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Autore: subside_    23/05/2013    4 recensioni
Non importava quanto male facesse, non importava quante sfide avessero perso, o quante occasioni avessero mancato. Non importava che avessero rimpianti che bussavano alle porte del cuore così forte da farle a pezzi, non importava se nessuno riusciva a capirli o se un dolore al ginocchio avrebbe vanificato gli sforzi di una vita intera. Loro erano adolescenti, e l'unica cosa che dovevano fare era vivere al massimo delle loro possibilità.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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               “Si, nonna, sto mangiando”
Madison scosse il capo ridendo mentre passeggiava avanti e indietro per la camera da letto al telefono con la nonna.
                 “Adesso mi passi la dottoressa Parker, per favore?”chiese con gentilezza.
                 “Ciao nonna, ti voglio bene”.
Dopo qualche minuto, la rossa salutò la donna all’altro capo del telefono.
                 “Come sta?”chiese preoccupata.
La risposta della dottoressa sembrò rincuorarla perché tirò un sospiro di sollievo, sedendosi sul letto più vicino come se gli mancassero le forze.
                “Mi sono spaventata da morire” borbottò più a se stessa che al telefono.
In quel momento la porta si aprì e ne entrò Amelie, che si tolse le scarpe per infilare le ciabatte.
                “Si, ok. La richiamerò la settimana prossima per sapere come procede. Arrivederci” salutò Madison e riattaccò.
La mora parve intuire con chi l’amica stesse parlando e si sedette sul letto accanto a lei, con le gambe incrociate.
                “Allora? Cos’era?” chiese spostandole una ciocca di capelli dal viso e portandola dietro il suo orecchio.
                “Niente, solo un po’ di bassa pressione” mormorò sovrappensiero.
                “Visto? Te l’avevo detto che non c’era da preoccuparsi. Tua nonna è una tipa tosta, se la caverà”
Madison si voltò verso l’amica che le sorrideva confortante, e ricambiò il sorriso annuendo.
Qualche istante dopo il telefono di quest’ultima vibrò sulla sua coscia sinistra. Sul display comparì la scritta “un nuovo messaggio in arrivo”. Quando la ragazza lesse il nome del mittente, un sorriso spontaneo andò a riempire le sue labbra carnose.
Amelie, che aveva scorto quel sorriso sommesso, la fissò con le sopracciglia inarcate e un sorriso accusatorio sul viso.
                “C’è qualcosa che devi dirmi?” chiese dopo aver incrociato le braccia al petto.
Madison rise appena, scuotendo il capo.
                “No, Amy, non c’è niente da dire. E’… soltanto… J—m-s” borbottò in modo volontariamente incomprensibile.
                “Chi?”
La ragazza sbuffò divertita.
                “James” ripetè poi con più chiarezza, dopo essersi schiarita la gola.
                “Lo sapevo!” fece l’amica entusiasta.
                “Ma sapevi cosa? Siamo amici e basta. Tra l’altro è di un fastidioso assurdo, mi da ai nervi”
Amelie trovò divertente il fatto che James fosse “irritante” per Mad visto che l’aveva capito da giorni che lui le piaceva.
                “E perché sarebbe fastidioso?”chiese stendendosi dietro di lei.
                “E’ troppo sicuro di se, è arrogante, presuntuoso, orgoglioso e super preciso” rispose lei porgendole il telefono come per provare che aveva ragione.
Il messaggio diceva:
 

Sono quarantotto ore che non ci vediamo e lo so che stai morendo dalla voglia di vedermi.’

 
La mora scosse il capo sorridendo, e restituì il cellulare all’amica.
                “Chi si somiglia si piglia, no?”
Amelie si rialzò e si diresse verso il corridoio sotto lo sguardo accigliato di Madison.
                “Che cosa vorresti dire?”
                “Magari non sarai presuntuosa, ma sei arrogante, orgogliosissima e potrebbero incoronarti miss perfettina”e dicendo così lasciò la stanza, dando all’amica qualcosa su cui riflettere. Madison ci ragionò su per qualche secondo.
                “Ma non era ‘gli opposti si attraggono’?” gridò senza però ricevere alcuna risposta.
 
 


***



 
 
                 “Io esco”annunciò Madison ai ragazzi mentre prendeva la borsa dall’appendiabiti e sistemava ordinatamente al suo interno la sua copia delle chiavi di casa e il borsellino. Il resto delle persone nel salotto dell’appartamento la guardarono stupiti.
                 “Dove vai?”chiese Lola, che stava sgranocchiando una barretta di cioccolato.
                 “Non eri a dieta tu?”deviò abilmente la rossa. 
L’amica alzò le spalle indifferente, dando un altro morso alla barretta. Fu il riccio a tornare sull’argomento.
                 “Con chi è che esci, Mad?”chiese senza smettere di smanettare col joystick della playstation.
                 “Un… amico” rispose vaga.
Non se la sentiva di dire a tutti che stava frequentando James, anche perché non faceva che ripetere quanto quel ragazzo la irritasse ogni volta che ne aveva la possibilità.
                “Madonna quanto siete ficcanaso!”intervenne in suo soccorso Amelie.
                “Lasciatela stare”
Zayn, che per tutto il tempo se n’era stato per fatti suoi a fumare la sua sigaretta, prestò orecchio alla conversazione che aveva attirato la sua attenzione per un particolare motivo.
                “Credo sia normale informarsi su chi voi ragazze frequentate in questo posto” si intromise mentre Harry stava per controbattere. Tutti si voltarono a fissarlo: da quando aveva litigato con Lola si estraniava quasi sempre dal gruppo, rimanendo in disparte a fumare o a fissare il vuoto. Avevano cercato di parlargli, di capire il motivo di tanta freddezza, ma non c’era stato niente da fare. Soltanto Louis, in disparte, riusciva a farlo sciogliere un po’. Questo rendeva a Lola ancora più spaventosa l’idea di andargli a parlare, che temeva per la reazione che avrebbe potuto avere, per quel che le avrebbe potuto dire, o fare. 
                “Abbiamo constatato tutti quanto può essere pericoloso allontanarsi da soli, no?” continuò poi, facendo abbassare lo sguardo di Lola distante qualche metro da lui.
                “Certo” ammise Alison comprensiva.
                “Ma possiamo stare tranquilli. Io so chi è, è una brava persona, ci si può fidare”.
                “Allora è ok”concluse il moro.
Lo sguardo di Madison saettava da Zayn a Lola mentre pensava che avrebbe dovuto far qualcosa: non potevano andare avanti così. Ad ogni modo, non era quello il momento di trasformarsi nella dottoressa stranamore: nella borsa il cellulare vibrò di nuovo, segno che James era arrivato fuori l’appartamento.
                “Bene, allora vado. A dopo” salutò velocemente mentre lasciava la stanza.
                “Ahia” bofonchiò Niall che era stato afferrato da Liam e costretto a starsene seduto sulla poltrona perché, non appena la rossa ebbe chiuso la porta alle sue spalle, fece per alzarsi pronto a spiarla.
                “A cuccia bello” scherzò il ragazzo.
                “Rompipalle” borbottò il biondo, imbronciato.
L’Audi nera del ragazzo era parcheggiata davanti al vialetto della casa, e James la aspettava appoggiato alla portiera del passeggero con le gambe incrociate ed entrambe le mani nella tasca dei jeans.
Madison gli andava incontro a passo svelto mentre il cuore le batteva forte in petto. Era di una bellezza disarmante. Inoltre non erano mai stati da soli, e la cosa la innervosiva parecchio.

               “Buonasera” salutò il moro con un sorriso beffardo sulla faccia.
               “Ciao” rispose con lo stesso tono lei.

James si avvicinò alla ragazza baciandole una guancia per salutarla prima di aprirle la portiera e invitarla ad entrare.
                “Galante” fece lei accomodandosi sul sedile.
Attese che il moro raggiungesse il posto di guida tamburellando col piede sulla moquette per scaricare la tensione.
                “Cos’era quel tono stupito?” chiese il ragazzo mentre si metteva comodo sul proprio sedile.
                “Nulla, solo non ti facevo un tipo così educato”
James sorrise.
                “Non mi conosci bene, allora”.
                “Non ti conosco per niente, James”puntualizzò la rossa.
                “Eppure sei nella mia macchina, adesso”.
James mise in moto l’auto e partì mentre Mad alzò gli occhi al cielo.
                “Che vuoi farci, non ho saputo resistere al tuo immisurabile fascino” fece sarcastica mentre cercava, invano, di accendere lo stereo. Solo dopo vari tentativi James si decise a darle una mano, premendo l’unico tasto che alla ragazza non era venuto in mente di premere.
                “Lo so” mormorò sogghignando. 
Madison si lasciò scappare un sorriso mentre scuoteva la testa. Cosa ci faceva in quell'auto con l'individuo più presuntuoso della Terra proprio non lo sapeva. Rimasero in silenzio per qualche minuto mentre James sfrecciava per le strade di Sydney verso una meta sconosciuta alla rossa. Non c'era stato modo di convincerlo a rivelarle dove l'avrebbe portata.
                "Mi piace stupire le ragazze con cui esco"aveva detto. Così Madison si limitava ad osservare i cartelli stradali cercando di intuire qualcosa. Ma l'unica cosa che capì, era che era un posto piuttosto lontano e il silenzio stava cominciando a diventare imbarazzante. Madison ci avrebbe messo la mano sul fuoco che lo faceva apposta, a non iniziare un dialogo, come se ci trovasse gusto nel creare una certa tensione.
                "Quanto manca?" chiese dopo circa venti minuti dalla loro partenza.
                "Siamo quasi arrivati" rispose il moro senza staccare lo sguardo dalla strada, sorridendo quando sentì la rossa sbuffare.
Poco dopo, infatti, Madison vide avvicinarsi una piccola spiaggia al centro della quale torreggiava un simpatico bar stile hawaiano, di forma circolare. Ad esso era collegato, con un percorso di legno che si addentrava fin dentro al mare, un piattaforma, anch'essa circolare, sulla quale erano disposti diversi tavoli e, a lato, un capanno che doveva essere la cucina del ristorante/pizzeria.
                "Che bel posto" commentò Madison sotto lo sguardo soddisfatto di James.
                "Ti piace?"
                "Tanto"
Dopo aver chiuso l'auto, James prese la mano della ragazza e si incamminò verso il ponticello, mentre le guance di lei diventavano di un colorito leggermente rossastro. Prima di entrare nell'area circolare, un elegante signore li accolse salutandoli educatamente e chiedendo poi se e sotto quale nome avessero prenotato.
                "Mcfly" si annunciò il moro.
L'uomo controllò la lista e quando trovò la voce desiderata annuì facendo cenno ai ragazzi di accomodarsi al tavolo 6.
Tenendo ancora la mano di Madison, James la accompagnò al tavolo spostandole la sedia per lasciarla sedere. La ragazza ne rimase sbalordita.
                "Ma tu chi sei? Cosa ne hai fatto di James Mcfly?"
Fece sarcastica mentre lui, ridendo, si accomodava di fronte a lei.
                "Diciamo che anche James Mcfly ha i suoi lati positivi"
                "Ah, pensavo fossi un caso perso"scherzò.
                "Simpatica" borbottò James in una smorfia.
                "Lo so"
Il tono soddisfatto con cui Madison si era vendicata della presunzione di James lo fece sorridere spontaneamente. In quel momento una ragazza dai capelli neri raccolti in una coda alta si avvicinò, con chiaro disappunto da parte della rossa. Era evidente, dal modo in cui camminava e si pavoneggiava e da com'era vestita -camicia bianca ultra scollata e gonna a tubino nero sopra al ginocchio, che voleva che tutti gli occhi dei maschi della sala fossero ben puntati sulle sue tette.
Per nulla immune a quell'ammaliante richiamo, James pareva essersi concentrato su un punto fisso sul corpo della mora, che si era fermata proprio davanti a loro due: a Madison non servì seguirne la traiettoria per inquadrarne il soggetto.
                "Vuole ordinare?"domandò la ragazza con voce provocante tanto quanto la sua persona. Parlò al singolare come se James fosse da solo, e in effetti sembrava non aver nemmeno fatto caso alla presenza di Madison: guardava soltanto lui, compiaciuta dall'effetto che aveva sul ragazzo.
                "Tu sei la cameriera?" chiese irritata la rossa, provocando un sommesso ghigno da parte di James.
Solo a quel punto la ragazza si accorse di lei. Si voltò a fissarla squadrandola con lo sguardo dalla testa ai piedi. Il suo sopracciglio destro si alzò quando notò l'abbigliamento del tutto casual e provocante nemmeno la metà della metà del suo.
                "Si, perchè?"
Il netto cambiamento del suo tono di voce fu palese.
                "Non dovreste avere un grembiule, un corpetto o che so, lì sopra?" chiese facendo cenno verso il suo seno prosperoso, con espressione di disgusto sul viso.
                "Queste non sono cose che ti riguardano" replicò la cameriera che aveva cominciato ad infastidirsi.
                "E il fatto che tu stia sbattendo le tue tette in faccia al mio ragazzo la consideri una cosa che mi riguarda?"
Lo sguardo di James, che si spostava da una ragazza all’altra seguendo di buon gusto l’accesa discussione, saettò su Madison non appena udì quelle parole. La ragazza rimase a fissare la cameriera con aria di sfida mentre quest'ultima si ricomponeva senza darle risposta e si decideva a prendere il block notes. Anche Madison si ricompose, assumendo una posizione più rilassata.
                "Meglio" sorrise.
                "Ordinate o no?" chiese poi, chiaramente infastidita.
                "Una pizza margherita"
La calma e tranquillità con cui Madison parlava sembravano irritare maggiormente la cameriera, che prese un lungo respiro per mantenere la calma.
                "Tu che prendi, tesoro?" si rivolse poi al ragazzo che cercava di trattenere le risate in un tremolio di labbra. Tossì per schiarirsi la voce.
                "Lo stesso" mormorò senza distogliere lo sguardo, ammiccante, da Madison.
Cercando di far finta di nulla, la rossa rivolse un altro sorriso alla cameriera.
Questa segnò tutto e, alzando gli occhi al cielo, si allontanò come una furia, entrando nel grande capannone alla loro sinistra. Soddisfatta, Madison abbandonò la sua espressione da 'la mia vita è perfetta e tutte mi invidiano'mentre James si lasciò andare ad una risata divertita.
                "Il tuo ragazzo?"chiese poi agganciando il suo sguardo come in una morsa.
Impercettibilmente, gli occhi di Madison saettarono sulle sue mani che giocherellavano col calice in vetro. Non riusciva a mantenere un contatto visivo con lui per troppo tempo.
                "Era per farla rosicare" alzò le spalle mentre passava all'esplorazione delle posate.
La mano di James raggiunse velocemente il mento della ragazza, alzandolo di poco e costringendola a guardarlo.
                "Puoi guardarmi negli occhi quando mi parli, per favore?"
Madison fu presa alla sprovvista. Rimase per qualche secondo senza fiato, osservando il cioccolato degli occhi di James che la fissavano in attesa di una risposta.
                "Io guardo quel che mi pare", rispose acidamente, allontanandosi dalle sue dita calde, prima che James scuotesse il capo sorridendo.
                “Mi piace” disse poi, osservando i suoi comportamenti.
Mad fissò il ragazzo, scaricando la tensione sulle gambe, invisibili allo sguardo scrutatore di lui.
                “Cosa?” chiese cercando di rimanere impassibile.
                “Come ti comporti quando sei gelosa. Come posso dire, mh…”
James si prese qualche secondo per trovare le parole giuste mentre Madison lo guardava con le sopracciglia sollevate.
                “Difendi il tuo territorio” concluse poi.
La rossa gli scoppiò a ridere in faccia.
                “Difendo il mio territorio? Non hai trovato niente di meglio?”lo prese in giro.
James rise, scuotendo il capo come risposta.
                “Tu non sei territorio mio e quella non era una scenata di gelosia” continuò tornando a fissare il calice.
                “Ah no? E allora cos’era?” la sfidò lui.
                “Fastidio. Quella tipa mi infastidiva”
                “Perché sei gelo-”        
                “No”sbottò prima che il ragazzo concludesse la frase.
                “Mi infastidiva a prescindere, punto”
James alzò le mani come a dargliela vinta prima di prendere il menù poggiato sul tavolo e borbottare:
                “Se lo dici tu…”              
                “Credo di odiarti”farfugliò la ragazza incrociando le braccia al petto.
James rise.
                “E’ già qualcosa”
In quel frattempo, un cameriere arrivò servendo le due pizze ai ragazzi. La gustarono continuando a scherzare e stuzzicarsi e, talvolta, anche lanciandosi frecciatine che terminavano con una risata. Dopotutto, Mad doveva ammettere che Aly aveva ragione: avevano parecchie cose in comune, e per quanto gli atteggiamenti di lui la irritassero, la compagnia di James era piacevole.
Terminata la loro cena, James richiese il conto e, insieme a Madison, si allontanò dal ristorante dirigendosi verso la spiaggia. Stava per prendere le chiavi dell’auto quando la ragazza lo bloccò.
                “No, non mi va di stare in macchina. Ti va di camminare un po’?”
James si guardò intorno come per riflettere su dove sarebbero potuti andare. Fissò l’abbigliamento della ragazza, creandole un leggero disagio, poi annuì.
                “Allora vieni, ti porto in un posto”.
I due si incamminarono verso il vialetto che portava alla strada, seguendo poi un percorso alternativo che, invece, sboccava su una scogliera. Proseguirono barcollando sul sentiero in salita fino a raggiungere un’altura che si innalzava sul mare sottostante.
                “James” chiamò la ragazza in un borbottio.
Il ragazzo si voltò verso di lei con aria interrogativa.
                “Soffro di vertigini” lo informò inarcando le sopracciglia.
James rise dell’espressione preoccupata che la ragazza aveva stampata sul volto.
                “Stai tranquilla, ti aiuto io”
Si arrampicò sulla roccia raggiungendone la cima abbastanza alta, poi allungò una mano in soccorso alla rossa. Con molta cautela, la ragazza l’afferrò e, facendo attenzione a dove incastrava i piedi, si lasciò trascinare  sulla zona piatta su cui James sedeva.
Quando finalmente anche Mad si fu seduta, tirò un sospiro di sollievo.
                “Se cadevo giuro che ti ammazzavo” bofonchiò tenendo gli occhi chiusi.
                “Aprili” disse in una risata lui.
Madison fece come le era stato detto.
                “Wow” riuscì soltanto a dire.
 Il panorama che le si parò davanti era qualcosa di mozzafiato. Le luci della città in lontananza sembravano tanti piccoli puntini luminosi, che contornavano la distesa blu dello spettacolare mare australiano. La musica dei locali facevano da sottofondo a quell’insieme armonioso di forme e colori. 
Lo stomaco della ragazza si contrasse quando si soffermò ad osservare l’altezza a cui erano arrivati senza che se ne fosse nemmeno accorta, ma in qualche modo la presenza di James accanto a lei e la mano che non le aveva lasciato nemmeno per un secondo le infondevano sicurezza.
                “Vengo sempre qui quando ho bisogno di riflettere” mormorò il moro osservando la sfocata linea dell’orizzonte.
                “E’… rilassante” commentò la ragazza prendendo un lungo respiro dell’aria fresca che si respirava lassù.
                “Appaga i sensi” continuò.
Quando si voltò verso James, notò che anche lui la stava fissando. Arrossì appena, abbassando lo sguardo per un secondo prima di raggiungere di nuovo i suoi occhi.
                “Ti ho già detto che sei bellissima?” si complimentò, facendo aumentare il rossore sulle sue guance e spuntare un sorriso sulle sue labbra.
Incapace di reggergli lo sguardo, Mad si soffermò sulle increspature delle onde che s’infrangevano sulle rocce sotto di loro.
                “Non ne hai avuto il tempo. Eri troppo occupato a ripetermi quanto sei perfetto” ironizzò lei sorridendo.
Ma prima che se ne rendesse conto, le dita di James scivolarono velocemente sotto il suo mento, facendola voltare verso di lui, e le sue labbra si avvicinarono a quelle della ragazza sfiorandole con accurata delicatezza. La baciò dolcemente, avvicinando piano il suo corpo al suo per avvertire maggiore contatto. La mano della ragazza raggiunse una guancia di James mentre l’altra andò a circondare il suo collo, venendo coinvolta sempre di più in quel bacio improvviso. Il cuore le batteva forte dopo quel gesto avventato ma delicato. Dopotutto, James l’aveva avvisata: gli piaceva stupire.
                “Quanto stavi aspettando questo momento da 1 a 10?” sussurrò il ragazzo tra un bacio e l’altro, palesemente divertito.
Madison lo allontanò scuotendo il capo.
                “Coglione”
James scoppiò a ridere, mentre la rossa si alzò e fece per scendere dall’altura, prima che si accorgesse di quanto fosse precipitosa.
Il ragazzo tossì alle sue spalle.
                “Hai bisogno di me, per caso?” chiese punzecchiandola.
                “No!” sbottò lei.
Ma la verità era che moriva dalla paura di scivolare e cadere giù. Diede un’altra occhiata verso il basso come se non fosse già abbastanza spaventata, ma pur di non dargliela vinta decise che, una e volta e per sempre, avrebbe affrontato le sue paure.
Sotto lo sguardo divertito di James, che si era alzato e le si era avvicinato, pronto ad aiutarla in caso fosse scivolata o quant’altro, Madison scelse con attenzione un punto su cui poggiare il piede da usare come perno per scendere poi giù. Una volta incastrato per bene, si fece coraggio e fece peso su di esso, cercando di incastrare poi il secondo piede. La roccia si sgretolò leggermente, facendo andare a vuoto la sua gamba sinistra che cercava un appiglio, e James le afferrò un braccio per aiutarla.
                “Ce la faccio da sola” bofonchiò la ragazza.
Mettendoci un tempo decisamente troppo lungo per scendere una roccia nemmeno troppo alta, Madison riuscì a raggiungere il sentiero viva e vegeta.
                “Tadan” canticchiò allargando le braccia.
James rise e con un’agile salto impiegò meno di un secondo a raggiungerla.  Il sorriso soddisfatto sparì all’istante dalle labbra di Mad.
                “Esibizionista” borbottò, intraprendendo a passo svelto la strada del ritorno. Il moro la seguì, circondando le sue spalle con un braccio e prendendola in giro.
Qualche minuto più tardi si ritrovarono nell’auto, diretti verso l’appartamento di Madison e i ragazzi.
L’unico suono che echeggiava nell’abitacolo, era quello emesso dallo stereo. Da quanto aveva capito, a James non piaceva chiacchierare mentre era alla guida, e anche lei aveva bisogno di un po’ di tempo per ripercorrere quella serata che aveva preso una svolta decisamente inaspettata. Per quanto fosse stata attratta da James, non avrebbe mai immaginato che si sarebbe creata quel tipo di affinità tra loro due, o che si sarebbe trovata tanto bene a passare del tempo assieme a lui. Contrariamente a quanto aveva pensato la prima volta che lo aveva visto, James le appariva adesso come un ragazzo molto profondo. Eppure era stato difficile constatarlo: lo mascherava bene. Non sapeva perché, ma ogni suo gesto, ogni suo comportamento, aveva un che di misterioso. Questo l’affascinava e spaventava allo stesso tempo. Cosa nascondevano quegli occhi color cioccolato che tanto le mettevano soggezione?
Madison si voltò a fissarlo mentre lui teneva d’occhio la strada di fronte a sé. I capelli leggermente stravolti dal vento gli davano un’aria sbarazzina, in contrasto con l’espressione dura che manteneva sul viso.            
                “Mi piace stupire le ragazze con cui esco” le parole di James riecheggiarono nella sua mente, come a ricordarle di farle una delle domande che più bramava di fargli.
                “Allora…” iniziò mentre sceglieva le parole da usare, attirando l’attenzione del ragazzo. Madison si ritrovò nel panico: non sapeva come chiederglielo.
                “Ehm… ci sono… voglio dire, credi ci sia bisogno… cioè. Non è che mi piaccia particolarmente fare scenate di gelosia, capisci?”
Lo sguardo confuso di James si rivolse alla ragazza accanto a lui: la guardò facendole chiaramente capire che non aveva afferrato il concetto.
Madison prese un respiro prima di iniziare a parlare.
                “Credi che ci sia bisogno di altre scenate di gelosia? Cioè, non credi. Ce n’è bisogno?”
                “Madison, mi stai chiedendo se frequento altre donne?”  arrivò in suo soccorso il ragazzo.
                “Esatto” confermò sollevata e al contempo imbarazzata dalla risata che James si lasciò sfuggire.
                “No. E tu?”
Madison scosse il capo. Non sapeva nemmeno se lui si fosse accorto di quella risposta silenziosa, ma non importava: conosceva già la risposta.
                “Siamo arrivati” annunciò James, qualche minuto più tardi.
                “Vuoi entrare?” gli chiese lei prima di aprire la portiera.
                “Se c’è un secondo fine dietro questa domanda…”  
Madison alzò gli occhi al cielo.  
                “Ci sono i ragazzi, idiota” replicò mentre James ridacchiava.
                “Lo so, stavo scherzando. Credo sia meglio di no. Magari la prossima volta”
La ragazza annuì, d’accordo con lui. Non era il caso di farsi vedere insieme proprio in quel momento, così all’improvviso.
                “Allora vado…” mormorò leggermente imbarazzata.
James le sorrise per rassicurarla, prima di avvicinarsi e baciarla dolcemente.
                “Buonanotte” sussurrò.
                “Notte”
Mad scese dall’auto, si chiuse la portiera alle spalle e si diresse velocemente verso il cancello. Prese le chiavi dalla borsa e lo aprì, e solo quando James si fu accertato che fosse entrata, mise in moto l’auto e andò via. 






***







 
 
Lola, Melanie e Amelie trascinarono Madison nella camera da letto, sbattendo fuori Harry che si stava rivestendo. Con suo grande disappunto, il riccio si rinfilò l'asciugamano e si diresse imbronciato verso il bagno.
                "Racconta" ordinò Melanie all'amica.
La rossa rise, prima di cominciare a parlare di quanto si fosse trovata bene con James, del posto carino in cui l'aveva portata, del mini-litigio con la cameriera e dell' "escursione" sulle rocce.
Le ragazze ascoltarono sinceramente incuriosite, intervenendo di tanto in tanto con i loro commenti sarcastici o ironici e con qualche domanda di chiarimento.
                "Quindi adesso siete ufficialmente una coppia?" tagliò corto Amy quando Madison ebbe concluso la sua storia.
                "Non ne ho la più pallida idea" sospirò.
                "Credo di no... no?" intervenne Lola ricevendo un'occhiata in casgnesco dalla mora.
Madison alzò un sopracciglio.
                "Voglio dire" si giustificò subito lei. "Lui è australiano, e tu inglese. Come farete a mantenere un relazione?"
                "Quanto sei confortante!" sdrammatizzò Mel.
                "Dico solo la verità!"
                "No, ha ragione" mormorò la rossa. "Continuare sarebbe un vicolo cieco. In verità non ci avevo nemmeno pensato..."
                "Fuggi finchè sei in tempo, allora" suggerì Melanie.
La ragazza sorrise sommessamente, tenendo lo sguardo basso sulle proprie mani. Sapeva che la cosa migliore da fare sarebbe stata interrompere tutto quel che stava nascendo prima che diventasse più grande di loro, ma in realtà le sarebbe piaciuto continuare a frequentare James. Cercando di mascherare il dispiacere della soluzione a cui i loro ragionamenti avevano condotto, azlò di botto la testa rivolgendosi a Lola.
                "A proposito" richiamò l'attenzione delle ragazze. "Come va con Zayn?"
La ragazza fu colta alla sprovvista e appena quel fatidico nome lasciò le labbra di Madison qualcosa si mosse dentro di lei. Prese un respiro profondo, indietreggiando fino ad appoggiarsi alla testata del letto.
                "Non va" rispose sottovoce.
                "Quando ti deciderai a parlargli?" fece Amelie forse per la centesima volta da quando avevano rotto. Lola fissava il vuoto e non dette all'amica alcuna risposta. Fu Mel a parlare per lei.
                "Ha paura"
                "Oh, vaffanculo Mel"sbottò la ragazza.
                "Paura di cosa?" domandò subito Madison, confusa.
                "Niente, lascia stare. Mi stavo solo sfogando" si giustificò incenerendo la migliore amica con lo sguardo. Questa alzò gli occhi al cielo, prima di alzarsi dal letto di fronte a quello su cui sedeva Lola e raggiungerla. Prese il suo viso tra le mani e la fissò dritta negli occhi.
                "Ascoltami bene. Mi sono stancata di vedervi così. Siete emotivamente distrutti, tutti e due. E non capisco perchè siete così cocciuti. Sai di aver sbagliato, sai di amarlo, sai che lui ti ama, per cui alza il culo e vagli a parlare"
Gli occhi della ragazza si inumidirono e senza che nemmeno se ne accorgesse delle  lacrime calde scivolarono lungo le sue guance. Melanie le catturò col suo pollice, interrompendo la loro corsa verso le labbra di Lola. Le accarezzò con delicatezza i capelli, intenerendo il suo sguardo. 
                "Hey, andrà tutto bene. E' sempre Zayn. Il tuo Zayn. Ok?" sussurrò piano. Altre lacrime sgorgarono fuori dai suoi occhi mentre annuiva lentamente.
                "Mi manca" bisbigliò con voce morzata, quasi mimò con le labbra, incapace di emettere alcun suono. Mel le diede un leggero bacio sulla fronte prima di stringerla forte in un abbraccio.
                "Lo so"
                "Oh, Lola"mormorò Amelie che, seguita a ruota da Madison, le si avvicinò unendosi all'abbraccio. 
Probabilmente sentire le ragazze così vicine era l'unica cosa di cui Lola avesse bisogno in quel momento. Riuscì a percepire tutto l'affetto che provavano per lei e la cosa la rincuorò parecchio. Dopo aver fatto quella stronzata al locale si sentiva così stupida da maledirsi tutte le volte che si guardava allo specchio, e aveva il terrore che tutti gli altri potessero considerarla nello stesso modo in cui si considerava lei: capricciosa, infantile, una che da solo problemi. Per cui avvertire la completa e assidua presenza delle ragazze, ancora al suo fianco, sembrò darle la forza di affrontare la questione con Zayn.
Con lui le cose erano complicate il triplo, perchè era consapevole di quel che aveva fatto non solo a se stessa ma soprattutto a lui. Erano anni che cercava di mantenere l'autocontrollo necessario a non alzare mai le mani, a risultare sempre calmo, pacato. Lei stessa l'aveva aiutato parecchio nei periodi più bui della sua vita, e adesso, in una sola notte, gli aveva fatto vanificare gli sforzi di anni e anni. Probabilmente nel modo in cui picchiava a sangue quell'uomo c'era nascosta la rabbia che per anni aveva represso. Era per questo motivo che temeva la reazione di Zayn: aveva paura che potesse rifiutare lei e le sue scuse, aveva paura che potesse non volerla più. Ma, da giorni ormai, si era resa conto che il modo migliore per conoscere la verità era parlargli.
Sciolto l'abbraccio, Melanie le asciugò le lacrime che avevano inumidito le sue guance.
                "Vai a darti una sistemata" rise l'amica davanti al suo volto stravolto, rubando a Lola un sorriso. Si recò al bagno dove si sciacquò il viso con acqua fredda e rimase qualche minuto a fissare la sua immagine riflessa nello specchio. Sotto ai suoi occhi scuri delle profonde occhiaie solcavano la sua pelle e i suoi capelli erano aggrovigliati in una coda disordinata. La sciolse lasciandoli cadere sulle spalle, poi prese una spazzola dal cassetto sotto al lavabo e li pettinò con cura. Fece un lungo e profondo sospiro, cercando di tranquillizzarsi, ma il respiro le tremava e il cuore batteva forte contro il suo petto. Cercando di non badarci troppo, si incamminò finalmente verso la cucina. Niall e Harry chiacchieravano animatamente riguardo a qualcosa che sfuggì alla ragazza, che dalla vetrata era intenta ad esplorare il giardino alla ricerca del moro. Ma di Zayn nessuna traccia.
                "Dove sono gli altri?" domandò ai ragazzi cercando di apparire vaga.
                "Sono andati a fare un giro" rispose in fretta il riccio prima di tornare alla conversazione con l'amico.
Lola si lasciò cadere sul divano dietro di lei.
                "Grandioso!" mugugnò. 














Hello! :) Ammetto che ci ho di nuovo messo un pò di tempo per pubblicare questo capitolo ma, come potete immaginare, non è stato un gran bel periodo con la storia dei concerti (ai quali non sono potuta andare) e roba varia. Però, anche se in ritardo, ecco qua il sesto capitolo :) Fatemi sapere come vi è sembrato, mi fa sempre un piacere enorme leggere le vostre recensioni. E se avete da fare critiche son ben lieta di farne tesoro per i prossimi capitoli. Spero che il fatto che la storia non abbia un singolo protagonista ma sia incentrata ogni volta su un personaggio diverso non sia troppo confusionario! Beh, direi che questo è tutto haha grazie ancora a chiunque segua la storia, un bacione a tutte B-)

  
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