Le
parole che non ti ho detto
Quindicesimo
capitolo:
Zayn
diede un altro morso al panino evitando lo sguardo del
ragazzo di fronte a lui che continuava a parlargli di cose assurde, con
riferimenti ad improbabili appuntamenti al cinema.
-
Non è un appuntamento.- ripeté scocciato dopo
aver bevuto
un lungo sorso della sua bibita. - è solo una semplice..
uscita? Tra amici..
per vedere dei film di un supereroe. Seriamente, Harry, non
è un appuntamento.
Voleva solo qualcuno con cui vedere dei film, tutto qui.-
-
Tutto qui?- annuì passando il dito sul bordo del bicchiere
in vetro. - Ma tu vorresti..-
-
Gli piace una persona, va bene?- lo interruppe riuscendo a
liberarsi di quel peso che non l’aveva fatto dormire tutta la
notte. - Gli
piace da un sacco di tempo e io non..-
-
Non stai per dire che non sei tu, vero?- sbuffò
incrociando le braccia al petto ed appoggiandosi allo schienale.
-
Devi smetterla di mettermi in testa queste idee.- mugugnò
guardando fuori dalla finestra per evitare di guardare
l’amico che roteava gli
occhi scocciato.
-
E va bene, avevi indovinato sul fatto che andavamo a
scuola insieme ma sul fatto che è lui che mi manda i fiori o
che.. che gli
piaccio hai completamente torto.- si affrettò ad aggiungere
bloccando ogni
tentativo del riccio di far valere le sue opinioni.
-
Dovevi vedere come s’illuminava tutto quando parlava di
quel Loris.- aggiunse con un tono che non doveva uscire così
acido.
-
Louis.- sentì la correzione del ragazzo e sbuffò
-
è la stessa cosa.- borbottò piegando le braccia
sul tavolo
e nascondendoci dentro il viso. - Lo odio già. Posso
odiarlo, vero?- lo guardò
con i suoi occhi chiari e il labbro un po’
all’infuori ricevendo in risposta
solo delle risate.
-
Liam conosce Louis da quando si è trasferito a Londra.
Quindi esattamente.. tre anni fa, più o meno.-
continuò a fissarlo con la
guancia appoggiata sul braccio. - Sai da quando tempo conosce te, Zayn?
Da
quando ha dodici anni. Chi conosce da più tempo?-
-
Magari per lui tre anni son tanti.- rispose solo spostando
il viso per nascondersi meglio contro al suo braccio.
-
La mattina in cui eri amorevolmente abbracciato al tuo
Liam..- grugnì quando sentì Harry riprendere
ancora lo stesso discorso. -.. ho
risposto alla chiamata di questo Louis e ti posso assicurare che mi ha
fatto
capire che Liam ti viene dietro.-
-
Non ci crederò finché non me lo dirà
lui.- affermò deciso
Zayn risedendosi contro allo schienale con un sorriso.
-
E ora perché fai così?- i lati delle sue labbra
si
sollevarono ancora di più e gli era venuta una gran voglia
di ridere.
Improvvisamente si sentiva molto più felice.
-
Sai quanti giorni mancano alla fine del mese?- domandò
euforico saltellando quasi sulla sedia.
-
Oh, no. Non di nuovo.- scoppiò a ridere quando vide il
riccio sbattere la testa contro al tavolo con fare esasperato.
Liam
continuò a camminare, lo sguardo puntato sulla strada
innevata, le guance tutte rosse ed una sensazione strana alla bocca
dello
stomaco ogni volta che le sue dita sfioravano accidentalmente quelle
ricoperte
dai guanti del ragazzo al suo fianco.
Era
ormai passata la mezzanotte e stava ripercorrendo la
strada di qualche ora prima per riaccompagnare Zayn a casa dopo quella
sottospecie di appuntamento mascherato.
Aveva
lasciato la macchina sotto casa sua, quando era
arrivato aveva smesso di nevicare e Zayn aveva insistito per
raggiungere la
loro destinazione a piedi. Non aveva obbiettato, più che
contento di passare
ancora più tempo con il giovane di cui era ormai
completamente innamorato.
La
tensione si era sciolta dopo almeno dieci minuti di
cammino, entrambi si erano chiusi nel loro silenzio, e Liam aveva
dovuto tenere
a freno la lingua. Parlare con Zayn, poter finalmente parlare con lui,
gli
faceva sempre uno strano effetto. Doveva sempre stare attento, troppo
attento,
a qualsiasi cosa gli sfuggisse dalle labbra. Si era già
fatto sfuggire troppe
cose: da problemi familiari al fatto che andavano a scuola insieme, per
poi
concludere solo qualche giorno prima nel migliore dei modi svelandogli
che
aveva una cotta pazzesca. L’unico tassello che mancava era
svelargli l’identità
di quella persona e svelarsi come l’anonimo che gli mandava
fiori e
bigliettini.
-
Mi sono divertito davvero tanto, grazie Liam.- spostò lo
sguardo sul ragazzo che aveva parlato e che aveva una leggera sfumatura
rossastra sulle guance, gli occhi che sembravano illuminare le stradine
buie di
Bradford ed un sorriso dolce che lo stava facendo sciogliere.
Era
una cosa così ingiusta essere innamorato di un ragazzo
così.. bello.
Ed
era una cosa ancora più orrenda essere a conoscenza di
tutti i particolari che rendevano quel ventunenne così
speciale con la
sicurezza di non poter dire la stessa cosa dell’altro.
Perché Zayn non sapeva
nulla di lui e Liam non sapeva nemmeno se avrebbe trovato il coraggio
di aprirsi.
Come
poteva confessargli di essere innamorato di lui da
quando l’aveva visto varcare la soglia dell’aula al
primo anno? Come poteva
confessargli tutto e non farlo fuggire spaventato?
E
sì, da quello che gli aveva raccontato quasi una settimana
prima, Zayn sembrava apprezzare tutti quei biglietti.
Sembrava
tenerci anche fin troppo, come se fossero arrivati
in un momento della sua vita in cui..
Scosse
la testa calciando un sassolino che iniziò a
scivolare sulla pozzanghera ghiacciata.
Doveva
togliersi quelle idee dalla testa. Zayn poteva anche
apprezzare tutto quello, d’altronde chi non gioisce quando
scopre di avere un
ammiratore?
Ma
sarebbe cambiato tutto quanto nel momento in cui
l’ammiratore sarebbe diventato una persona in carne ed ossa,
una persona vera e
non più fatta di parole d’inchiostro.
Una
persona vera come lui, Liam.
Liam
che aveva tutti i difetti del mondo;
Liam che aveva solo ventuno anni ed un sogno impossibile come il suo
amore.
Zayn
continuò a fissare il soffitto bianco della sua stanza,
mille domande che gli vorticavano nella testa.
L’uscita
al cinema con Liam era andata benissimo: avevano
raggiunto il posto a piedi, avevano guardato il film anticipando
qualche
battuta e poi l’aveva riaccompagnato sotto casa.
Non
c’era stato nessun bacio da film.
E
Zayn lo sapeva che non poteva esserci perché, continuava a
ripeterselo, era ancora troppo presto. Non poteva però
nascondere, nemmeno a se
stesso, che c’era rimasto male quando Liam l’aveva
salutato con un cenno del
capo, un semplice cenno.
Non
un stretta di mano, un abbraccio, un bacio sulla
guancia.
Nulla. Solo un semplice cenno.
E
poi l’aveva visto rintanarsi nella macchina e scappare
via. Scappare via
da lui che era rimasto
sulla veranda a fissarlo chiedendosi se avesse fatto qualcosa di male.
Stava
andando tutto bene fin quando Liam non si era chiuso
in uno strano mutismo con le sopracciglia aggrottate perso in un mondo
tutto
suo in cui Zayn non era invitato.
Avevano
camminato per una ventina di minuti nel silenzio più
totale, il solo rumore dello scricchiolio della neve sotto ai piedi.
Si
girò su un fianco sperando di riuscire a prendere sonno
ma c’era quel quadernetto che sembrava fissarlo in attesa, la
luce fioca della
luna ad illuminarlo.
Chiuse
gli occhi e iniziò a pensare a tutt’altro.
All’avvicinarsi del natale, alla sua famiglia,
all’avvicinarsi della sua
partenza per Londra.
Riaprì
gli occhi e sbuffò spazientito afferrando la piccola
agenda. Incrociò le gambe sul letto e iniziò a
sfogliare le pagine trovando il
biglietto che non riusciva a lasciarlo in pace.
«Lentamente
muore
chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un sogno,
chi non si
permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati.»
Lesse
lentamente sfiorando con le dita quella scrittura che
ormai sapeva riconoscere a menadito.
«Soltanto
l'ardente pazienza
porterà al raggiungimento di una splendida
felicità.»
Sospirò
appoggiandosi contro
alla testata del letto.
Quello
era uno degli ultimi
biglietti che aveva ricevuto prima della fine della scuola, prima della
sua
partenza per Londra.
Ricordava
molto bene come
aveva insistito e pregato i suoi genitori per non andarsene da
Bradford, senza
alcun risultato. E poi aveva aperto il suo armadietto e aveva visto il
foglietto cadere a terra. L’aveva raccolto, letto ed era
quasi scoppiato a
piangere davanti ad Harry quando quello l’aveva raggiunto con
un sorriso
passandogli un braccio attorno alle spalle.
L’ode
alla Vita di Neruda
era una delle poesie più importanti per lui.
Era
stato suo nonno a
fargliela conoscere.
Se
lo ricordava anche
quello, di giorno. Era andato all’ospedale a trovarlo e gli
aveva passato quel
grande volume che gli indicava con un dito sottile, l’aveva
osservato
attentamente sfogliare le pagine e picchiettare un dito su una poesia
in
particolare invitandolo con un cenno a leggere.
Si
era messo a piangere
quando era tornato a casa sua, il viso contro il cuscino, i pugni
stretti e i
singhiozzi che non voleva nemmeno fermare. E il giorno dopo suo nonno
non c’era
più, se n’era andato in una giornata troppo calda
d’Agosto.
Si
passò una mano sugli
occhi lucidi e guardò ancora una volta il biglietto.
Dopo
qualche mese dalla
morte di suo nonno aveva iniziato a trovare quei fogli, e lui si
sentiva ogni
volta sempre più legato a quella persona che si nascondeva
dietro a delle
parole.
Avrebbe
solo voluto
incontrarlo e ringraziarlo. Ringraziarlo solamente per essergli stato
accanto,
in un modo tutto suo, in tutti quegli anni.
Ma
il suo “ammiratore”, come
più volte l’aveva definito Harry, non ne voleva
sapere di farsi trovare.
Preferiva restare nell’anonimato e farsi amare in silenzio.
Sospirò
passandosi una mano
tra il ciuffo di capelli neri che gli cadeva sulla fronte, prese la
matita dal
comodino ed iniziò ad abbozzare il profilo di un viso
concentrandosi
particolarmente sugli occhi grandi e dolci.
Quando
sbadigliò per la
quarta volta in poco tempo guardò la sveglia che segnava
quasi le 3 di notte e
decise di chiudere tutto. Rimise al suo posto il foglietto tra le due
pagine
piene di margherite disegnate e un nome ripetuto.
Chiuse
l’agenda riappoggiandola
sul mobile insieme alla matita e si sdraiò di nuovo sotto
alle coperte calde.
Si
rannicchiò su un fianco e
sorrise quando riuscì a sentire l’odore di Liam
sulla federa del cuscino.
Angolo
Shine:
Eccomi
qui, non ho molto
tempo.
Voglio
solo ringraziare di
nuovo tutto l’amore che state mettendo per questa storia, vi
voglio davvero
bene. <3
E
devo scappare, grazie
ancora.