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Autore: Heilig__    03/04/2013    11 recensioni
- Salve!- disse questa, alzandosi – Io sono Vera Cooper- si presentò, porgendo la mano ai due ragazzi – Voi dovete essere Bill e... Madison?- disse guardando confusa Tom.
Il viso del chitarrista s'imporporò, mentre il fratello tentava di soffocare una risata.
- No, io sono Tom- spiegò il moro.
- Oh...- disse semplicemente Vera – Lawrence deve essersi sbagliato... Non mi aveva detto che eravate... sì, insomma...-
Bill e Tom sgranarono gli occhi, inorriditi: quella ragazza stava forse pensando che loro due erano...?
- Tom è mio fratello!- si affrettò a dire Bill, cercando di risolvere qualsiasi fraintendimento– La mia ragazza, Madison, non è potuta venire, e quindi mi ha accompagnato lui.
- Sì, è come dice lui- aggiunse Tom.
Vera guardò prima Bill e poi Tom, per poi scoppiare in una risata fragorosa.
- Scusate, non volevo offendervi. È che... sembrava tutto molto equivoco!- disse, andando a sedersi dietro la scrivania – Prego sedetevi- disse, indicando ai due delle poltroncine di pelle nera.
I gemelli si sedettero, e Vera prese un taccuino su cui prendere appunti.
- Allora, Bill. Quando e dove si terrà il matrimonio?
Trailer: http://www.youtube.com/watch?v=Uny-NTReVRg&feature=youtu.be
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: I Tokio Hotel non mi appartengono. Tutto ciò che è qui scritto è frutto della mia fantasia e io non ci cavo fuori neanche un soldo bucato u.u




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One



- Vi dichiaro marito e moglie!-
La chiesa esplose in un caloroso applauso, mentre i due sposi si guardavano sorridenti, felici di aver finalmente coronato il loro sogno d'amore.
- Ora,- disse il prete rivolgendosi allo sposo – può baciare la sposa-
Il giovane non se lo fece ripetere e baciò appassionatamente l'amata, sotto gli sguardi inteneriti e commossi degli invitati. Una di loro, una giovane dai capelli scuri e gli occhi verdi, vestita con un abito color crema lungo fino a poco più su del ginocchio, rimasta in disparte durante l'intera cerimonia, sorrideva soddisfatta.
"Un altro lavoro eccellente, non c'è che dire" si disse, compiaciuta.
Si voltò ed uscì dalla chiesa. Raggiunse la sua auto, la mise in moto e si diresse verso il luogo del rinfresco che si sarebbe tenuto nello splendido guardino di un palazzo ottocentesco, poco lontano da dove si erano appena celebrate le nozze.
Una volta arrivata, la giovane scese dalla vettura e con passo veloce raggiunse i camerieri che stavano sistemando gli ultimi tavoli sotto l'immenso gazebo addobbato con fiori bianchi.
- Ragazzi,- disse, avvicinandosi – come sta andando?
- Bene!- risposero all'unisono i camerieri.
- Perfetto. Sono molto contenta del vostro lavoro- si congratulò la ragazza, ammirando i bellissimi centrotavola. I ragazzi sorrisero, gratificati, e ripresero il loro lavoro.
Mentre la giovane sistemava un tovagliolo, un uomo piuttosto basso e tozzo sopraggiunse alle sue spalle.
- Vera! Buongiorno!- esclamò, facendola sobbalzare.
La ragazza si voltò di scatto, spaventata, per poi ricomporsi subito, avendo capito di chi si trattava.
- Buongiorno, chef Sanders!- salutò – Mi ha spaventata!- si lamentò, poi.
- Oh, scusa, non era mia intenzione- si scusò l'uomo – Allora com'è andata la cerimonia?
- Una favola- rispose la giovane – E' stato decisamente uno dei miei matrimoni meglio riusciti.
- Ne sono felice. Tra quanto arrivano tutti?
- Beh...-
La ragazza non fece in tempo a rispondere, perché la sua voce fu coperta dal rombo di motori. Si voltò verso i cancelli e vide arrivare la limousine bianca degli sposi, seguita da altre auto con a bordo gli invitati.
- Eccoli!- esclamò, rivolgendosi allo chef.
- Bene, allora io scappo in cucina per controllare che tutti i piatti siano pronti. E' sempre un piacere incontrarti, cara- disse l'uomo, abbozzando un mezzo inchino – Arrivederci.
- Arrivederci signor Sanders!-
La giovane rimase ad osservare la goffa figura del cuoco entrare nel palazzo per poi scomparire dietro ad un gruppo di giovani camerieri che uscivano dall'edificio portando in mano vassoi con salatini e bicchieri colmi di champagne. Ne prese uno dal vassoio che uno dei camerieri le porgeva e cominciò a sorseggiarlo mentre guardava gli sposi e gli invitati entrare nel giardino.
Quando la sposa, Grace, la notò, le corse incontro, felice.
- Vera!- esclamò – Tutto questo è semplicemente meraviglioso!
- Sono contenta che ti piaccia.
- Mi piace?! Lo adoro!- disse Grace, entusiasta – E' davvero fantastico, Vera-
La ragazza sorrise, pienamente soddisfatta ed appagata: se la sposa era contenta, significava che il matrimonio era perfettamente riuscito.
Grace l'abbracciò di nuovo, e il suo profumo le pizzicò il naso, facendola quasi starnutire.
- Grazie, Vera- disse la giovane sposa – Non avresti potuto fare di meglio.
- Organizzare matrimoni perfetti è il mio mestiere!- rise l'altra – Beh, il mio lavoro qui è finito. Sarà meglio che vada.
- Oh, non resti un altro po'?- chiese dispiaciuta Grace.
- Mi dispiace, ma domani ho un sacco di impegni e l'unica cosa di cui ho bisogno ora è una bella dormita!
- Capisco...- disse la sposa, annuendo – Beh, ti porterò una fetta di torta in ufficio!
- Ci conto!- esclamò la giovane.
Grace le sorrise un'ultima volta e si allontanò, raggiungendo le amiche.
La mora consegnò il suo bicchiere vuoto ad un cameriere che le stava passando accanto e si diresse verso l'uscita del giardino. Salì in auto e partì verso casa sua, dove programmava di farsi un lungo e rilassante bagno, per poi fare razzia di tutto il cibo spazzatura presente in dispensa davanti a un buon film e infine andare a dormire.
A metà strada il suo telefonino squillò. Cercando di non perdere di vista la strada, lo prese e guardò il display. Quando lesse il nome di Lawrence Williams, suo capo nonché grande amico, fece una smorfia e decise di non rispondere.
Sicuramente,” pensò, mentre rifiutava la chiamata “vorrà rifilarmi chissà quale cerimonia, ma io di matrimoni da organizzare ne ho piena l'agenda. Un altro è proprio ciò di cui non ho bisogno-
Il cellulare squillò di nuovo, ma lei lo lasciò suonare.
Prima o poi si stancherà”
Quando arrivò a casa, Lawrence l'aveva chiamata altre tre volte le aveva inviato innumerevoli sms. Una volta entrata, si accorse che la spia della segretaria lampeggiava, segno che Lawrence aveva lasciato messaggi anche lì.
Sbuffò, scocciata, e decise di ascoltarne almeno uno. Premette il tasto e la voce arrabbiata dell'amico le perforò le orecchie.
Cooper! Perché accidenti non rispondi?! Chiamami appena senti questo messaggio, o giuro che questa volta ti licenzio davvero!”
La giovane rise: quella era la minaccia preferita di Lawrence. L'aveva detta talmente tante volte che ormai non ci faceva più caso.
Prima mi faccio un bagno e poi lo richiamo” si disse.
Andò nella sua stanza, si tolse le scarpe, prese l'accappatoio e andò in bagno, dove aprì i rubinetti e lasciò che la vasca si riempisse. Si spogliò e i legò i capelli scuri in uno chignon ed entrò nella vasca. Prese il flacone del bagnoschiuma che stava sul bordovasca e ne versò il contenuto, che rilasciò un delizioso profumo di caramello.
Rimase nella vasca una buona mezzora, ripensando alla perfetta riuscita del matrimonio di Grace.
Questa volta mi sono superata” concluse, alzandosi e uscendo dalla vasca.
Si mise l'asciugamano ed uscì dal bagno, diretta in camera sua.
Dopo essersi infilata un paio di pantaloni della tuta e una vecchia felpa sformata, decise di chiamare Lawrence, prima che questo avesse una crisi nervosa.
Sempre che non l'abbia già avuta” pensò, mentre digitava il numero dell'amico.
- Cooper!- urlò Lawrence, appena rispose alla chiamata.
- Ehi Lawrence!- disse lei, con nonchalance – Volevi parlarmi?
- Sì, ma sai, qualcuno ha deciso di ignorarmi.
- Su avanti, parla. Che succede?
- Hai dei nuovi clienti- spiegò il giovane - Hai un appuntamento con loro martedì pomeriggio.
- Lawrence, no! Ho una montagna di altri impegni! Non puoi aggiungermene un altro!
- Non ti preoccupare. Ho già sistemato tutto. Per il prossimo mese sei completamente libera-
La ragazza arricciò le labbra, dubbiosa.
- Spero che ci almeno un buon motivo dietro tutto ciò...
- Oh certo!- ribatté pronto Lawrence – C'è un ottimo motivo
- E qual è?!- chiese spazientita la giovane.
Lawrence, dall'altra parte del telefono, sorrise compiaciuto.
- Non puoi neanche- disse, enigmatico – lontanamente immaginare quale matrimonio organizzerai...




* * *

qualche giorno dopo

- Ripetimi perché sono qui, Bill-
Da un quarto d'ora circa, un Tom Kaulitz piuttosto corrucciato ripeteva la stessa domanda, mentre sfrecciava a tutta birra per le strade di Los Angeles.
E da un quarto d'ora Bill, seduto sul sedile accanto al suo, ripeteva la stessa risposta.
- Per la centomiliardesima volta, Tom: tu sei qui con me perché dobbiamo andare ad un'agenzia di wedding planner per parlare con una ragazza che Madison ha contattato e che ci aiuterà ad organizzare il mio matrimonio.
- E io in tutto questo cosa c'entro?- esclamò Tom, alzando il tono di voce.
Bill sbuffò, roteando gli occhi.
- Maddie non è potuta venire, e io non volevo andare da solo.
- E come diamine hai fatto a convincermi?
- Beh, te l'ho chiesto mentre le chiavi della tua auto penzolavano sopra il gabinetto. È stato abbastanza facile.
- Vaffanculo- borbottò il chitarrista, voltandosi verso il finestrino.
- Ecco, siamo arrivati- annunciò Bill, all'improvviso
Tom frenò all'improvviso di fronte ad un edificio da muri bianchi su cui troneggiava una scritta a caratteri cubitali color rosa.
- WedDreams...- lesse, mentre scendeva dall'auto, seguito dal fratello.
- Su entriamo- disse questo, sistemandosi il berretto e gli spessi occhiali da sole, per evitare di essere riconosciuto.
- Sì, prima andiamo, prima finisce questa pagliacciata- commentò il chitarrista.
I due entrarono e subito furono accolti da una graziosa impiegata dai lunghi capelli lisci e biondissimi e un sorriso a 32 denti.
- Salve, posso esservi utile?- chiese, con voce trillante.
- S-sì- balbettò imbarazzato Bill, tirando fuori dalla tasca un foglietto spiegazzato – Abbiamo un appuntamento con una sua collega- disse, consegnandolo alla ragazza. La giovane lo lesse e tornò a guardare i due gemelli.
- Prego, venite con me. Vera è nel suo ufficio-
I due musicisti seguirono l'impiegata attraverso un corridoio dai muri color crema, su cui erano appesi alcuni quadri d'arte moderna alternati a foto di gruppo degli impiegati e a foto dei matrimoni organizzati dall'agenzia.
- Ecco- disse la giovane fermandosi di fronte ad una porta. Bussò e una voce femminile giunse dall'interno:
- Avanti!-
L'impiegata aprì la porta e fece entrare Bill e Tom, per poi andarsene.
L'ufficio in cui i due si trovavano era piuttosto spazioso, con una grande vetrata e una scrivania di mogano al centro, dove era seduta una giovane ragazza.
- Salve!- disse questa, alzandosi – Io sono Vera Cooper- si presentò, porgendo la mano ai due ragazzi – Voi dovete essere Bill e... Madison?- disse guardando confusa Tom.
Il viso del chitarrista s'imporporò, mentre il fratello tentava di soffocare una risata.
- No, io sono Tom- spiegò il moro.
- Oh...- disse semplicemente Vera – Lawrence deve essersi sbagliato... Non mi aveva detto che eravate... sì, insomma...-
Bill e Tom sgranarono gli occhi, inorriditi: quella ragazza stava forse pensando che loro due erano...?
- Tom è mio fratello!- si affrettò a dire Bill, cercando di risolvere qualsiasi fraintendimento– La mia ragazza, Madison, non è potuta venire, e quindi mi ha accompagnato lui.
- Sì, è come dice lui- aggiunse Tom.
Vera guardò prima Bill e poi Tom, per poi scoppiare in una risata fragorosa.
- Scusate, non volevo offendervi. È che... sembrava tutto molto equivoco!- disse, andando a sedersi dietro la scrivania – Prego sedetevi- disse, indicando ai due delle poltroncine di pelle nera.
I gemelli si sedettero, e Vera presa un taccuino su cui prendere appunti.
- Allora, Bill. Quando e dove si terrà il matrimonio?
- Ci sposeremo tra un paio di mesi in una chiesa fuori Los Angeles. L'abbiamo vista, è davvero graziosa.
- Avete già in mente i colori base per le decorazioni e i fiori?
- Sì, io e Madison abbiamo optato per il bianco e il rosa pesca.
- Perfetto- mormorò Vera, mentre scriveva tutto sul suo blocchetto.
- C'è qualcosa di particolare che devo sapere?- chiese, alzando la testa dal taccuino.
- No- rispose Bill – Non che io sappia- aggiunse, pensieroso.
- Sul cibo, magari?- l'aiutò la ragazza.
- No- ripeté Bill, scuotendo la testa.
- Bene, allora!- esclamò Vera – Io comincio a contattare la chiesa dove si terrà il matrimonio e faccio un giro lì, per iniziare a vedere come andranno sistemate le varie decorazioni. Intanto, mi manterrò in contatto con voi, così se c'è qualche problema o qualche cambio di programma possiamo subito discuterne- concluse, con sorriso.
- Benissimo- disse Bill, alzandosi – Ci sentiamo, quindi- aggiunse porgendole, la mano.
- Senz'altro- disse entusiasta Vera, stringendola – Anche perché devo ancora incontrare Madison-
Si voltò poi verso Tom e con un sorriso strafottente gli porse la mano.
- Spero di rivedere anche te, Tom- disse, calcando la voce sull'ultima parola.
Il chitarrista rispose con grugnito, beccandosi una gomitata nelle costole da parte del fratello.
- Sii educato, per la miseria!- sussurrò Bill.
- Volevo dire...- si corresse quindi Tom – Non vedo l'ora di rincontrarti, Vera.




- Quella è antipatica- commentò il chitarrista, appena chiuse la porta della vettura.
- Non è vero. È gentile- ribatté Bill, mentre allacciava la cintura.
- Per te tutti sono gentili...- borbottò infastidito Tom.
Bill roteò gli occhi e preferì lasciar perdere.
- Ti accompagno a casa?- chiese suo fratello dopo qualche attimo di silenzio.
- Sì, grazie-
Una decina di minuti dopo, Tom stava parcheggiando davanti all'enorme villa del gemello.
- Ogni volta che la vedo, questa casa mi sembra più grande- disse, con un sorriso.
- Senti chi parla!- replicò Bill – Vuoi fermarti?
- Magari un'altra volta, devo andare in palestra ora- rispose il chitarrista – Porta i miei saluti a Maddie.
- Ok, ciao!- salutò il biondo, scendendo dall'auto.
Dopo che la figura del fratello scomparve dietro il portone, Tom rimise l'auto in moto e si diresse verso la palestra.
Ho già saltato due allenamenti” si disse “Paul mi ucciderà”
Paul era il suo personal trainer e uno dei suoi migliori amici. Fuori dalla palestra era un tipo socievole e alla mano, ma appena aveva un attrezzo in mano, diventava una macchina da guerra.
Tom pensava che con il tempo la ginnastica gli avesse dato alla testa.
Ogni giorno, senza curarsi del tempo che faceva, usciva a fare jogging e ultimamente aveva cercato di coinvolgere Tom nelle sue matte corse.
E' pazzo, è pazzo” si disse il moro, scuotendo la testa.
Finalmente arrivò alla palestra. Parcheggiò di fronte alla porta a vetri dell'edificio e, una volta sceso, entrò, pronto a sorbirsi la furia di Paul.
- Tom!!!!!!- sentì la sua voce tuonare, appena mise piede nella palestra, dopo essersi velocemente cambiato.
Oddio...”











Salve :)
Questa è la mia nuova FF!
E' solo il primo capitolo, ma spero vi piaccia ^-^
Per chi segue "Tom's Daughter", non c'è da preoccuparsi: la finirò ovviamente! :)
Grazie a tutti/e :)
Addicted__TH
   
 
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