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Autore: TwistedRocketPower    03/07/2013    7 recensioni
Traduzione ad opera di Leana
Quando Kurt aveva nove anni, sua madre, una donatrice di organi, morì. Ora, a diciassette anni, Kurt è alla ricerca di chi ha ricevuto il suo cuore... ma, finirà per trovare molto di più.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Warblers/Usignoli | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, Traduzione, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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- IN A HEARTBEAT -


CAPITOLO 33 - GRAY

(link originale)






“Sia che avremmo passato cinque o cinquant’anni insieme, saranno i migliori della mia vita”
 
Si potrebbe pensare che tutto si fosse sistemato facilmente una volta che Kurt e Blaine avevano dichiarato il loro amore per l’altro, e per un po’, fu proprio così. Le persone che non li conoscevano pensavano che avevano una normale relazione adolescenziale. Una che sarebbe durata fino al liceo, e poi sarebbe inevitabilmente finita con il college.
 
Ad eccezione di Kurt e Blaine, e le loro famiglie.
 
Ciò non significava, tuttavia, che non avessero mai litigato. Infatti, se gliel’aveste chiesto, avrebbero detto che erano stati piuttosto bravi.
 
La prima importante discussione, ora considerata la più  ridicola, avvenne una settimana dopo essersi trasferiti nel loro primo appartamento insieme. Blaine voleva verniciare le pareti, e Kurt, dopo aver visto centinaia e centinaia di colori, gli aveva detto che era ridicolo. Erano in affitto, e avrebbero dovuto riverniciare di nuovo di bianco prima di andarsene.
 
Blaine, però, era determinato a vivacizzare il posto e continuò a mostrare a Kurt altri colori. Era tardi, erano già a letto, ed entrambi erano stanchi. Tutto quello che voleva Kurt era poter dormire, mentre Blaine continuava a sprizzare energia.
 
A un certo punto, Kurt gettò via il libro di Blaine, The Color Palette Primer, che colpì il muro e cadde a terra. Blaine lo informò, mentre si alzava per recuperarlo, che aveva bisogno di “calmarsi”. E tutto crollò.
 
“Calmarmi?” chiese Kurt sgranando gli occhi. Si mise a sedere sul letto, e fissò Blaine, come sfidandolo a tornare accanto a lui.“Non mi hai detto seriamente di calmarmi”
 
“Uh, si, l’ho fatto” rispose Blaine in piedi sul bordo del letto. Posò il libro accanto ai piedi di Kurt, poi incrociò le braccia.
 
Gli occhi di Kurt guardarono il libro. “Metti. Quel libro. Lontano da me. Adesso”
 
“Cosa ti ha fatto quel libro, Kurt? Eh? Dio, a volte ti comporti da immaturo”
 
“Oh, io sono l’immaturo, signor  devo-spendere-ogni-momento-della-giornata-a-sbattere-in-faccia-al-mio-ragazzo-un-libro-con-dei-fottuti-colori?”
 
“Questo ti sembra immaturo? Viene chiamata entusiasmo. Scusa se ti da fastidio”
 
“Non è il tuo entusiasmo, sei tu. Non. Riesci. A. Calmarti. Mai!” rispose Kurt stringendo i denti alle ultime parole, mentre spingeva via il libro con i piedi. Esso colpì lo stinco di Blaine prima di cadere a terra.
 
“Oh! Dio, Kurt, qual è il tuo problema?”
 
“Tu! Tu sei il mio problema! Tu e i tuoi stupidi colori!” Kurt si alzò in piedi, afferrando il cuscino e la coperta del letto. “Voglio dormire, Blaine. Lo sai, no? E’ quello che fanno le persone alle due del mattino. Ma è ovvio che tu non lo sappia, sei troppo lontano dalle cose normali”
 
“Cosa vuoi dire?” chiese Blaine, sentendosi offeso da ogni parola detta da Kurt.
 
“Vuol dire che fai cose strane. Sei strano. Per niente normale. Strano, strano, strano!”
 
“Disse il ragazzo che si lamenta ancora con suo padre quando ha una brutta giornata a scuola!”
 
Kurt guardò Blaine, rimanendo in silenzio un momento prima di parlare. “Vuoi parlare dei tuoi piagnistei? Okay, allora. Come ti lamenti quando ti porto dal dottore. Come ti comporti da immaturo per tutta la strada. Come ti lamenti tutto il tempo, finché non ti rendi conto che tua madre non c’è”
 
“Kurt, smettila!”
 
“Hai iniziato tu!”
 
Entrambi rimasero a guardarsi per un minuto, con il petto ansate.
 
“Vado a dormire sul divano” disse infine Kurt, rompendo il silenzio.
 
“Dormi dove vuoi. Non m’importa”
 
“Bene! Forse potrei andare a dormire con quel vecchio nel vincolo che mi dice sempre quanto sono sexy!” urlò Kurt mentre usciva dalla camera da letto.
 
“Fantastico! Spero che voi due siate felici insieme!”
Poi, per aggiungere effetto, Blaine si avvicinò alla porta della camera, e la chiuse sbattendola.
 
Naturalmente, quando uscì la mattina dopo, Blaine trovò Kurt metà appeso sul divano sembrando estremamente scomodo, decise di svegliarlo per parlare. E parlarono, ed entrambi si resero conto di aver agito da stupidi, ed entrambi si scusarono e fecero voto di non andare mai a letto arrabbiati.

 



 
E poi, c’erano quelle volte in cui avevano delle lunghe conversazioni sul loro futuro. Così, quando ormai avevano ventisei anni, Blaine decise di dar voce a qualcosa che teneva nella sua testa da un po’.
 
“Bambini” disse dal nulla a metà della cena.
 
Kurt fece una pausa, con gli spaghetti ancora in bocca. “Cosa?”
 
“Bambini. Dovremmo parlare di bambini”
 
Kurt appoggiò lentamente la forchetta e guardò Blaine, dedicandogli la più completa attenzione. “Va bene. Cosa vorresti dire?”
 
“Non sono… non posso… io non…” Blaine sospirò. “Io non li voglio. Sono carini da lontano, non li odio o altro, ma non li voglio”
 
Kurt si fermò un attimo prima di rispondere. “Allora… perché ne stiamo parlando? Ti ho fatto intendere qualcosa nel sonno? Parlo nel sonno, Blaine?” chiese con lo sguardo pietrificato.
 
“No. No, Kurt”rispose Blaine, agitando una mano. Kurt sospirò di sollievo mentre Blaine continuava. “E’ solo una cosa che non ho mai tirato in ballo, e non l’hai fatto nemmeno tu, ma avevo paura che non lo facessi perché aspettavi che fossi io a farlo”
 
“E’ davvero una frase lunga”
 
Blaine gemette. “Kurt”
 
“Okay. Okay, scusa. Sono serio adesso”
Kurt appoggiò entrambe le mani sul tavolo, facendo segno a  Blaine di allungare le sue. Una volta che le loro dita si unirono, Kurt le strinse prima di parlare.”Non ho mai parlato di bambini perché onestamente, non ho mai pensato di averne con te. Mi piace questo, io e te. Qualcuno potrebbe chiamarlo egoismo, ma io no. Credo che sarebbe più egoista adottare un bambino che non vogliamo veramente”
 
“Quindi, se volevi un bambino…”
 
“Te l’avrei detto” concluse Kurt.
 
“Mi piace il fatto che mi venga costantemente ricordato come tu sia perfetto per me” disse Blaine con un sorriso.
 
Kurt si sporse avanti e accarezzò la guancia di Blaine, per poi chinarsi e baciarlo dolcemente. Dopo un momento, Kurt si fece indietro e sorrise sornione. “Sono contento che anche tu lo sia per me” disse prima di alzarsi e andare verso la cucina.  Blaine lo colpì sul sedere prima che fosse troppo lontano, poi sorrise mentre Kurt ridacchiava versandosi un drink.





 
Poi, ci furono momenti che terrorizzarono entrambi. Come quando Blaine e Kurt avevano trentadue anni, e Blaine era stato nuovamente inserito nell’elenco dei donatori.
 
Il dottore aveva usato grandi parole sgradevoli e descrizioni che non avevano nessun senso per qualsiasi altro essere umano, ma quando Kurt gli aveva urlato a metà frase di parlare la lingua di quel pianeta, il dottore aveva sospirato e ricominciato da capo. Nella versione dei comuni mortali, il cuore di Blaine era ormai vecchio. Veramente vecchio. Ed era stato usato troppo. Era affaticato, e non funzionava più come prima.
 
Blaine, però, sapeva già queste cose. Ecco perché aveva preso l‘appuntamento. Dopo nove anni sapeva che il suo corpo era migliore rispetto a quello di molte altre persone. Ma, sperava ancora di non dover ricorrere a un cuore nuovo.
 
Il medico l’aveva rassicurato che le procedure erano cambiate molto da quando era un bambino. I tempi di recupero erano più brevi, il tasso di successo superiore. Disse a Blaine che poteva anche farsi impiantare un pacemaker, ma lui raccomandava il trapianto.
 
Sei mesi dopo, erano in ospedale.
 
“Come è andata?” chiese Nathan quando vide Kurt entrare nella stanza.
 
Kurt alzò lo sguardo, gli occhi cerchiati di rosso, ed emise un sospiro. “Lo hanno appena fatto uscire” rispose. “E’ andata bene, comunque. Sono ottimisti”.
Si guardò intorno nella sala d’attesa. Nathan e Diane erano seduti su due sedie nell’angolo, Carole accanto a Diane, tenendola per mano, e Burt accanto a Carole, facendo lo stesso.
 
Solo mezz’ora prima, erano tutti seduti nella stanza d’ospedale di Blaine. Kurt era a disagio con tutta quella gente intorno. Sapeva che erano solo di supporto, ma lo faceva sentire come se stesse per dire addio a Blaine… ma no, non l’avrebbe mai fatto.
 
Circa dieci minuti dopo che l’avevano portato via, Blaine aveva chiesto di parlare con Kurt da solo. Non gli aveva detto di non preoccuparsi, perché Kurt gli aveva già spiegato che era una cosa inutile da dire, ma gli disse che lo amava con tutto il cuore – aggiungendo poi “e ti amerò anche con quello nuovo” cosa che Kurt non aveva trovato divertente. Rise lo stesso, però, per alleggerire l’atmosfera. Ma in realtà non era tutto okay.
 
Poi, Blaine si era fatto serio.
 
“Kurt, io… io voglio che tu faccia una cosa per me. Per tutti e due”
 
“C-cosa?” domandò Kurt nervoso.
 
“Voglio che appoggi la testa al mio petto. Come hai fatto quando eravamo ragazzini. Voglio che tu senta il suo cuore un’ultima volta”
 
E fu così che gli occhi di Kurt si arrossarono, cominciando a lacrimare immediatamente. “Ma, Blaine, ti ho detto tanto tempo fa-”
 
“So quello che mi hai detto. Mi hai detto che questo cuore è mio adesso, non il suo. Lo so, ma una volta era il suo, e questa è l’ultima volta che potrai sentirlo battere. Quindi, per favore. Fallo per entrambi”
 
Kurt si arrampicò sul letto accanto a Blaine, senza curarsi di infrangere le regole dell’ospedale, e si sdraiò accanto a lui. Mentre lacrime silenziose gli rigavano il volto, appoggiò la testa sul petto di Blaine. non si preoccupò di dove mettere le mani o di quanto a lungo potesse restare così. Era di conforto essere l’uno nelle braccia dell’altro.
 
Kurt avvolse le braccia strette intorno a Blaine, e Blaine fece lo stesso con Kurt. Entrambi chiusero gli occhi, e rimasero in ascolto. Kurt del thump… thump…thump… del cuore di Blaine – a un ritmo più debole di quanto non lo sia mai stato – e Blaine della presa di Kurt su di lui che lo tranquillizzava nonostante fosse terrificato.
 
Alla fine, si separarono, e dopo un bacio davvero bagnato e un “ci vediamo presto”, si allontanò da Blaine.
 
Il che ci riporta ad ora. Kurt, in piedi in mezzo alla sala d’attesa, non aveva idea di cosa fare.
 
“Kurt” iniziò Burt, riportandolo indietro dai suoi pensieri. “Vuoi sederti?”
 
Kurt prese un respiro instabile. “No. No, penso… penso di aver bisogno di camminare o… qualcosa del genere”. Lasciò in fretta la stanza, sperando di aver preso la direzione giusta per l’ascensore. Non riusciva più a pensare lucidamente.
 
“Kurt” lo chiamò una voce familiare alle sue spalle. Si voltò e vide suo padre camminare verso di lui con un’espressione preoccupata in volto. “Kurt, dove stai andando?” gli chiese dopo averlo raggiunto.
 
“A.. all’ascensore” rispose Kurt mentre una lacrime rotolava lungo al guancia. Non si era nemmeno accorto di star piangendo.
 
“Stai andando nella direzione opposta”
 
“O-oh”. Rise di sé stesso. “Devo… aver sbagliato corridoio”. Fece per superare suo padre, ma Burt lo fermò prima che potesse fare un altro passo.
 
“Kurt, non stai bene. Smettila di fingere”
 
 “C-cosa vuoi dire? Certo che sto bene” rispose mentre gli sfuggiva un’altra lacrima.
 
Un’occhiataccia, e un semplice “Kurt” lo fecero crollare.
 
Cadde tra le braccia di Burt, singhiozzando e con le spalle tremanti. “E se… succede qualcosa, papà? C-cosa faccio? M-mi sento c-così impotente”
 
“Hai fatto tanto per lui, ragazzo” rispose Burt abbracciando suo figlio e strofinandogli una mano sulla schiena. “Più di quello che farebbe la maggior parte delle persone alla tua età”
 
“I-io non ho fatto… niente”
 
“Kurt, hai passato gli ultimi sei mesi a prenderti cura di lui praticamente tutto il giorno. Lo hai portato in ospedale un sacco di volte, e hai imparato il linguaggio dei medici”
 
“D-devi sapere c-cosa dicono… tutte le volte. A v-volte dicono c-cose diverse pensando che t-tu non capisca”
 
“Vedi. Questo”. Kurt si tirò indietro in modo da poterlo guardare. “Kurt, tu sei andato ben oltre. Scommetto, da tutte le ricerche che hai fatto, che potresti fare l’intervento tu stesso”
 
“E’ quello che ha d-detto il dottore” rispose Kurt, calmandosi un po’.
 
Burt asciugò le lacrime dal volto di Kurt con i pollici. “Hai fatto tutto quello che potevi fare. Il resto non dipende da te, Kurt. So che lo vorresti, ma non è così”
 
“Non è giusto, però. Undici mesi fa ci siamo sposati, e… ora questo?”
 
“Lo so. E’ uno schifo. Ma tu hai i migliori chirurgi dalla tua parte, e se tutto va bene, tu e Blaine potrete passare altri 30 anni insieme. Lo so che questo momenti ti sembra brutto, ma non pensi che per trent’anni in più ne valga la pena?”
 
Kurt fece un respiro profondo. “S-si. Si, ne vale la pena”
 
“Okay allora. Andiamo a sederci e aspettiamo tuo marito”
 
E lui tornò. Si riprese molto più in fretta rispetto a quando aveva nove anni. Gli fu tolto il respiratore dopo due giorni, e dimesso dall’ospedale in una settimana, trascorrendo i due mesi successivi sotto le costanti cure di Kurt.
 
In sei mesi, Blaine fu di nuovo il vecchio sé. Oltre ai controlli regolari dal medico, l’intervento era una cosa che apparteneva la passato.
 
“Mi chiedo di chi sia il cuore che hai ora” si chiese Kurt ad alta voce una sera mentre stava rannicchiato sul divano a guardare un film. Il donatore questa volta era anonimo, e né Kurt né Blaine sapevano qualcosa su di lui o sulla sua famiglia.
 
Blaine strinse Kurt un po’ più vicino a sé. “Non lo so. Però, immagino loro figlio venirmi a cercare un giorno, diventeremo amici, ci innamoreremo, e passeremo il resto delle nostre vite insieme”
 
“Ah, ah, molto divertente” disse Kurt dando un pizzicotto al fianco di Blaine.

 



 
Poi c’erano momenti, come adesso, che semplicemente nessuno dei due poteva spiegare. Era solo… felicità. Ma anche qualcosa di più allo stesso tempo.
 
“Kurt! Kurt!” urlò Blaine dal bagno.
 
“Cosa?” esclamò Kurt lasciando cadere i piatti che stava lavando nel lavandino e correndo fuori dalla cucina.
 
“Vieni qui, Kurt! Sbrigati!”
 
“Cosa c’è? Se-”. Si interruppe quando raggiunse la porta del bagno, e vide Blaine goffamente sopra al lavandino, il più vicino possibile allo specchio. “Cosa stai facendo, Blaine? E perché sorridi? Pensavo che ti fossi fatt-”
 
“Guarda!” lo interruppe Blaine, voltandosi verso di lui con gli occhi spalancati. Aveva le mani tra i capelli, appiattendoli verso il basso, e sembrando in tutta onestà un po’ folle.
 
“Blaine, tesoro, che cosa dovrei guardare?” chiese Kurt parlando lentamente da quanto era confuso.
 
“I miei capelli!”
 
Kurt annuì. “Quella parte l’avevo capita, ma non capisco perché dovrei guardare i tuoi capelli”
 
“Non lo vedi?” chiese Blaine aggrottando le sopracciglia. Si voltò di nuovo verso lo specchio e dopo uno sguardo tornò ad avere un volto felice. “E’ cosi ovvio!”. Dopo essersi guardato allo specchio ancora per un momento, si voltò verso Kurt, avvicinandosi. “E’ proprio… qui” disse indicando un punto della sua testa.
 
Kurt sospirò. “Blaine, non ho idea di cosa tu mi vogl-”.
Si bloccò, vedendo finalmente quello che Blaine voleva mostrargli. “Oh mio Dio! Oh mio Dio, Blaine! Hai un capello grigio! Oh mio Dio!”
 
“Lo so!” esclamò Blaine eccitato. Allungò una mano e tirò Kurt vicino a sé, abbracciandolo più forte che poteva.
 
Entrambi avevano un sorriso ridicolo sul volto, e ridacchiavano come bambini che l’avevano fatta franca dopo aver mangiato il gelato prima di cena.
 
E’ vero, avevano solo 35 anni, e i capelli grigi non dovevano essere un momento felice. Inoltre, Blaine aveva il gene dei capelli grigi, suo padre era diventato completamente grigio a 45 anni, quindi non doveva esserne sorpreso. Ma, se c’erano due persone che andavano contro tendenza, erano loro due.
 
Kurt sapeva fin dall’inizio che il più grande – e unico – desiderio di Blaine era di avere i capelli grigi. “Se riesco a vivere abbastanza a lungo da avere i capelli grigi, e definirmi ‘un uomo anziano’, posso morire felice” aveva detto.
 
Per tre anni avevano temuto che non sarebbe mai successo. E adesso… stava accadendo. Non potevano contenere l’entusiasmo.
 
Kurt boccheggiò. “Blaine, dobbiamo festeggiare!” dichiarò, tirandosi indietro e guardando suo marito. “D’ovunque tu voglia andare, ci andiamo. E prenderemo una torta. E dei palloncini”
 
In questo momento, la maggior parte delle persone direbbe ‘è’ solo un capello grigio’.
 
Ma non Blaine. “Possiamo prendere dei cupcakes?”
 
“Duh”
 
“Ma voglio anche una torta”
 
“Che ne dici se…” disse Kurt voltandosi per uscire dal bagno, ma senza lasciare la mano di Blaine. “… andiamo fuori a cena, così possiamo prendere un dessert. Poi andiamo da ‘Mary’s Cupcake Shake’ e ne prendiamo un po’ anche da portare a casa”
 
“Certo” intervenne Blaine.
 
“Poi, andiamo da ‘Giorge’s Pie Parlor’ e prendiamo una torta. Poi, andiamo a prendere in un posto lontano i palloncini e torniamo a casa a piedi così tutti possono vederci e si chiederanno per cosa stiamo festeggiando”
 
Kurt si voltò per prendere la giacca dall’attaccapanni vicino alla porta, ma Blaine lo tirò a sé e lo bacio. “Ti amo così tanto”
 
“Ti amo anch’io” rispose Kurt sorridendo. “Ora andiamo a mangiare più del nostro peso corporeo”
 
“Si!”
 
Così quella sera, mentre il resto del mondo desiderava rimanere giovane per sempre, Kurt e Blaine festeggiarono il loro invecchiare.
 
“Mio padre mi diceva spesso che ‘a volte devi guardare bene. Ma troverai sempre una luce alla fine del tunnel. Solo che ci potrebbe volere un po’ prima di trovarla’. Beh, aveva ragione. L’ho travata. Eri tu”
 
 
 



 
Note dell’autrice:
FINE!
 
Ho pensato che fosse opportuno finire con un flashback dal momento che ho iniziato così ogni capitolo :)
In ogni caso, spero che questa ff vi sia piaciuta.
Qualcuno mi aveva consigliata di scrivere una OS su questa ff e non mi sembrava una cattiva idea, ma vorrei sapere cosa ne pensate. Non è una cosa che abbia mai fatto prima, ma odio dire addio a IAH. E’ il mio bambino.
Ad ogni modo, grazie a tutti.
 
 
Note della traduttrice:
finalmente sono riuscita a pubblicare anche l’ultimo capitolo.
Mi sembra passata una vita da quando ho deciso di tradurla, ma sono contenta che a molti altri oltre a me abbiamo saputo apprezzare questa ff.
Mi fa persino strano dover mettere ‘completa’, mi ci ero affezionata :,)
Per quanto riguarda le note dell’autrice (vedi sopra) alla fine ha veramente scritto una raccolta di 3 OS su questa ff che pubblicherò a breve, quindi state in campana ;)
Grazie mille per tutto il sostegno
Leana <3
  
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