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Autore: pgio98    19/06/2013    0 recensioni
Dal secondo capitolo:
Le sue iridi azzurre mi scrutano,impassibili.
“E tu vorresti venirmi a dire che lo hai dimenticato?!”
Mi guarda scocciato e sputa fuori queste parole con enfasi.
“Sono stufo.
Stufo.
Non ne posso piú di vederti in questo stato!
Cavolo, ti decidi o no a fare qualcosa?!?”
Queste parole mi arrivano forti e chiare, come un messaggio di SOS.
Abbassa il viso per poi rialzarlo, incrociando i miei occhi.
“Non è la prima volta che lo vedi baciare una ragazza, come mai stai cosí male?!”
Soffia, questa volta dolcemente.
Lancio una fugace occhiata alla coppietta che adesso si sta scambiando focose effusioni.
Mi sento di nuovo male.
Come un soldato antico in guerra che è stato perforato da una freccia infuocata.
Chiudo gli occhi e cerco di concentrarmi su qualcos'altro.
“P...perchè lui....n...non si era mai...”
Non ce la faccio.
Non riesco a pensarlo, tanto meno a dirlo.
“Pensi davvero che si sia innamorato?!?”
Abbasso la testa, perchè il solo sentire quelle scottanti parole mi turba
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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12 ottobre 2015
 

 
 

 
 
 
 
 

Il suono assordante della sveglia del mio cellulare mi fa sobbalzare sul letto.
Emetto un verso infastidito e nel buio assoluto mi accingo a spegnere quella dannatissima canzoncina. Un tonfo e poi un altro, infine un urlo.
No... Non é il set di un film horror, ma casa mia.
Mio padre e mia madre ormai vogliono divorziare e non si sono mai creati problemi nel farmelo capire.
Mi alzo stancamente dal piumone caldo che fino a pochi minuti fa mi avvolgeva, riscaldandomi, e mi trascino fino all'armadio a due ante, contenente tutti i miei vestiti autunnali.
Scelgo una maglietta azzurra a maniche lunghe, una felpa azzurra e un jeans blu scuro, infine delle semplici scarpe della Deichman di un colore indefinito. Così, vado in bagno a sciacquarmi la faccia e, come ogni mattina mi soffermo nell'osservare i miei capelli, troppo lisci e troppo biondi; le mie labbra, troppo rosse e troppo pronunciate; le occhiaie che contornano l'unica cosa che adoro di me, gli occhi, di un colore tra il verde foresta e marroncino, tendente a giallo. Vengo fuori da questo mio stato di immobilità e continuo a lavarmi, dopodiché esco dal bagno e vado di nuovo in cameretta, per indossare gli indumenti che avevo precedentemente scelto.
Un luccichio argentato attira la mia attenzione: la mia collanina porta fortuna.
Il ciondolo è il mio segno zodiacale: il capricorno. Corrisponde anche al segno zodiacale di mia nonna.
La mia cara nonnina.
É stato un suo regalo. E da quando é morta la porto per ricordarmi che lei è al mio fianco ed é lì per aiutarmi, sempre e dovunque.
L'ho messa sempre quando era un giorno particolarmente importante o perché era una giornata 'no': per circa sei mesi la indossai da quando morì.
Ma oggi era diverso... Non mi sembrava di aver dimenticato qualche avvenimento importante... Non mi sentivo poi particolarmente depressa... Ormai mi ero arresa all'idea che Liam non si sarebbe mai innamorato di una stupida come me...
Con qualche indugio l'afferrai e me l'allacciai al collo. Infondo, un po' di fortuna in più non mi farebbe male...Poi, presi la cartella e uscii dalla cameretta, scesi le scale e arrivai in soggiorno, dove mio padre era indaffarato con la cravatta, lo sorpassai e mi diressi in cucina. Mangiai una brioche vuota e, salutando i miei genitori con un 'Ciao...', mi diressi all'esterno di quell'abitazione carica di tensione.
Persino espormi ai venti gelidi e pungenti, che ferivano i miei occhi, era meglio che stare ancora a casa con una madre che pensa solo al lavoro e un padre che vorrebbe evadere dai propri doveri matrimoniali, bisognoso di una pausa da una donna isterica e una figlia problematica.
Presi dalla tasca destra il mio cellulare, collegai le cuffie e azionai la mia solita playlist.
 
Arrivo alla fermata dell'autobus e mi siedo sulla panchina verde ripassando tra me e me la nuova coreografia di danza che mi ha insegnato la mia insegnante ieri sera.
Ad un certo punto, vengo interrotta dall'arrivo dell'autobus che mi lascia un po' sorpresa per la stranissima puntualità. Salgo sul mezzo malefico che, da anni ormai, mi accompagna fino a scuola, e mi siedo sul mio solito sedile un po' infondo.
Mi soffermo nell'osservare la mia figura riflessa nello specchio, che sembra rivolgermi un occhiata truce: sto male, lo so.
Il mio sguardo cade sul luccichio della collanina e la mia mano si avvicina per strofinare il ciondolo.
Ripenso a tutto: mia nonna, i ricordi, la sua morte. Una scarica di emozioni mi percorre e mi scende una lacrima solitaria.
Arrivata a scuola, mi affretto a raggiungere il portone, ma il mio cuore si frantuma quando riesco a scorgere Liam abbracciato con quella.
Non l'ho mai vista. Mai. E speravo con tutto il cuore che non l'avrei mai vista. Deve essere una studentessa di un’altra classe.
 Un senso di smarrimento mi avvolge, dandomi uno strano senso di quiete e immobilità.
La testa mi gira, come una trottola.
Non penso si fermerà tanto facilmente...
E il cuore...
Lui tace, nel dolore più intenso non proferisce parola, zitto se ne sta in disparte, nascosto dalla gabbia toracica e i polmoni.
Non muove sentenza.
E io sono ferma in mezzo al nulla, a un passo dallo strapiombo.
 
Ad un certo punto due braccia mi tengono stretta, afferrandomi per i fianchi.
La vista è totalmente annebbiata, la mente svuotata da ogni pensiero, le gambe pesanti. Non vedo più niente.
Sono svenuta.

Con l'aiuto del mio migliore amico, Mark, rinvengo e mi siedo sulle scale adiacenti la scuola.
Sto male, anzi peggio.
Mark mi guarda negli occhi.
Ormai per lui sono un libro aperto, nel senso che a lui basta uno sguardo, uno solo, e mi capisce... Mi capisce come nessun altro.
Le tante amiche che pensavo di avere all'inizio del liceo, si sono dissolte nel nulla, portando con loro la mia felicità. Ma dopo è arrivato Mark. Lui e la sua stupidissima scusa... Mi ricordo perfettamente la scena in cui lui mi vedette accucciata nel bagno delle ragazze a piangere. Non sapeva come si doveva comportare, era più spaventato di me, ma alla fine, non so nemmeno come, ci siamo abbracciati. Da lì è iniziato tutto.
E non so neanche il motivo per cui ci abbracciammo, so solo che da lì in poi ho scoperto di avere come migliore amico un maschio e non una femmina, come sarebbe dovuta andare secondo i miei piani...
 
Le sue iridi azzurre mi scrutano,impassibili.
“E tu vorresti venirmi a dire che lo hai dimenticato?!”
Mi guarda scocciato e sputa fuori queste parole con enfasi.
“Sono stufo.
Stufo.
Non ne posso piú di vederti in questo stato!
Cavolo, ti decidi o no a fare qualcosa?!?”
Queste parole mi arrivano forti e chiare, come un messaggio di SOS.
Abbassa il viso per poi rialzarlo, incrociando i miei occhi.
“Non è la prima volta che lo vedi baciare una ragazza, come mai stai cosí male?!”
Soffia, questa volta dolcemente.
Lancio una fugace occhiata alla coppietta che adesso si sta scambiando focose effusioni.
Mi sento di nuovo male.
Come un soldato antico in guerra che è stato perforato da una freccia infuocata.
Chiudo gli occhi e cerco di concentrarmi su qualcos'altro.
“P...perchè lui....n...non si era mai...”
Non ce la faccio.
Non riesco a pensarlo, tantomeno a dirlo.
“Pensi davvero che si sia innamorato?!?”
Abbasso la testa, perchè il solo sentire quelle scottanti parole mi turba.
“Ma non è vero!”
Mi guarda divertito.
“Me l’ha detto lui, una settimana fa”.
 
Suona la campanella; segno che ho un quarto d'ora a disposizione per distrarmi.
Veloce come un razzo, prendo la mia merenda dalla cartella e sono pronta ad evadere da quelle quattro mura.
Ma una mano mi ferma, una mano che conosco bene, mi blocca.
Mi tira a sè e mi dá un bacio.
Sulla guancia.
Mi sorride tranquillo e io abbasso lo sguardo.
 “Ciao anche a te, Cheryl...”
Dice, alquanto dispiaciuto dal mio atteggiamento.
 
Mi definisce la sua migliore amica.
Sì, lo so, è una cosa estremamente stupida, ma è così.
 
Alzo lo sguardo di poco, quel che basta per vedere i suoi occhi.
Stupendi, come l'ultima volta che li ho visti, se non di piú.
Al contrario di me, oggi dev’essere un giorno particolarmente speciale per lui.
“Qu..qualcosa non va...?”
Roxie, alle sue spalle, si avvicina a noi.
Mi lancia occhiate brucianti ed io abbasso nuovamente lo sguardo, impotente dinnanzi alla sua figura.
 
Lei, la bellissima Roxie, dai capelli neri con riflessi blu, labbra rosa a cuoricino, occhi verde chiaro.
La ragazza dei sogni di ogni ragazzo, insomma.
 
Due dita mi sollevano il mento, portandomi a guardarlo negli occhi nuovamente.
“Cheryl...cosa c'è che non va?”
Mi soffia a pochi centimetri dalle mie labbra.
'Eh...se solo lo sapessi...'
“Leeeee!!! Amore!”
 Boom.
Lo prende dai fianchi, allontanandolo da me.
E lo bacia.
Boom.
Gli dice qualcosa nell'orecchio.
E ridono.
Boom.
 
Per disperazione scappo in bagno.
Se solo mi vedesse Mark mi ucciderebbe.
Mi risciacquo il viso lentamente, osservando la mia immagine riflessa nel piccolo specchio rovinato.
“Sta alla larga da Liam, ti conviene.”
Scatto velocemente in avanti, bruscamente risvegliata dai miei pensieri.
Accanto a me, nello specchio, fa capolino l'immagine riflessa di Roxie. I suoi occhi lampeggiano, la mascella è serrata, le braccia tese, provviste di pugni.
Mi incute un po' di paura, specialmente angoscia.
“I...io non mi allontaneró da lui. Nemmeno... Nemmeno sotto minaccia.”
Mi volto e cerco il suo sguardo truce.
“Tanto non ti vuole, lui ama me, non di certo una come te...”
Mi squadra dalla testa ai piedi e non aggiunge altro.
Gira sui tacchi, pronta a tornare dal suo 'Lee'... Ma la blocco con delle parole troppo impazienti di uscire dalle mie labbra.
“Io non voglio che stia con me, non pretendo che mi desideri, non aspetto che arrivi da me dicendomi che mi ama, perchè sarebbe un sogno, solo un bellissimo sogno. Ma io so che tu non lo ami, non come io amo lui, non come me.”
La sua espressione arrabbiata muta forma, diventando prima sorpresa, poi estremamente allegra.
“Ma come sei scherzosa! Pensi davvero che io non lo ami come te? C’ho messo sei mesi per averlo tutto per me, sei lunghissimi mesi.
Io lo amo. E cerca di farti passare questa tua stupida cotta, perché io ho messo per prima gli occhi su di lui.”
La porta del bagno si chiude, lasciandomi nel silenzio più assoluto.
Piccole lacrime iniziano a sgorgare timidamente da i miei occhi.
Frettolosamente le asciugo con un gesto secco della mano, impedendo il loro corso.
Il suono potente della campanella mi perfora l’anima. Mi sento vuota, vuota. Non può essere vero.
Liam si è innamorato di una ragazza superficiale.
Lui, che è tutto per me, sta con una ragazza possessiva.
Che non lo ama.

 
 
 
   
 
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