hidan, Shisui Uchiha
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Piove anche sotto l'ombrello se Shisui non lo apre'
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7. Soggetti psicopatici




Hidan era più che a conoscenza della demenza di Shisui, ma giusto un paio di cose – come la sua sanità mentale – gli avevano suggerito di tentare di sopportare quella sua peculiarità e provare a conviverci. Anche il vecchiaccio, Hiroto, gli aveva detto della storia dei compromessi… a quel proposito, Hidan aveva pensato a compromessi relativi a quello che avrebbe stabilito con la vecchia del piano di sopra. Lui seppelliva il corpo di Shisui nella sua aiuola e lei stava non fiatava. No, non era un compromesso, lo Hie aveva strane concezioni a riguardo, ma nel suo immaginario non c’era nemmeno bisogno di minacciarla la nonnetta. Sarebbe schiattata di crepacuore nel vedere il cadavere. Allora gli sarebbe toccato chiedere al vicino un po’ più in là se gli concedeva la sua aiuola.
Ammazzare creava davvero un circolo vizioso infinito… che rottura di palle.
Comunque, per il momento Shisui non era ancora morto. Però la sua stupidità viveva in maniera anche troppo rumorosa e Hidan doveva davvero trattenere se stesso dal trucidarlo. E non sempre ci riusciva.
Cioè, se per ogni minima stupidaggine di Shisui buttava giù tavoli e sedie, oltre a dover spendere un capitale mensilmente per mandare avanti la catapecchia, anche il suo sistema nervoso ne avrebbe risentito. Che poi, anche se proava ad accettare di avere un coglione che gli girava per casa in mutande la domenica mattina, non voleva dire che, di tanto in tanto, non si prendesse la libertà di mollargli qualche buon calcio. Era sempre utile.
Tuttavia, ogni volta che l’Uchiha faceva qualcosa di incomprensibile per il genere umano l’Hie proprio non ce la faceva a non pensare che quello doveva davvero essere il colmo del colmo.
E così era stato anche quel mattino, quando lo aveva trovato accucciato per terra, davanti alla libreria, piegato su qualcosa che Hidan non riusciva a distinguere.
Stava vomitando?
«Si può sapere che diavolo stai facendo?» era incantevole notare come Hidan potesse essere di tale gentilezza appena sveglio, davvero sconvolgente.
Shisui non rispose.
Si stava dondolando? Ecco, come faceva quella a non essere il culmine della sua stupidità? Ogni volta che si manifestava, il suo concentrato di intelligenza, Hidan dimenticava quante altre volte si era già dimostrato poco furbo.
«Idiota» così dicendo, Hidan era della più ferma opinione che ignorarlo, andare in bagno, vestirsi, mangiare e andare all’università fosse la migliore delle scelte.
«Non sapevo fossi così famoso, Hidan!» esclamò ad un tratto l’altro, con voce tanto estasiata che l’Hie faticava davvero a mettere in relazione la sua contentezza con quanto aveva appena detto.
«Io non sono famoso» ribatté sia seccato sia vagamente incuriosito. Da dove veniva fuori quello, adesso?
«Massì, sei citato qui!» e così dicendo indicò qualcosa che solo lui poteva vedere perché l’Uchiha non ebbe cuore di girarsi o mostrare cosa diavolo fosse quel ‘qui’. Agiva senza pensare, come si poteva essere tanto dementi? Cosa aveva mangiato la madre, quando lo aveva concepito, onigiri avariati, salsa di soia contaminata?
Probabilmente lo stesso Shisui dovesse avvertire l’aura di irritazione che Hidan stava spargendo attorno a sé – probabilmente la espelleva con il respiro –, perché mise in moto il cervello, riconobbe il problema e si voltò, rimanendo comunque seduto a terra a gambe incrociate.
Ah, stava leggendo, ecco perché prima ci aveva messo tanto per rispondergli: erano attività complesse, quelle, per lui. Farne di più insieme gli impallava il cervello.
Il sistema operativo è momentaneamente fuori uso. Si vuole terminare il programma o attendere una risposta del sistema?
«Cosa ci fai con il mio libro di psicologia?» si informò subito Hidan, notando come quel ragazzo fosse peggio di un cane: con un sacco di parolacce e pessimi epiteti, agli albori della loro convivenza, Hidan aveva fatto presente al ragazzo che la sua roba non avrebbe dovuto nemmeno guardarla da lontano, figurarsi toccarla. Eppure non imparava. I cani, almeno loro in tutti il mondo, dopo un po’ di allenamento, erano in grado di riportarti la pallina e darti la zampa, Shisui invece, più riceveva ordini in merito, più regrediva a stati di non apprendimento: ogni tanto gli fregava anche le mutande, così, a caso. E non dava né la zampa né riportava le palline. Le rompeva, le palle, ma nulla di più.
«Volevo leggere qualcosa mentre ero in bagno, è la prima cosa che ho trovato e si è rivelato tanto interessante che non l’ho più lasciato!» commentò allegro, non tentando minimamente di nascondere il fatto.
«Almeno per pulirti il culo lo hai lasciato?» sbottò irritato, anche se sapeva che non poteva essere tanto imbecille da… perché non rispondeva? Perché sorrideva solo?
«Ovvio, Hie, ovvio! Su, calmati! Non ti ho immerdato il libro, se è quello che il tuo cervellino bacato teme!» poi scoppiò a ridere da solo, appena finito di parlare: evidentemente aveva pensato a qualche battuta divertente che in ogni caso avrebbe capito solo lui. Ammesso e non concesso che vi fosse realmente un senso.
«Ah, comunque, comunque! Sei famoso!»
Ancora; no, non lo era, non ancora perlomeno. Certo, sarebbe potuto diventarlo come peggior efferato assassino degli ultimi trent’anni: Shisui non si rendeva mai pienamente conto del pericolo che correva ogni volta che gli dava fastidio.
Notando lo sguardo palesemente disinteressato di Hidan, Shisui si appresto ad aggiungere: «Ti citano! Cioè, parlano proprio di te! Cacchio, è il tuo libro, non te ne sei nemmeno accorto?» commentò indignato alla poca attenzione del ragazzo.
Shisui proprio non capiva come Hidan facesse a non capire – inutile dire che il resto del mondo non capiva lui. Comunque, era proprio lui, impossibile non rendersene conto. Era come vedere una foto e non riconoscerne il soggetto: inimmaginabile.
«Non dire stronzate» lo apostrofò Hidan, con tutta la finezza che poteva raccogliere dentro di sé in pochi attimi.
«Oh, disfattista di merda, senti qua: ci sono pazienti gravemente ammalati che dicono di star bene. Ad esempio, soggetti psicopatici possono violare la legge e fare cose terribili senza provare dispiacere, né rimorso*» lesse molto velocemente dal suo libro, senza fare pause e rendendo il testo quasi incomprensibile.
Hidan capì a stento cosa diavolo aveva detto, ma anche con ciò non comprese affatto cosa volesse dire.
«E allora?» si informò infatti, mentre Shisui gli restituiva in risposta uno sguardo allucinato e scandalizzato.
«Ma sei tu! Parlano di te, per scrivere ‘sta roba hanno preso te come modello d’ispirazione!»
Hidan non disse una parola, mentre Shisui era letteralmente un fiume in piena che neanche si accorgeva del sopracciglio di Hidan che tendeva sempre più verso l’alto.
«Tu sei un paziente gravemente ammalato che crede di stare bene! Non ti rendi conto del tuo problema! Beh, forse è anche per questo che non ti sei riconosciuto nella descrizione…» congetturo, grattandosi il mento con fare concentrato. Ah, doveva andare anche lui a fare psicologia, aveva un futuro.
Gli occhi di Hidan, notò, erano vagamente sgranati, sembrava vagamente uno… psicopatico, sì, qualcosa del genere.
«Beh, poi sei uno psicopatico che fa cose contro la legge! Hai tentato anche di affogarmi nel lavandino, assassinio preterintenzionale! E poi fai cose terribili, ogni tanto speri che la vecchietta si azzoppi per le scale così vengono a riparare l’ascensore per evitare altri incidenti! E adori la mattonella nel cesso, questo è fanatismo religioso!»
Hidan aveva completamente dimenticato il suo buon proposito di provare a convivere con quell’ammasso di stupidità. Shisui non doveva essersene accorto, perché continuò tranquillamente a parlare.
«Non provi nemmeno dispiacere! Sei soddisfatto quando tenti di uccidermi, pazzo psicopatico! Vogliamo parlare della pianta all’ospedal- Hidan? Cosa stai… quelli sono caaaapelli, fai male! Non tirare, il cuoio capelluto è debole! Il libro, Hidan chan, il libro, poi si rovina… B-beh, vedi? Sei uno psicopat- Ahia! Stacchi tutti i capelli così!»
«Non proverò rimorso, tranquillo, non sono i miei. Com’era? I soggetti psicopatici non provano rimorso, no?»»


*Tratto dal mio libro di psicologia, 'Psicologia oggi'



Ah, la Pasqua. E le uova di Pasqua. Il cioccolato. Ancora il cioccolato. Adoro il cioccolato, cari, mi rende euforica e non voglio neanche chiedermi a quanto sia il tasso di zucchero nel mio sangue, sarebbe a livelli imbarazzanti :D
Quando ho letto quella frasei sul libro di psicologia, comunque, è stato come un'apparizione. Sono andata in estasi mistica, incurante del fatto che, disgraziatamente, quella settimana fossi in prima fila e avesse la prof a mezzo metro di distanza. Suvvia, cosa non si fa per Hidan e Shisui? Anche le figure di mierda, yep!
Mh, diciamo comunque che ho finito quelle scritte, perché ho avuto alcune imbarazzanti (oggi è tutto imbarazzante, I'm really sorry) vicissitudini con la mia vena creativa e alcune cose mi piacevano meno di altre, perciò... ne ho una che ho quasi finito di scrivere. E poi alcune bozze. Titoli più che altro. No, nemmeno, ci sono le faccine, diciamo più annotazioni ù-u e poi summer paradise 2.0, giustamente, ma non ho la più pallida idea di quando posterò cosa, ma abbiate fede, cari! Non scomparirò né abbandonerò questo baluardo di scemenza!*balle di fieno*
Alla prossima, allora!^^ Bye~
  
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