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Autore: bells swan    21/06/2013    5 recensioni
Bella, ragazza di 19 anni. Edward, un uomo di 39 anni. È vero, c’è una grande differenza d’età, ma alla fine sono entrambi adulti e vaccinati. C’è solo un piccolo ostacolo: Rosalie, la migliore amica di lei, e la figlia di lui.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, James, Rosalie Hale | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Buonasera a tutti :) Scusate il ritardo, in questo periodo sto aiutando mia sorella a studiare per gli esami ed è preoccupatissima – non è tanto studiosa AHAHAH
Comunque: in questo capitolo ci sarà un pov Rosalie. Spero non vi dispiaccia, ma mi veniva più facile farvi capire il perché del perdono verso Edward e Bella. Questo è l’ultimo capitolo, ragazze :( Purtroppo, la storia doveva finire ed è andata così >.< Ma ci sarà un epilogo che spero di pubblicare il più presto possibile :) Se vi va, fatemi sapere che ne pensate, mi raccomando :3








Sono passate poco più di due settimane da quando Rosalie ha scoperto tutto. Non vuole parlare né con me né con suo padre. Potremmo andare a casa di Emmett e cercare di spiegare cosa è successo veramente tra di noi ma conosciamo bene Rose e sappiamo che sarebbe solo peggio.
Le cose con Edward… be’, è ancora qui. La mia paura più grande dopo quella in cui Rosalie scopriva tutto era che Edward mi lasciasse. Ma lui c’è ancora. Fisicamente. Almeno questo…  perché con la mente è sempre più assente da tutto ciò che lo circonda.
Sta da me, non riuscirebbe a ritornare a casa sua.
L’unica cosa positiva di tutta questa storia è che finalmente mi sento più leggera. Ma a ben pensaci… no, non è vero che mi sento più leggera. Sì, l’unico mio segreto è venuto alla scoperta, ma adesso se ne crea un altro.
Ho un ritardo. Cristo santo, fra tutte le donne a cui poteva succedere proprio a me, che fra l’altro ho sempre usato il preservativo con Edward.
Sono stata sempre puntuale, ma adesso ho un ritardo, seppur breve, che quasi non mi fa dormire la notte. È un dubbio il mio e spero davvero di avere al più presto una risposta. Perché già non ce la faccio più…
Non so nemmeno cosa voglio. Da un lato, non vorrei essere incinta per il casino che questo creerebbe, dall’altro… diamine, è mio figlio. Come posso non sperare almeno un poco?
Con mano tremante, afferro il cellulare dalla tasca posteriore. Sono sola a casa, Edward è uscito un poco. Compongo il numero che mi preme fare, e invio la chiamata. I secondi che attendo lui risponda sono i più lunghi della mia vita. Alla fine risponde.
“Bella.”
“L’hai preso?”
James esita un attimo. “Sì. Vengo adesso?”
“Adesso.”

Un’ora dopo

Non smetto di fissare quel piccolo bastoncino bianco che mi mette davanti al mio futuro. Diciamo che non so se ridere o piangere. Edward mi lascerà, sicuro.
Io che lo divido da sua figlia poi gli metto davanti al naso un altro figlio. Cristo, mi considererà tipo una piega!
Salto in aria quando sento la porta aprirsi e, velocemente, nascondo il test di gravidanza nella scatola a cui appartiene, nascondendola sotto al materasso.
Quando vado in cucina, noto Edward osservare confuso James. Gli ho chiesto di lasciarmi da sola ma allo stesso tempo di rimanere. Non ce la faccio a rimanere da sola con Edward. Ho paura, perché non dirlo?
“Tutto bene?” gli chiede. “L’hai sentita?”
James parla ancora con Rosalie. D’altronde è pure sua amica, quindi perché non farlo?
James sospira. “Sì. Mi ha appena chiamato.”
Ah, davvero? Devo essere fra le nuvole per non aver sentito la chiamata.
“Edward, lei stasera verrà a casa vostra. Prenderà la sua roba e poi partirà definitivamente per New York. Questa è la tua ultima occasione” spiega.
Perché non me l’ha detto prima, penso guardandolo sorpresa.
Rosalie a New York? Sì che ci doveva andare ma… ma niente. È normale che io non sappia nulla dei suoi futuri programmi.
Edward mi fissa immediatamente, guardandomi ansioso e quasi a chiedermi il permesso. Ma permesso di cosa? Rosalie è sua figlia, ovvio che mi interessa che facciano pace. Sperando Rose possa perdonare anche me.
Annuisco nella sua direzione. Ha capito. Non prende nemmeno la giacca; esce senza dire un’altra parola.
Improvvisamente stanca, mi siedo davanti a James. Lo fisso. “Non dirgli niente, okay?”
James mi fissa con aria di rimprovero. “È il padre. Deve saperlo.”
Annuisco forsennatamente. “Ovvio che glielo dirò! Solo… una cosa alla volta, okay?” sussurro, senza più forze.
Il mio amico annuisce e io mi sento un po’ meglio. Mi alzo ma me ne pento subito. La stanza inizia a vorticare e i miei occhi si chiudono, circondandomi nel buio.

Rosalie’s pov

Dire che li odio è poco. Ma che cazzo volevano fare? Prendermi per il culo tutta la vita? Non sarebbe stato più semplice dirmi ‘Ehi, Rose, lo sai? Scopo con tuo padre’? Dio, probabilmente lo avrei accettato meglio! Forse. Boh, non lo so. Ma che diavolo, quello è mio padre! E lei è la mia migliore amica, come hanno potuto farmi una cosa simile? E per cosa? Del sesso? Non ci voglio nemmeno pensare.
Quando entro a casa mia, so già cosa fare. Prendere definitivamente tutte le mie cose e poi abbandonare per sempre questa città. Ho vissuto per tutto questo tempo con i vestiti e i trucchi della sorella di Emmett ma ora basta.
Mio padre non c’è: con James mi sento spesso e ho saputo da lui che ormai sta con Bella. Bene, si sono trovati.
Ma quando entro in camera mia, immediatamente sento la porta di casa aprirsi. Alzo gli occhi al cielo. “James” sibilo incazzata, capendo chi è e come possa aver saputo che io sono qui.
“Per favore, Rosalie, parliamo!” mi supplica mio padre seguendomi nella mia stanza.
Dandogli le spalle, prendo uno zaino e posare le cose che più mi servono. “E di cosa? Di come mi hai preso in giro?” domando sarcastica.
“No, amore mio, no! Non volevo prenderti in giro e non l’ho fatto. Avrei voluto dirtelo...” sussurra alla fine.
Poso con uno scatto una felpa sul letto, voltandomi verso mio padre. “Volevi dirmelo, eh? E cosa? ‘Rose, scopo con la tua migliore amica’? È questo che volevi dirmi?!”
“Rosalie!” esclama artigliando le mie spalle con le sue mani. “Io mi sono innamorato di Bella” rivela.
Lo fisso quasi come se avesse due teste. “Che cosa?”
“Ma che credi, che avrei messo a repentaglio il tuo amore per me solo perché ne ero attratto? No, accidenti, no! La amo, porca puttana!” esclama, allontanandosi e mettendosi le mani ai capelli, come disperato. “E… io… io sto mandando a puttane tutto, tutto! Penso a te e trascuro lei… lei che mi è sempre stata vicina e che mi sopporta ma anche lei sta soffrendo” mormora quasi a parlare con se stesso.
Che diavolo dovrei fare, accidenti? Li amo come li ho sempre amati, ma cazzo mi hanno mentito così spudoratamente! E chissà per quanto tempo, poi!
Mio padre si alza in piedi e mi fissa supplicante. “Ti prego, amore, ti supplico. Vieni con me. So che sei ancora arrabbiata e anche io lo sono, ma almeno lasciaci spiegare, no?”
È sull’orlo delle lacrime. Non l’ho mai visto così disperato. Io non sono da meno per quanto non riesco nemmeno a fissare la sua figura, gli occhi pieni di pianto.
“Cosa… per cosa sei arrabbiata? Perché io e Bella ti abbiamo mentito? Te lo giuro, volevamo dirtelo! Quella volta a pranzo avevamo già deciso di dirtelo ma volevamo prima tastare il terreno, capisci? Ma te l’avremmo detto io e Bella, con calma… non è una cosa facile da dire. ‘Ehi, amore, come hai dormito oggi? Ah, una cosa: io e Bella stiamo insieme’. Secondo te potevo mai dirtelo con così tanta leggerezza?”
So che il suo discorso non fa una piega, però…
“Sono…” sussurro e vedo una scintilla di speranza negli occhi di mio padre. Sospiro. “Mi avete ingannata” sentenzio.
Papà annuisce. “Questo è vero. Ti abbiamo mentito ma, ti ripeto, te l’avremmo detto. È solo che il destino ci ha fatto un brutto scherzo ed eccoci qui. Ma era solo questione di tempo… Io amo davvero Bella, prima o poi avrei dovuto per forza dirtelo.”
La ama. Lui la ama. Dio santo, che confusione.
Mi passo le mani fra i capelli, sedendomi sul letto. “E lei?” sussurro sconvolta senza fissarlo. Fisso il pavimento mentre immagini di mio padre e della mia migliore amica scorrono velocemente davanti a me.
Bella e lui che si baciano, che si tengono per mano, che ridono insieme… È davvero possibile? Potrebbe essere sua figlia.
Mio padre si inginocchia davanti a me per fissarmi negli occhi. “Lei mi ama, Rose. Lei mi rende felice e io rendo felice lei. È così sbagliato?”
Lo fisso confusa. Lo è? No, vista così non lo è. “Però…” Cerco qualcosa per giustificare il mio risentimento. In realtà, ero arrabbiata perché mi hanno mentito. E lo sono ancora. Però è anche vero che papà mi ha assicurato che me lo stavano dicendo… Sospiro, arrendendomi. Bella non è sua figlia, non posso dirgli che potrebbe esserlo. “No, non lo è” sussurro abbassando lo sguardo.
La verità è che mi mancano. Mio padre, che poi sarebbe il papà più dolce e bravo del mondo. Bella crede che per me, in questi anni, non abbia rinunciato alla sua vita ma secondo me sì. Avrebbe potuto portare a casa molte donne ma non l’ha fatto per me. E poi Bella… lei, che c’è sempre stata. Che mi ha consolato su mio padre lasciandomi sfogare. Lei, che mi è rimasta vicina con Royce aspettando i miei tempi per confidarmi.
Sento mio padre accarezzarmi una guancia e non riesco più a trattenere una lacrima che scivola giù.
“Vieni con me.” Non è una domanda, non è nemmeno un ordine. È una supplica, una preghiera.
E quando alzo gli occhi su mio padre e scorgo la sua espressione più triste che mai, non riesco nemmeno a trattenermi dal fiondarmi fra le sue braccia.
La sua stretta è così forte da lasciarmi senza fiato quasi. Ma non mi sono mai sentita così bene come adesso, ad essere sincera.

“Bella sarà felice di vederti, amore mio” mormora mio padre stringendomi a sé quando scendiamo dalla sua auto per andare a casa della mia migliore amica.
Non ho idea di come reagirò quando la vedrò. Sono ancora un po’ confusa e un po’ arrabbiata. Non solo con lei, ovviamente anche con mio padre. Però mi sono mancati talmente tanto che non sarei riuscita ancora per molto a stare lontani da loro.
Ma quando papà apre la porta e ci dirigiamo verso il salotto, sentiamo delle voci concitate.
“Cristo, mi hai fatto prendere un infarto!” esclama quasi urlando James. James?
“Andiamo, James. È stato solo un…”
Bella si interrompe quando io e mio padre entriamo, sorpresi di trovare lei distesa sul divano e lui che le fa vento con le mani. Oddio, ma si è sentita male?! Ma vedo che sta bene… e oltre a questo, la rivedo dopo tanto tempo. E quando posa i suoi occhi sorpresi su di me, so già di averla perdonata.
Com’è che si dice? ‘L’amore non si comanda?’ Sì, penso proprio sia vero. Bella e mio padre ne sono la prova vivente. Pensavo che stessero insieme per sesso, e invece… La verità è che forse, al posto di Bella, avrei fatto lo stesso. Come posso giudicarla se io conosco come ci si sente ad essere innamorati? L’amore è il più bel sentimento al mondo, come potrei rinunciare? E perché dovrei volere che sia la mia migliore amica – quella che piangeva insieme a me per ogni sciocchezza, quella che mi ha regalato sorrisi su sorrisi, quella che mi è sempre stata vicina – non conosca questo sentimento solo perché l’uomo di cui si è innamorata è mio padre?
Io ho Emmett, mi sposerò con lui. Mio padre resterà solo a casa. Perché non potrebbe esserci una ragazza a fargli compagnia? Perché non Bella, che già conosco e apprezzo? E che mio padre ama già?
Vorrei insultarmi, eppure dentro di me so per certo che forse, al mio posto, anche Bella avrebbe reagito in questo modo. E poi, sempre forse, avrebbe accettato la cosa. Come sto facendo io.
Tempo. Avevo solo bisogno di tempo.
“Che è successo?” domanda subito mio padre lasciandomi andare e fiondandosi subito verso una Bella pallida e sconvolta.
Lei lo ignora. “Rosalie” dice quasi non credesse a ciò che vede. Tenta di alzarsi in piedi ma vedo che non riesce a reggersi sulle gambe.
Immediatamente, James e mio padre cercando di fermarla e io mi unisco a loro avvicinandomi a Bella.
“Stai ferma” le dico rimproverandola ma spaventata a morte.
Avrei in realtà voluto sapere meglio cosa è successo, ma quando l’ho a pochi centimetri da me, l’unica cosa che riesco a fare è abbracciarla.
“Oddio, quanto mi sei mancata!” esclama piangendo.
Oggi è giorno di pianti, per me. “Ti odio, ti odio, ti odio, ti odio…” Non faccio che ripeterglielo, ma nel frattempo la stringo sempre più forte.
Bella scoppia a ridere fra i singhiozzi. Quanto mi è mancato quel suono…
“Ma che è successo?” le chiedo scostandomi un po’ per fissarla ansiosa.
Bella scuote la testa, minimizzando il tutto. “Tutto bene, è stato solo un mancamento.”
“Ah, davvero?” la provoca James.
Bella lo ignora. “Ma adesso sto bene.”
“Io penso che sia meglio Edward ti accompagni all’ospedale” riprende James.
Stavolta, vedo Bella lanciargli un’occhiataccia.
“James ha ragione, Bella…” mormora mio padre.
È la prima volta che lo sento parlare dopo l’essersi fiondato da Bella per assicurarsi di stare bene e nella sua voce posso scorgere tutta la preoccupazione del mondo.
“No, davvero, sto bene e...” Fa una smorfia, deglutendo. “Rose, hai messo il profumo alla vaniglia?” sussurra sconvolta in viso.
Confusa, annuisco. “L’ho sempre messo e ti piaceva. Perché...”
Mi interrompo quando Bella si alza di scatto per dirigersi verso il bagno. Noi tre siamo immobili per lo stupore ma ci riprendiamo subito dopo, mio padre per primo. È già con lei quando io e James, a pochi passi dal bagno, sentiamo Bella rimettere.
“Oh mio Dio. Ma...”
James mi interrompe con un’espressione eccitata. E sinceramente non capisco perché. Bella sta male! “Ti spiegherò tutto tra un minuto, aspetta un attimo solo.”
Si dirige verso il bagno, seguito da me. Mi sento in colpa per averla fatta stare male. Troviamo Bella sudata e tremante tra le braccia di mio padre che le passa una pezza bagnata sul viso. A pensarci bene, escludendo il malessere di Bella, non ho mai visto spettacolo più bello di questo. Papà sembra tanto innamorato. Entrambi alzano il viso verso di noi quando entriamo.
“Come ti senti?” le chiede James con leggerezza.
Bella si limita a mugolare e basta.
James sorride. “Io credo che sia giunto il momento di dirglielo. Vieni, Rose, andiamo” mi invita il mio amico prendendomi per mano e portandoci fuori dalla loro vista.
Faccio in tempo però a vedere l’espressione furiosa di Bella e quella confusa di mio padre alle parole di James.
“Che succede?” gli domando sperando che finalmente mi possa dire la verità.
Si siede sul portico. È chiaro che li ha voluti lasciare da soli. “Cosa diresti di un fratellino?”
Fratellino? Perché dovrei... La verità si abbatte su di me come un fulmine. “Oddio.” E ho solo la forza di sedermi vicino a lui.

Bella’s pov

“Avanti, che c’è?” sussurra contro il mio orecchio Edward, baciandolo poi gentilmente.
Esausta e sudata, sento però improvvisamente una grande forza in me. Tutti i pezzi del puzzle sembrano essere ritornati al posto giusto. Manca l’ultimo e quello definitivo. Ma in fondo Rosalie, con mia enorme gioia, ci ha perdonati per cui sono fiduciosa anche in questo.
“Puoi darmi solo un minuto?” gli chiedo soltanto.
Un minuto per riprendermi del tutto e per darmi una sistemata.
Annuisce. “Ti aspetto di là.”
Finalmente sola, mi sciacquo denti e viso, sedendomi poi sulla vasca da bagno a cercare quel coraggio che ho perso subito dopo essermi fatta fiduciosa. Ma sapendo che prima o poi dovrò affrontarlo, decido di uscire ora. Via il dente, via il dolore.
Quando esco dal bagno, trovo Edward in salotto a bere un bicchiere d’acqua, la bottiglia sul tavolino. Mi limito a guardarlo e a meravigliarmi di quanto possa sembrare sempre più bello ad ogni secondo che passa.
Mi faccio sentire e Edward si gira verso di me e mi viene in contro. “Come ti senti? Meglio?”
Annuisco. “Devo dirti una cosa che mi costa davvero tanto. Ma non mi va di fare mille giri di parole per cui te lo dico ora.” Prendo un profondo respiro, distolgo per un attimo lo sguardo da lui e poi lo fisso ancora. Ora o mai più. “Sono incinta.”
Edward sembra preso alla sprovvista, annuendo come in uno stato di trance. “Ah.”
Oddio.
Mi affretto a dirgli il resto. “Però non è sicuro al cento per cento, okay? Io ho fatto il test, è risultato positivo, però sai che spesso sbagliano... no?” domando speranzosa.
Ti prego, dì qualcosa.
Si siede distrattamente sul divano. “E quando l’hai fatto?” mi chiede confuso.
Non mi sta urlando contro. Forse è un buon segno.
“Oggi pomeriggio.”
Sembra capire. “James” mormora.
Annuisco. Sto ancora in piedi e l’agitazione mi sta facendo nuovamente venire il senso di nausea.
Edward sospira. “Vieni qui” mi invita battendo la mano sulla sua gamba.
Anche questo è un buon segno, giusto? Titubante, mi avvicino.
Quando mi siedo sulla sua gamba, Edward mi circonda con le braccia. “E tu pensi di esserlo?”
Lo fisso incerta. Lui sembra curioso di conoscere la risposta. “Sì...?” rispondo quasi come se fosse una domanda. “Insomma... Io che mi sento così stanca... la nausea, la perdita di sensi... E il ritardo. Sono sempre stata puntuale, io. Sì che magari tutto questo è dovuto allo stress, però...” Scuoto la testa sospirando. “Non ne ho idea” rispondo infine, sicura.
“Mmh.” Edward poggia il suo mento sulla mia spalla, facendomi ben sperare. “Allora sarà meglio andare dal medico, giusto?”
Non posso più rimandare, mi dispiace. “Quindi non sei... arrabbiato” noto.
Aggrotta le sopracciglia. “È per questo che non mi hai detto prima di avere questi dubbi?” intuisce sorpreso.
“Sì, be’... con Rosalie non avevamo ancora chiarito e tu sembravi così distante e io...” Pensavo fossi arrabbiato con me.
“Oh, Bella” mormora stringendomi di più. “Sono stato lontano con la mente, lo ammetto. Mi dispiace tanto... Però sappi che non ce l’avevo con te, okay?” Mi appoggio con la schiena del tutto al suo petto, la sua spalla a farmi da cuscino. E lui prosegue. “Eri l’unico motivo per continuare a vivere. Io ti amo, Bella.”
Credo che il mio cuore cessi di battere per un intero minuto. Non me l’aveva mai detto.
Vorrei voltarmi e baciarlo ma vengo interrotta dalla porta che si apre e dalle voci dei miei amici.
“No, aspetta Rose, magari ne stanno ancora parlando!” le fa notare svelto James.
“E chi se ne frega!” esclama senza problemi Rosalie. Sento i suoi passi veloci e prima che io possa allontanarmi da suo padre, lei entra in salotto. Appena mi vede scoppia di nuovo a piangere. “Oh, tesoro” mi dice stringendomi non appena mi metto in piedi.
Okay: James le ha detto tutto.
Sorrido stringendola. E nemmeno lei è arrabbiata. Con la coda dell’occhio, vedo James stringere la mano di Edward congratulandosi e lui sorridere, per poi mettersi a parlare entrambi con tranquillità. Rosalie ancora mi stringe.
Sorrido. “Rosalie, guarda che non è sicuro” la informo.
Non voglio che si illudano come stanno invece facendo. Dopotutto il mio ritardo è di pochissimi giorni e questo, insieme al mio star male, può essere dipeso davvero dallo stress per il litigio di Rosalie. Anche perché, con Edward ho sempre usato il preservativo. È anche vero però che i preservativi non sono infallibili... e il test di gravidanza James l’ha comprato in una farmacia mica in un supermercato scadente.
“Oh sta’ zitta, ma te lo immagini?” mi chiede allontanandosi per guardarmi entusiasta. “Tu mamma! Ci credi? E io zia!” L’espressione sorridente lascia il posto a una confusa. “No, questo sarebbe accaduto se tu fossi rimasta incinta di un altro... adesso che sei la fidanzata di mio padre io sono la sorella!” esclama sconvolta. Si gira verso il padre. “Sono troppo vecchia per poter essere una sorella!”
Solo lei poteva preoccuparsi di poter essere vecchia.
“Tranquilla, Rose. Se ti ricordi io ero quella che ti faceva preoccupare di rimanere zitella e invece adesso sono forse incinta” mormoro prendendola in giro per la sua uscita al pranzo con Alice.
“Ma che divertente” borbotta lanciandomi un’occhiata scocciata.
È ritornata com’era prima. Nulla è cambiato, se non che ora sa la verità.
Rosalie apre bocca per parlare ma la richiude subito, mentre fissa sorpresa suo padre che la fissa confuso di rimando.
“Che c’è?” chiede infine.
Rosalie sorride. “Posso chiedervi da quanto tempo vi frequentate?”
Io e Edward ci scambiamo un’occhiata. Sì che non vogliamo più mentirle, ma non è stata una cosa di ora...
“Tranquilli, non mi arrabbio. Da quanto tempo?”
“Da due mesi” risponde Edward.
Rosalie scoppia a ridere. “No, non ci credo! Oh mio Dio!”
Spazientito, James la fissa. “Potresti dirci perché ridi così?”
“Papà era geloso di te!”
Tutt’e tre la fissiamo confusi allo stesso modo: da dove le è uscita una frase così? Ma alla fine anche James scoppia a ridere. “Davvero?” chiede fissando un Edward confuso più di me.
“No!” esclama subito.
Sì, certo che no. Solo che l’importante è che lo sappia io.
“Ora mi spiego perché quell’atteggiamento scontroso verso James... soprattutto quando ti ho detto che sarebbe passato a prendere Bella quella sera al ristorante!” riprende Rosalie.
Quella sera al ristorante. Quella stessa sera dove noi... Rabbrividisco al solo pensarci. E non di freddo.
“Io…”
Edward viene interrotto dalla suoneria di un cellulare, quello di Rosalie. Mentre lei risponde, James si avvicina a Edward.
“Quindi eri geloso di me” osserva divertito e con una certa soddisfazione.
Edward lo fissa trucidandolo con lo sguardo. “Non è vero. Sarebbe assurdo, andiamo” risponde.
James è pronto a ribattere ma, stanca di vedere Edward preso in giro, mi avvicino a loro. “James, accompagni poi tu Rosalie o ci vai tu?” chiedo rivolta a Edward.
“Mi accompagna James” interviene Rosalie prendendolo per un gomito. “Era Emmett, voleva sapere perché del mio ritardo. Gli ho detto che avremmo mangiato qui, quindi James mi accompagna e fra un’ora ci rivediamo.” Senza aggiungere altro né salutare, se ne va portandosi dietro un James confuso e sconvolto.
È bello vedere che è la Rosalie di sempre.
Rimasti soli, mi siedo a peso morto sul divano. Strano, lo so, ma mi sento in imbarazzo a rimanere sola con Edward, adesso che sa tutto. E non so nemmeno perché. Forse perché sotto sotto ho paura che cambi nei miei confronti, com’è cambiato durante l’assenza di Rosalie.
“Sei stanca?” mi chiede lui, sedendosi vicino a me e prendendomi fra le braccia.
Forse non cambia. Forse ora che tutto è sistemato ritornerà come prima. Non abbiamo più nemmeno fatto l’amore… ma non gli ho detto nulla. Aveva perso, per così dire, una figlia quindi era logico starci male e far passare il sesso in secondo piano.
“Un po’” mormoro chiudendo gli occhi.
Edward sospira piano. “Mi dispiace di averti messo in questa situazione, Bella.”
Aggrotto le sopracciglia, non capendo. Rosalie non ce l’ha più con me. “Che vuoi dire? Di quale situazione parli?”
 “Sì, sai… quella del bambino. Hai solo vent’anni e stai per diventare madre e…”
Lo interrompo scostandomi per fissarlo. “Uno, non è detto che sono incinta. Due, ho solo vent’anni, è vero, ma penso di aver dimostrato di essere abbastanza matura per certe situazioni. E tre, non mi dispiacerebbe diventare madre” rivelo. Lo sguardo sorpreso di Edward mi spinge a mormorare: “davvero, Edward. Insomma, ti amo… perché non dovrei volere un figlio da te? Se tu lo vuoi…” aggiungo svelta.
Perché una cosa è accettare un figlio, un’altra è volerlo.
Edward sorride, accarezzandomi i capelli e facendomi appoggiare di nuovo il viso contro il suo petto. “Io non ci avevo mai pensato. Un figlio, adesso? Troppo. Però lo voglio. Insomma, ti amo… perché non dovrei volere un figlio da te?” chiede retorico utilizzando divertito la mia stessa frase e facendomi ridere.
Gli accarezzo una guancia avvicinando il viso al suo e baciandolo. Mi è mancato da morire, in questi giorni. Se dormiva insieme a me era già tanto. Però lo capisco perché anche a me faceva stare male la reazione – comprensibile, certo – di Rosalie.
E adesso che Rosalie ci ha perdonati e sembra che vada tutto bene, rimane solo un interrogativo: incinta o non incinta?






   
 
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