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Autore: ladyme    23/05/2013    4 recensioni
Il salotto del loft sembra uno specchio, Kate finisce di pulire il tavolino mentre Rick la prende per un fianco e la fa sedere sulle sue gambe. Le sorride.
La detective si sposta una ciocca di capelli dietro l’orecchio e sospira.
«Hai paura di una stupida intervista per People quando non hai la minima esitazione a rincorrere un serial killer? Te l’ho detto, rimani qui con me». Kate scuote la testa. «Ti voglio al mio fianco». Lo scrittore accarezza il collo della sua compagna, pizzica la catenina tra il pollice e l’indice facendo scivolare fuori dalla camicetta i due anelli che la detective porta al collo. «Me l’hai promesso».
«Lo sapevo che prima o poi l’avresti usato come ricatto, ma va bene rimarrò qui con te».
Genere: Demenziale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kate Beckett, Quasi tutti, Rick Castle
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Il giornalista sorride a Castle bevendo il caffè ormai freddo preparato da Kate all’inizio dell’intervista.

«Possiamo passare a te, Kate? Tranquilla, è come una normale chiacchierata, te l’ho detto, non è gossip, è solo per fare descrizione a trecentosessanta gradi di Richard Castle e della sua famiglia». Rick stringe a sé la detective, lei sorride e annuisce al giornalista.

«Va bene facciamolo». Si avvicina a Rick «Dopo tutto ti sei è quasi preso una pallottola al mio posto» sussurra, lo scrittore ride.

«Quando hai conosciuto Castle?».

«Circa cinque anni fa, non ricordo esattamente quale giorno» risponde la detective alzando le spalle e corrucciando la bocca.

«Lunedì 9 Marzo*» ribatte pronto lo scrittore. Kate si volta verso di lui e gli sorride sorpresa. «Ma non ne sono certo… Chi lo può davvero ricordare con certezza?» ride. Kate lo conosce, sa benissimo che è davvero quella la data in cui si sono incontrati e lui se la ricorda.

«Qual è la prima cosa che hai pensato quando Castle è diventato il tuo patner?» chiede curioso il giornalista.

«Questo si fa ammazzare entro fine giornata. Per questo lo chiuso in auto e l’ho ammanettato». Castle sbuffa. «Ma devo ammettere che senza di lui non avrei mai arrestato quell’assassino, contento Castle?». Lo scrittore annuisce con un sorriso beffardo in volto, mentre la detective fa roteare gli occhi.

«Quali sono i tratti principali del tuo carattere?».

«Sono molto orgogliosa e testarda, certe cose ci metto anni ad ammetterle anche a me stessa e ancora di più agli altri». Abbassa lo sguardo.

«Le qualità che preferisci in un uomo?».

«Ne ho due: la riservatezza e il pensiero razionale». Castle la fissa, non sono esattamente gli aggettivi che lo descrivono. «Sì, lo so che non rispecchiano minimamente Rick, ma è forse per questo che lo amo». Lo scrittore si blocca, Kate ha appena confessato ad uno sconosciuto che lo ama, probabilmente non se ne è neanche accorta, non è più un peso per lei il loro amore.

«Il giorno più felice della tua vita?».

«Sono una frana con le date, era una sera di giugno e c’era un temporale terribile, è stata una serata…».

«Molto molto speciale» conclude il giornalista facendole l’occhiolino, Kate annuisce imbarazzata.

«Ma anche il 13 maggio scorso è stato un giorno speciale». Il giornalista si limita a scrivere senza indagare, tornerà un’altra volta per i gossip.

«Il tuo scrittore preferito?». Castle la fissa.

«Richard Castle». Lo scrittore sorride.«E sono tenuta ad aggiungere che è il più bravo scrittore di gialli degli ultimi cinquant’anni e che non lo sto dicendo perché mi ha obbligato». Il giornalista ride. «Va bene così Rick?». Castle sbuffa.

«Potevi essere un po’ più convincente» dice con sarcasmo. Lei si avvicina e lo bacia sulla guancia. «Non ti basterà così poco per essere perdonata».

«Stai tranquillo» dice Kate al giornalista. «Di solito è molto più infantile, ora fa solo il timido». Lo scrittore sbuffa. «Ma non potrei sopportarlo troppo serio».

«Qual è la vostra canzone?». Kate e Rick si guardano, non ci avevano mai pensato.

« Probabilmente In My Veins» rispondono all’unisono. Ridono.

«C’è stato un momento, oltre a quello iniziale, del vostro rapporto dove hai pensato di averlo perso?».

«Sinceramente più di una volta, la prima è stata tre anni fa quando Rick ha passato le vacanze con la sua ex moglie, in quel momento ho davvero pensato di averlo perso in qualunque ambito della mia vita, anche se mi aveva detto “ci vediamo a settembre”». Lo scrittore la guarda, non lo sapeva, perché non l’aveva fermato? «Ho pensato molte volte di averlo perso per delle stupidaggini, ma alla fine lui è sempre tornato nonostante fossi io ad avere torto».

«In che rapporto sei con le ex mogli di Castle?».

«Tu Micheal sei fidanzato?». Il giornalista annuisce. «In che rapporti sei con gli ex della tua ragazza? Ottimi scommetto… Non le odio, se le incontro le saluto, parlo con loro, Meredith è la madre di Alexis e Gina si occupa dei libri di Rick, non posso ignorarle e non le voglio contro».

«Giusto Alexis, in che rapporti sei con lei?».

«Alexis è una ragazza o meglio donna intelligente, sa cavarsela da sola e ha il mio rispetto, sono convinta che venga prima lei di me nella vita di Rick, non potrei far mai nulla che danneggiasse il loro rapporto padre e figlia».

«Avete pensato ad avere bambini?». Kate trattiene il respiro, anche Castle fa lo stesso.

«Credo che sia decisamente troppo presto, dobbiamo prima stabilizzare le nostre vite, avere un figlio quando un genitore è un poliziotto e l’altro gioca a farlo non è la cosa migliore, non ora, ma un giorno sì vorrei poter dare ad Alexis un fratellino o una sorellina». Castle sorride mentre il giornalista scrive la risposta.

«Io non gioco a fare il poliziotto» sussurra lo scrittore.

«E cosa faresti allora?». Rick non sa cosa rispondere.

«Mai senza?» chiede il giornalista.

«Rick». Le mani dello scrittore e della detective si stringono forte.

«E magari senza?»

«Castle, fidati c’è differenza e nel bel mezzo di un pericolo sicuramente preferirei avere Rick al mio fianco al posto di Castle, ma succede sempre il contrario».

«Ultima domanda: descrivi Castle con tre parole».

«Paziente, romantico e muratore». Il giornalista la fissa in cerca di spiegazioni. «Sì, muratore, non puoi immaginare che muri sia in grado di buttare giù e di che castelli sia in grado di costruire».

«Per oggi ho finito, grazie davvero, è difficile trovare una coppia disponibile come voi» dice il giornalista alzandosi in piedi.

«Noi ci divertiamo con poco» risponde Castle. «L’aspetto domani pomeriggio? Dovrebbero esserci sia mia madre che mia figlia».

«Certo, perfetto». Mette via il tablet nella tracolla. «È stato un vero piacere conoscerti Kate». Le allunga la mano e lei la stringe sorridendogli.

«Piacere mio».

Castle l’accompagna alla porta mentre la detective si stende sul divano rilassandosi.

«Sarei un bambino?» chiede Castle voltandosi verso la sua fidanzata appena dopo aver chiuso la porta. «Un bambino? Ora ti mostro io cosa sa fare un bambino». Kate scoppia a ridere mentre Rick la raggiunge sul divano, la bacia come voleva fare da più di un’ora, la stringe a sé, la desidera così tanto che le sue mani vagano direttamente sotto la sua camicia, accarezza quei seni che tanto ama, mentre Kate gli slaccia la camicia anche lei lo desidera.

Il campanello suona, lo scrittore si alza di scatto e si guarda intorno, si abbottona velocemente la camicia e corre alla porta.

«Scusatemi, ho dimenticato le chiavi della macchina». Il giornalista allunga le mani verso il tavolino e prende le chiavi. «Scusate ancora».

Kate scoppia a ridere, Rick si chiude la porta alle spalle.

«Dici che si è accorto di qualcosa?» chiede lo scrittore.

«No, perché secondo te ha notato il rossetto lungo tutto il collo e la camicia abbottonata male?». Rick guarda il suo riflesso nel vetro del mobile e scoppia a ridere. «Torna qui uomo, non me ne faccio nulla di un bambino».

 

 

*data basata sulla prima puntata di Castle

 

Maturanda Is Here:

Questo si chiama pubblicare a tempo di record! O meglio si chiama pubblicare perché la prossima settimana ho interrogazioni ogni giorno e simulazione di seconda prova, matematica.

Che dire, oggi per la prima volta dopo lungo tempo ho visto il sole, non me lo ricordavo così bello, ed è questo che mi ha ispirato, per la prossima intervista dovrete aspettare un po’ credo, a meno che non mi metta a scrivere di notte.

Non credevo che una cavolata del genere vi sarebbe piaciuta così tanto, wow.

Grazie di aver aperto questa pagina e di aver letto tutte queste parole. Grazie davvero.

Alla prossima

Baci Becky

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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