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Autore: ECA90    23/12/2007    2 recensioni
Questa è la mia prima fanfic, quindi siate buoni!! Un padre severo, un figlio zuccone, una misteriosa telefonata.. cosa mai potrebbe succedere per farli avvicinare??
Genere: Azione, Suspence, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Heiji Hattori
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Heiji iniziò a guardarsi intorno alla ricerca di una rampa di scale e, individuatane una nella penombra, iniziò a salirla reggendosi forte al corrimano per non cadere

Heiji iniziò a guardarsi intorno alla ricerca di una rampa di scale e, individuatane una  nella penombra, iniziò a salirla reggendosi forte al corrimano per non cadere.

Il diretto interessato dei suoi pensieri nel frattempo, a pochi metri da lui, era ancora inginocchiato a terra e legato, con di fronte il suo rapitore che si prendeva continuamente gioco di lui.

SH – mi è sempre piaciuto fare il fotografo.. ma non avevo mai trovato un modello come te, sai Heizo?? Sei venuto davvero bene!! – commentò il sequestratore guardando alcune foto appena scattate al suo ostaggio.

SH – potrebbero anche pensare che ti ho trattato bene durante il tuo soggiorno.. –disse con un ghigno divertito – come potrebbero mai immaginare che il loro adorato capo sia già all’altro mondo..? –

In tutta risposta, il signor Hattori gli lanciò uno sguardo carico d’odio.

HE – Non sperare che vada tutto come credi Shino.. anche se uccidi me non riuscirai mai ad attuare il tuo piano!! Alle centrale non sono stupidi come credi..

SH – HAHAHA!! Ma a chi vuoi darla a bere Heizo?? Tu stai giocando le tue ultime carte??

HE – Non cadranno mai nella tua trappola maledetto!! –

Il malvivente, esaurita la pazienza, si avvicinò minacciosamente al capo questore, facendogli passare negli occhi un lampo di paura

SH – Attento a come parli!! Non sono uno sprovveduto; so benissimo che in tutta la centrale c’è un solo poliziotto in grado di mettermi i bastoni fra le ruote, ed è il tuo caro amico Toyama.. – mentre parlava, aveva preso il poliziotto per il mento stringendolo con forza, e si era portato a parlare ad un paio di centimetri dalla sua faccia.

Poi, come se avesse capito una cosa importante, lasciò improvvisamente andare il volto dell’agente e si alzò dritto in piedi.

SH – tuo figlio.. – mormorò lasciando la frase in sospeso

HE – Heiji starà lontano da questa storia.. non credo che verrà a cercarmi – disse con una nota di tristezza e di rassegnazione nella voce

SH – Eppure dicono che sia molto in gamba.. potrebbe rappresentare un serio pericolo per me.. era con te alla centrale quando ti ho preso? – chiese con un filo d’ansia nella voce.

Heizo sapeva che l’uomo davanti a lui si stava mettendo in allarme, e sapeva altrettanto bene che questo non era un buon segnale per la sua incolumità.

HE – no.. non era con me.. non lavora mai con me.. –

Il sequestratore restò alcuni secondi a fissarlo negli occhi per poi parlare con estrema lentezza.

SH – perché dovrei crederti?? No.. non posso fidarmi di te.. correrei un rischio troppo grande – valutò – quindi, ringrazia il tuo caro figliolo, perché per colpa sua, tu morirai subito.. – disse con tono malefico.

HE – posso darti la mia parola che lui non era con me..

SH – Adesso la tua parola non conta.. faresti di tutto per salvarti la vita; e ti capisco amico!! Ma.. – disse guardando il signor Hattori negli occhi, con sguardo folle e divertito – ora tu morirai.. – terminò estraendo un coltello dal fodero sul fianco destro.

Non aveva però fatto un passo, che un potente frastuono metallico costrinse entrambi a voltarsi verso la porta.

? – Io non credo – disse con voce profonda una sagoma dall’oscurità dietro lo stipite scandendo accuratamente le parole.

Senza farsi pregare, un giovane ragazzo vestito sportivo e con l’immancabile cappello calcato sulla testa, entrò nella stanza guardando serio e determinato l’uomo in piedi armato. Entrambi gli uomini all’interno della stanza erano rimasti a bocca aperta, incapaci di parlare per la sorpresa.

? – Tu non farai proprio niente – continuò il nuovo arrivato con rabbia e coraggio.

Il primo a riprendersi dallo shock fu proprio il prigioniero in ginocchio.

HE – Che diavolo ci fai qui?? Vattene subito via Heiji!! – tuonò.

Il rapinatore spostò lo sguardo incuriosito dall’uomo che aveva parlato al ragazzino appena arrivato.

SH – Dunque sei tu.. – disse mettendosi a scrutare attentamente il più giovane

H – Lascialo andare – rispose quest’ultimo deciso

SH – haha.. hai un bel caratterino anche tu.. come hai fatto a trovarci? – chiese incenerendo con lo sguardo il poliziotto pensando che Heizo gli avesse mentito

H – Puzzi così tanto che ti si segue a distanza – rispose insolente con aria di sfida.

SH – Che caratterino.. e io che credevo che tuo padre fosse interessante.. ma stai attento a come parli.. non sarai solo tu a pagarne le conseguenze.. – detto questo, si girò verso il signor Hattori e gli assestò un man rovescio che gli fece girare violentemente il capo, scatenando nel ragazzo un’ira furibonda che lo fece scattare come una molla.

H – VIGLIACCO!! PRENDITELA CON ME ADESSO!! BASTARDO!! – disse stringendo i pugni e avanzando di un passo mentre il suo viso diventava rosso per la rabbia.

HE- smettila Heiji, vattene!! – gli ordinò Heizo guadagnandosi un’occhiataccia da parte del figlio.

SH – Zitto tu!! Sembra che il tuo figlioletto abbia molto fegato.. mi interessa molto.. anche perché non sembra ridotto molto bene.. sono stati i miei uomini? –

H – ti sei circondato di una manica di idioti..!! in due non sono riusciti a battermi con l’effetto sorpresa.. – disse spavaldo

SH – Vorrà dire che ci penserò io allora, piccolo presuntuoso.. ti assicuro che ti farò pentire di essere nato.. arriverai a pregarmi di ucciderti.. se prima non lo farà tuo padre.. – disse malefico puntando il coltello verso il liceale.

Heizo guardò la scena ad occhi spalancati. Era molto confuso. Non credeva che suo figlio sarebbe venuto a cercarlo. Non erano mai andati molto d’accordo. Nonostante gli volesse molto vene, lui considerava Heiji un ragazzo infantile e ribelle che faceva sempre di testa sua, e che giocava a fare il detective. Adesso però che c’era da tirare fuori il coraggio e da rischiare il tutto per tutto, lui era lì; ferito ma pronto a combattere per far si che lui si salvasse. Tossicchiò leggermente sentendosi un nodo in gola che gli impediva di parlare e sentì le lacrime pungere contro i suoi occhi quando si rese conto che, a parti invertite, lui avrebbe fatto lo stesso per suo figlio. Se prima era molto spaventato per la sua sorte, infatti, adesso era totalmente terrorizzato vedendo suo figlio, da solo, affrontare un pericoloso criminale armato. Iniziò a tremare leggermente e a pregare mentalmente Heiji di andarsene, in quanto le parole non volevano proprio uscire.

La situazione di tensione si spezzò quando il malvivente lanciò il coltello in direzione del giovane. Quest’ultimo riuscì ad evitarlo anche se per poco; un po’ per puro istinto di sopravvivenza, un po’ grazie ai suoi riflessi allenati dal kendo. Guardò il suo aggressore con gli occhi spalancati per la sorpresa, con gocce di sudore che gli scorrevano sul viso come se fosse bagnato dalla pioggia; il respiro reso affannoso per la tensione. Riacquistò il suo autocontrollo tornando a guardare negli occhi con rabbia il suo aggressore.

SH – Sei svelto moccioso.. ma sei spacciato – disse Shino estraendo un coltello a serramanico dalla tasca dei pantaloni- Il giovane iniziò a pensare che l’uomo avesse ragione, ma cominciò a guardarsi intorno alla ricerca di qualcosa che potesse aiutarlo, un appiglio per sopravvivere.  Sussultò quando, con la coda dell’occhio, vide una sbarra di ferro nell’angolo vicino al lui. Velocemente, la prese senza togliere gli occhi di dosso a Shino e quando brandì la sua arma di fortuna davanti a sé, un sorrisetto sfacciato gli si dipinse in faccia.

H – sei tu ad essere spacciato, adesso – gli disse sicuro di sé.

Era sempre stato eccellente in tutti gli sport, in particolar modo nel kendo: quella che aveva in mano non doveva essere molto diversa da usare da qualsiasi katana o shinai avesse mai usato a scuola; solo un po’ più pesante. Allargò le gambe ampliando la base d’appoggio e regolò bene le mani alla base della spranga. Fu sufficiente un solo colpo per disarmare il suo avversario: veloce, potente e ben assestato. La sbarra comandata dal giovane impattò violentemente con l’osso sporgente del polso destro del sequestratore, che si ruppe con uno schiocco sonoro.

SH – AAAAAAAAAAAAH!!!! – L’uomo si ripiegò su se stesso urlando di dolore. Heiji si avvicinò e con un calcio lanciò lontano il coltello dell’uomo.

Inaspettatamente, il malvivente reagì, prendendo il liceale per la caviglia e facendolo cadere all’indietro. L’impatto con il suolo, viste le tante parti già doloranti, non fu facile da assorbire, e per lo shock momentaneo, il giovane lasciò cadere per terra il suo unico strumento di difesa. Il suo istinto di sopravvivenza lo fece riprendere dal trauma quando Shino gli si avventò addosso come una furia, cercando di fargli il più possibile male. Il detective però aveva il vantaggio di poter ancora usare entrambe le mani. Si tolse di dosso la mano sinistra del suo antagonista facendo perdere a quest’ultimo la base d’appoggio: il sequestratore cadde al suo fianco. Guidato sempre dall’ istinto, Heiji rotolò velocemente sopra di lui e, mentre con una mano gli teneva fermo il braccio che ancora riusciva a muovere, con l’altra gli prese il collo ed iniziò a stringere. Lo sforzo e il dolore alle costole lo costrinsero all’apnea per quasi tutta l’operazione, facendo spuntare sul suo collo diverse vene pulsanti.

Quando l’uomo sotto di lui smise di dimenarsi perché ormai privo di conoscenza, il giovane mollò la presa e ricominciò a respirare affannosamente e rumorosamente. Senza perdere un attimo di tempo, intanto che sentiva ancora l’adrenalina scorrergli nel sangue, recuperò il primo coltello che Shino gli aveva lanciato contro, e tagliò le corde che tenevano legato il padre, liberandolo. Fatto ciò, si sedette a cavalcioni sulla figura inerme davanti a lui e gli legò mani e piedi, per evitare una possibile reazione al suo risveglio. Quando ebbe fatto questo, gran parte della tensione che aveva addosso svanì: avvertì un improvviso bruciore alla mano sinistra ferita mentre si slegava, che aveva sempre continuato a sanguinare; respirare divenne più difficile e sentì un’esplosione di dolore partire dalla fronte che rese sfocati i contorni della stanza.

Si lasciò cadere all’indietro reggendosi sui gomiti: tutti i suoi muscoli avevano ripreso a tremare per la stanchezza, e lo stomaco era assalito dai crampi per la fame. Spaventato, suo padre gli fu subito di fianco. Lo guardò attentamente: il colorito non era pallido solo grazie alla sua carnagione scura, lo sguardo fisso in un punto indefinito e il volto madido di sudore freddo.

HE – Heiji come ti senti?? – chiese scuotendolo delicatamente.

In tutta risposta il giovane indicò il telefono sulla scrivania dall’altra parte della piccola stanza.

H – Chiama la polizia.. potrebbe arrivare qualcun’altro di loro.. –

HE – Si.. – il padre si alzò velocemente per eseguire gli ordini del figlio senza staccargli gli occhi di dosso.

HE – Toyama? Si.. sono io.. sto benissimo.. STAMMI A SENTIRE ORA!! Io e Heiji siamo nel palazzo abbandonato sulla via principale, porta qualcuno e venite il più presto possibile – Riagganciò la cornetta e restò in piedi appoggiandosi alla scrivania.

La centrale distava solo una ventina di minuti a piedi, ma quelli che passarono tra la telefonata e l’arrivo dei rinforzi, furono per Heiji e suo padre i più lunghi della storia.

Restarono chiusi nella stanza senza parlare, con nell’aria solo i rumori dei loro respiri. Il liceale aveva ripreso vicino a sé la spranga di ferro usata per sconfiggere Shino, e se ne stava completamente immobile fissando concentrato la porta e cercando motivazioni che lo spingessero a restare sveglio e cosciente nonostante i dolori e la stanchezza. La grande paura per la sorte del padre era passata completamente, lasciando spazio ad un grande senso di felicità e di sollievo per vederlo in piedi davanti a lui. Heizo, da parte sua, non i sentiva più il groppo alla gola di quando aveva visto suo figlio combattere col suo sequestratore, ma era lo stesso molto preoccupato per Heiji che non esibiva una condizione di salute generale piuttosto brillante.

La porta metallica due piani più sotto si aprì improvvisamente facendo trasalire entrambi. Trattennero il fiato quando sentirono qualcuno salire furtivamente le scale. Il poliziotto si ritirò nella penombra dietro la porta pronto ad un agguato; il ragazzo seduto a terra, strinse più forte l’asta metallica al suo fianco, mentre sentiva l’adrenalina che tornava a scorrere nelle sue vene. La serratura scattò silenziosamente e l’infisso in legno iniziò lentamente a girare sui cardini. Il cuore di Heiji batteva così veloce che il giovane temeva potesse scoppiargli nel petto. Con passo felpato, dalla porta fece capolino l’ispettore Toyama con la pistola puntata davanti a sé. Si bloccò improvvisamente quando vide Heiji a terra. Heizo nel frattempo, riconosciuto il collega, uscì allo scoperto.

HE – Toyama!! Sono qui –

T – Heizo finalmente.. fortunatamente stai bene!! –

Nel vedere arrivare l’aiuto tanto sperato, la tensione abbandonò completamente il corpo del liceale a pochi metri dagli agenti: sentì i muscoli rilassarsi, il dolore aumentare terribilmente in tutto il corpo e si accorse che la stanza si stava annebbiando sempre di più. Sbatté più volte gli occhi cercando di rimettere a fuoco quello che gli stava intorno, ma inutilmente. L’ultima cosa che sentì prima di crollare a terra svenuto, furono i nervi delle braccia, dolorosamente tesi, cedere non riuscendo più a sostenerlo. Il rumore che il suo corpo provocò sbattendo sul pavimento di legno, fece voltare tutti i presenti.

HE – Heiji!!!! – In un attimo fu di fianco al figlio e gli sollevò la testa posandosela sulle ginocchia.

L’espressione angosciata sparì un po’ dal suo volto quando si accorse che il figlio respirava normalmente.

HE – è solo svenuto.. dobbiamo portarlo giù.. –

T – Faccio io.. tu per oggi ne hai già avuto abbastanza.. -

Il capo questore lasciò che il collega prendesse in braccio suo figlio e insieme scesero le scale dirigendosi verso la macchina.

T – dei sequestratori si occuperanno i nostri uomini.. ho già dato l’ordine di portarli in carcere.. –

HE – Perfetto..

Dopo aver caricato Heiji sui sedili posteriori della macchina, i due partirono per raggiungere la centrale. Il viaggio durò dieci minuti durante i quali i due, grandi amici, non dissero una parola, ognuno rispettando il silenzio dell’altro. Quando arrivarono, portarono immediatamente il figlio di Heizo nella piccola infermeria dell’edificio dove un giovane poliziotto specializzato nelle cure più elementari, iniziò ad occuparsi delle ferite del giovane. Il silenzio, durato fino a quel momento, venne rotto da Toyama.

T – è stato molto coraggioso. Sapeva che in troppi avremmo attirato l’attenzione ed è venuto da solo..

HE – già.. anche perché ne ha messi KO tre..

T – è stato lui?? – chiese incredulo l’ispettore. L’amico annuì.

T- proprio figlio tuo e di Shizuka..

HE – Mi ha fatto morire di spavento.. -

T – Credo che sia stato tu ad aver spaventato più lui.. quando Otaki gli ha detto quello che era successo, hanno detto i poliziotti presenti che sembrava di cera.. -

HE – Non credevo che sarebbe venuto.. ha rischiato molto.. –

T – non dovresti stupirti.. ti vuole troppo bene per lasciare che ti succeda qualcosa –

HE – Dici davvero? – chiese voltandosi per la prima volta a guardare l’ispettore, cambiando lo sguardo da serio e impassibile a interessato

T – penso che tu sia l’unico a nutrire dei dubbi su questa cosa sai?? Siete proprio incredibili voi due!! – esclamò sorridendo – lui se possibile è ancora più testardo di te!! Ha preso anche la faccia tosta dalla madre..

HE – Che vuoi dire??

T – che vi volete incredibilmente bene, ma siete così orgogliosi che quasi morireste pur di ammetterlo!! – esclamò scoppiando a ridere. L’ altro, dal canto suo, voltò lo sguardo altrove imbarazzato.

HE – Forse è colpa mia.. sono sempre stato troppo severo con Heiji.. non gli ho mai dato la possibilità di costruire niente insieme a me.. sono proprio un poliziotto.. – concluse sorridendo amaramente.

T – non è mai troppo tardi.. sono sicuro che lui ti darà un’altra possibilità.. –

Brontolando qualcosa in risposta, il capo questore si alzò e uscì dalla piccola stana dicendo che aveva bisogno di un caffè.

Proprio in quel momento, il ragazzo sul lettino, iniziò a prendere coscienza di quello che gli stava succedendo intorno. Strinse lievemente le mani e corrugò la fronte, deglutendo rumorosamente per la fitta di dolore che questo movimento gli procurò. Si sentì come se gli fosse passato sopra un camion: l’attacco del primo scimmione era stato veramente devastante. Aprì pigramente gli occhi e iniziò a guardarsi intorno cercando di capire dove si trovava.

H – dove diavolo.. – mormorò con la voce impastata

T – Sei in centrale.. nell’infermeria.. –

La voce lo fece sussultare e si voltò verso la persona che aveva parlato con lo sguardo allertato, ma si calmò quasi subito vedendo di chi si trattava

H – ispettore.. – si appoggiò sui gomiti per mettersi seduto, impresa che gli costò non poca fatica, tra sussulti e gemiti vari.

T – domani sarai a pezzi.. – disse il poliziotto sorridendo

H – già perché adesso è una favola.. – protestò il ragazzo.

Poi, come se si ricordasse improvvisamente di qualcosa di importante, alzò il capo di scatto e si guardò intorno allarmato

H – Dov’è papà??

Toyama lo guardò dolcemente

T – Sta bene.. è di la a prendersi un caffè.. ne aveva bisogno.. –

Il liceale sospirò rilassandosi proprio mentre la piccola porta bianca si apriva. Quando Heizo entrò, il bicchiere rischiò di scivolargli di mano nel vedere suo figlio seduto sul letto. Si riscosse cercando di recuperare il suo autocontrollo ed entrò nella stanza avvicinandosi con sguardo severo al letto.

H – papà.. – mormorò timidamente il giovane vedendo il cipiglio del padre.

Al suo fianco, Toyama tossicchiò leggermente per ricordare all’amico il discorso che avevano fatto in precedenza.

HE – Sei un incosciente – disse deciso.

Il detective dell’ovest voltò il capo dall’altra parte, arrabbiato e deluso: non aveva certo sperato in un ringraziamento, ma visto lo spavento che si era perso e quello che aveva rischiato, non si era aspettato certo un rimprovero. E invece a quanto pareva si era solo illuso. Eppure era sicuro di aver visto un’ombra d’ansia sul volto del padre mentre era in pericolo. Si morse il labbro inferiore per imporsi di stare zitto: se avesse risposto avrebbero finito col litigare, e lui non era certo in condizione di sostenere una discussione.

HE – però sei stato molto coraggioso.. e mi hai salvato la vita.. sei un ragazzo in gamba.. –

Il giovane si voltò di scatto verso di lui con la bocca leggermente aperta e un’espressione stupida sul volto. Era convinto che il padre avrebbe continuato a rimproverarlo, e anche se non era quello che voleva, tutto si sarebbe aspettato tranne che un complimento. Richiuse le labbra di scatto quando si accorse che erano ancora aperte e sorrise facendo capire che era felice, sia per quanto gli era stato detto, sia per il fatto che entrambi fossero lì sani e salvi-

H – grazie papà..

HE – forza, andiamo a casa adesso!! – disse riprendendo il solito sguardo severo che fece ridere Heiji: quell’uomo non era proprio tagliato per i complimenti.

Tornò serio stringendosi il torace per limitare il dolore alle costole.

HE – Ce la fai da solo? -

H – Si!! Certo!! Ci vuole ben altro per mettermi KO!!

Toyama sorrise e si ritirò di alcuni passi indietro: l’atmosfera tra i due stava finalmente diventando familiare, e lui non aveva alcuna intenzione di rovinare tutto.

Heiji si alzò lentamente dal letto e, insieme al padre, uscì dalla stanza. Si era ormai scordato che nell’infermeria erano in tre: ora che suo padre sembrava essersi avvicinato a lui, aveva tutta l’intenzione di sfruttare la cosa per passare un po’ di tempo insieme. Uscirono dalla centrale e il giovane inspirò a fondo l’aria fresca del tardo pomeriggio. Il tempo era volato senza che se ne rendesse conto: erano già le sette di sera.

H – Cavoli.. la mamma mi ucciderà.. –

HE – Non preoccuparti.. ho chiesto a Otaki di avvisarla.. –

H – Bene!! Così eviterò un’altra aggressione, stavolta dalla mamma preoccupata che mi spaventa di gran lunga di più!! – scherzò il liceale facendo sorridere il padre.

HE – forza.. Sali in macchina.. –

Senza farselo ripetere due volte, il ragazzo aprì la portiera e si abbandonò sul sedile dell’auto. Casa Hattori non era molto distante dalla centrale, ma visto l’orario di punta, non fu possibile raggiungerla in meno di 40 minuti, cosicché Heiji ebbe tutto il tempo di spiegare, sotto richiesta del padre, come si era procurato le varie ammaccature.

Arrivarono parcheggiando silenziosamente l’auto scura nel vialetto.

HE – Forza.. ora hai bisogno di mangiare qualcosa.. –

Non ricevendo alcuna risposta, si voltò verso suo figlio. La scena che si trovò davanti, lo fece sorridere ed intenerire: Heiji stava con il busto eretto e le spalle rilassate, il capo piegato appoggiato contro la fiancata dell’auto. Sul volto aveva un’aria finalmente tranquilla e rilassata, e un’aria infinitamente innocente, in contrasto con la sua vivacità di quando era sveglio. Sulle ginocchia aveva appoggiato l’immancabile cappello, che gli era stato tolto quando aveva perso conoscenza. Il padre restò a guardarlo a lungo. Quella era stata una giornata carica di tensione, ma incredibilmente utile per Heizo. Le ultime vicende, infatti, gli avevano dato modo di capire il profondo affetto e l’amore familiare che lo legavano ad Heiji e finalmente, dopo anni di incomprensioni, aveva iniziato ad abbattere il muro che lo divideva dal figlio, consapevole che avevano tutto il tempo per gettare le basi di un rapporto solido che li avrebbe portati ad un ulteriore avvicinamento.

 

 

 

 

 

Salve a tutti!! Sono tornata con l’ultimo capitolo della mia storia!! Spero tanto che la fine vi sia piaciuta!! Visto il periodo in cui siamo ne approfitto per augurare a tutti un buonissimo Natale e un 2008 fantastico!!

Ringrazio ancora una volta tutti quelli che hanno letto fino ad ora i miei capitoli, grazie mille per avermi dedicato un po’ del vostro tempo!! Un saluto ed un bacione a tutti..

CIAO!!!!

  
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