«È
stato bello.
Grazie, Lottie.» Passeggiammo un po’ per le strade
di Londra, e continuavamo a
chiacchierare. Mi stupivo sempre di più di quanto quella
ragazza fosse
simpatica e dolce. Una amica davvero speciale.
«Non
ti preoccupare,
anzi, battezziamolo come il nostro posto speciale. Ormai sei mia amica,
e se
vogliamo dirci qualcosa usiamo la ruota panoramica per stare
insieme!»
Sua
amica… fino al
giorno prima la consideravo come una rompiscatole che non voleva
lasciarmi in
pace, ma conoscendola quasi mi pento di averla trattata un
po’ male quando
cercava di aiutarmi. Eh già… sarebbe stato facile
diventare amica di una
ragazza così, in fondo eravamo molto simili come carattere.
«Vuoi
un po’ di
zucchero filato?» Mi chiese girando per una stradina alla
nostra destra. Credo
che quando tornerò al mio tempo tutti mi diranno
“Hai messo su un po’ di chili,
Meg?”, oppure “Forse è il momento giusto
per iniziare una bella dieta sana,
Megan.”
Già
solo al pensiero
mi veniva da sbuffare. Cosa avrebbe detto la nonna? Oh, non lo voglio
sapere.
Adesso sono qui, senza nessuno della mia famiglia. Sono Libera,
quindi… perché
non approfittarne? «Volentieri.» Le
sorrisi… un po’ per il “nostro
posto”, un
po’ per lo zucchero filato, e soprattutto per avermi
dichiarata sua amica. Era
una parola semplice, ma mi piaceva un sacco.
Sono
qui da un giorno
e ho fumato, ho trovato un lavoro, ho incontrato mia nonna da giovane,
ho visto
per la prima volta in tutta la mia – miserabile –
vita mio nonno, e mi sono già
fatta una grande amica.
Non
male… se potessi
mi abbraccerei da sola.
Ci
avviammo a quello
che doveva essere una baracchina, e mentre l’uomo
dall’altra parte del balcone
faceva girare due bastoncini in un piccolo contenitore ci si
avvicinò un
ragazzo, più alto di me, moro con una felpa della tuta con i
pantaloncini
abbinati.
Aveva
il fiatone,
probabilmente stava facendo jogging. Però… non
male come ragazzo!
«Ciao,
Lottie!» La
salutò regalandole un sorriso davvero splendido. Lanciai lo
sguardo a lei che
si era irrigidita alla sua vista, e chiaramente stava sudando freddo. O
è un
ragazzo che le ha fatto patire le pene dell’inferno, oppure
ne è totalmente
ammaliata.
«C-ciao,
Jake…»
Rimandò lei il saluto. Okay… era la seconda idea:
ne era pazza. Oh sì… se quel
ragazzo conoscesse un po’ le donne capirebbe tutti quegli
sguardi languidi che
Lottie gli sta lanciando.
Sospirai.
Lottie era
in assoluta difficoltà in quel momento. Era meglio
intervenire… e al più
presto.
Le
diedi una gomitata
sul braccio e lei si riprese dal suo apparente stato di trans.
“Non
mi presenti il tuo amico?” Le
mimai con le
labbra inclinando un po’ la testa in modo i capelli
coprissero la bocca dalla
vista del ragazzo – Jake – e in modo che lui non
leggesse il labbiale come
volevo invece far capire a Lottie.
«Ehm…
Jake, lei è
Megan. Meg, lui è… Jake.»
Mmh.
Proprio cotta a
puntino la ragazza.
«Ciao»
Lo salutai per
prima subito dopo la presentazione di Lottie per evitare attimi di
silenzio
imbarazzante.
«Ciao.»
Lo stesso
fece lui, con il suo solito sorriso, anche se quello rivolto a me, mi
sembrava
molto falso… bah. «Scusate, ma adesso torno un
po’ a correre. Ci vediamo,
Lottie. Ciao, Megan» E detto questo si allontanò
con una corsetta continuando
quello che doveva essere il suo passatempo.
«Ecco
qui lo
zucchero, signorine.» L’uomo dietro al balcone ci
porse i due bastoncini con lo
zucchero filato aggrappatosi sopra. Era da un bel po’ che non
mangiavo lo
zucchero filato… la nonna non me lo permetteva. Alla faccia
tutta, nonna del
malaugurio!
Presi
un po’ di
zucchero filato e me lo misi in bocca, pensando alla faccia della
nonna: tutta
piena di grinze, forse anche il doppio in questo momento…
Evitai
di chiedere a
Lottie spiegazioni su quell’affascinante spasimante a cui lei
stravedeva. Tempo
al tempo… me lo dirà quando vorrà
parlamene.
Suonai
alla porta di
casa Tomlinson: Lottie si era dimenticata le chiavi nella fretta di
uscire.
Avevamo già buttato i bastoncini dello zucchero filato
pensando alla possibile
reazione delle gemelle quando/se avessero scoperto che avevamo preso lo
zucchero filato.
Ciò
che – però – mi
preoccupò di più in quel momento fu il rumore
sordo che proveniva da dentro la
casa… come se qualcuno fosse caduto dalle scale.
«Non
aprite la
porta!» Sentimmo dall’interno la voce di Zayn che
urlava.
“Oddio…
che stava
succedendo?” Ero un po’ preoccupata per quella
frase… ma subito le due gemelle
Daisy e Phoebe aprirono la porta e abbracciarono sia me che Lottie
urlando
intanto i nostri nomi sorridendoci felici.
«Phoebe…
ciao.» La
salutai io riconoscendola dal neo sulla sua fronte. Lottie mi aveva
dato un
trucco per riconoscerle, visto che erano assolutamente uguali: Phoebe
ha un
piccolo neo vicino all’attaccatura dei capelli sulla sinistra
della fronte.
Mi
è servita a molto
questa informazione. Si sorrisero a vicenda con quello che doveva
essere un
sorriso compiaciuto, complice.
Alzai
lo sguardo
all’interno della casa e solo allora capii perché
aveva urlato quelle parole,
Zayn.
Mi
portai una mano
alla bocca spalancando gli occhi. Il mio sguardo si incontrò
con quello di Zayn
e lui arrossì impercettibilmente.
Sì…
impercettibilmente, ma per un motivo ben valido. Aveva il volto
ricoperto di
fondo tinta; le labbra infestate di rossetto rosso, e probabilmente ne
aveva
uno intero sopra quelle labbra; la matita che era completamente
irregolare sia
nella palpebra inferiore che superiore facendolo sembrare un vero e
proprio
zombie.
Trattenni
il respiro
per quelli che potevano essere due secondi, ma poi non mi trattenni
più e
scoppiai nella risata più libera che avessi mai fatto.
La
pancia mi faceva
male, gli occhi iniziavano a lacrimarmi… non potevo credere
che proprio Zayn si
fosse lasciato mettere i piedi in testa in questo modo da
delle… bambine.
Lottie
mi seguì senza
troppi indugi, e ci ritrovammo a soffocare dalle risate ancora
sull’uscio di
casa.
«E’
proprio per
questo che io non voglio più venire a fare il baby-sitter a
loro!» Inveì Zayn
mentre noi ridevamo di lui e del suo bell’aspetto.
Imprecò
ancora tra sé
e poi – tutto infuriato – venne nella nostra
direzione.
«Dove
vai?» chiesi
ancora con qualche singhiozzo dalle risate.
«Fuori.»
Disse
semplicemente. Okay… forse avevo un po’ esagerato
a ridere così.
«Dai,
vieni con me,
permalosone!» Lo schernii prendendogli la mano e riportandolo
dentro casa. Non
l’avrei lasciato uscire in quelle condizioni, per quanto
possa odiarlo… va
proprio contro la mia etica personale. «Posso usare il bagno,
Lottie?» Mi
voltai verso la porta.
Lei,
al contrario di
me, non aveva la più piccola intenzione di smettere di
ridere, ma, con chissà
quale forza, riuscì ad dire un lieve
“si” tra le risate.
Lo
trascinai verso il
bagno mentre lui, riluttante, riusciva solo a continuare a sbuffare e
– forse –
a mettere un piede avanti all’altro per riuscire a camminare.
«Siediti.»
Gli
ordinai lasciandolo e indicando col mento un piccolo sgabello di fianco
al
lavandino.
«Mi
trovi tanto
stupido?» Mi chiese senza seguire i miei ordini.
«Oh,
non sai quanto…»
gli sorrisi scherzosamente.
Lui
si accigliò.
Okay, in questo momento non era in grado di capire il mio umorismo,
quindi
cercai di esiliare una volta per tutti quel sorriso.
«Dai,
siediti.»
Ordinai un’ultima volta, e in quel momento Zayn si arrese
alle mie richieste.
*Zayn’s
POV*
Mi
sedetti, come mi
aveva ordinato di fare Megan.
Nessuna
ragazza era
riuscita a vedermi così in basso. Un’altra volta
era successo tutto ciò con le
sorelle di Louis, ma l’unica persona che mi vide quella volta
con trucco e
parrucco fu Louis che era tornato a casa mentre Lottie era a dormire
fuori con
delle sue amiche. Era proprio per questo che non volevo venire a badare
due
pazze scatenate come Daisy e Phoebe.
Sospirai.
Se mi
avesse lasciato andare fuori di casa i paparazzi avrebbero avuto un
bello scoop
per il prossimo mese, forse un po’ di
più…
«Tira
indietro la
testa e chiudi gli occhi.»
Feci
come mi disse
senza darmi troppi perché. Improvvisamente sentii delle mani
sulla mia fronte e
prendere i capelli vicino all’attaccatura, probabilmente per
tenermi testa
immobile.
Qualcosa
di umido mi
toccò l’occhio e lo tamponò. Mi
stava… struccando.
“Oddio…
E’ così
imbarazzante!” Sfregava quella che doveva essere una
salvietta sui miei occhi
togliendomi lentamente la matita nera che incorniciava i miei occhi
rendendoli
tetri.
Si
staccò e vidi che
prese un’altra salvietta e poi si riavvicinò a me.
Le
sue mani furono
nei miei capelli, ancora. Non permettevo a molte persone di toccarmi i
miei
capelli, ma in quel momento era il contatto che preferivo.
Lo
struccante
sull’altro mio occhio e la matita intanto sporcava quella
salvietta. Prese
della carta igienica e la passò sotto l’acqua del
rubinetto e si avvicinò a me,
ancora.
Perché
era così tanto
strano? Era un supplizio!
«Quindi…
cos’è che
succede domani che inizia il fine settimana? Anche Lottie mi ha chiesto
se
avevo impegni…» Mi chiese.
Passò
la carta
igienica sulle mie guance che si inumidirono subito al contatto con la
carta,
facendo in modo che la maschera di fondotinta e quella cosa che mi
arrossava le
guance con quel terribile color fuxia che mi ricopriva il volto, se ne
andasse
in fretta.
«Ti
volevo far vedere
qual è il mio lavoro.»
Piegò
su se stessa il
piccolo pezzo di carta, ormai non più immacolato come prima,
e lo portò sulle
mie labbra.
“Oddio!”
Nessuno
mi aveva
aiutato così… nessuno mi aveva fatto questo
effetto. Ma… che effetto è? Sono
innamorato di lei? No! La conosco da troppo poco tempo ed è
solo una piccola
bambina rompiscatole. E come se non bastasse le fan potrebbero dirle
tutte le
peggio cattiverie che passano loro per la testa. E’
così irritante tutto
questo!
Lei
rise. Oh… la sua
risata! «Mi farai andare in un viale per farmi vedere quanto
prendi con il tuo
lavoro da gigolò?» Incurvai un po’ le
labbra sorridendo. “Oh, il mio lavoro è
molto meglio di quello di un gigolò, cara.”
«Fatto.» Disse lei staccandosi
definitivamente da me.
“Oh
no, ti prego, non
ti allontanare!”
«Mmh…
okay.» Mi alzai
dallo sgabello e mi guardai allo specchio. C’erano ancora dei
residui di matita
sotto agli occhi e un po’ di rossetto sulle labbra; ma
considerando quanto
prodotto avevo sulla faccia, Megan ha fatto un buon lavoro.
«Grazie.» Mi
permisi di dirle.
«Niente.»
Sorrise in
quel modo che solo lei riesce a fare facendomi trattenere il respiro.
«Mi dispiace,
Zayn. Non dovevo ridere così…» Non
perse il sorriso in quella frase e qualcosa
si mosse nella mia pancia… come dicono le ragazze, sembrava
che avessi le
farfalle nello stomaco.
“Neanche
fossi una
bambina arrapata, Zayn!” auto-inveii contro me stesso. Che
cosa stava
succedendo?
No!
Ma lei è così…
vicina… le sue labbra sono vicine… troppo
vicine… non è difficile allungare un
braccio per il suo volto…
Strinsi
le mani a
pugno per resistere all’impulso. No! Non lo devo fare.
«Non
ti preoccupare.
Avrei riso anche io di me se mi fossi visto.»
Iniziò
a ridacchiare
alla mia frase… oh.
«Già.
Eri un vero e
proprio figurino! Quasi mi pento di averti
struccato…» continuavamo a parlare,
ma i nostri sguardi non si incontrarono neanche una volta.
«Vado da Lottie.» E
detto questo uscì dal bagno, lasciandomi intontito da tutti
i miei pensieri e
le mie tentazioni.
“Svegliati,
Zayn,
svegliati!”
Una
cosa però che mi
sembrava di aver notato sul suo viso era un leggero rossore che le
tingeva le
guance… possibile?
“No,
Zayn, no.”
*Megan’s
POV*
Uscii
di corsa dal
bagno. Cercai di rifugiarmi da quell’atmosfera bollente.
Cosa
aveva intenzione
di fare Zayn guardandomi in quel modo?
Mi
fermai a metà
delle scale appoggiandomi al muro alla mia destra, portandomi una mano
al petto.
Aveva
l’espressione
di uno che non vede l’ora di baciare qualcuno…
“No,
Megan.
Impossibile!” Cercai di autoconvincermi, ma la mia vocina non
era convinta al
cento per cento.
Sospirai
accostando
la mano sull’altra. “Ho toccato i suoi
capelli… oddio!”
I
suoi MERAVIGLIOSI
capelli, mi permetterei di dire.
Mi
passai una mano
tra i capelli… devo essere diventata anche rossa come un
pomodoro.
“Stupida
Meg!
Stupida!” Lo so… purtroppo, ma spiegalo alla
bambina dentro di me. E’ ancora
arrabbiata perché non ha potuto mangiare la marmellata.
Andai
nel salotto e
vidi che la televisione era accesa. Una televisione estremamente
vecchia, per
venire dal 2069. Già… ormai quelle televisioni
erano fuori produzione, ma il
video non era male, e neanche per l’ascolto.
«Ho
messo le bambine
a letto.» Disse lei voltandosi mentre mi sedevo di fianco a
lei sul divano.
«Anche se non credo che si addormenteranno in fretta, non la
smettevano di
ridere.»
Sorrisi.
Be’, avevano
fatto un bel lavoro con Zayn per avere – quanti? –
sette anni… lo ammetto.
«Guardiamo
un film?» chiesi.
«Sì.
Si chiama Blow,
con Johnny Depp.»
«Di
cosa parla?»
«“Che
tu possa avere
sempre il vento in poppa, che il sole ti risplenda in viso e che il
vento del
destino ti porti in alto a danzare con le stelle”»
«Citazione?»
«Già…»
«Okay…
mi piace.»
Sorrise.
Sentii dei passi provenienti dalle scale. Zayn si affacciò
al salotto mezzo
intimorito. Era davvero un cucciolo!
«Tranquillo,
Zayn, Daisy e Phoebe sono a letto.» Lo tranquillizzai e lui
sospirò chiaramente
sollevato.
«Che
si guarda?» chiese una volta messo comodo sul divano.
«Blow.»
rispose Lottie.
Ero
seduta in mezzo. Zayn alla mia destra e Lottie dall’altra
parte.
La
mia parte destra brucia, ripensando a ciò che mi ero detta e
ricordandomi che
ero arrossita davanti a lui pochi minuti fa; poi per non parlare che
alla mia
sinistra c’era Lottie, avida di novità, che ci
fissava con infinita
compiacenza.
“Che
hai tanto da guardare?”
Il
film iniziò e – come sempre, grazie alle mie
brutte abitudini – mi addormentai
dopo una ventina di minuti.
Gran
bel film… sul serio.
Aprii
leggermente gli occhi e mi ritrovai a letto con qualcuno che alzava le
coperte.
«Oh
scusa, ti ho svegliata?» chiese a bassa voce qualcuno.
Le
coperte mi avvolgevano fino alle spalle. Zayn mi aveva portato fino in
quella
camera.
«Mi
sono addormentata?» chiesi più a me stessa che a
lui.
«Già.
Abbiamo già finito di vedere il film
però… mi dispiace che tu non sia riuscita
a vederlo.»
Oh
be’, è solo un film… ne
vedrò altri.
«Buonanotte
Megan.» Zayn si allontanò dal letto e
aprì la porta per uscire.
“No,
rimani qui con me!”
«Zayn…»
“Oh no. Perché l’ho chiamato?”
«Sì?»
“Veloce
Meg, trova una scusa plausibile! Veloce!”
«P-perché
mi chiami con il mio nome intero?»
«Eh?»
aggrotò la fronte. Che scusa di merda che avevo
trovato…
«Ehm…
chiamami Meg. Odio il mio nome per intero.»
“Fa’ che ci creda! Fa’ che ci
creda!”
«Okay,
Megan» ammise sorridendo. Io mi imbronciai, ma lui non voleva
rimanere in
quella stanza. «Buonanotte Meg.» e mi
lasciò nel mio lettino. Da sola.
«BUONGIORNO!»
Urlò qualcuno aprendo completamente le tende della finestra.
«Mmmh,
Lottie? Cosa vuoi il sabato mattina?» mugugnai tirandomi su
fino agli occhi la
coperta calda.
«Muoviti
a prepararti. Te ne sei già dimenticata?
È’ il fine settimana…
c’è la sorpresa
tanto attesa!»
Cosa?
No… non a quest’ora, almeno!
«Non
potresti svegliarmi tra circa duemila anni? Voglio dormire.»
Piagnucolai.
«No,
Meg. I ragazzi sono già in salotto e stanno aspettando solo
te!»
Cosa?
Simulai una specie di pianto per far capire che era uno sforzo troppo
grande.
«Ma
che ore sono?»
«Le
quattro di pomeriggio, Meg. Sei una gran dormigliona!»
Affondai
la faccia
ancora di più nel cuscino. «Ho sonno. E se ho
sonno dormo. Lasciami stare.»
«Oh,
dai, sbrigati.»
«No.»
«Ti
do dei biscotti…»
mi stava cercando di ricattare?
«Fanno
schifo.»
Trasalì.
«Assì?»
chiese e notai con sollievo che c’era divertimento nella sua
voce. Sentii
qualcosa pizzicarmi i fianchi. “Oh no.”
«Aaah!»
«Non
ti piace il
solletico, eh.»
Continuai
a muovermi
nel letto per evitare le sue mani che continuavano a farmi il solletico
dappertutto.
«Forza,
alzati. Ti
aspetto giù.» E si avviò verso la porta.
«Ma
io ho sonno!»
cercai in tutti i modi di convincerla a lasciarmi nel letto, ma
è più testarda
di me.
«Non
credo che dopo
un solletico così tu sia ancora addormentata. Muoviti
Megan!»
Sbuffai
appena sbatté
la porta. Non è possibile! Le quattro di pomeriggio! Ho
battuto il mio record.
Andai
in bagno, mi
preparai, vestii, pulii e in circa venti minuti ero scesa al piano di
sotto.
«Era
ora!» scherzò
qualcuno al vedermi scendere.
Liam
era con… la
nonna. “Oddio! Vedere quel barboncino ambulante e chiamarla
nonna non è una
bella sensazione.” Poi c’erano Zayn, Louis il
ricciolino e il biondino che
avevo incontrato l’altra volta a casa di Liam.
«Non
rompere Styles.
Sai che le donne ci mettono sempre molto per prepararsi, e credo che
Meg sia
stata piuttosto veloce.» Lo ammonì Lottie.
«Non è vero?» chjese poi rivolta a
me.
Mi
strinsi nelle
spalle come per scusarmi, poi andammo tutti in un furgoncino dove
stavamo tutti
comodi.
«Ma
le tue sorelline,
Lottie?»
«Sono
ancora a letto.
Tra poco arriva mia zia e le tiene a bada lei.»
Spero
solo che sua
zia abbia una certa dimestichezza con le bambine… non vorrei
struccare anche
lei.
Alla
mia destra si
sedette il ricciolino, mentre alla mia sinistra il biondo.
Probabilmente
l’avevano fatto apposta per conversare un po’.
«Harry.»
Disse il
riccio presentandosi. «E lui è Niall.»
Sorrisi
a entrambi.
Avevo gli ormoni impazziti. Troppi ragazzi affascinanti qui dentro! Oh
cazzo…
«Mi
daresti il tuo
numero?» chiese lui.
«Harry!»
Lo ammonì
Lottie dal sedile anteriore.
«Che
c’è?» si difese.
«Non
puoi chiedere il
numero di cellulare di una ragazza a cui ti sei appena
presentato!»
«Be’,
però devi
ammettere che non mi presento spesso alle ragazze.»
«Okay…
questo te lo
concedo. Ma non con Meg.»
Sbuffò.
In realtà non
avevo capito molto, ma la scena tra lui e la sorella del suo amico mi
fece
sorridere.
«Okay,
ricominciamo.»
Continuò Harry mettendosi comodo sul sedile del furgoncino.
«Mi chiamo Harry,
ho diciannove anni, conosco questi idioti da circa tre anni, sono molto
bello,
affascinante, attraente e tutte le ragazze mi vogliono. Ora mi dai il
tuo
numero?»
«Harry!»
Lo sgridò
per la seconda volta Lottie.
Avevo
capito dalla
sua espressione che aveva fatto apposta il narcisista per mettermi a
mio agio.
E ci riuscii. Ridacchiai un po’… infondo non erano
tanto male questi ragazzi.
Ridacchiai
un po’…
infondo non erano tanto male questi ragazzi.
«Mi
dispiace, ma il
mio cellulare…» “l’ho lasciato
a casa, grazie al mio cervello demente, l’ho
lasciato nel 2069” «Si è rotto, quindi
ancora devo comprarne uno…»
Quando
ci fermammo,
ormai era sera. Avevo conversato con tutti. Sì, anche con il
barboncino, ma non
fraintendete: “Ciao, mi chiamo Danielle, ciao”.
Questo è quanto.
Vidi
una struttura
imponente. Come se fosse un teatro… era una cosa enorme!
«Dove
siamo?»
«Inghilterra.»
sorrise Niall.
«Grazie.»
dissi
ironicamente. “Lo spero bene che siamo in
Inghilterra!”
«Quando
scendiamo, tu
devi correre, okay?» mi disse Liam guardandomi negli occhi.
«Che
cosa? Perché?»
«Non
c’è tempo dei
perché. Hai capito?»
«Sì,
sì. Ho capito.»
«Bene.»
Aprì
violentemente lo sportello della macchina e contemporaneamente sentii
delle
urla e degli starnazzi che ci circondavano.
«Corri!»
Zayn spinse
la mia schiena per farmi correre.
“Non
c’è tempo dei
perché”. Okay… spero almeno che mi
spiegheranno.
Dopo
una breve corsa
fin dentro alla struttura, presi fiato, continuando a non capire niente.
Perché
dovevo
correre? Chi erano tutte quelle ragazze?
«Divertita?»
Chiese
sorridendo Louis.
No.
Ecco la risposta:
no.
Scossi
la testa
sorridendo per non pensare.
«Vieni
con me.»
Lottie mi prese la mano e andammo davanti ad una macchinetta del
caffè. Mise
delle monetine dentro la macchinetta e quella preparò un
cappuccino.
«Mi
spieghi cosa sta
succedendo?»
«Oh
non ti
preoccupare, Meg. Sei riuscita a resistere fino ad adesso senza
domande. Tra
circa mezz’oretta tutto sarà chiaro.»
«Chi
erano tutte le
persone là fuori?»
«Tempo
al tempo,
Meg.»
Alzai
le mani in
arresa. Ero stanca anche io… infondo avevo dormito fino alle
quattro di
pomeriggio, no?
E’
buio. Si sentono
delle voci. Tante voci. Troppe voci. Quante persone di sono al di
là di questa
porta?
Partì
una base
musicale e i ragazzi scattarono facendo ondeggiare il telo che era
rimasto
immobile fino ad adesso. Sgranai gli occhi a quella visione.
Una
luce spaventosa
illuminò quel palco. I ragazzi iniziarono a cantare su
quella base che era
partita e… oh, che voce!
Erano…
cantanti? No…
non può essere. Io conosco dei cantanti!
Mi
spostai un po’
verso l’entrata sul palco, solo per vedere da dove venissero
tutte quelle urla.
Le
fan. Tante fan.
Troppe fan.
Erano
davvero
innumerabili. Come facevano ad avere tanta popolarità?
Tornai
subito al
posto di prima facendo un passo indietro. No. Non volevo vedere quante
persone
c’erano. Non ci capivo niente!
Cos’è
successo? Loro
sono cantanti? Loro sono cantanti!
«One
Direction.» Mi
disse Lottie quando mi portai le mani alla testa.
«E’ così che si chiamano. One
Direction. Hanno tantissime fan, e oggi è iniziato il loro
tour per promuovere
il loro secondo CD “Take Me Home”.»
La
guardai con aria
supplicante. Non è possibile.
«Sorpresa!»
Non
capii più niente.
Loro dovevano essere persone normali.
Ora
capisco tutto…
capisco le parole della nonna – “Tuo nonno era
molto desiderato dalle ragazze
della tua età” – e le parole di zayn
– “Oh no, non sono io che inseguo le
ragazze, piuttosto sono le ragazze che inseguono me”
– e tutto ciò che mi
poteva far capire che loro erano famosi.
Ripensai
a quando mi
dissi che nel mio tempo tutte le persone belle erano famose, e quindi
inavvicinabili… conoscevo dei cantanti! Mio nonno era un
cantante… e che
cantante!
Centinaia
di fan
erano lì al loro concerto. Non voglio immaginare quante
ragazze sono loro fan!
Non
capii più niente.
Mi
concentrai sulla
canzone, per quanto fosse possibile, ed era il momento di Zayn
“Hey girl, it’s
now or never.”
Eh…
adesso o mai più?
Che cosa dovrei fare? Venire lì e picchiarvi uno alla volta
per non avermi
detto che eravate così famosi o piangere la vostra
popolarità deprimendomi e
dicendo a me stessa che non poteva mai succedere niente con dei ragazzi
così?
Che
qualcuno mi aiuti…
non so proprio cosa fare!
Teenage
Dirtbag.
ALOHAAAAA
(?)
Okay, il
capitolo è finito… sarà venuta una
merda çwç
Non posso
rileggere perché sono stanchissima e devo fare ancora un
sacco di compiti :(
Lo ammetto… ho tirato via molto di questo capitolo. Sono
esausta e devo fare
ancora un sacco di cose. Per non parlare del torci collo! Oh bem bem,
sono
piena di acciacchi… neanche fossi una vecchia di 80 anni! -.-
#killmepls
Finalmente
Megan capisce che i ragazzi sono cantantiiiii *era ora* e boh, non
sapevo come
finire il capitolo quindi ho messo una cazzata così.
Per il pezzo di
Blow (il film), Megan non lo guarda, ma è davvero
meraviglioso, se avete del
tempo libero da dedicare ad un film, guardatevelo assolutamente,
è davvero
bello. Almeno… a me è piaciuto molto
Il titolo non
si discute… forse però vi ho rovinato un
po’ la sorpresa lol
Non so più cosa
dire. Non ho ancora risposto alle recensioni, ma…
ASHPETTATEMI (?)
PS: se cliccate
sul titolo dello spazio autrice vi si apre una canzone (questa volta
è una
cover lol)
-twitter:
@niallersbreath