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Autore: _TheDarkLadyV_    16/06/2013    7 recensioni
" Andiamo a casa di un nostro amico. È solo una riunione fra amici.."- cercò di spiegare per l'ennesima volta, ma risultando poco convincente. Suo padre, infatti, continuava a guardarla serio con un sopracciglio alzato.
" Altrimenti definita orgia?"- chiese sarcastico. Jackie alzò gli occhi al cielo, ma Ville non poté vederla visto che era dietro di lui. Arja non riuscì a trattenersi dal curvare le labbra in un sorriso divertito.
" Ma è solo una festa!"- esclamò Johanna.
" E l'inferno solo una sauna."- sentenziò Ville.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Ville Valo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dear Father

Capitolo 1

 







Johanna era rimasta sola in quel corridoio vuoto. A tenerle compagnia al di là della finestra c'era la pioggia che batteva incessantemente e scivolava via lungo il vetro come le lacrime sul suo viso. Ormai non era più in grado di arrestarle. Esse scendevano giù percorrendo le guance e qualcuna più dispettosa le solleticò il naso quando abbassò la testa, affranta. Si sentiva vuota e più sola che mai.

 
" Amore mio, devi essere forte. Io ormai sto per andare via."
" No, mamma tu non andrai via. Vedrai starai meglio."

La voce incrinata di Johanna, invece, non era della stessa idea. In cuor suo sapeva che quel maledetto momento era arrivato e che il tumore finalmente stava per aggiungere alla sua lista un'altra vittima: Marika, sua madre. La ragazzina era ancora scossa e soprattutto non riusciva ad accettare l'idea che da quel momento in poi avrebbe vissuto senza sua madre, l'unica figura genitoriale da cui trarre esempio. Perché lei suo padre non l'aveva mai conosciuto. Molto spesso, quando era più piccola, aveva chiesto a sua madre qualcosa sul suo conto.
 
" Mamma, perché i miei amici hanno un padre e io no? Dov'è?"
" Amore mio, papà è..papà ha molto da fare e tu non vuoi che lui lasci tutto per stare con noi, vero? Un giorno papà tornerà vedrai."
 
Quelle parole per quanto fossero apparse dure, le aveva capite. Johanna era sempre stata una ragazzina intelligente fin da piccola e soprattutto molto paziente. E lo aspettava fino a quando un giorno sembrò essersene dimenticata e si convinse dell'idea che sarebbe stata bene anche senza di lui, tanto aveva sua madre, e questo le bastava. Fino a quel giorno, quando anche lei aveva deciso di lasciarla. Prima che spirasse, Marika le aveva finalmente svelato dopo tutto quel tempo chi fosse suo padre.
 
" Cosa? Ville Valo è mio padre?"
 
Lui, Ville Hermanni Valo, il suo idolo era anche suo padre. Era cresciuta ascoltando le sue canzoni e finendo per cadere in quel vortice burrascoso che tanto le piaceva amando gli HIM con tutta se stessa. Le facevano compagnia quando si sentiva sola, quando era arrabbiata e quando doveva prendere delle decisioni importanti, ma non aveva mai pensato che quel sussurro dolce che penetrava nelle sue orecchie, quella voce profonda che la avvolgeva come una ninna nanna e la incoraggiava ad andare avanti, fosse di suo padre. Era stata proprio Marika ad avvicinarla a quella musica; era l'unico modo, forse, che aveva trovato per sentirsi meno in colpa per non averle detto fin dall'inizio chi fosse suo padre.
In quel momento però, la rabbia aveva preso il sopravvento.
Johanna strinse fra le mani la foto che sua madre le aveva dato. Era vecchia e ritraeva lei con Ville. Erano molto giovani ed estremamente felici. Fissò Ville e solo in quel momento notò quanto il taglio dei loro occhi fossi identico, così come altri particolari dei loro visi.
Era inutile arrabbiarsi e cercare testardamente di credere che fosse uno scherzo di pessimo gusto. Ville Valo era davvero suo padre. Nella sua mente cominciò a farsi spazio l'idea di bruciare quella foto così sarebbe scomparsa, almeno secondo lei, qualsiasi testimonianza relativa a quella parentela. Lei, in fondo, era riuscita a vivere senza un padre e adesso le andava bene così. Non aveva nessuna intenzione di mettersi alla sua ricerca. Non che ci volesse molto. Sapeva tutto di lui e del resto della band e sapeva che ora erano tutti ad Helsinki a godersi un pò di meritato riposo.
 Bruciando quella foto però avrebbe cancellato anche la presenza di Ville nella vita di sua madre. Lei era stata felice con lui e Johanna non aveva il diritto di cancellare un ricordo, soprattutto se era stata sua madre a consegnarglielo dicendole di conservarlo. Un'altra lacrima scese e bagnò proprio il viso sorridente di Marika. Johanna sfiorò con un dito quel viso e si disse che dovevano essere stati davvero felici, almeno la foto testimoniava questo. Ville aveva i capelli lunghi e mossi. A giudicare da quell'aspetto, secondo Johanna quella foto risaliva agli anni di " Greatest Lovesongs Vol.666", per giunta uno dei suoi album preferiti. Sospirò e si strinse la foto al petto solo per sentire ancora sua madre vicino a lei e immediatamente diede sfogo alle ultime lacrime rimaste.
In quel momento sentì due braccia forti circondarla. Si lasciò stringere senza voltarsi, perché non le importava capire chi fosse quanto invece riconoscere che quel contatto le era essenziale.
Riconobbe il profumo di vaniglia e immediatamente si aggrappò alla maglia nera di Jackie, la sua zia acquisita nonché la migliore amica di Marika in tutti quegli anni e l'unica che fu presente in tutti i momenti delle loro vite lì a New York. Lasciò che le emozioni prendessero il sopravvento e che andassero a bagnare il tessuto scuro.
" Tesoro..mi dispiace tantissimo.."- le disse la donna continuando ad accarezzarle la schiena e cercando di tranquillizzarla.
" Lei doveva stare qui con me. Adesso sono sola.."- mugugnò lei.
" Jo.."- la richiamò. Solo Jackie, a parte Marika, poteva chiamarla così, e  nessun’altro ne aveva il diritto. Se la scostò di dosso per poterla guardare in faccia e togliendole le lacrime dal viso disse: "  basta adesso. Non voglio vederti così e neanche lei l’avrebbe voluto."
" Non ce la faccio. Pensavo di essere preparata..sapevo che sarebbe successo, ma ahimè non sono stata capace di essere forte."- disse Johanna scuotendo la testa con gli occhi pieni di altre lacrime.
" E invece devi essere forte, perché non sei sola. Io ci sono e non ti lascio."- le disse dolce guardandola con quegli occhi grigi, così vivaci.
Si buttò di nuovo tra le sue braccia, che l’accolsero subito.
" Non credi che adesso come non mai dovresti conoscere tuo padre?"- le chiese timorosa Jackie. Johanna si allontanò di poco dalle sue braccia e scosse la testa.
" Tesoro, devi cercare di capire che lui è una parte di te, anche se non c'è stato. Adesso più che mai dovresti avvicinarti a lui.."
" Lui non vorrà vedermi, gli sarei d'intralcio e poi sto bene così. Voglio stare con te."- disse decisa Johanna riabbracciandola.
A quel punto, notando quella dolcezza, Jackie restò in silenzio e l'abbracciò forte per trasmetterle così tutto il suo amore.
 
 
In terrazza la vista dalla torre era mozzafiato. Ville, rilassato, si sentì per un attimo il padrone del mondo. Pareva che non gli mancasse nulla. L'unica cosa che gli diede fastidio quel giorno furono i nuvoloni minacciosi che dal mare stavano giungendo sulla città portando con sé le tenebre.
" Secondo te pioverà?"- gli chiese Hanna avvicinandosi. Lei era la ragazza che i giornali avevano etichettato come la prescelta. Certo le voleva bene, ma non sapeva se l’amava.
" Non lo so."- rispose leggermente scocciato.
Prima però che potesse aggiungere dell'altro, il suo cellulare squillò.
" Pronto?"
" Parlo con il signor Ville Hermanni Valo?"
" Sì sono io. E lei è..?"
" Brian Watson. La chiamo per conto del notaio Nick Rush. Devo informarla che è stato convocato dal notaio al suo studio a New York."
" Cosa?!"- chiese scioccato Ville.- " che..per.."
" Ha un pò di tempo? Così le spiego velocemente la faccenda."- disse pazientemente l'uomo.
" Sì certo.."- disse guardando Hanna che osservava con un sopracciglio alzato le sue unghia laccate.- " tutto il tempo che vuole."
" Lei conosceva Marika Laine?"
Ville spalancò gli occhi sorpreso sentendo quel nome. La sua memoria immediatamente tornò nel passato.
Marika..
" Sì..siamo stati insieme parecchio tempo fa."- disse a bassa voce.
" Beh mi dispiace dirglielo.. è deceduta ieri sera.."
Ville sentì una feroce stretta al cuore. Era come se il mondo gli fosse caduto addosso e lui non avesse avuto la forza di reagire in alcun modo facendosi inghiottire dalle macerie.
" Ah."- scandì senza fiato.
" Il fatto è che mercoledì pomeriggio verrà letto il suo testamento e vogliamo che ci sia anche lei."
" Cosa? E perché?"
Si sentì un rumore e poco dopo la voce disse: " mi scusi devo riattaccare. Si ricordi di essere qui mercoledì alle tre.."
Gli diede l'indirizzo e altre informazioni.
" Ok ci sarò."- disse annuendo Ville nonostante la poca convinzione. Cosa stava succedendo?
 
 
Johanna era rimasta sola in quell'appartamento, ormai troppo grande per lei. Sentiva la mancanza di Marika e così decise di prendere il loro album di foto e sedendosi sul divano prese a sfogliare i loro ricordi. Le sembrava di vederla vicino a lei, e raccontarle divertita la storia che si celava dietro a quelle foto e invece era solo un'illusione. Lei non c'era più e lui non l'aveva mai visto da vicino. Una volta era stata ad un concerto con Jackie. Marika si era rifiutata, ma era stata lei stessa a dirle di andarci. Eppure non era riuscita a vederlo per bene e questo le era dispiaciuto, ma adesso non le importava più nulla. Ora l'odio sembrava farsi largo nel suo cuore. Sapendo che era andata via, perché Ville non era venuto a cercarla?
Sentì il suono del campanello e andò ad aprire. Appena aprì fu accolta dal sorriso di Jackie. Johanna sorrise triste. Erano passati alcuni giorni dal funerale e lei non aveva voluto andarci. Sapeva che non ce l'avrebbe fatta, ma prima o poi sarebbe andata a far visita alla tomba.
" Eccomi di ritorno. Ho portato anche un bel film."
Jackie sapeva come farla stare meglio, o almeno cercava di non lasciarla in balìa della depressione che era quasi vicina alla porta. Quando arrivò il momento della cena, Jackie, seduta all'altra parte del tavolo disse: " domani dobbiamo andare dal notaio."
Johanna annuì silenziosa.
" Secondo te a chi mi affideranno?"- chiese poi guardando preoccupata Jackie.
" Ho chiesto l’affidamento, ma tutto dipende da quello che ha deciso Marika. Ma non preoccuparti. So per certo che lei fosse d'accordo."-  disse con un sorriso convincente.
" Ville non saprà niente di tutto questo..vero?"
Jackie posò il cucchiaio nel piatto e guardando negli occhi Johanna rispose: " Jo..lo sai come la penso..dovresti cercarlo.."
Johanna la guardò arrabbiata.
" Dài ragiona..non puoi far finta di niente."
" Io non voglio vederlo!"- esclamò furiosa Johanna alzandosi.
" Jo! Jo vieni qui."- disse Jackie rincorrendo la ragazza che si rifugiò in camera sua.
Quando la raggiunse, era ancora infuriata. Johanna la guardò ancora arrabbiata e poi si sedette sul pavimento freddo.
Jackie le si avvicinò.
" Ti prego..pensaci.."
Non ricevendo nessuna risposta, Jackie andò via sconfitta.
 
Johanna tenne il broncio per tutta la mattina seguente. Era arrabbiata perché voleva restare nel suo letto al calduccio, ma era importante che fosse presente anche lei dal notaio.
Sia lei che Jackie erano sedute sulle comode poltrone nere di pelle ad aspettare che Brian Watson, il segretario, le facesse entrare nell'ufficio. La saletta era vuota e questo significava che al di fuori di loro due non ci sarebbe stato più nessuno. Johanna si sentì più leggera.
 " Vado in bagno."- disse Jackie, alzandosi.- " torno subito."
Johanna si sentì per un attimo persa, ma annuì, vedendo la donna scomparire dietro una porta.
" Signorina, il notaio la sta aspettando."- disse il segretario con un largo sorriso sul volto. Quel sorriso procurò alla ragazzina un senso di calma. Indugiò un attimo, ma visto che Jackie non arrivava, decise di entrare.
Appena entrò si sentì a disagio in quella stanza così ben arredata, con quell'uomo dai folti baffi grigi che senza neanche rivolgerle la parola analizzava delle carte. Senza sapere cosa fare, si fissò le mani. Quanto ci metteva Jackie?
Finalmente sentì la porta aprirsi e non si girò perché era sicura che fosse lei. Chi altri doveva essere sennò?
Il notaio alzò lo sguardo per poi riportarlo sui fogli. Johanna sentì una strana stretta al cuore e così si girò anche lei e ciò che vide non fu per niente piacevole.
Un uomo molto alto la stava squadrando nella stessa maniera. Era vestito di nero, come suo solito, con l'immancabile sciarpa al collo e i capelli marroni mossi non erano nascosti dai soliti berretti.
" Si accomodi pure, signor Valo."-  disse l’uomo indicando la poltrona di pelle accanto a Johanna. Ville sembrava essere l'unico lì dentro a non capire cosa stesse succedendo. Cosa ci faceva quella ragazzina? Cosa centrava con Marika?
Ancora non ci credeva che se n’era andata. Due giorni prima, era stato al funerale. Si era sentito in dovere di esserci nonostante non la vedesse da molti anni. Si sentiva ancora legato a lei. Aveva anticipato il viaggio proprio per questo e lì non aveva visto nessuno che potesse assomigliare a quella ragazzina.  Forse non aveva visto bene.
Continuò a guardarla  curioso. Anche Johanna lo era, ma il suo sguardo la metteva in soggezione. Chissà se aveva scoperto anche lui la verità. La ragazzina cominciò a battere nervosamente il piede a ritmo. Era agitata e questo lo notò anche Ville.
Riuscì a smettere solo quando qualcuno timidamente dopo aver bussato entrò nella stanza. Johanna si girò, sollevata di vedere finalmente Jackie.
" Oh..ehm..signor Valo."- disse questa quasi scioccata appena si ritrovò gli occhi verdi dell'uomo puntati su di lei. Lui la salutò porgendole la mano con gentilezza. Il notaio a quel punto si schiarì la voce e disse: " bene visto che ci siamo tutti, direi che sia meglio iniziare."
Jackie tenne per tutto il tempo la mano di Johanna, che era in preda al panico. Non riusciva ad immaginare quale sarebbe stata la reazione di Ville alla notizia.
Il notaio rilesse velocemente e poi parlò rivolto a Johanna.
" Bene.. alla signorina Johanna Laine.. "
Ville appena sentì quel cognome capì finalmente chi fosse la ragazzina.
" ..lascia l’appartamento e tutto ciò che ha, tranne il suo materiale da lavoro che lascia invece alla signorina Jackie Smith. Mentre a lei, signor Valo, lascia in affidamento la figlia Johanna.”
Johanna restò a bocca aperta. Perché sua madre aveva voluto questo?
Si voltò per guardarlo. Ville ricambiò con uno sguardo di ghiaccio.
" Cosa? Ma avevo chiesto io l’affidamento di Johanna!”- disse Jackie alzando di poco la voce.
" Mi dispiace signorina Smith, non posso cambiare il volere di un morto. Ma se vuole può rivolgersi ad un giudice e se il signor Valo è d’accordo, la tutela può passare a lei."
Johanna non voleva passare la vita con quell’uomo. Non voleva un padre! Ville dal canto suo era completamente scioccato.  Perché Marika non lo aveva mai chiamato per dirglielo? Perché l’aveva fatto?
Jackie non riusciva ancora a crederci. Perché Marika aveva coinvolto Ville proprio ora? Che senso aveva tenere nascosta la figlia per sedici anni e ora affidarla a lui? 
Ma Marika si era portata via tutte le risposte..
" Un momento."- disse Ville schiarendosi la voce. - " questo cosa significa?"
" Beh si dà il caso che lei, signor Valo, è il padre della signorina qui presente."
" Cosa?!"- esclamò.
Quindi era questo che Marika gli aveva nascosto quando aveva deciso di andare via da Helsinki?
Tornò a guardare Johanna. Non poteva credere ai suoi occhi!
Era quella la sensazione che si provava quando qualcosa di punto in bianco sconvolgeva la quotidianità? Era il senso di panico ad attorcigliarsi nello stomaco, forse?
“Arrivederci.” disse il notaio liberandosi di loro con un finto sorriso. L'allegra brigata fu costretta ad uscire all'aria aperta che ora era diventata tesa e nessuno fu in grado di spicciare una sola parola. Ville non faceva altro che guardare Johanna sempre più sorpreso. La forma del viso e il taglio degli occhi erano proprio identici ai suoi mentre il colore era come quello di Marika, azzurro.
Ciò che continuava a ripetersi era perché quella donna non avesse avuto il coraggio di dirgli una cosa così importante. Perché aveva voluto crescere una figlia senza un padre? Cosa credeva, che lui non potesse essere un buon genitore? Forse aveva ragione. Per tutto quello che gli era successo in quegli anni forse non sarebbe stato capace di darle amore come un padre doveva fare con una figlia. Era stato uno scapestrato e questo Marika probabilmente l'aveva saputo. Non era difficile trovare notizie sul suo conto a tal proposito..
Nonostante questo era arrabbiato. Lui aveva comunque il diritto di sapere.
Cercò di ricacciare le lacrime che stavano uscendo dai suoi occhi. Non aveva voglia di farsi vedere in quel modo dalle due ragazze.
Johanna non sapeva cosa fare. Lei non voleva andare via con Ville. Lei voleva stare a New York con Jackie e i suoi amici. Continuava a mandare sguardi disperati a Jackie, che come lei, aspettava una reazione di Ville. Lui se ne stava lì immobile, a guardare il cielo, ma sapeva di essere oggetto di osservazione e si sentiva a disagio sotto quello sguardo indagatore.
Di punto in bianco Ville si voltò incamminandosi lungo il marciapiede. Se ne stava andando? Era quello che Johanna voleva, ma quel gesto la feriva profondamente. Se ne stava andando senza neanche dire una parola! Doveva seguirlo?
Anche Jackie rimase ad osservarlo mentre si allontanava. Non riusciva a credere ai suoi occhi.
" Ville." - esclamò mandando al diavolo la domanda " posso darti del tu?".
Lui fece finta di non sentirla e sparì due minuti dopo dalla loro vista.
Johanna si appoggiò al muro dell'edificio affranta. Lui l’aveva abbandonata! Pensava che non le importasse nulla, ma il dolore che stava provando aveva cambiato ogni suo pensiero. Era stata abbandonata da entrambi i genitori, cosa c’era di sbagliato in lei?

 

 



 

 

 L'ANGOLO DI VALS!

Della serie chi non muore si rivede xD
Beh allora cosa ne pensate come primo capitolo? Se pò fa? Adesso dovrete attendere un pochino prima del prossimo capitolo per via dello studio. Fatemi comunque sapere cosa ve ne pare. Ringrazio già tutte quelle anime buone che leggeranno e arrivanno a queste piccole righe <3
Alla prossima, Vals :)
 

 



 

 






   
 
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