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Autore: floorcoaster    31/10/2007    5 recensioni
11 Motivi per cui Draco e Hermione si appartengono l'un l'altro.
Long-fiction scritta in risposta alla challenge della community 11 Reasons
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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11 Reasons General Theme: 11 Reasons why Draco and Hermione Belong Together
Pairing: Draco Malfoy, Hermione Granger
Titolo: The One Who Knows
Rating: PG
Disclaimer: Harry Potter non è mio.
Word Count: 2230
Prompt: Tabella Jolly (Tarocchi – Arcano Maggiore [Prima parte]) - La Ruota della Fortuna: punto di svolta
Note dell’autrice: Questa tabella non ha praticamente nulla ha che fare con Harry Potter, ma credo che “punto di svolta” sia un prompt adeguato. Questo è l’ultimo capitolo della storia, grazie a tutti coloro che l’hanno letta.


°°°°°

You’ll fly away, but take my hand until that day
So when they ask how far love goes
When my job’s done you’ll be
The one who knows.

°°°°°


Draco si concesse un sorriso, quando sentì di sfuggita il suono della risata di sua moglie, proveniente da qualche parte nella stanza. Era particolare e melodioso, e avrebbe potuto riconoscerlo in mezzo a qualunque folla. Finì di riempire il proprio bicchierino con del punch e ne preparò un altro per lei, sapendo che sarebbe venuta a cercarlo presto.

Si voltò a guardare il salone. Era presente molta gente importante del Ministero e degli editori, oltre che agli amici più stretti di Hermione ed alla sua famiglia. Tutto intorno s’erano formati dei piccoli gruppi di persone che parlavano tra loro e, al centro, erano in molti che stavano ballando. Non finiva mai di meravigliarsi che ora lei fosse la sua, di famiglia, e che gli avesse donato una figlia. Crescendo non si sarebbe mai immaginato una vita simile e, ora, non riusciva ad immaginare la vita in nessun altro modo.

Draco gettò un’occhiata attorno, cercando Hermione. La vide che si stava dirigendo verso di lui, ed il respiro gli si mozzò in gola. Era semplicemente ammaliante nel suo vestito color rame, sui suoi lucenti tacchi scuri ed avvolta in uno scialle grigio perla e ramato.

“Sera, Bellezza,” la salutò, quando lo raggiunse, porgendole la tazzina di punch che aveva versato.

“Grazie,” gli rispose con un sorriso tirato, sorseggiando un poco della bevanda e guardandosi attorno a disagio. Dopo un istante, tornò a posare lo sguardo sul marito e gli rivolse un sorriso sincero. “Un altro discorso eccellente, Signor Malfoy.”

Lui ghignò. “E tu l’hai tenuto brillantemente, come sempre.”

Il sorriso di Hermione scemò e lei fissò lo sguardo sulla tazzina. “Un altro discorso eccellente,” ripeté, a bassa voce. Poi scosse il capo e mise il bicchierino sul tavolo. “Balli con me?” chiese, porgendogli una mano.

“Come desideri,” le rispose, intrecciando le proprie dita con le sue. La condusse sulla pista da ballo e si posizionarono in un angolo. Sebbene il ritmo della canzone fosse piuttosto veloce, danzarono lentamente, il capo di Hermione poggiato sul petto del marito, mentre Draco le cingeva stretta la vita. Si muovevano insieme, sulle note di una canzone che sentivano solo loro.

Draco si sarebbe accontentato di tenerla abbracciata tutta la notte, se lei avesse voluto, ma dopo un paio di canzoni, la vide asciugarsi gli occhi con nonchalanche. Una ruga gli segnò la fronte e chinò il volto verso quello di lei per poterle sussurrare in un orecchio, “Che c’è che non va, amore?”

Lei singhiozzò. “È sempre la stessa cosa,” rispose, indicando la stanza intorno a loro. “Sono passati cinque anni, ed è ancora solo un party per Harry! Oh, e mentre uscite, ricordatevi di donare qualche centinaia di Galeoni all’ultima fondazione di carità di Harry.”

Draco ridacchiò. “Stasera non riguarda Harry, lo sai. Riguarda te e il premio che hai vinto per il tuo libro.”

Hermione sbuffò. “Spero sinceramente che tu non ci creda davvero, Draco. Il mio discorso è durato un totale di cinque minuti. Per quasi tutta l’ora precedente, i vari speaker hanno parlato di Harry, della storia del premio, di Harry ancora e di tutte le cose meravigliose che sono state compiute negli ultimi cinque anni grazie i fondi alla sua memoria.” Si districò dal suo abbraccio, troppo agitata per sopportare una restrizione ai suoi movimenti. “E sai, Draco, stavo pensando che l’unico motivo per cui mi abbiano dato il premio oggi è che sono passati cinque anni dal giorno esatto dalla morte di Harry, volevano una scusa facile per organizzare un altro party.”

Draco sospirò. “Io credo che ti abbiano dato il premio perché te lo meriti, Hermione. Perché hai detto al mondo la verità sul tuo amico e perché hai un talento naturale con le parole.”

Hermione si morse un labbro e incrociò le braccia sul proprio petto. “Ma c’è qualcuno in questa stanza che ha davvero letto il libro? So di aver detto più di una volta che Harry non avrebbe mai voluto venir immortalato, o che non avrebbe mai voluto che il suo nome venisse usato per altre cause… ho fatto anche l’esempio dell’ex Ministro che ha tentato di convincere Harry a mostrare il proprio supporto per lui durante la guerra.”

Draco la prese per le spalle e la guardò negli occhi. “Non sono sicuro che le cose cambieranno mai. Il Ministero è riuscito in qualche modo ad ottenere i diritti sullo sfruttamento del nome di Harry e nulla di quello che tu o Ron abbiate fatto ha dato qualche risultato. Io… io credo che sia giunto il momento di accettarlo e di andare avanti.”

Gli occhi di Hermione si riempirono di lacrime e lei si scostò con decisione dalla sua stretta. Si voltò, in cerca di una fuga, ma l’unica cosa che vide furono persone che volevano congratularsi con lei e poi offrirle un brindisi alla memoria di Harry.

Si portò una mano alla fronte e si voltò ancora per affrontare Draco. “Merlino, Draco – non ci riesco,” disse con rabbia. “Non posso lasciarmi alle spalle un mio amico. Hai letto le recensioni… vogliono diffamarmi, farmi passare come una pazza instabile, che ha solo una vendetta personale contro il Ministero. E, nonostante questi commenti, il Ministro mi elogia con un premio? È solo perché si tratta di Harry! Ma lui si merita di più che questi infiniti riconoscimenti, anche attraverso questo premio farsa, e non avrò pace finché non sarò riuscita a rendergli giustizia!”

Alcune delle persone che li circondavano si volsero a guardarli al crescere sempre più intenso del tono di Hermione.

La voce di Draco fu ferma quando riprese a parlare. “Non puoi fare tutto tu, Hermione. Ci sono cose che non puoi controllare. Questa è una di quelle cose. Lascia andare.”

Gli occhi di lei brillavano di passione e rabbia, mentre gli rispondeva. “Come puoi dirlo?” disse, cercando di conferire autorità alle sue parole senza tuttavia alzare il volume. Ciononostante, l’attenzione di altre persone ancora fu attratta dalla loro discussione. “Dovresti essere dalla mia parte!”

Draco coprì la poca distanza che li separava e replicò con fermezza. “Certo che sono dalla tua parte. Non c’è ragione di intristirsi.”

“Oh, non sono neanche lontanamente intristita e tu lo sai,” sibilò in risposta.

Si squadrarono l’un l’altro per alcuni istanti, poi Draco le afferrò una mano. “Vieni con me, c’è qualcosa che voglio mostrarti.” Il tono della sua voce e l’espressione nei suoi occhi erano così duri che Hermione non protestò e si limitò a seguirlo fuori dalla stanza.

Draco ritirò i loro mantelli dal guardaroba e sistemò quello di Hermione sulle spalle della moglie. Le rivolse uno sguardo deciso e fece Smaterializzare entrambi.

Arrivarono in un piccolo cimitero. Hermione annaspò e si aggrappò al braccio di Draco. “Dove siamo? E, nel nome di Merlino, perché mi hai portato qui?”

“Da questa parte,” rispose, in tono rude, e la trascinò dietro di sé finché non trovarono la loro destinazione. Si fermò e la portò davanti a sé, facendo sì che fosse impossibile un suo scostarsi. “Dimmi cosa vedi.”

“Draco,” iniziò lei, la voce tremante.

“Dimmelo,” ripeté, il tono inflessibile, graffiante.

“Draco, perché?” lo pregò. Lui poteva percepire le lacrime che stavano minacciando di cadere dai suoi occhi chiusi.

“Perché è il momento di farlo!”

Hermione tremò e lesse, a voce appena udibile. “Harry James Potter. 1980 – 1999. Il mondo ti deve un debito incalcolabile.”

Draco allentò la sua stretta e lei si lasciò cadere su di lui, pesantemente contro il suo petto. Lui la cinse con le proprie braccia. “Cosa significa?” chiese, parlandone in un orecchio, il tono gentile.

“S- significa che Harry ha ucciso Voldemort.”

“Sì, ma che altro?”

“Io non -”

“Le date. Cosa significano? L’ultima, in particolare.”

“Draco,” disse, le lacrime che ora cadevano apertamente. “Ti prego, ferma-”

“No,” rispose. “Non finché non vedi, Hermione. Cosa significano?”

È morto!” urlò, la rabbia intrecciata nelle sue parole. “Sei felice? L’ho detto – Harry è morto!” Crollò tra le sue braccia e poi si lasciò cadere in ginocchio.

Draco si inginocchiò di fronte a lei e le girò il mento perché lo guardasse. “È morto. E la cosa con le persone morte è che non importa loro di quello che succede quaggiù.”

Le lacrime correvano come fiumi sulle sue guance.

“A Harry non importa che il suo nome venga sfruttato, o che la sua memoria venga sporcata. In vita, gli importava solo di te, e di Ron e di Ginny. Non importa quello che tutti gli altri pensano di lui, fino a quando voi tre vi ricordiate di lui, lo amiate, e lo lasciate andare.”

“I-Io voglio solo che la gente lo conosca davvero,” disse Hermione. “È così sbagliato?”

Draco finalmente sorrise. “No, certo che no. E l’hai fatto con il libro che hai scritto. È… è fantastico, in ogni singola parola. La tua amicizia, il tuo amore per Harry sono evidenti in ogni singola pagina. La gente…” si arrestò un momento. “Queste perone che vuoi così disperatamente che imparino a ‘conoscere’ Harry sono incostanti quanto il vento. Leggeranno il tuo libro e diranno che è il miglior saggio che sia mai stato stampato. Il giorno dopo vedranno un articolo nella Gazzetta che annuncia… che ne so… che Harry amava le Arti Oscure, e crederanno anche a quello.”

Hermione sorrise tristemente tra le lacrime.

“Non puoi convincere le persone di quello che si rifiutano di ascoltare. Il Ministero ha presentato un’immagine di Harry a cui le masse vogliono aggrapparsi… benevolente, quasi santo. Lascia che loro abbiano quello – tu hai Harry. Smettila di combattere una guerra che non puoi vincere, amore mio. Mi sta uccidendo vederti sempre così dilaniata.”

Gli occhi di lei incontrarono quelli di lui, ricolmi di preoccupazione, ora. “Oh. Draco,” disse, rifugiandosi ancora tra le sue braccia. Lui la strinse forte, facendo scorrere le proprie dita tra i capelli e baciandole il capo.

“Non sono sicura di essere capace a lasciarlo andare,” disse infine, debolmente.

“Hermione, sei l’unica persona che non l’ha fatto!” Draco la scostò da sé e la guardò. “Ginny sposerà Blaise tra pochi mesi, e Ron… beh, Ron onora Harry a modo suo, ma non si sta aggrappando a lui come stai facendo tu.”

“Ho paura, Draco. Harry è stato parte della mia vita da quasi il primo momento in cui sono entrata nel mondo magico. Se lo lascio andare… sono solo io, da sola.”

Draco sollevò un sopracciglio e la lasciò per sedersi sul terreno. Incapace di tener lontana l’amarezza dalla sua voce, disse, “Da sola, huh? Lo farò sapere a Gemma quando la prenderemo da tua madre.”

Hermione scosse la testa. “Sai quello che voglio dire.”

“No, onestamente non lo so. Non sei mai stata ‘solo tu’. Hai sempre avuto Ron e Ginny, e più recentemente me. Mi hai sposato. Non sarai ‘solo tu’ fino a quando non sarò disteso lì, affianco a Potter.” Schioccò la lingua. “E anche allora, avrai Gemma e… qualunque cosa la vita ci riserverà.” Le prese una mano e la strinse. “Magari la squadra di Quidditch.”

Lei gli rivolse un timido sorriso. “Non volevo dire che sarei stata da sola, solo che se lasciassi andare Harry, dovrei lasciare andare anche una parte di me.”

Draco sollevò una mano e le tracciò con delicatezza il profilo della mascella. “Non lascerò andare una singola parte di te, Hermione. Harry dovrà accettare il mio egoismo. Ti perdonerà per avermi lasciato tenerti tutta.”

Fresche lacrime le riempirono gli occhi, mentre prendeva le mani di Draco tra le proprie.

“Tutto il mio passato include Harry.”

“E l’avrai sempre con te. Ma il tuo futuro non è Harry. Non lo è mai stato.” Sorrise. “Non dal momento in cui mi hai baciato nel salotto del Quartier Generale.”

Hermione posò una mano sulla sua gota e strofinò con delicatezza il proprio pollice sulla sua pelle. Lui inclinò il capo al suo tocco.

“Certo che sei il mio futuro.” Sospirò. “Persino dopo tutti questi anni, non ho ancora accettato del tutto che Harry se ne sia andato, davvero e per sempre.” Osservò la lapide di fronte a sé. “Ma è vero. E… e tu hai ragione, è tempo che lo lasci andare.”

Draco sorrise. “Nostra figlia inizierà ad essere affamata e abbiamo lasciato cibo a sufficienza solo fino a cena.”

Hermione annuì. “Voglio dirgli addio.”

“Vuoi che me ne vada?” le chiese.

“No,” rispose, alzandosi e spazzolando via le foglie e la terra dal proprio vestito. “Voglio che tu stia qui, con me.”

Draco si alzò e prese la sua piccola mano nella propria. Hermione fissò lo sguardo sul cumulo di terra coperto da rigogliosa erba verde. Alcuni selvaggi fiori colorati ravvivano l’altrimenti monocromatico paesaggio che si estendeva davanti a loro.

Gli strinse la mano. “Ciao, Harry,” esordì. Draco non era certo che sarebbe riuscita a proseguire, ma dopo un momento, riprese. “Sono Hermione. Sono venuta a dirti addio. Ti ricorderò sempre, sia per tutti i momenti stupendi che abbiamo passato che per quelli duri e difficili. Non potrei mai, mai dimenticarti e mi manchi, sempre…” Strinse ancora la mano di Draco, tenendola con forza ancorata alla propria.

“Voglio che tu sappia che io sto bene. Draco si sta prendendo veramente cura di me – non devi preoccuparti. Ci credi?” disse con un risolino. “Malfoy! Di tutte le persone… e quello è anche diventato il mio cognome, adesso. Abbiamo una bimba piccola, Gemma… ha quasi un anno. E…”

Alzò gli occhi su Draco e lui fu preso in contropiede dall’improvvisa radiosità del suo viso. “Non credo di essere mai stata più felice.”

Le sorrise. “Nemmeno io, Harry,” aggiunse velocemente, con una fugace occhiata alla lapide.

“Quindi siamo tu ed io,” gli disse Hermione, guardandolo.

Draco rispose allo sguardo. “Esatto.”

“Bene. Mi piace questo noi.”

Cinse Hermione con le proprie braccia e le baciò la sommità del capo. Lei gli si avvicinò ancora e si lasciò cadere nel rifugio offerto dalle sue braccia. Rimasero lì in piedi, ad osservare la tomba di Potter. Un leggero vento portò il profumo di foglie cadenti ed il tardo pomeriggio autunnale donava riflessi dorati al paesaggio. In alto, sopra le loro teste, uno stormo di uccelli prese il volo verso lidi più caldi.

Il mondo era come doveva essere; erano insieme. Tutto sarebbe andato bene.

The End




Nota dell’Autrice: Per chi fosse curioso e volesse sapere qual è l’esatto ordine cronologico della serie, eccolo qua: 8, 3, 5, 2, 6, 1, 7, 4, 11, 9, 10.



E anche questa è finita. Un grazie enorme a Manu, che mi ha sopportato e incitato in quella che è stata, probabilmente, la mia traduzione più veloce. ♥

Un *cosino* minuscolo alla moglia, che ultimamente sto trattando troppo bene :P

E un saluto a tutti gli altri, con un'ultimissima nota, per mille motivi più uno, non credo che tornerò a pubblicare nuove traduzioni su EFP, né su altri archivi pubblici.

Buon Halloween a tutti.
Kit


The One Who Knows

Time it was I had a dream
And you're that dream come true.
If I had the world to give
I'd give it all to you.
I'll take you to the mountains,
I will take you to the sea.
I'll show you how this life became a miracle to me.

All the things you treasure most
will be the hardest won.
I will watch you struggle long
before the answers come.
But I won't make it harder,
I'll be there to cheer you on.
I'll shine the light that guides you down
The road you're walking on.

Before the mountains call to you,
before you leave this home,
Wanna teach your heart to trust
As I will teach my own.
But sometimes I will ask the moon
Where it shined upon you last
And shake my head and laugh and say
It all went by so fast.

You'll fly away, but take my hand until that day.
So when they ask how far love goes
When my job's done you'll be the one who knows.

Dar Williams
   
 
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