Il giornalista sorride a Castle bevendo il caffè ormai freddo
preparato da Kate all’inizio dell’intervista.
«Possiamo passare a te, Kate? Tranquilla, è come una normale
chiacchierata, te l’ho detto, non è gossip, è solo per fare descrizione a
trecentosessanta gradi di Richard Castle e della sua famiglia». Rick stringe a sé
la detective, lei sorride e annuisce al giornalista.
«Va bene facciamolo». Si avvicina a Rick «Dopo tutto ti sei è
quasi preso una pallottola al mio posto» sussurra, lo scrittore ride.
«Quando hai conosciuto Castle?».
«Circa cinque anni fa, non ricordo esattamente quale giorno»
risponde la detective alzando le spalle e corrucciando la bocca.
«Lunedì 9
Marzo*» ribatte pronto lo scrittore. Kate si volta verso di lui e gli
sorride sorpresa. «Ma non ne sono certo… Chi lo può davvero ricordare con
certezza?» ride. Kate lo conosce, sa benissimo che è davvero quella la data in
cui si sono incontrati e lui se la ricorda.
«Qual è la prima cosa che hai pensato quando Castle è
diventato il tuo patner?» chiede curioso il
giornalista.
«Questo si fa ammazzare entro fine giornata. Per questo lo
chiuso in auto e l’ho ammanettato». Castle sbuffa. «Ma devo ammettere che senza
di lui non avrei mai arrestato quell’assassino, contento Castle?». Lo scrittore
annuisce con un sorriso beffardo in volto, mentre la detective fa roteare gli
occhi.
«Quali sono i tratti principali del tuo carattere?».
«Sono molto orgogliosa e testarda, certe cose ci metto anni
ad ammetterle anche a me stessa e ancora di più agli altri». Abbassa lo
sguardo.
«Le qualità che preferisci in un uomo?».
«Ne ho due: la riservatezza e il pensiero razionale». Castle
la fissa, non sono esattamente gli aggettivi che lo descrivono. «Sì, lo so che
non rispecchiano minimamente Rick, ma è forse per questo che lo amo». Lo
scrittore si blocca, Kate ha appena confessato ad uno sconosciuto che lo ama,
probabilmente non se ne è neanche accorta, non è più un peso per lei il loro
amore.
«Il giorno più felice della tua vita?».
«Sono una frana con le date, era una sera di giugno e c’era
un temporale terribile, è stata una serata…».
«Molto molto speciale» conclude il
giornalista facendole l’occhiolino, Kate annuisce imbarazzata.
«Ma anche il 13 maggio scorso è stato un giorno speciale». Il
giornalista si limita a scrivere senza indagare, tornerà un’altra volta per i
gossip.
«Il tuo scrittore preferito?». Castle la fissa.
«Richard Castle». Lo scrittore sorride.«E sono tenuta ad
aggiungere che è il più bravo scrittore di gialli degli ultimi cinquant’anni e
che non lo sto dicendo perché mi ha obbligato». Il giornalista ride. «Va bene
così Rick?». Castle sbuffa.
«Potevi essere un po’ più convincente» dice con sarcasmo. Lei
si avvicina e lo bacia sulla guancia. «Non ti basterà così poco per essere
perdonata».
«Stai tranquillo» dice Kate al giornalista. «Di solito è
molto più infantile, ora fa solo il timido». Lo scrittore sbuffa. «Ma non
potrei sopportarlo troppo serio».
«Qual è la vostra canzone?». Kate e Rick si guardano, non ci
avevano mai pensato.
« Probabilmente In My Veins» rispondono all’unisono. Ridono.
«C’è stato un momento, oltre a quello iniziale, del vostro
rapporto dove hai pensato di averlo perso?».
«Sinceramente più di una volta, la prima è stata tre anni fa
quando Rick ha passato le vacanze con la sua ex moglie, in quel momento ho
davvero pensato di averlo perso in qualunque ambito della mia vita, anche se mi
aveva detto “ci vediamo a settembre”». Lo scrittore la guarda, non lo sapeva, perché
non l’aveva fermato? «Ho pensato molte volte di averlo perso per delle stupidaggini,
ma alla fine lui è sempre tornato nonostante fossi io ad avere torto».
«In che rapporto sei con le ex mogli di Castle?».
«Tu Micheal sei fidanzato?». Il giornalista
annuisce. «In che rapporti sei con gli ex della tua ragazza? Ottimi scommetto…
Non le odio, se le incontro le saluto, parlo con loro, Meredith è la madre di
Alexis e Gina si occupa dei libri di Rick, non posso ignorarle e non le voglio
contro».
«Giusto Alexis, in che rapporti sei con lei?».
«Alexis è una ragazza o meglio donna intelligente, sa
cavarsela da sola e ha il mio rispetto, sono convinta che venga prima lei di me
nella vita di Rick, non potrei far mai nulla che danneggiasse il loro rapporto
padre e figlia».
«Avete pensato ad avere bambini?». Kate trattiene il respiro,
anche Castle fa lo stesso.
«Credo che sia decisamente troppo presto, dobbiamo prima
stabilizzare le nostre vite, avere un figlio quando un genitore è un poliziotto
e l’altro gioca a farlo non è la cosa migliore, non ora, ma un giorno sì vorrei
poter dare ad Alexis un fratellino o una sorellina». Castle sorride mentre il
giornalista scrive la risposta.
«Io non gioco a fare il poliziotto» sussurra lo scrittore.
«E cosa faresti allora?». Rick non sa cosa rispondere.
«Mai senza?» chiede il giornalista.
«Rick». Le mani dello scrittore e della detective si
stringono forte.
«E magari senza?»
«Castle, fidati c’è differenza e nel bel mezzo di un pericolo
sicuramente preferirei avere Rick al mio fianco al posto di Castle, ma succede
sempre il contrario».
«Ultima domanda: descrivi Castle con tre parole».
«Paziente, romantico e muratore». Il giornalista la fissa in
cerca di spiegazioni. «Sì, muratore, non puoi immaginare che muri sia in grado
di buttare giù e di che castelli sia in grado di costruire».
«Per oggi ho finito, grazie davvero, è difficile trovare una
coppia disponibile come voi» dice il giornalista alzandosi in piedi.
«Noi ci divertiamo con poco» risponde Castle. «L’aspetto
domani pomeriggio? Dovrebbero esserci sia mia madre che mia figlia».
«Certo, perfetto». Mette via il tablet
nella tracolla. «È stato un vero piacere conoscerti Kate». Le allunga la mano e
lei la stringe sorridendogli.
«Piacere mio».
Castle l’accompagna alla porta mentre la detective si stende
sul divano rilassandosi.
«Sarei un bambino?» chiede Castle voltandosi verso la sua
fidanzata appena dopo aver chiuso la porta. «Un bambino? Ora ti mostro io cosa
sa fare un bambino». Kate scoppia a ridere mentre Rick la raggiunge sul divano,
la bacia come voleva fare da più di un’ora, la stringe a sé, la desidera così
tanto che le sue mani vagano direttamente sotto la sua camicia, accarezza quei
seni che tanto ama, mentre Kate gli slaccia la camicia anche lei lo desidera.
Il campanello suona, lo scrittore si alza di scatto e si
guarda intorno, si abbottona velocemente la camicia e corre alla porta.
«Scusatemi, ho dimenticato le chiavi della macchina». Il giornalista
allunga le mani verso il tavolino e prende le chiavi. «Scusate ancora».
Kate scoppia a ridere, Rick si chiude la porta alle spalle.
«Dici che si è accorto di qualcosa?» chiede lo scrittore.
«No, perché secondo te ha notato il rossetto lungo tutto il
collo e la camicia abbottonata male?». Rick guarda il suo riflesso nel vetro
del mobile e scoppia a ridere. «Torna qui uomo, non me ne faccio nulla di un
bambino».
*data basata
sulla prima puntata di Castle
Maturanda Is Here:
Questo si chiama pubblicare a tempo di record! O
meglio si chiama pubblicare perché la prossima settimana ho interrogazioni ogni
giorno e simulazione di seconda prova, matematica.
Che dire, oggi per la prima volta dopo lungo tempo ho visto
il sole, non me lo ricordavo così bello, ed è questo che mi ha ispirato, per la
prossima intervista dovrete aspettare un po’ credo, a meno che non mi metta a
scrivere di notte.
Non credevo che una cavolata del genere vi sarebbe piaciuta
così tanto, wow.
Grazie di aver aperto questa pagina e di aver
letto tutte queste parole. Grazie davvero.
Alla prossima
Baci Becky