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Autore: hanabi    18/11/2007    8 recensioni

Naruto e Sasuke stanno per colpirsi a vicenda. Sakura corre verso di loro. Kakashi arriva per fermarli, ma... un istante troppo tardi.
E l'incubo comincia per tutti... e specialmente per Iruka che ha il compito più difficile di tutti.
Credere nel futuro.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Iruka Umino, Kakashi Hatake, Naruto Uzumaki
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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In una squallida locanda di una città mercantile, dove sono giunto travestito da contadino, mi preparo per la mia missione notturna.

Controllo per l'ultima volta le mie armi, poi prendo la benda di seta nera per coprirmi il viso, in modo che nessuno mi riconosca. Dopodiché l'unica cosa visibile di me saranno gli occhi, e solo un altro ninja saprà riconoscere il simbolo sul mio coprifronte. 

Colgo il mio riflesso allo specchio. Quella cicatrice profonda che mi divide il volto trasversalmente, da zigomo a zigomo, passando sul naso. 

L'artiglio del Kyuubi.

Quando sono andato a trovare Naruto, prima di partire, l'ho visto malinconico e pensieroso. Ma solo per un istante: poi ha subito inalberato il suo sorriso da ragazzo senza una sola preoccupazione al mondo. E si è messo a cicalare su quanto si sentiva bene, e quanto si stancava a stare in ospedale, e tutte le cose fantastiche che avrebbe fatto uscendo di lì, sicuramente guadagnandosi il diritto di essere eletto Hokage...

Non ricorda nulla della sua possessione, mi ha detto Tsunade-sama. 

E devo essere grato al destino per questo. 

Prima che me ne andassi, però, mi ha richiamato indietro.

"Iruka-sensei..."

"Sì?"

Non ha più sorriso. Mi ha guardato con un'intensità quasi dolorosa, e con un dito esitante... ha sfiorato la cicatrice sul mio volto.

Ho visto delle lacrime nei suoi occhi. 

E ho provato un brivido, comprendendo che forse non tutto era stato dimenticato...

"Beh?" ho sbottato. "Che hai da toccare?!"

"Ah, niente!" ha riso lui, arrossendo. E si è grattato la testa. "Quando torni dalla tua missione, andiamo a mangiare insieme da Ichiraku?"

"Paghi tu."

"No, Iruka-sensei! Paghi tu, me l'hai promesso!"

"E quando mai te l'ho promesso? Ti stai inventando tutto..."

"Sei cattivo!"

Sorrido al ricordo, mentre mi fascio il volto.

All'improvviso, sento un fremito della terra. Trasalisco.

Un piccolo terremoto.

La scossa è stata leggerissima, appena percettibile. Lo specchio si è staccato dalla parete. Non si è infranto cadendo sul tatami di paglia. Mi chino su di esso e scopro che comunque si è incrinato, una singola crepa che divide ora a metà il mio riflesso...

E a quel presagio di sventura, sento una punta di gelo in me.






Tutto inutile...

In un attimo rivedo me stessa, nel momento che mi decido e faccio una cosa a cui mai avrei osato pensare. Usare le mie nuove abilità ninja per scappare di casa... e correre nella notte verso la casa di un ragazzo.

Inqualificabile, inammissibile... non c'erano aggettivi per quel che mi prestavo a fare, se mi avessero scoperta. Ma dentro di me ero pronta. Pronta ad ogni conseguenza. Pronta alla furia dei miei genitori. Pronta al biasimo di tutto il villaggio. 

La mia prima decisione da donna della mia intera vita...

Non mi importava di essere solo di qualche giorno più vecchia della ragazzina che si angosciava per faccende come i capelli spettinati e i pettegolezzi delle amiche. Ora che mi era crollato il mondo addosso, avevo finalmente capito cosa volevo. 

Sasuke.

E mi ero resa conto che forse non l'avevo voluto abbastanza. Che non avevo avuto abbastanza coraggio da mettermi in gioco completamente per averlo. 

Stavolta gli avrei dato tutto. 

Col cuore in gola, sono andata verso la dimora del clan Uchiha. Quell'enorme casa nascosta nel verde, un tempo splendida, ma ora un luogo pieno di fantasmi e di rimpianti, con i muri adorni del simbolo del ventaglio che si scrostano, e i rampicanti che invadono il porticato. 

Volevo incontrare Sasuke.

Volevo dirgli che lo amavo.

Volevo mostrargli la possibilità di una nuova vita. 

Volevo diventare con lui una cosa sola. 

E invece...

L'ho trovato freddo e deciso, pronto a partire senza permesso per raggiungere Orochimaru, e così chiudere per sempre la sua vita a Konoha.

E di conseguenza, la sua vita con me.

La sola idea mi ha strappato il cuore. Ho pianto, implorato, pregato... gli ho confessato i miei sentimenti più segreti, le mie speranze, con parole che mai avrei pensato che avrei avuto il coraggio di dire a un ragazzo.

Lui mi ha guardato attraverso, quasi come se non esistessi. 

E lì, nel suo cortile invaso dalle erbacce, il triste regno di cui lui era il bellissimo principe, ho compreso che il mio era stato soltanto un sogno. Non ero nulla più che una collega, per lui. Non avrebbe sacrificato niente per me. Il suo cuore era distante e sigillato, e non ero io ad averne le chiavi. I suoi occhi ovali mi dicevano questo, mentre le sue parole mi trafiggevano.

Dopo tutto questo tempo, mi dài ancora fastidio...

Era troppo. Lo sapeva anche lui, e si è pentito di quanto mi ha detto. 

Deve aver pensato a quanto avevo fatto per lui. Deve aver ricordato i fiori che gli portavo all'ospedale. Le gentilezze che gli avevo dedicato, togliendole alla mia famiglia, al mio maestro... a Naruto.

Allora ha avuto pietà di me.

Mi è venuto vicino, con dolcezza struggente. Il tempo si è fermato, per me. 

La sua mano è salita a sfiorarmi i capelli in un'ultima carezza.

Sakura... grazie.

Ed io ho chiuso gli occhi nel calore della sua presenza... finché non ho sentito il dolore.

Ora sono qui, distesa su una vecchia panca di pietra, a guardare Sasuke che dopo avermi adagiata lì si allontana, mentre il narcotico che mi ha iniettato completa il suo effetto. 

Le tenebre che mi avvolgono sembrano la morte, ed io quasi spero che sia così, perché non ho più voglia di vivere dopo che tutto quel che ero è stato respinto in nome della vendetta...

"Sa... su... ke."

I miei occhi si chiudono, e anche la mia anima.





Sono almeno dieci minuti che contemplo Naruto che dorme. E' sdraiato di schiena con una gamba piegata, la testa reclinata, la mano sinistra posata sul cuscino con le dita rilassate. In quella posizione ronfetta, assomigliando più che mai a un gatto biondo che fa le fusa. 

L'avevo quasi spaccato in due!

Mi chino su di lui. Smettendo di mascherare la mia presenza. Se è un vero ninja, percepirà la mia vicinanza...

Un vero ninja. Naruto.

Mi viene da sorridere. Ricordando quanto era inarrivabilmente inetto. Voti catastrofici all'accademia. Scena muta ad ogni domanda degli istruttori. Rischio di morte ad ogni esercitazione di arti marziali. Atteggiamento disordinato e da teppista. 

E poi...

Un solo ninjutsu oltre le normali tecniche scolastiche, ma di livello superiore come il Kage Bunshin. 

Questo, e la sua bizzarra creatività. Tanto gli è bastato per diventare genin, per affrontare avversari come Zabusa e Haku, per uccidere uno dei grandi serpenti di Orochimaru, per battere i nemici della foresta della Morte, per sconfiggere Kiba Inuzuka e nientemeno che Neji Hyuuga...

Tutto con una sola tecnica di moltiplicazione del corpo. 

Che poi, anche ai livelli più alti del ninjutsu, è utilizzata per produrre pochi cloni, due o tre al massimo. Invece Naruto spesso crea una quantità di repliche di se stesso da lasciare a bocca aperta anche i jounin più esperti. Da dove tira fuori tutta l'enorme quantità di chakra necessaria per riuscirci?

Studio il suo volto tatuato da duro, me ancora vagamente infantile nella sua rotondità. 

Sei strano, Naruto... 

Sento il suo respiro che cambia. I suoi occhi si aprono, gira la testa e mi vede.

"Sasuke?..."

"Sono io."

Trasalisce e si drizza immediatamente a sedere, fa una smorfia e con un gemito si porta la mano al fianco... ma poi assume un'espressione quasi stupita, come se scoprisse che non gli fa così male come credeva. 

"Che ora è?" mormora, confuso. 

"Mezzanotte."

Si passa la mano tra i capelli folti, scompigliandoli ancora di più.

Indico la finestra aperta con un cenno della testa. "Andiamo sul tetto?"

Si irrigidisce, levando lo sguardo su di me. 

"Perché?"

Un sorrisetto. "Hai paura?"

Di nuovo porta la mano al fianco.

"Dovrei."

"Allora resta a letto."

"No."

Scosta le coperte, mette giù le gambe. Si rimette in piedi, in modo un po' incerto. Va verso il lavandino, lo apre, infila la faccia sotto il getto dell'acqua fredda. Poi resta un istante a prendere fiato, le gocce che grondano dal suo profilo come lacrime. 

"Ti aspetto su."

Mi volto ed esco dalla finestra, balzando da un davanzale all'altro sotto la luce della luna, fino a raggiungere la terrazza dell'ospedale. Mi ci vuole meno di un minuto, ma mi rendo conto che per Naruto non sarà così semplice. So comunque che verrà, perché non potrà farne a meno. 

E allora mi metto ad attenderlo vicino al parapetto, guardando in basso, le case di Konoha che occhieggiano tra le foglie degli alberi, fantasmi argentati nella notte. 

La mia ultima notte qui. 

Il respiro affaticato di Naruto dietro a me mi annuncia finalmente che è arrivato. Mi volto verso di lui, una figura smilza, vestita solo con un pigiama a kimono e a piedi scalzi. La luce lunare fa risaltare i capelli e la pelle chiara. Non ho idea di cosa veda di me: mi sono vestito per confondermi nella notte. Ma le sue pupille dilatate sembrano ben fissate nei miei occhi, come se mi vedesse in piena luce.

"Allora?" esordisce. "Hai qualcosa da dirmi, immagino..." 

"Cosa ti aspetti che ti dica? Che mi dispiace?"

"Perché no? Mi hai quasi ucciso!"

"E tu? Se non ti fossi fermato per guardare Sakura, cos'avresti fatto con quel vortice di chakra?"

Un'alzata orgogliosa di mento. "Ti avrei cacciato in culo il tuo Chidori."

Lo guardo, in silenzio. 

Avrebbe davvero mirato al mio braccio?...

Io invece ho mirato al cuore. Sbagliando bersaglio, gli ho comunque portato via un fianco. 

"Naruto, voglio vedere la tua ferita."

Occhi sgranati. "Eh?..."

"Mostramela. Voglio vedere se è vero che ti ho quasi ucciso."

"Così poi finisci il lavoro?"

"Non sto scherzando. Mostrami la tua ferita!"

"No!"

Non ha neanche finito di pronunciare quella parola, che sono già sotto la sua guardia, il kunai pronto in una mano. 

"Che fai, Sasuke?!" esclama, colto alla sprovvista dal mio attacco.

Faccio per afferrarlo, ma si china fulmineamente con gli automatismi del taijustu. Cerca di colpirmi dal basso verso l'alto, ma schivo e paro spingendolo di lato. Il kunai gli sfiora la manica e la stoffa si lacera, ricordandogli che è disarmato...

Ma non si arrende. 

E quando mai si è arreso in vita sua? 

Lottiamo in silenzio, nelle forme imparate in anni di scuola, piroettando e scivolando sul pavimento della terrazza. Non c'è storia: lui è ancora troppo debole per tenermi testa. Non mi ci vuole molto ad abbatterlo con un colpo alla base della nuca, che lo paralizza giusto il tempo necessario per inchiodarlo a terra, tagliargli la cintura del kimono e aprirglielo sul petto, afferrare la medicazione del fianco, e strapparla via in un colpo secco...

Naruto emette un grido soffocato, contorcendosi sotto di me.

Cerotti e garze insanguinate mi restano in mano. Ma non le guardo: i miei occhi sconvolti sono fissi a quel che c'era sotto... la ferita che doveva essere mortale.

Dov'è?!

Non c'è niente. Vedo un fianco praticamente intatto. Solo chiazze sierose dove la pelle non si è ancora perfettamente formata. 

Nemmeno il segno di una cicatrice!

Qualcosa di irresistibile mi sale in gola... lascio cadere le garze e mi raddrizzo a cavalcioni su di lui, con una risata isterica.

"Perché ridi?!" 

"Perché... ho visto coi miei occhi quel che avevo sempre sospettato..."

"Che cosa?!"

"Tu non sei umano."

Sock!

Il pugno che mi arriva in faccia è discretamente forte per un ragazzino convalescente.

"Ripetilo se hai il coraggio!..." grida lui, sdegnato.

Mi massaggio la mascella, con indifferenza. 

"Ci ho pensato bene, Naruto. E sono arrivato a questa conclusione: il nuovo Hokage sarà un gran medico, ma non può avere il potere di cancellare in pochi giorni uno squarcio come quello che ti ho fatto. Se l'avesse, non ci sarebbero feriti né morti a Konoha... i miracoli sarebbero la normalità, no?" Mi volto di nuovo a guardarlo. "Ora che tutto è finito puoi dirmelo... chi sei veramente?" Mi chino sulla sua faccia attonita. "Chi sei?"

Scuote appena la testa.

"Sei pazzo, Sasuke..."

Gli metto una mano sul fianco, facendolo trasalire.

"No." Gli sorrido. "Non sono pazzo. Forse... sono lucido per la prima volta in vita mia. E vedo finalmente le cose come sono."

Stringo le dita, con forza progressiva.

"Ahi!... Smettila..."

"Niente è come sembra, vero? Uno come te diventa fortissimo... e io al contrario divento patetico. Tu diventi... immortale... e io divento un fantasma! C'è qualcosa che non ci hanno detto, quando ci hanno messo insieme?"

"Ba... sta, mi fai male!..."

"O è qualcosa che è successo a mia insaputa? Non è bello che tu abbia dei segreti con me..."

"Piantala!"

Mi colpisce con una testata. 

L'impatto è abbastanza duro da costringermi a mollare la presa. Naruto da parte sua è rimasto quasi tramortito, si abbandona ansimando, una mano sulla fronte contusa, l'altra sul fianco ferito. 

"E a te, Sasuke?... Cos'è successo, nella foresta della Morte? E' per questo... che sei così fuori di testa?"

Trasalisco.

Come fa a saperlo?

"Sakura," mormoro, stringendo i denti. "Quella sciocca ti ha raccontato tutto."

"E ha fatto bene!... Perché non volevi che lo sapessi? Non siamo... compagni di squadra?"

"Compagni di squadra!" faccio eco io, con sarcasmo. "Certo, il Team 7 di Kakashi Hatake. Tre ragazzi normali che seguono la via di tanti altri giovani shinobi di Konoha. Una bella favoletta, non è vero?"

"Quale, favoletta?!" esclama lui. "E' la nostra vita, Sasuke, la nostra vita!"

"Non ti rendi conto che è finita? Che qui, su questa terrazza... è finito tutto?"

"E perché?!" 

"Perché adesso io e te siamo nemici."

Mi fissa, incredulo. 

"Ma io... io non voglio essere tuo nemico!"

"E perché no? E' la cosa più naturale. Ovvia. Mi hai sempre detestato. E io ho detestato te. Essere nemici è il nostro destino..."

"Si fotta il destino!" ruggisce lui, e l'esclamazione suona strana da quella faccia quasi da bambino. "Parli come quel cretino di Neji, lui e il fato e tutte quelle stronzate! Gli ho dimostrato coi fatti che cos'è il destino: è quella cosa che ci facciamo da noi!"

"E cosa credi che stia facendo, da quando Itachi ha distrutto tutta la mia famiglia? Sto plasmando il mio destino di vendicatore. Ma il destino ha comunque le sue regole." La mia voce si abbassa ad un sussurro al suo orecchio. "Prima o poi, Naruto... io ti ucciderò."

Resta immobile, raggelato da quella minaccia. 

"Ma perché, Sasuke?" mormora alla fine, con voce ferita. "Perché mi odi così? Che ti ho fatto di male?..."

"Hai distrutto tutti i miei sogni... non ti permetterò di togliermi l'ultimo, il più importante."

"Di che sogno parli?"

"Uccidere Itachi."

"E chi te lo toglie? Io?!... Ma se odio quel bastardo, che ha osato fare del male a te e a Kakashi-sensei!" 

"Odi Itachi?..."

"Sì! E voglio che ci vendichiamo." Si alza a sedere, mi afferra per le braccia e mi guarda pressante. "Combattiamolo insieme, Sasuke!"

Mio malgrado, mi viene da sorridere...

"Insieme?"

Strappo le sue mani da me.

"Non esiste più insieme tra me e te, Naruto. Ci sei solo tu. Io non sono più niente. Non sono nemmeno un nemico degno di mio fratello. Sono... un fallimento."

"Ma che cosa stai dicendo?!" 

"Itachi dà la caccia a te, non a me. Vuole il genin che ha il potere di evocare rospi giganteschi, di creare vortici di chakra capaci di forare l'acciaio, di dividersi in un esercito di copie reali! Che se ne fa di un nemico che ha giurato di ucciderlo, ma che non è stato in grado nemmeno di sfiorarlo con la sua tecnica più mortale?... Tutto il potere che credevo di avere... è nulla a paragone del suo... e persino a paragone del tuo!" 

Segue un denso silenzio.

"Ho... capito bene?" mormora Naruto. "Tu, un Uchiha, bello, forte e ricco di talento, adorato da tutto il villaggio, lodato e stimato persino al di fuori di Konoha... sei invidioso di me. Di me!" Si posa una mano sul petto nudo, i suoi occhi tremano. "Perché sono il bersaglio di tuo fratello! E mi detesti per questo, e per questo mi vuoi morto!... Forse preferivi vivere la mia vita, vero? Senza aver nient'altro che un nome a cui aggrapparti, preso in giro da tutti, considerato un povero scemo senza speranza! E volevi trovarti a dover lottare e superare tutti i tuoi limiti, e anche... accettare un duello senza nessun motivo, pur di sperare di meritare il rispetto, e anche l'amicizia..." la sua voce si affioca, "... di qualcuno che ammiravi..."

Sento un brivido.

"Ti stai riferendo a me?"

"Certo!" grida lui, rabbiosamente. 

Qualcosa mi sale alla faccia, a quella confessione... 

"E Sakura?" chiedo, un po' maliziosamente. "Pensavo che fosse lei la persona da cui volevi essere considerato. Non io."

China la testa. 

"E'... un'altra cosa, Sasuke. E comunque lei ama te."

"Sciocchezze, che ne sa lei dell'amore? E' solo una bambina vanitosa."

"Ti spacco la faccia, se metti in dubbio i suoi sentimenti!"

"Quanto fuoco." Un sorriso sardonico. "Dì un po': da quanto tempo... sei inutilmente innamorato di lei?"

Non risponde, ma il dolore esplode silenziosamente nei suoi occhi...

"Speravi di nobilitarti agli occhi del villaggio con una ragazza carina al braccio. Invece lei si è invaghita di me. Proprio perché sono quello che hai descritto... tu sei finito nella mia ombra."

Volta la testa, distogliendo lo sguardo da me.

"E sai che non ne uscirai, finché resterò tra te e il sole. Per questo siamo destinati ad essere nemici. Perché nel tuo universo io sono qualcosa di troppo... e chiunque al tuo posto mi odierebbe."

"Cambierebbe qualcosa?" Si gira di nuovo a guardarmi, con gli occhi lucidi. "Sasuke, non capisci che... sono stanco di odiare? E non voglio nemmeno essere odiato, sono stanco anche di questo? Ho passato tutta la vita così. Ora che ho imparato cosa vuol dire non essere soli... voglio solo aver qualcuno a cui voler bene. E magari anche... qualcuno che voglia bene a me, non mi importa come." Prende fiato. "Ho fatto male a sperare di trovare tutto questo nel Team 7? Ho fatto male a sperare... in te?"

Lo fisso, senza riuscire più a sorridere.

In me.

Io, dovrei volergli bene? Io, che gli ho portato via il suo primo amore, anche senza volerlo? Io, che ho taciuto colpevolmente quel che ha fatto con Gaara trasformato in mostro, così nessuno l'ha salutato come salvatore del villaggio? Io, che ho tentato di ucciderlo, e che ora mi rammarico di non esserci riuscito? Io, che sono ancora alla caccia disperata del segreto della sua forza, per rubargliela e usarla per la mia vendetta? 

Questo, gli ho fatto. E lui mi offre lo stesso la sua amicizia... e si aspetta la mia. La vuole!

Lo odio. Lo maledico per il dolore che mi fa provare... 

Soffri, fratellino?

Perché ricordo gli occhi rossi di Itachi, che mi accompagnavano all'inferno?

C'è solo un modo per liberarsi da questo dolore. Eliminare la causa. 

Il kunai... è ancora nella mia mano... un colpo e la gola di Naruto si aprirebbe, e il suo sangue mi laverebbe di dosso questo dolore...

Come mio fratello si era lavato il suo, nel sangue di tutta la sua famiglia.

Tu sei debole. Il tuo odio è debole. Per questo non puoi battermi. Io ho avuto il coraggio di recidere ogni legame. 

No. Itachi uno l'aveva mantenuto, col suo futuro assassino. Ma forse era il suo freddo piacere, guardare la mia disperazione. Forse il mio dolore gli dava una ragione di esistere. Sembrava nutrirsene, mentre urlavo sotto le sue torture.

Un potere è assoluto quando ogni distrazione è eliminata. Quando la volontà si distilla in un unico punto, la sua potenza diventa infinita...

Naruto mi guarda, aspettando ansiosamente la mia risposta. Mi vedo a prendere la sua mano, scaldarmi al suo sorriso, chiamarlo amico e renderlo felice, dividere il suo entusiasmo, la sua gioia di vivere che niente riesce a distruggere, creare con lui e Sakura la squadra di shinobi più imbattibile di Konoha, e diventare chuunin l'anno prossimo, e jounin il successivo, ed eguagliare in poco tempo la fama dei mitici Sannin... 

Allora, fratellino? Quanto sei disposto a sacrificare di te stesso, per ottenere il potere di uccidermi? 

"Sasuke," mormora Naruto, cogliendo il mio respiro affannoso, la tensione del mio corpo. "Sasuke, rispondimi..."

"Stai lontano da me!"

E lo colpisco. Assestandogli un manrovescio in cui scarico tutta la mia frustrazione, e che lo scaraventa di nuovo a terra. 

Non mi renderai uguale a te, Itachi!...

Mi rialzo, rinfoderando il kunai con le mani che mi tremano. 

"Quanto sei sciocco, Naruto! Spera in me, e troverai solo la morte. Spera nel Team 7, e troverai soltanto illusioni. Io ho finalmente smesso di averne. Per sempre!"

Lo vedo puntare le mani sul pavimento e cercare di rialzarsi.

"Lo sciocco sei tu, Sasuke," mormora. "Ma non ti rendi conto... che non sei tu che stai parlando?! E' quella merda che Orochimaru ti ha messo dentro per prendersi il tuo corpo!" Alza la testa, mi guarda con rabbia. "Dicono tutti che sei così intelligente... e allora come fai a credere che ci sia qualcosa di buono, in quel che ti ha fatto quel dannato uomo-serpente?"

"Non mi importa il suo scopo, mi ha dato quel che cercavo." Metto una mano sulla spalla, dove sento il segno maledetto pulsare. "Del potere!"

"A che prezzo?!... Stai soffrendo come un pazzo e stai distruggendo la tua vita!"

"Il potere ha sempre un prezzo, Naruto. Sempre. E stavolta sono disposto a pagarlo. Grazie a te ho capito che il mito del gruppo di Kakashi ha soltanto significato la fine della mia crescita. Ma io devo crescere! Devo trovare la via per diventare più forte, e un giorno vendicare il mio clan. E' la mia ragione di vita. E se a Konoha nessuno ha più niente da offrirmi... mentre Orochimaru sì, ebbene, io scelgo di andare con Orochimaru."

"E' il peggior nemico del villaggio! Sarai dichiarato fuggiasco... o addirittura traditore!"

"Questo è parte del prezzo," annuisco. 

"E l'altra parte?... La tua umanità?"

Sorrido, tristemente. "Non sei umano nemmeno tu."

"Sono più umano di te!..."

Il suo è un grido strappato alla sua anima, pieno di un dolore che non mi aspettavo.

"Anch'io vivo con una maledizione, Sasuke, ma ne ho paura, e non lascio che distrugga ciò che amo!... Il potere! Quale? Più chakra? E a che ti serve, se non sei tu che lo controlli, se non sai più se è lui che controlla te?!... Lo sai cosa ti succede, se perdi questa guerra? Perdi tutto!... Credi davvero che ne valga la pena per una vendetta? Orochimaru ti sta ingannando, ti sta usando per distruggere il Villaggio della Foglia! Non conta nulla per te l'onore di uno shinobi?" Stringe i pugni. "Non conta nulla Sakura? Non conta nulla Kakashi-sensei?... Non conto nulla io?!"

"Oh sì che conti, Naruto. Sei tu che hai sancito il mio destino."

Ammutolisce.

"Quel giorno... ti ho sfidato, perché ti trovavo... insopportabile. Perché volevo ritrovare la sicurezza che avevo perso, vedendoti battuto una volta di più. Ma poi la cosa mi ha preso la mano... mi ha colto la disperazione a vedere come mi tenevi testa... e ho colpito per uccidere. Rimirando il tuo corpo sanguinante, e credendoti morto, ho sentito dentro di me qualcosa che... si rompeva. Ho provato un dolore tremendo. Ma in quel vuoto ho intravisto un potere anche superiore a quello che mi offriva Orochimaru..." Chiudo gli occhi un istante, rovesciando la testa all'indietro come per volerlo risentire. "Un potere che è nel mio sangue Uchiha, che mi avrebbe reso l'eguale di mio fratello." Torno a guardarlo. "Ma ora che la tua magia segreta ti ha salvato, anche questa via al potere mi è preclusa. E a me non resta altra scelta che andarmene. E'... la cosa che sei che mi ha condannato all'esilio, Naruto!"

Mi guarda, disperato.

"Se è così... la cosa che sono ti fermerà!"

Si alza in piedi, il corpo raccolto. Unisce le mani davanti al petto, forma i sigilli e chiama il chakra che ha in sé. Davanti ai miei occhi dilatati, un'immagine sembra apparire sul suo addome scoperto, una spirale circondata da simboli elementali... 

Trasalisco. Il suo segreto!

Ma prima che possa comprenderlo, quel disegno scompare come se non fosse mai esistito, e le sue braccia ricadono ai fianchi. 

Lo guardo, con improvvisa tristezza.

Troppo tardi, Naruto...

Perché l'ago che avevo in mano quando l'ho colpito era intriso del potente narcotico che ho somministrato anche a Sakura. Il succo di una pianta rara conosciuta soltanto dal mio clan.

Naruto sa cosa gli è successo. E' abbastanza ninja da comprenderlo. Cerca di lottare contro la droga, ma non ha modo di farlo. Barcolla, si affloscia e fa per cadere, ma lo afferro prima che crolli a terra, mi inginocchio tenendolo tra le braccia. 

"Che mi hai fatto, Sasuke..."

Sento il suo corpo farsi pesante e flaccido, con squisita lentezza. 

"L'ho fatto per te, Naruto. Per non ucciderti." Premo la fronte sulla sua, chiudo gli occhi e la mia voce diventa un gemito. "Per favore, ti prego, non costringermi a farlo, non costringermi a farlo..." 

Naruto comprende quel che gli sto dicendo oltre alle parole, e lo sento tremare. 

"Sasuke," geme, sul filo delle lacrime. "Oh, Sasuke!..."

Segue un istante di pietoso silenzio, dentro e fuori di noi. 

"La nostra strada insieme finisce qui," mormoro, con voce finale.

"No." La sua testa si scuote appena. "No!..."

"Mi spiace, Naruto, ma non puoi capire. Nessuno di voi può capire cosa vuol dire, perdere tutto come l'ho perso io."

"Io so solo che non voglio... perdere te." I suoi occhi si velano, ma il fuoco in essi ora è più forte che mai. "Non ti lascerò andare da Orochimaru... non ti lascerò buttar via tutto e diventare un traditore... ti fermerò!"

"Non provarci." Lo adagio sul pavimento, con dolcezza. "E prega di non rivedermi mai più."

"Scordatelo." La sua voce ormai è solo un sussurro. "Ti riporterò indietro."

"Dovrai uccidermi per riuscirci."

"Dovrai uccidermi per impedirmelo. Ti... inseguirò per tutta la vita... Sasuke."

Chiude gli occhi. 

Mi raddrizzo su di lui, fissandolo mentre la brezza si porta via le mie lacrime. 

Non gli dico nemmeno addio.

Tanto so che lo rivedrò.





La vita è piena di seccature. 

Ho fatto il ninja solo perché mio padre mi ci ha spinto a calci nel sedere, visto che sono l'unico erede della famiglia Nara, shinobi da generazioni... e bla, bla, bla, le solite storie sulla tradizione che si dicono in questi casi. Ho partecipato all'esame senza tanto entusiasmo, e il risultato è che sono stato l'unico di non so quanti genin ad essere promosso al rango di chuunin. Lo sono diventato facendomi battere da una donna, il che la dice lunga sulla qualità dei maschi di Konoha. Comunque pensavo di meritarmi lo stesso un periodo di riposo...

E invece mi ritrovo subito addosso una missione di classe S.

"Sasuke Uchiha è stato prelevato dal villaggio da un gruppo di ninja del Suono. Si tratta con ogni probabilità di guerrieri in possesso di facoltà ottenute tramite le tecniche proibite di Orochimaru. Tolto il fratello che è un bandito, Sasuke è l'ultimo membro del clan in possesso dell'abilità dello Sharingan. Non possiamo perdere questa linea genetica e per di più lasciandola nelle mani di un nemico dichiarato di Konoha, per cui ti affido il compito di recuperare il ragazzo e riportarlo vivo al villaggio." 

La mia prima reazione davanti all'ordine dell'Hokage è stata di terrore. Ogni alternativa per me era catastrofica: o avrei avuto successo, e mi sarei trovato addirittura promosso a jounin (cosa a cui non tengo affatto, lavorano troppo per i miei gusti) o avrei fallito, col rischio di morire assieme ai miei uomini.

Uomini, poi...

"Non abbiamo jounin per questa missione, Shikamaru. E non abbiamo tempo per attendere il loro ritorno, i nemici hanno già molte ore di vantaggio. Partirai immediatamente, al comando di una truppa formata da genin di tua scelta."

Scelta? Nel villaggio sono rimasti quattro gatti. 

Ho roteato gli occhi, sbuffando. E il mio cervello si è messo in moto, con riluttanza. 

Ora sono qui, alla porta del villaggio, a ordinare la mia truppa prima di partire all'inseguimento di Sasuke.

Con me c'è il mio affidabile amico Chouji Akimichi, una forza della natura nascosta dietro la sua facciona bonaria. Kiba Inuzuka è una testa calda, ma i suoi poteri e i sensi del suo cane Akamaru mi saranno utili. Neji Hyuuga è un pezzo pregiato, grazie alla sua abilità visiva del Byakugan e la forza in combattimento: inoltre è freddo e disciplinato, anche se so benissimo che non apprezza il lavoro di squadra. 

Sospiro a vedere Sakura Haruno che piange disperata, invano consolata da un Rock Lee depresso. 

Sono i due che ho deciso di lasciare indietro.

Lee è convalescente dopo l'operazione che ha subìto. Il Quinto mi ha tassativamente ordinato di non portarlo con me per non compromettere la sua guarigione, che è già miracolosa di suo. In quanto a Sakura, è stata una mia scelta. E' ancora debole dopo esser stata drogata, non ha abilità particolari, è emotivamente a pezzi. E da quel che ha raccontato all'Hokage quando è stata ritrovata, si capisce che non sarebbe utile nemmeno come richiamo sentimentale per Sasuke. 

Gliel'ho detto in faccia. Forse un po' brutalmente, ma non avevo scelta. Contrariamente a quanto mi aspettavo, non ha tentato di farmi cambiare idea, e questo me l'ha fatta stimare: Ino al suo posto avrebbe attaccato una lagna da non finire più. Si vede che è una ragazza in gamba. 

Mi volto verso la foresta, guardando la direzione in cui i nemici sono scappati. Faccio il conto delle nostre forze per quest'impresa disperata: un gruppuscolo di ninja adolescenti, formato da un neo-chuunin senza esperienza di comando, e tre genin bocciati all'esame; tutti e quattro sconfitti da qualcuno...

"Aspettate!..."

E' Naruto Uzumaki quella specie di ciclone biondo che sta correndo verso di noi? 

"Strano," mormora Chouji di fianco a me. "Mi avevano detto che era in ospedale."

Invece ecco che ci viene incontro con un'aria bellicosa in faccia, una nuova uniforme da shinobi addosso, occupato ad allacciarsi frettolosamente il coprifronte.

"Nonna Tsunade mi ha detto della vostra missione. Vengo anch'io con voi!"

Colgo un lieve irrigidimento di Neji, e la smorfia scanzonata di Kiba. Naruto è l'outsider che a sorpresa li ha sconfitti nell'esame di chuunin, non possono certo amarlo; e so benissimo che un sacco di gente snobba quel ragazzino fastidioso... 

Ma io faccio un sorrisetto, immaginando già dove piazzare quell'artista del Kage Bunshin nella mia formazione.

Naruto si ferma un attimo davanti a Sakura. I due erano i compagni di Sasuke nella triade del Team 7, ed ora sembrano anime abbandonate. Si guardano negli occhi con un'intensità tale che Lee, sensibile per natura, non può che fare un passo indietro. 

Sakura dice qualcosa, tra le lacrime. 

Naruto la fissa, e per un attimo fa un sorriso lontano... un'espressione che non avrei mai immaginato su una faccia come la sua. 

Poi risponde.

Non sento quel che dice, ma percepisco il tono. Una sicurezza assoluta. 

E poi alza una mano col pollice alzato, ed esclama spavaldamente:

"Te lo prometto, Sakura-chan!... E io mantengo sempre le mie promesse." Si volta verso Lee. "Questa è la via dei bravi ninja! Non è vero, Mister Sopracciglia?"

Lee non può fare a meno di sorridere. 

Mi giro intorno e scopro che un po' tutti stiamo sorridendo. Qualcosa di contagioso emana da Naruto, un'atmosfera di determinazione e ottimismo di cui abbiamo un disperato bisogno. 

"E allora, Shikamaru?" grida, rivolto verso di me. "Non abbiamo una missione di classe S da compiere?!... Andiamo!..."

Lo vedo partire di gran carriera, e sospiro. 

"Che seccatura."

Gli dovrò dire che comando io.






FINE. 

  
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