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Autore: Give_me_only_kiss    22/04/2013    5 recensioni
Lui non era niente. Era nero. Questo pensava un piccolo Scorpius di appena undici anni, fissando le gocce di pioggia che bagnavano il vetro della finestra di camera sua. Si alzò sbuffando e si mise davanti allo specchio, scompigliandosi i capelli con la mano destra.
Tutto quello che vide fu la luce più assoluta: capelli biondi, quasi bianchi, da angelo e carnagione lattea, labbra sottili e lineamenti taglienti, occhi azzurro lucente eppure slavato, con picchiettature grigie.
Assomigliava ad un angelo.
Scorpius ghignò, ricordandosi un detto che aveva letto in un libro babbano.
L’apparenza inganna.
Perché per quanto Scorpius fosse bello fuori, dentro era marcio. Nero.
Genere: Dark, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Severus Potter, Draco Malfoy, Hermione Granger, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Draco/Hermione, Rose/Scorpius
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Capitolo 10

Draco e Hermione erano intenti a tagliare la torta di mele quando Rose e Scorpius entrarono in cucina.

Draco si illuminò nel vedere il suo bambino che sorrideva alla figlia di Hermione, e quest’ultima si meravigliò nel vedere sua figlia così a suo agio con Scorpius e nel vedere una rosa bianca tra i suoi capelli.

-Mamma! – la chiamò Rose, fiondandosi tra le sue braccia. Hermione la strinse a sé, dolcemente, come solo una madre può fare con sua figlia, mentre Scorpius le guardava con un pizzico di invidia negli occhi apparentemente impassibili.

Poi Rose si staccò da lei e le mostrò la rosa bianca che teneva tra i capelli.

-Me l’ha data Scorp – le disse – l’ha incantata. Questa rosa non appassirà mai e resterà sempre così. Non è bellissima, mami? – chiese. Hermione accarezzò incredula i petali e provò leggermente a strapparne uno. Non appena lo fece, la rosa si illuminò di luce azzurrina e il petalo di ripristinò immediatamente.

Hermione avvertì tra le dita una sensazione di grande disagio unita a un piacevole benessere. Curiosa, chiese al biondino, che si era seduto al tavolo e che stava gustando con calma una fetta della torta che aveva preparato con Draco:

-Che incantesimo hai usato? – il bambino non le rispose e allora fu Rose a rispondere:

-Non ha usato la bacchetta, mami. E ha usato un incantesimo non verbale. Non vuole dirmi dove l’ha imparato – concluse. Hermione rimase basita. Senza bacchetta, e un incantesimo non verbale, per giunta! Inoltre, se ricordava bene il programma di Hogwarts – e vi assicuro che lo ricordava bene – quel tipo di incantesimi facevano parte del programma del sesto anno.
E Scorpius era al primo. La curiosità irrefrenabile tipica dei Grifondoro si fece strada in lei e prese Scorpius per un braccio.

-Posso parlarti un attimo di là? – gli chiese. Scorpius si voltò verso di lei, facendo intrecciare i loro sguardi opposti. Oro fiero e tempesta di rabbia. Speranza e dolore. Purezza e morte.

-Ok – disse semplicemente, precedendola nella grande biblioteca adiacente alla cucina.

Hermione scambiò uno sguardo d’intesa e un sorriso con Draco. Un sorriso che le riempì il cuore di speranza e di un calore ormai a lei familiare.

È il calore di quando sei innamorata, si disse.

 

Draco sospirò e si schiarì la voce, cercando di attirare l’attenzione della bambina davanti a lui. Rose si girò e lo guardò con i suoi grandi occhi azzurri.

Draco sentì una morsa alla bocca dello stomaco non appena si rese conto di quanto somigliava alla madre. Aveva lo stesso sguardo fiero e la stessa aria orgogliosa, leggermente saccente. Lo stesso portamento elegante. La stessa bocca carnosa della madre su cui, ricordò, poco prima avrebbe voluto tanto poggiare la sua.

Intendiamoci, lui non era attratto da Hermio… dalla Granger. Con quei suoi capelli morbidi e setosi, le mani affusolate e un sorriso che avrebbe fatto sciogliere anche il più duro dei cuori….

No, non ne era attratto. Gli piaceva. Con la sua aria testarda, la sua arguzia e quel suo ghigno malandrino che avrebbe fatto invidia anche alle più Serpeverde tra le Serpeverdi..

E va bene, ne era innamorato. Non ricambiato, sicuramente. Dopo tutto quello che le aveva fatto…

Ma forse poteva provare a conquistare qualche punto con sua figlia.

-Allora Rose, cosa ti piace fare? – domandò, sfregandosi le mani. Rose sorrise e alzò gli occhi, mugugnando.

-Giocare a Quidditch – quella risposta per Draco fu come un pugno nello stomaco, perché gli ricordò che quella non era solo la figlia di Hermione, ma anche di Weasley. I capelli rossi, gli occhi azzurri, le lentiggini… eppure, non sembrava una Weasley al cento per cento.

-Davvero? Ah giusto – ricordò – Scorpius mi aveva detto che tu sei nella squadra. Cacciatrice, vero?
Rose confermò con un sorriso e abbassò lo sguardo.

-Papà voleva che diventassi Portiere come lui – disse, con voce piccola, poi alzò la testa e sorrise – mentre mamma voleva –e vuole- che io smetta di giocare. Ha paura che mi faccia male, e delle volte diventa veramente paranoica.

-Non dirlo a me – replicò Draco con un sorriso – mia madre era terribile. All’inizio si oppose categoricamente al fatto che entrassi nella squadra, poi la convinsi, anche se dovetti portare una doppia imbottitura sotto la divisa in ogni partita – Rose sorrise ancora e Draco si rese conto amaramente che Scorpius era davvero diverso da Rose.

Infatti, mentre lui non sorrideva quasi mai, Rose dispensava sorrisi a destra e a manca.

-Giocavi come Cercatore, vero? – chiese la rossa. Draco annuì.

-Chi te l’ha detto?

-Zio Harry – rispose la bimba con l’ennesimo sorriso – quando ci racconta delle sue partite, ci dice sempre che tu eri l’unico avversario che riusciva a tenergli testa, l’unico con cui non si annoiava e con cui aveva una leggera paura di perdere – continuò a raccontare – zio George invece dice che tu sei sempre stato il bersaglio preferito dei suoi Bolidi micidiali – disse con una risata – ma scommetto che dal tuo punto di vista la cosa non è altrettanto rosea.

-Puoi scommetterci… - commentò, massaggiandosi la spalla, lì dove una lunga cicatrice gli ricordava del Bolide che George Weasley gli aveva scagliato contro al suo sesto anno. Rose rise ancora e poi continuò:      

-Mentre la mia mamma dice che tu eri bravissimo a Quidditch. Dice sempre “era l’unico che riusciva a portare il suo portamento elegante anche sopra una scopa” – Draco sorrise a quella definizione, che gli scaldò il cuore – e lì mio padre e mamma iniziavano a litigare. Ancora – concluse in tono amaro.

Draco tentò di rassicurarla, ma Rose lo interruppe sul nascere, guardandolo implorante con i suoi due grandi occhi color cielo.

-Promettimi una cosa, signor Malfoy – disse – mi sono accorta di come guardi la mia mamma. è lo stesso modo in cui la guardava il mio papà, prima che… insomma, se mai tu e la mamma vi metterete insieme – Draco avvampò e fece per interromperla ma Rose continuò imperterrita – e io so che succederà, promettimi che non la farai soffrire come ha fatto il mio papà.

Draco rimase all’inizio senza parole per l’arguzia della bambina, poi si ricordò di chi era figlia e sorrise.

-Te lo prometto, Rose.

 

-Questo è il paradiso… - mormorò Hermione, entrando nella biblioteca del Malfoy Manor. La stanza era enorme, le pareti erano gli stessi scaffali di legno che contenevano milioni di migliaia di libri. Neanche la biblioteca di Hogwarts era così fornita.

Scorpius osservò la donna divertito la donna che si muoveva incredula tra gli scaffali, come se avesse scoperto il tesoro più grande del mondo.

-Puoi prendere qualche libro, se vuoi – le disse Scorpius, facendo immediatamente illuminare il suo sguardo. Hermione sorrise e lo ringraziò.

-Cosa mi consigli? – chiese Hermione. Scorpius le indicò un paio di libri e lei li prese.

-Quale è il tuo preferito? – domandò improvvisamente la donna. Scorpius rimase all’inizio inebetito alla domanda, poi si avvicinò silenzioso come una pantera a un piccolo libricino del secondo scaffale della seconda libreria. Lo prese tra le mani e accarezzò piano la copertina azzurra con le dita.

-Ho letto milioni di libri – disse – tutti i libri di questa biblioteca e buona parte di quelli di Hogwarts. Storia, romanzi, di tutti i tipi. Eppure questo libro per bambini mi torna sempre in mente.
Le mostrò la copertina. Hermione sorrise. Le fiabe di Beda il Bardo. Non avrebbe potuto scegliere di meglio.

Fu il tono con cui ne aveva parlato che la paralizzò. Era il tono amaro di qualcuno che ha perso interesse per la vita, di chi è saggio ma ha ancora tanto da imparare. E quel tono le ricordò del perché lei era lì.
-Scorpius, io volevo chiederti una cosa – gli rammentò. Il biondino annuì, rimettendo con cura il suo libricino preferito a posto.

-Come hai fatto l’incantesimo alla rosa di Rose, tanto per cominciare – iniziò, con tono severo – oppure perché sei stato attaccato all’inizio dell’anno e come hai fatto a liberarti da un assalto di un Demone. Come riesci a fare certe magie anche senza bacchetta e senza pronunciando l’incantesimo, anche se sei solo al primo anno ad Hogwarts.

Scorpius sospirò e si sedette su una poltrona verde su un lato di una stanza.

-Tutti noi cerchiamo delle risposte in questo mondo. Tutte le persone normali lo fanno. Mio padre si chiede ogni giorno perché mia madre sia dovuta morire, Albus si chiede perché non riesce a eguagliare le mie Pozioni nonostante il suo indiscutibile talento e tu ti chiedi come hai fatto ad innamorarti di mio padre, nonostante il suo essere un bastardo – Hermione arrossì a quel riferimento, mentre il bambino continuava imperturbabile.

-Io non lo faccio, perché sono diverso. Ho smesso da tempo di cercare i miei perché, Hermione. E non perché io abbia perso la speranza. No, io so che una risposta c’è, ben nascosta da qualche parte. Una risposta ai miei poteri, all’odio dei Demoni nei miei confronti. Il motivo per cui ho smesso di cercarli è molto semplice: non mi interessano. Non credo che sapere la risposta a queste domande cambierebbe se non di una sola virgola la mia vita, destinata a essere un buco nero con un solo raggio di luce rappresentato dalla speranza che qualcuno riesca in qualche modo ad allievare il mio dolore.

Hermione rabbrividì al sentirlo parlare in quel modo. E capì cos’era Scorpius veramente. Un animo rabbioso, tormentato da sé stesso e dagli altri, dannato per l’eternità.

In parole povere, era nero.

Ma quando era tornato con Rose aveva visto in lui qualcosa di nuovo, qualcosa che gli illuminava il viso, come una piccola luce infondo a una galleria di tenebra. Il modo in cui guardava sua figlia…

Era come se la considerasse la propria salvezza, l’unica ancora che ancora lo teneva legato a quella terra. Il modo in cui lo guardava era magico. Forse un termine banale se usato da una strega, ma era quello giusto.  

Si sedette accanto a lui, facendolo sedere sulle proprie gambe. Poi gli disse, accarezzandogli le guance scarne e bianche come la neve:

-Scorpius, ascoltami. So che la rabbia che provi per il mondo intorno a te è immensa, che questa rabbia è generata dal fatto che tutti ti giudichino in base agli errori di Draco e che sei come una bomba a mano, pronta a esplodere al minimo movimento. Ma sei comunque un bambino meraviglioso: tuo padre ti ama, non ti fa mancare niente, hai Albus e Rose –che ti assicuro hai conquistato – e hai me.

Scorpius abbassò lo sguardo e parve riflettere su quelle parole in silenzio, muovendo poco le labbra sottili.

-E per tutti noi, e anche per tua madre lassù in cielo, non buttare via la tua vita. Impegnati e non lasciarti manipolare dalla tua stessa rabbia, perché altrimenti sarei lei stessa a rivoltarti contro di te. Per favore, Scorpius – concluse Hermione, prendendo le sue mani tra le proprie e baciandogliele con dolcezza.

Scorpius trasalì per quel gesto, a cui non era abituato. Sorrise a quella donna. Aveva un che di protettivo, di rassicurante, di premuroso che gli scaldava il cuore. Non come i sorrisi di Rose, no, quelli erano diversi.

Quella donna lo faceva sentire speciale, importante.

E così che ti fa sentire una mamma? si chiese, mentre si avvicinava a Hermione e si fiondava tra le sue braccia, stringendosi a lei. Aveva un buon profumo, sapeva di cannella.
La riccia strinse a sé il bambino e sorrise, felice di averlo fatto sentire meglio. Poi, quasi senza rendersene conto, si addormentò con il biondo stretto tra le braccia, e Scorpius con lei.
 


Rose entrò poco dopo nella grande biblioteca, luogo a cui di solito era allergica. Vide sua madre e Scorpius che dormivano abbracciati sulla poltrona e sorrise.

Era leggermente gelosa di quel contatto tra i due, ma era felice nel sapere che anche Scorpius si era trovato bene con sua madre, così come lei si era trovata bene con Draco.

Si avvicinò piano a loro e si sedette alla destra di sua madre, accoccolandosi sul suo petto. Poco dopo, anche lei fu accolta dalle calde e accoglienti braccia di Morfeo…



Draco arrivò poco dopo e la scena di cui fu testimone gli scaldò il cuore. Sorrise e baciò sulla fronte Scorpius, poi Rose e infine Hermione.

Si sedette sulla poltrona davanti a loro e osservò rapito i tre, che parevano una famigliola felice. Il suo sguardo si posò sul quadro di Astoria, sopra il camino, che gli sorrideva.

Draco avvertì una morsa allo stomaco, che si dissolse non appena tornò con gli occhi sulla Grifondoro che dormiva tra i due bambini abbracciati a lei.

Che fosse finalmente arrivato il momento di lasciarsi alle spalle il passato?
Che fossero finalmente arrivate? La seconda occasione per lui e la salvezza per Scorpius?



Ta ta taaaa…. Questo è un altro capitolo che mi piace molto, mentre i prossimi non mi convincono. Uhm….
Tornando alla storia, voglio tante tante recensioni. Ringrazio chi segue/preferisce/ricorda e soprattutto chi recensisce. Vi voglio un mondo di bene <3.                                                                                                                        
Nel prossimo capitolo, quello che non mi convince ma che è la chiave di tutta la storia, ci sarà un salto temporale di cinque anni, per contribuire allo sviluppo della storia.                                                                                    
Vi amo tutti. Bleah, oggi mi sento terribilmente sdolcinata. Un altro po’ e mi prendo il diabete.                                
Un bacione enorme (ecco, ora mi sento veramente male), Selenakilla89             

 
  
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