Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Natalja_Aljona    02/06/2013    1 recensioni
Natal'ja vende fiammiferi e sogna la Rivoluzione.
Siberiana fin nelle ossa e nel sangue, nel cuore e nell'anima, nipote di uno dei capi dei Decabristi ed ultima erede della famiglia russa più temuta dallo zar, è quasi impazzita in prigione ma sa che non è finita.
Geórgos vive per la guerra e per il cielo di Sparta.
Nato durante la Guerra d'Indipendenza Greca e nipote del capo dei Kléftes, i briganti e i partigiani del Peloponneso, ogni notte spara alle stelle perché ha un conto in sospeso con gli Dei.
Feri è uno zingaro ungherese, il terzogenito di Kolnay Desztor, il criminale del secolo, e il più coraggioso dei suoi fratelli.
Legge il destino tra le linee della mano, e tre anni di galera e lavori forzati non sono bastati a fargli smettere di credere nel suo.
Nikolaj, ussaro polacco e pianista mancato, crede di aver perso tutto.
Sa che l'epilessia, i complessi d'inferiorità nei confronti del padre morto, l'ossessione per sua cugina e i suoi sogni infranti lo uccideranno, ma la sua morte vuole deciderla lui, e a ventidue anni s'impicca per disperazione e per vendetta.
Genere: Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Quattrocentotré

Quattrocentotré

Ho strappato il tuo ritratto per vincere la guerra

La catarsi di Feri Desztor

 

Krasnojarsk, 2 Maggio 1845

 

Forradalom, 9 Perspektíva Szabadság

Casa Zirovskij

 

“Dunque è finito anche il nostro amore.

Sei mesi di vita!

E per tutta la vita.”

(Umiliati e Offesi, Fëdor Michailovič Dostoevskij)

-Riferito a Natal’ja e Geórgos-

 

George non l’avrebbe mai dimenticata, quella notte.

Aveva fatto piangere Natal’ja, aveva graffiato di mille lacrime gli occhi per cui era stato perso fin dal primo istante, gli occhi per cui avrebbe rinnegato Sparta, se solo non avesse avuto la forza di combattere la loro luce, come se lei fosse stata una sua nemica, una distrazione proibita dal suo destino da eroe.

Ma Lys non era mai stata una distrazione.

Lei era sangue della sua vita.

Il suo sangue per Sparta, il sangue di Lys per Forradalom.

Lys lo capiva.

Era un’eroina anche lei.

Ma soprattutto, più di ogni altra cosa al mondo, era sua moglie.

Soprattutto, sì.

Perché anche lui era soprattutto suo marito.

Quando si svegliò, Natal’ja gli buttò le braccia al collo con un sorriso e uno sguardo senza pari.
Uno squarcio di sole, una scheggia nel cuore.

-Non lasciarmi, adesso. Ci rimangono ancora sei mesi... Almeno in questi giorni, per quest’ultimo anno, non lasciarmi mai. Sai che per essere la stella di Krasnojarsk devo essere la tua. Sai che per brillare devo essere tua-

-Non hai mai voluto essere completamente mia...-

-Ma lo sono sempre stata. Sempre, Gee-

 

Dunque era così che ci si sentiva, a far soffrire una donna.

L’unica donna che avesse mai amato, perché di donne Gee ne aveva fatte soffrire tante, tutte quelle che avevano corso il rischio d’innamorarsi di un uomo che aveva già una stella, ma tutte le altre che avevano pianto per lui nemmeno se le ricordava.

 

E poi che fine avremmo fatto io e te?

(Un mondo a forma di te, Claudio Baglioni)

 

[...]


It’s not like you didn’t know that
I said I love you and I swear I still do
And it must have been so bad
‘Cause living with me must have damn near killed you

 

Non è che tu non sapevi che

Ti ho detto ti amo e giuro che ti amo ancora

E dev’essere stato così brutto

Perché vivere con me deve averti quasi uccisa

(How you remind me, Nickelback)

-Riferito a Gee e Alja-

 

 

Forradalom, 11 Perspektíva Szabadság

Casa Desztor

 

Della libertà

Degli amici tuoi

Te ne fregherai

Quando t’innamorerai

Vedrai...

 

T’innamorerai

Di un bastardo che

Ti dirà bugie

Per portarti via da me...

(T’innamorerai, Marco Masini)

 

[...]

 

 

This war is in my head and in my heart

A soldier of love

These words you say are tearing me apart

A soldier of love

I can’t keep on fighting

A soldier of love

I can’t keep on fighting

 

Questa guerra è nella mia testa e nel mio cuore

Un soldato d’amore

Queste parole che dici mi stanno lacerando

Un soldato d’amore

Non posso continuare a combattere

Un soldato d’amore

Non posso continuare a combattere

(Soldier of Love, Emmelie de Forest)

-Riferito a Feri e Lys-

 

-Stai meglio?-

Jànos indicò con un cenno del capo la fasciatura del fratello, annodata stretta sulla ferita.

Feri sorrise di un sorriso strano, dolce, malinconico e fin troppo fragile.

-Certo, grazie-

Il Desztor più giovane si accigliò.

Non era sicuro di potergli credere.

Le ferite sulla pelle di Feri erano più di mille, e nessuna era davvero un problema per lui.

Né lo era stata prima, bruciante di sangue, né lo era adesso la cicatrice.

Feri se ne fregava, anche quando le fitte di dolore erano più forti di lui, più intense del suo coraggio.

Era irritante quanto da ammirare, il Capitano.

Ma non era quella ferita, il punto.

Non era quel graffio profondo sul petto, quella trincea che gli aveva strappato il pugnale di Geórgos nel più alto gesto d’amore e disperazione di Lys.

Non era quella ferita a preoccupare Jànos, anche se, certo, a nessuna cicatrice suo fratello sarebbe mai stato più affezionato.

Era quel tempo, quel periodo dell’anno.

Era quel Maggio 1845, quella promessa senza scampo.

Si preparava il ritorno ad Omsk, per salvare i Kovalev.

Si preparava la battaglia di Omsk, la loro prima sconfitta.

Feri prese una mano di Jànos e la strinse.

Nei suoi occhi neri brillava uno sguardo limpido e senza ombre.

L’ombra l’aveva divorato da dentro, ma Natal’ja aveva protetto il suo cuore.

Il suo sguardo era sciolto da qualsiasi tormento, adesso.

-Mi ha pugnalato...- sussurrò, quasi estatico. -È la mia Lys...  Avrebbe dovuto essere mia-

Jànos sgranò gli occhi.

Fece un passo indietro, ma non riuscì a replicare.

Cosa stava succedendo, cos’aveva realmente fatto quella ferita a suo fratello?

Feri non aveva mai parlato con quella rassegnazione.

E non era, com’era successo altre volte, una rassegnazione bruciante di rancore, tremante di ferocia.

Era come... Un incanto. Una guarigione.

Lui sorrideva, e il suo era, dopo così tanto tempo...

Un sorriso senza l’inferno dietro.

-Chissà quanto starà soffrendo, povero angelo mio. Perché mi ha fatto del male, ma non le ho dato scelta. E chissà se avranno potuto le mille carezze di suo marito... Farle scordare lo sguardo che le ho lanciato. Ma adesso no, lei non sta pensando a me. Sta pensando a lui, a lui che se ne andrà. Non si aspettava che sarebbe arrivato così presto, la mia Lys, il momento di farsi spezzare il cuore. Il momento di consegnarglielo perché lui lo distrugga. Come l’ultima promessa del loro matrimonio... L’ha sempre avuto sanguinante, ma strappato dal petto mai.

Jànos, non posso permetterglielo! Lei sta soffrendo quanto me! Jànos, bisogna perdonare! Per vivere... Tanto moriremo insieme... Per la stessa stella spezzata... Sullo stesso patibolo... Io e lei-

Jànos era convinto che suo fratello delirasse.

Lo faceva spesso.

Ma quel giorno aveva un sorriso troppo vero, uno sguardo troppo luminoso.

-Jànos, quante cose mi ha fatto capire il suo gesto... Siamo destinati a perdere, noi...

Anche lei ha perso! Anche lei! Nel momento in cui mi ha affondato il pugnale nel petto... Lei è stata esattamente come me. E io chi sono stato, Jànos? Io ho strappato il suo ritratto per vincere la guerra! Come sono stato terribile con lei! Ho distrutto l’ultimo ricordo di quando eravamo felici!

Dobbiamo farlo, Jàn! Dobbiamo andare ad Omsk... Questa guerra è per tutti, per liberare tutti!

La Rivoluzione è la mia catarsi, niente sarà stato invano!-

 

No, niente sarebbe stato invano.

Niente di quello che aveva fatto Feri Desztor.

Niente di quello che aveva fatto per Lys.

 

I try not to lose my head

I feel my heart is caving in

And there is no one to save me

 

I can’t change

Change

I won’t change

 

Cerco di non perdere la testa

Sento il mio cuore crollare

E non c’è nessuno a salvarmi

 

Non posso cambiare

Cambiare

Non cambierò

(Change, Emmelie de Forest)

-Riferito a Feri-

 

[...]

 

Take the cold sapphire
From my soul’s empire
Take the cold sapphire
Take my robe, take my crown
All my power, all my pride
Take my whole empire

 

Prendi il freddo zaffiro

Dall’impero della mia anima

Prendi il freddo zaffiro

Prendi i miei vestiti, prendi la mia corona

Tutto il mio potere, tutto il mio orgoglio

Prendi tutto il mio impero

(Let It Fall, Emmelie de Forest)

-Riferito a Feri e Lys-

 

Quando arriverà lui, sarà tutto diverso.

Tutti i sogni che abbiamo, io lo so, lui li avvererà.

Non so da quale prigione verrà, non so nemmeno il suo nome.

So soltanto che, tutto il coraggio che ci vuole, lui l’avrà.

Così, io lo aspetto.

Non so se mi sorriderà.

Non so se mi sposerà.

Ma lui, solo lui ci salverà.

Io aspetto il Messia, l’eroe della Rivoluzione.

Natal’ja, 1831.

 

You put a knife against my back
And you dare me to face the attack
You say: “For cowards there’s no reward”
I have the future on my tongue

 

Tu hai puntato un coltello contro la mia schiena

E mi hai incoraggiata a fronteggiare l’attacco

Hai detto: “Per i codardi non c’è ricompensa”

Io ho il futuro sulla mia lingua

(I feed you my love, Margaret Berger)

-Riferito a Lys e Feri-

 

Dopo quattordici anni erano ancora lì, dopo quattordici anni lui era ancora tutta la loro speranza.

E adesso erano pronti, perché lui era pronto.

Feri Desztor sarebbe tornato ad Omsk per la terza volta.

Con il suo esercito, con il suo cuore infranto.

Doveva vincere la guerra, doveva lasciare il suo amore.

I brandelli del ritratto di Natal’ja strappato il giorno dell’Assedio di Krasnojarsk, corrosi dalla neve e bruciati dal vento, nessun miracolo li avrebbe ricomposti.

 

But I still believe, though these cracks you’ll see
When I’m on my knees I’ll still believe
And when I’ve hit the ground, neither lost nor found
If you believe in me, I’ll still believe

 

Ma io credo ancora, anche se vedrai queste crepe
Quando sarò in ginocchio ci crederò ancora
E quando toccherò il fondo, del tutto smarrito
Se tu crederai in me, io ci crederò ancora

(Holland Road, Mumford & Sons)

-Riferito a Feri e Lys-

 

 

 

 

Note

 

Questo capitolo lo dedico ancora a Lady Igraine, che lo sta aspettando da mesi.

Con le mie scuse per il ritardo assurdo, anche se non è molto lungo -ma è comunque un capitolo importante-, spero che ti sia piaciuto! ;)

 

Finalmente, dopo quasi sei mesi -oddio, mi fa un tale effetto scriverlo, io che aggiornavo quasi tutti i giorni!- riesco ad aggiornare anche la mia adorata Sic!

Portare avanti due storie contemporaneamente durante l’anno scolastico, considerati tutti gl’intrighi che ho in testa io per entrambe, è praticamente un’impresa, e quest’anno ho scritto molto di più Zvezda moya daljokaya, a cui sono affezionata quanto a Sic, ma ovviamente non ho mai pensato di abbandonare Sic, è assolutamente escluso, visto quanto la amo... I suoi personaggi sono parte di me, così come quelli di Zvezda ;)

Poi c’è da dire che questa parte di Sic è abbastanza difficile, perché scrivere dell’ultimo anno di Gee e Lys insieme è straziante, sento un terribile vuoto dentro ogni volta che lo faccio, e adesso ci sarà anche la Battaglia di Omsk, per liberare i Kovalev, la famiglia di Nočen’ka, e la storia di Innokentij e Tanya, la ballerina che l’ha curato dopo l’Assedio di Krasnojarsk, moglie di uno Zarista...

Comunque ho tutte le idee chiare in testa, non preoccupatevi, e seppur procedendo un po’ a rilento riuscirò sicuramente a scriverle, come ho sempre fatto ;)

La citazione iniziale di Umiliati e Offesi di Dostoevskij, uno dei libri più meravigliosi e commoventi che abbia mai letto, che forse è proprio il mio preferito in assoluto -nonostante io ne abbia pressoché mille, di libri preferiti ;)-, è la frase che dice Nataša -Natal’ja Nikolaevna Ichmeneva- a Vanja, -Ivan Pёtrovič-, riferendosi all’addio appena avvenuto con il suo amante Alёša, il Principe Aleksej Pёtrovič Valkovskij.

Non appena l’ho letta ho immediatamente pensato ad Alja e Gee, e mi sono quasi venute le lacrime agli occhi...

Ad ogni modo, in questo capitolo vediamo il primo vero mattino di Alja dopo aver realizzato che tra sei mesi Gee se ne andrà per sempre, per onorare la sua Sparta e morire da eroe per la Grecia, lontano da lei, dopo la sua crisi del Capitolo 401.

Lys non è mai stata tanto fragile e Gee non è mai stato tanto distrutto.

Ma vedrete che presto ritroveranno il sorriso, anche in questi loro ultimi mesi... ;)

Nella seconda parte, invece, abbiamo Feri e Jàn, i fratelli per eccellenza, Feri eroe e salvatore, Jànos speranza e futuro.

La catarsi di Feri Desztor, il perdono e la purificazione, arrivata con il realizzare che adesso Alja è nella sua stessa situazione con Gee, e che dovrà essere lui a salvarla, come infatti farà nel 1848.

L’ha odiata per quello che gli ha fatto passare per nove anni -quelli che sono passati da quando Lys l’ha lasciato per Gee-, ma non può sopportare che adesso lei stia altrettanto male per suo marito, quell’uomo che, per il solo fatto di averla avuta, e di essere stato l’unico, avrebbe dovuto renderla felice sempre, anche a costo di sacrificare la sua stessa vita.

Come avrebbe fatto, ha fatto e farà Feri.

Spero davvero che vi sia piaciuto! ;)

 

A presto! ;)

Marty

 

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Natalja_Aljona