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Autore: ehydarlin    04/04/2013    14 recensioni
STORIA SOSPESA
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«Pensavo di mandarti a Londra…» annunciò la nonna.
«Londra? Stai scherzando, vero? A quanto pare stai diventando proprio vecchia. Noi siamo già a Londra!» Accentuai il ‘già’ guardandola confusa provocando la risata sonora della nonna.
«So bene che siamo già a Londra,» continuò non facendomi capire «io intendevo mandarti a Londra nel 2013. Sai, la Londra del 2010 era davvero molto diversa da questa dell’anno 2069.» sorrise.
Genere: Fantasy, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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One Direction.












«È stato bello. Grazie, Lottie.» Passeggiammo un po’ per le strade di Londra, e continuavamo a chiacchierare. Mi stupivo sempre di più di quanto quella ragazza fosse simpatica e dolce. Una amica davvero speciale.

«Non ti preoccupare, anzi, battezziamolo come il nostro posto speciale. Ormai sei mia amica, e se vogliamo dirci qualcosa usiamo la ruota panoramica per stare insieme!»

Sua amica… fino al giorno prima la consideravo come una rompiscatole che non voleva lasciarmi in pace, ma conoscendola quasi mi pento di averla trattata un po’ male quando cercava di aiutarmi. Eh già… sarebbe stato facile diventare amica di una ragazza così, in fondo eravamo molto simili come carattere.

«Vuoi un po’ di zucchero filato?» Mi chiese girando per una stradina alla nostra destra. Credo che quando tornerò al mio tempo tutti mi diranno “Hai messo su un po’ di chili, Meg?”, oppure “Forse è il momento giusto per iniziare una bella dieta sana, Megan.”

Già solo al pensiero mi veniva da sbuffare. Cosa avrebbe detto la nonna? Oh, non lo voglio sapere. Adesso sono qui, senza nessuno della mia famiglia. Sono Libera, quindi… perché non approfittarne? «Volentieri.» Le sorrisi… un po’ per il “nostro posto”, un po’ per lo zucchero filato, e soprattutto per avermi dichiarata sua amica. Era una parola semplice, ma mi piaceva un sacco.

Sono qui da un giorno e ho fumato, ho trovato un lavoro, ho incontrato mia nonna da giovane, ho visto per la prima volta in tutta la mia – miserabile – vita mio nonno, e mi sono già fatta una grande amica.

Non male… se potessi mi abbraccerei da sola.

Ci avviammo a quello che doveva essere una baracchina, e mentre l’uomo dall’altra parte del balcone faceva girare due bastoncini in un piccolo contenitore ci si avvicinò un ragazzo, più alto di me, moro con una felpa della tuta con i pantaloncini abbinati.

Aveva il fiatone, probabilmente stava facendo jogging. Però… non male come ragazzo!

«Ciao, Lottie!» La salutò regalandole un sorriso davvero splendido. Lanciai lo sguardo a lei che si era irrigidita alla sua vista, e chiaramente stava sudando freddo. O è un ragazzo che le ha fatto patire le pene dell’inferno, oppure ne è totalmente ammaliata.

«C-ciao, Jake…» Rimandò lei il saluto. Okay… era la seconda idea: ne era pazza. Oh sì… se quel ragazzo conoscesse un po’ le donne capirebbe tutti quegli sguardi languidi che Lottie gli sta lanciando.

Sospirai. Lottie era in assoluta difficoltà in quel momento. Era meglio intervenire… e al più presto.

Le diedi una gomitata sul braccio e lei si riprese dal suo apparente stato di trans.

“Non mi presenti il tuo amico?” Le mimai con le labbra inclinando un po’ la testa in modo i capelli coprissero la bocca dalla vista del ragazzo – Jake – e in modo che lui non leggesse il labbiale come volevo invece far capire a Lottie.

«Ehm… Jake, lei è Megan. Meg, lui è… Jake.»

Mmh. Proprio cotta a puntino la ragazza.

«Ciao» Lo salutai per prima subito dopo la presentazione di Lottie per evitare attimi di silenzio imbarazzante.

«Ciao.» Lo stesso fece lui, con il suo solito sorriso, anche se quello rivolto a me, mi sembrava molto falso… bah. «Scusate, ma adesso torno un po’ a correre. Ci vediamo, Lottie. Ciao, Megan» E detto questo si allontanò con una corsetta continuando quello che doveva essere il suo passatempo.

«Ecco qui lo zucchero, signorine.» L’uomo dietro al balcone ci porse i due bastoncini con lo zucchero filato aggrappatosi sopra. Era da un bel po’ che non mangiavo lo zucchero filato… la nonna non me lo permetteva. Alla faccia tutta, nonna del malaugurio!

Presi un po’ di zucchero filato e me lo misi in bocca, pensando alla faccia della nonna: tutta piena di grinze, forse anche il doppio in questo momento…

Evitai di chiedere a Lottie spiegazioni su quell’affascinante spasimante a cui lei stravedeva. Tempo al tempo… me lo dirà quando vorrà parlamene.

 

Suonai alla porta di casa Tomlinson: Lottie si era dimenticata le chiavi nella fretta di uscire. Avevamo già buttato i bastoncini dello zucchero filato pensando alla possibile reazione delle gemelle quando/se avessero scoperto che avevamo preso lo zucchero filato.

Ciò che – però – mi preoccupò di più in quel momento fu il rumore sordo che proveniva da dentro la casa… come se qualcuno fosse caduto dalle scale.

«Non aprite la porta!» Sentimmo dall’interno la voce di Zayn che urlava.

“Oddio… che stava succedendo?” Ero un po’ preoccupata per quella frase… ma subito le due gemelle Daisy e Phoebe aprirono la porta e abbracciarono sia me che Lottie urlando intanto i nostri nomi sorridendoci felici.

«Phoebe… ciao.» La salutai io riconoscendola dal neo sulla sua fronte. Lottie mi aveva dato un trucco per riconoscerle, visto che erano assolutamente uguali: Phoebe ha un piccolo neo vicino all’attaccatura dei capelli sulla sinistra della fronte.

Mi è servita a molto questa informazione. Si sorrisero a vicenda con quello che doveva essere un sorriso compiaciuto, complice.

Alzai lo sguardo all’interno della casa e solo allora capii perché aveva urlato quelle parole, Zayn.

Mi portai una mano alla bocca spalancando gli occhi. Il mio sguardo si incontrò con quello di Zayn e lui arrossì impercettibilmente.

Sì… impercettibilmente, ma per un motivo ben valido. Aveva il volto ricoperto di fondo tinta; le labbra infestate di rossetto rosso, e probabilmente ne aveva uno intero sopra quelle labbra; la matita che era completamente irregolare sia nella palpebra inferiore che superiore facendolo sembrare un vero e proprio zombie.

Trattenni il respiro per quelli che potevano essere due secondi, ma poi non mi trattenni più e scoppiai nella risata più libera che avessi mai fatto.

La pancia mi faceva male, gli occhi iniziavano a lacrimarmi… non potevo credere che proprio Zayn si fosse lasciato mettere i piedi in testa in questo modo da delle… bambine.

Lottie mi seguì senza troppi indugi, e ci ritrovammo a soffocare dalle risate ancora sull’uscio di casa.

«E’ proprio per questo che io non voglio più venire a fare il baby-sitter a loro!» Inveì Zayn mentre noi ridevamo di lui e del suo bell’aspetto.

Imprecò ancora tra sé e poi – tutto infuriato – venne nella nostra direzione.

«Dove vai?» chiesi ancora con qualche singhiozzo dalle risate.

«Fuori.» Disse semplicemente. Okay… forse avevo un po’ esagerato a ridere così.

«Dai, vieni con me, permalosone!» Lo schernii prendendogli la mano e riportandolo dentro casa. Non l’avrei lasciato uscire in quelle condizioni, per quanto possa odiarlo… va proprio contro la mia etica personale. «Posso usare il bagno, Lottie?» Mi voltai verso la porta.

Lei, al contrario di me, non aveva la più piccola intenzione di smettere di ridere, ma, con chissà quale forza, riuscì ad dire un lieve “si” tra le risate.

Lo trascinai verso il bagno mentre lui, riluttante, riusciva solo a continuare a sbuffare e – forse – a mettere un piede avanti all’altro per riuscire a camminare.

«Siediti.» Gli ordinai lasciandolo e indicando col mento un piccolo sgabello di fianco al lavandino.

«Mi trovi tanto stupido?» Mi chiese senza seguire i miei ordini.

«Oh, non sai quanto…» gli sorrisi scherzosamente.

Lui si accigliò. Okay, in questo momento non era in grado di capire il mio umorismo, quindi cercai di esiliare una volta per tutti quel sorriso.

«Dai, siediti.» Ordinai un’ultima volta, e in quel momento Zayn si arrese alle mie richieste.

 

*Zayn’s POV*

Mi sedetti, come mi aveva ordinato di fare Megan.

Nessuna ragazza era riuscita a vedermi così in basso. Un’altra volta era successo tutto ciò con le sorelle di Louis, ma l’unica persona che mi vide quella volta con trucco e parrucco fu Louis che era tornato a casa mentre Lottie era a dormire fuori con delle sue amiche. Era proprio per questo che non volevo venire a badare due pazze scatenate come Daisy e Phoebe.

Sospirai. Se mi avesse lasciato andare fuori di casa i paparazzi avrebbero avuto un bello scoop per il prossimo mese, forse un po’ di più…

«Tira indietro la testa e chiudi gli occhi.»

Feci come mi disse senza darmi troppi perché. Improvvisamente sentii delle mani sulla mia fronte e prendere i capelli vicino all’attaccatura, probabilmente per tenermi testa immobile.

Qualcosa di umido mi toccò l’occhio e lo tamponò. Mi stava… struccando.

“Oddio… E’ così imbarazzante!” Sfregava quella che doveva essere una salvietta sui miei occhi togliendomi lentamente la matita nera che incorniciava i miei occhi rendendoli tetri.

Si staccò e vidi che prese un’altra salvietta e poi si riavvicinò a me.

Le sue mani furono nei miei capelli, ancora. Non permettevo a molte persone di toccarmi i miei capelli, ma in quel momento era il contatto che preferivo.

Lo struccante sull’altro mio occhio e la matita intanto sporcava quella salvietta. Prese della carta igienica e la passò sotto l’acqua del rubinetto e si avvicinò a me, ancora.

Perché era così tanto strano? Era un supplizio!

«Quindi… cos’è che succede domani che inizia il fine settimana? Anche Lottie mi ha chiesto se avevo impegni…» Mi chiese.

Passò la carta igienica sulle mie guance che si inumidirono subito al contatto con la carta, facendo in modo che la maschera di fondotinta e quella cosa che mi arrossava le guance con quel terribile color fuxia che mi ricopriva il volto, se ne andasse in fretta.

«Ti volevo far vedere qual è il mio lavoro.»

Piegò su se stessa il piccolo pezzo di carta, ormai non più immacolato come prima, e lo portò sulle mie labbra.

“Oddio!”

Nessuno mi aveva aiutato così… nessuno mi aveva fatto questo effetto. Ma… che effetto è? Sono innamorato di lei? No! La conosco da troppo poco tempo ed è solo una piccola bambina rompiscatole. E come se non bastasse le fan potrebbero dirle tutte le peggio cattiverie che passano loro per la testa. E’ così irritante tutto questo!

Lei rise. Oh… la sua risata! «Mi farai andare in un viale per farmi vedere quanto prendi con il tuo lavoro da gigolò?» Incurvai un po’ le labbra sorridendo. “Oh, il mio lavoro è molto meglio di quello di un gigolò, cara.” «Fatto.» Disse lei staccandosi definitivamente da me.

“Oh no, ti prego, non ti allontanare!”

«Mmh… okay.» Mi alzai dallo sgabello e mi guardai allo specchio. C’erano ancora dei residui di matita sotto agli occhi e un po’ di rossetto sulle labbra; ma considerando quanto prodotto avevo sulla faccia, Megan ha fatto un buon lavoro. «Grazie.» Mi permisi di dirle.

«Niente.» Sorrise in quel modo che solo lei riesce a fare facendomi trattenere il respiro. «Mi dispiace, Zayn. Non dovevo ridere così…» Non perse il sorriso in quella frase e qualcosa si mosse nella mia pancia… come dicono le ragazze, sembrava che avessi le farfalle nello stomaco.

“Neanche fossi una bambina arrapata, Zayn!” auto-inveii contro me stesso. Che cosa stava succedendo?

No! Ma lei è così… vicina… le sue labbra sono vicine… troppo vicine… non è difficile allungare un braccio per il suo volto…

Strinsi le mani a pugno per resistere all’impulso. No! Non lo devo fare.

«Non ti preoccupare. Avrei riso anche io di me se mi fossi visto.»

Iniziò a ridacchiare alla mia frase… oh.

«Già. Eri un vero e proprio figurino! Quasi mi pento di averti struccato…» continuavamo a parlare, ma i nostri sguardi non si incontrarono neanche una volta. «Vado da Lottie.» E detto questo uscì dal bagno, lasciandomi intontito da tutti i miei pensieri e le mie tentazioni.

“Svegliati, Zayn, svegliati!”

Una cosa però che mi sembrava di aver notato sul suo viso era un leggero rossore che le tingeva le guance… possibile?

“No, Zayn, no.”

 

*Megan’s POV*

Uscii di corsa dal bagno. Cercai di rifugiarmi da quell’atmosfera bollente.

Cosa aveva intenzione di fare Zayn guardandomi in quel modo?

Mi fermai a metà delle scale appoggiandomi al muro alla mia destra, portandomi una mano al petto.

Aveva l’espressione di uno che non vede l’ora di baciare qualcuno…

“No, Megan. Impossibile!” Cercai di autoconvincermi, ma la mia vocina non era convinta al cento per cento.

Sospirai accostando la mano sull’altra. “Ho toccato i suoi capelli… oddio!”

I suoi MERAVIGLIOSI capelli, mi permetterei di dire.

Mi passai una mano tra i capelli… devo essere diventata anche rossa come un pomodoro.

“Stupida Meg! Stupida!” Lo so… purtroppo, ma spiegalo alla bambina dentro di me. E’ ancora arrabbiata perché non ha potuto mangiare la marmellata.

Andai nel salotto e vidi che la televisione era accesa. Una televisione estremamente vecchia, per venire dal 2069. Già… ormai quelle televisioni erano fuori produzione, ma il video non era male, e neanche per l’ascolto.

«Ho messo le bambine a letto.» Disse lei voltandosi mentre mi sedevo di fianco a lei sul divano. «Anche se non credo che si addormenteranno in fretta, non la smettevano di ridere.»

Sorrisi. Be’, avevano fatto un bel lavoro con Zayn per avere – quanti? – sette anni… lo ammetto.

«Guardiamo un film?» chiesi.

«Sì. Si chiama Blow, con Johnny Depp.»

«Di cosa parla?»

«“Che tu possa avere sempre il vento in poppa, che il sole ti risplenda in viso e che il vento del destino ti porti in alto a danzare con le stelle”»

«Citazione?»

«Già…»

«Okay… mi piace.»

Sorrise. Sentii dei passi provenienti dalle scale. Zayn si affacciò al salotto mezzo intimorito. Era davvero un cucciolo!

«Tranquillo, Zayn, Daisy e Phoebe sono a letto.» Lo tranquillizzai e lui sospirò chiaramente sollevato.

«Che si guarda?» chiese una volta messo comodo sul divano.

«Blow.» rispose Lottie.

Ero seduta in mezzo. Zayn alla mia destra e Lottie dall’altra parte.

La mia parte destra brucia, ripensando a ciò che mi ero detta e ricordandomi che ero arrossita davanti a lui pochi minuti fa; poi per non parlare che alla mia sinistra c’era Lottie, avida di novità, che ci fissava con infinita compiacenza.

“Che hai tanto da guardare?”

Il film iniziò e – come sempre, grazie alle mie brutte abitudini – mi addormentai dopo una ventina di minuti.

Gran bel film… sul serio.

 

Aprii leggermente gli occhi e mi ritrovai a letto con qualcuno che alzava le coperte.

«Oh scusa, ti ho svegliata?» chiese a bassa voce qualcuno.

Le coperte mi avvolgevano fino alle spalle. Zayn mi aveva portato fino in quella camera.

«Mi sono addormentata?» chiesi più a me stessa che a lui.

«Già. Abbiamo già finito di vedere il film però… mi dispiace che tu non sia riuscita a vederlo.»

Oh be’, è solo un film… ne vedrò altri.

«Buonanotte Megan.» Zayn si allontanò dal letto e aprì la porta per uscire.

“No, rimani qui con me!”

«Zayn…» “Oh no. Perché l’ho chiamato?”

«Sì?»

“Veloce Meg, trova una scusa plausibile! Veloce!”

«P-perché mi chiami con il mio nome intero?»

«Eh?» aggrotò la fronte. Che scusa di merda che avevo trovato…

«Ehm… chiamami Meg. Odio il mio nome per intero.» “Fa’ che ci creda! Fa’ che ci creda!”

«Okay, Megan» ammise sorridendo. Io mi imbronciai, ma lui non voleva rimanere in quella stanza. «Buonanotte Meg.» e mi lasciò nel mio lettino. Da sola.

 

«BUONGIORNO!» Urlò qualcuno aprendo completamente le tende della finestra.

«Mmmh, Lottie? Cosa vuoi il sabato mattina?» mugugnai tirandomi su fino agli occhi la coperta calda.

«Muoviti a prepararti. Te ne sei già dimenticata? È’ il fine settimana… c’è la sorpresa tanto attesa!»

Cosa? No… non a quest’ora, almeno!

«Non potresti svegliarmi tra circa duemila anni? Voglio dormire.» Piagnucolai.

«No, Meg. I ragazzi sono già in salotto e stanno aspettando solo te!»

Cosa? Simulai una specie di pianto per far capire che era uno sforzo troppo grande.

«Ma che ore sono?»

«Le quattro di pomeriggio, Meg. Sei una gran dormigliona!»

Affondai la faccia ancora di più nel cuscino. «Ho sonno. E se ho sonno dormo. Lasciami stare.»

«Oh, dai, sbrigati.»

«No.»

«Ti do dei biscotti…» mi stava cercando di ricattare?

«Fanno schifo.»

Trasalì. «Assì?» chiese e notai con sollievo che c’era divertimento nella sua voce. Sentii qualcosa pizzicarmi i fianchi. “Oh no.”

«Aaah!»

«Non ti piace il solletico, eh.»

Continuai a muovermi nel letto per evitare le sue mani che continuavano a farmi il solletico dappertutto.

«Forza, alzati. Ti aspetto giù.» E si avviò verso la porta.

«Ma io ho sonno!» cercai in tutti i modi di convincerla a lasciarmi nel letto, ma è più testarda di me.

«Non credo che dopo un solletico così tu sia ancora addormentata. Muoviti Megan!»

Sbuffai appena sbatté la porta. Non è possibile! Le quattro di pomeriggio! Ho battuto il mio record.

Andai in bagno, mi preparai, vestii, pulii e in circa venti minuti ero scesa al piano di sotto.

«Era ora!» scherzò qualcuno al vedermi scendere.

Liam era con… la nonna. “Oddio! Vedere quel barboncino ambulante e chiamarla nonna non è una bella sensazione.” Poi c’erano Zayn, Louis il ricciolino e il biondino che avevo incontrato l’altra volta a casa di Liam.

«Non rompere Styles. Sai che le donne ci mettono sempre molto per prepararsi, e credo che Meg sia stata piuttosto veloce.» Lo ammonì Lottie. «Non è vero?» chjese poi rivolta a me.

Mi strinsi nelle spalle come per scusarmi, poi andammo tutti in un furgoncino dove stavamo tutti comodi.

«Ma le tue sorelline, Lottie?»

«Sono ancora a letto. Tra poco arriva mia zia e le tiene a bada lei.»

Spero solo che sua zia abbia una certa dimestichezza con le bambine… non vorrei struccare anche lei.

Alla mia destra si sedette il ricciolino, mentre alla mia sinistra il biondo.

Probabilmente l’avevano fatto apposta per conversare un po’.

«Harry.» Disse il riccio presentandosi. «E lui è Niall.»

Sorrisi a entrambi. Avevo gli ormoni impazziti. Troppi ragazzi affascinanti qui dentro! Oh cazzo…

«Mi daresti il tuo numero?» chiese lui.

«Harry!» Lo ammonì Lottie dal sedile anteriore.

«Che c’è?» si difese.

«Non puoi chiedere il numero di cellulare di una ragazza a cui ti sei appena presentato!»

«Be’, però devi ammettere che non mi presento spesso alle ragazze.»

«Okay… questo te lo concedo. Ma non con Meg.»

Sbuffò. In realtà non avevo capito molto, ma la scena tra lui e la sorella del suo amico mi fece sorridere.

«Okay, ricominciamo.» Continuò Harry mettendosi comodo sul sedile del furgoncino. «Mi chiamo Harry, ho diciannove anni, conosco questi idioti da circa tre anni, sono molto bello, affascinante, attraente e tutte le ragazze mi vogliono. Ora mi dai il tuo numero?»

«Harry!» Lo sgridò per la seconda volta Lottie.

Avevo capito dalla sua espressione che aveva fatto apposta il narcisista per mettermi a mio agio. E ci riuscii. Ridacchiai un po’… infondo non erano tanto male questi ragazzi.

Ridacchiai un po’… infondo non erano tanto male questi ragazzi.

«Mi dispiace, ma il mio cellulare…» “l’ho lasciato a casa, grazie al mio cervello demente, l’ho lasciato nel 2069” «Si è rotto, quindi ancora devo comprarne uno…»

 

Quando ci fermammo, ormai era sera. Avevo conversato con tutti. Sì, anche con il barboncino, ma non fraintendete: “Ciao, mi chiamo Danielle, ciao”. Questo è quanto.

Vidi una struttura imponente. Come se fosse un teatro… era una cosa enorme!

«Dove siamo?»

«Inghilterra.» sorrise Niall.

«Grazie.» dissi ironicamente. “Lo spero bene che siamo in Inghilterra!”

«Quando scendiamo, tu devi correre, okay?» mi disse Liam guardandomi negli occhi.

«Che cosa? Perché?»

«Non c’è tempo dei perché. Hai capito?»

«Sì, sì. Ho capito.»

«Bene.» Aprì violentemente lo sportello della macchina e contemporaneamente sentii delle urla e degli starnazzi che ci circondavano.

«Corri!» Zayn spinse la mia schiena per farmi correre.

“Non c’è tempo dei perché”. Okay… spero almeno che mi spiegheranno.

Dopo una breve corsa fin dentro alla struttura, presi fiato, continuando a non capire niente.

Perché dovevo correre? Chi erano tutte quelle ragazze?

«Divertita?» Chiese sorridendo Louis.

No. Ecco la risposta: no.

Scossi la testa sorridendo per non pensare.

«Vieni con me.» Lottie mi prese la mano e andammo davanti ad una macchinetta del caffè. Mise delle monetine dentro la macchinetta e quella preparò un cappuccino.

«Mi spieghi cosa sta succedendo?»

«Oh non ti preoccupare, Meg. Sei riuscita a resistere fino ad adesso senza domande. Tra circa mezz’oretta tutto sarà chiaro.»

«Chi erano  tutte le persone là fuori?»

«Tempo al tempo, Meg.»

Alzai le mani in arresa. Ero stanca anche io… infondo avevo dormito fino alle quattro di pomeriggio, no?

 

E’ buio. Si sentono delle voci. Tante voci. Troppe voci. Quante persone di sono al di là di questa porta?

Partì una base musicale e i ragazzi scattarono facendo ondeggiare il telo che era rimasto immobile fino ad adesso. Sgranai gli occhi a quella visione.

Una luce spaventosa illuminò quel palco. I ragazzi iniziarono a cantare su quella base che era partita e… oh, che voce!

Erano… cantanti? No… non può essere. Io conosco dei cantanti!

Mi spostai un po’ verso l’entrata sul palco, solo per vedere da dove venissero tutte quelle urla.

Le fan. Tante fan. Troppe fan.

Erano davvero innumerabili. Come facevano ad avere tanta popolarità?

Tornai subito al posto di prima facendo un passo indietro. No. Non volevo vedere quante persone c’erano. Non ci capivo niente!

Cos’è successo? Loro sono cantanti? Loro sono cantanti!

«One Direction.» Mi disse Lottie quando mi portai le mani alla testa. «E’ così che si chiamano. One Direction. Hanno tantissime fan, e oggi è iniziato il loro tour per promuovere il loro secondo CD “Take Me Home”.»

La guardai con aria supplicante. Non è possibile.

«Sorpresa!»

Non capii più niente. Loro dovevano essere persone normali.

Ora capisco tutto… capisco le parole della nonna – “Tuo nonno era molto desiderato dalle ragazze della tua età” – e le parole di zayn – “Oh no, non sono io che inseguo le ragazze, piuttosto sono le ragazze che inseguono me” – e tutto ciò che mi poteva far capire che loro erano famosi.

Ripensai a quando mi dissi che nel mio tempo tutte le persone belle erano famose, e quindi inavvicinabili… conoscevo dei cantanti! Mio nonno era un cantante… e che cantante!

Centinaia di fan erano lì al loro concerto. Non voglio immaginare quante ragazze sono loro fan!

Non capii più niente.

Mi concentrai sulla canzone, per quanto fosse possibile, ed era il momento di Zayn “Hey girl, it’s now or never.”

Eh… adesso o mai più? Che cosa dovrei fare? Venire lì e picchiarvi uno alla volta per non avermi detto che eravate così famosi o piangere la vostra popolarità deprimendomi e dicendo a me stessa che non poteva mai succedere niente con dei ragazzi così?

Che qualcuno mi aiuti… non so proprio cosa fare!











Teenage Dirtbag.
ALOHAAAAA (?)

Okay, il capitolo è finito… sarà venuta una merda çwç

Non posso rileggere perché sono stanchissima e devo fare ancora un sacco di compiti :(


Lo ammetto… ho tirato via molto di questo capitolo. Sono esausta e devo fare ancora un sacco di cose. Per non parlare del torci collo! Oh bem bem, sono piena di acciacchi… neanche fossi una vecchia di 80 anni! -.-

#killmepls

Finalmente Megan capisce che i ragazzi sono cantantiiiii *era ora* e boh, non sapevo come finire il capitolo quindi ho messo una cazzata così.

Per il pezzo di Blow (il film), Megan non lo guarda, ma è davvero meraviglioso, se avete del tempo libero da dedicare ad un film, guardatevelo assolutamente, è davvero bello. Almeno… a me è piaciuto molto

Il titolo non si discute… forse però vi ho rovinato un po’ la sorpresa lol

Non so più cosa dire. Non ho ancora risposto alle recensioni, ma… ASHPETTATEMI (?)



PS: se cliccate sul titolo dello spazio autrice vi si apre una canzone (questa volta è una cover lol)

-twitter: @niallersbreath

   
 
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