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Autore: Clars_97    18/05/2013    0 recensioni
"Per poco non mi commossi per il fatto che lui ci teneva davvero a me e sapeva anche dimostrarlo, anche con semplici parole come quelle. Presi la mia decisione: dovevo a tutti i costi seguire ciò che Mark mi scrisse quella sera in chat. Era anche una sfida per me stessa, anche perché quello che lui diceva era la verità e dovevo ascoltarlo, perché lui non era come tutti gli altri; lui sapeva sempre ciò che diceva, non apriva la bocca tanto per far passare l’aria come tanti. Era diverso, era speciale, ma lui non se ne rendeva neanche conto. Non era una persona qualunque, era una di quelle persone che valgono veramente tanto, tra l’altro difficile da dimenticare."
Questa storia è tratta da un mio pezzo di vita vero, dove sono riuscita a comprendere che non possiamo rischiare di perdere persone a cui teniamo veramente tanto, facendo inutilissime cazzate per cui non vale la pena, in qualsiasi circostanza. Le cazzate si fanno, ma non possiamo permetterci di compromettere la nostra felicità.
Recensite Grazie! :)
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Gli feci una promessa e una promessa a lui era come una promessa fatta a Dio, perciò dovevo assolutamente mantenerla. La consideravo importante e dovevo anche ritenerla importante fino al punto giusto. Da quella sera decisi che dovevo cambiare, che dovevo essere me stessa, che dovevo farmi considerare importante per gli altri a modo mio e per la mia personalità, senza condizionamenti dagli altri.
Passarono circa tre settimane. Mantenni la promessa?
 
Una sera era il compleanno di una delle mie migliori amiche, una delle poche che fumavano, a cui piaceva svagarsi, anche se, alcune volte, troppo. Ho delle amiche un po’ matte, rispetto ad altra gente, ma io, in realtà, non sono così e non ho nemmeno nessun interesse a diventare come loro, anche se ho paura di esserlo già diventato senza rendermene conto.
Quella sera non andò come avevo previsto e mi si rovesciò, ancora un’altra benedetta volta, il mondo addosso. Mangiammo una pizza al ristorante dove lavorava l’amica di mia madre. Come sempre, finita la cena, ci dirigemmo verso un locale, il nostro solito locale. Era un posto come tanti altri, ma per noi era l’essenziale e dove stavi sempre bene, perché era adatto a noi adolescenti, maschi e femmine. Per noi, però, era anche bello perché ti davano da bere.
In realtà, i barman ci dicono sempre che per bere alcolici ci dovrebbe essere sempre almeno un maggiorenne, anche se loro farebbero di tutto pur di racimolare soldi, soprattutto da noi ingenui.
Inizialmente io non bevvi niente, pensando a ciò che avevo detto a Mark. Poco dopo, vidi che ero l’unica idiota che non beveva niente. Il fatto era che bere mi piaceva e, vedendo gli altri farlo, non resistevo alla tentazione. Così iniziai con uno shortino; continuai con un altro, un altro e un altro ancora. Succedeva sempre così: quando prendevo il “via”, non riuscivo più a staccarmi dalla voglia degli shortini.
Così, come uno stupido schiocco di dita, riuscì a tradire la promessa.
In realtà, anche nel momento in cui ingoiavo tutto quell’alcool, pensavo all’idea che facendo ciò, avrei tradito la promessa fatta a Mark. Dopotutto, nonostante la grande confusione che c’era nel locale, arrivai al punto di pensare che anche lui, al tempo di quando stavamo insieme, aveva fatto le sue cazzo di promesse…le aveva mantenute? Assolutamente no.
Bene, perciò mi chiedevo cosa avrei ottenuto a mantenere la promessa che avevo fatto io a lui, quando nemmeno lui sapeva cosa significasse promettere.
Così andai in botta un’altra volta, in mezzo a gente che mi voleva bene, ma alla quale facevo divertire in quelle condizioni. E magari lo feci anche per quello; perché ogni volta tutti mi rivelavano che ero simpaticissima e facevo morire dal ridere e quindi, di conseguenza, mi sentivo apprezzata, importante, accettata e magari anche “bella”, dato che quando sei accettata ti senti anche bella, in fin dei conti.
 
Il giorno dopo decisi assolutamente di non rivelare niente a Mark, perché ero sicura che il nostro rapporto, che sia stato un rapporto di amicizia o uno di ex, si sarebbe comunque e in ogni modo distrutto in mille pezzi e questo era tutto ciò che volevo non accadesse.
Perciò continuammo come sempre a scriverci, a parlare online e, in realtà, non sentivo nemmeno il bisogno di rivelargli quello che avevo fatto, come non mi sarei mai immaginata in realtà. Non c’è un vero motivo; ci sono cose le quali senti di dover rivelare alle persone che più ritieni importanti e altre che se le tieni per te o no, fa poca differenza.
In realtà non mi importava più di tanto il fatto che avessi tradito lui, ma più che altro mi importava che avevo tradito me stessa, non mi ero fidata e avevo mandato tutto a schifo.
 
Successe altre volte, poche e di minore confusione, ma le cui conseguenze furono anche peggiori. In particolare ad una festa, dove rischiai di perdere il mio migliore amico, ma per fortuna si risolse tutto con un’estrema risata. 

  
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