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Autore: Rosmary    08/07/2013    12 recensioni
{La storia è il seguito della oneshot "L'intraprendenza di Hermione"}
Un filtro, un sogno bizzarro rivelato alla persona sbagliata e la più brillante delle studentesse di Hogwarts si ritrova incastrata in un'imbarazzante situazione, che avrà risvolti più che inaspettati. Dopotutto, è noto, ogni esperimento ha in sé degli effetti collaterali, l'importante è riuscire a fronteggiarli!
Dal primo capitolo:
“Spiegami di nuovo come ha reagito Hermione, che quando me l’hai detto era l’alba e ho capito poco e niente.”
“Solite reazioni di ragazze cotte,” commentò vanesio e spiccio. “È arrossita, poi ha negato e mi ha tirato uno schiaffo quando ho tentato di baciarla.”

Dal quinto capitolo:
“Siamo tornati indietro?”
“Quindi, è una Giratempo!” concluse vittorioso e allegro il ragazzo.
Hermione inarcò un sopracciglio, portò le braccia conserte ed esibì un'espressione contrariata e saccente. “Ma l’hai mai vista, una Giratempo?”
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, Hermione Granger, I Malandrini, Lily Evans, Un po' tutti | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger, Hermione Granger/ Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'intraprendenza di Hermione'
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I personaggi presenti in questa storia sono proprietà di J.K. Rowling; la storia è scritta senza alcuno scopo di lucro.
La long è il seguito della oneshot L
intraprendenza di Hermione.





 

Effetti collaterali


Da quando Grimmauld Place era divenuta sede dell’Ordine della Fenice, ospitando la numerosa famiglia Weasley, il baccano sembrava essere parte integrante della dimora nonostante i continui richiami della momentanea padrona di casa. Quella mattina, non diversamente da altri giorni, Molly trafficava ai fornelli con aria assorta e Harry si rigirava sveglio nel letto, mentre Ron dormiva; i chiassosi gemelli e Sirius facevano su e giù per la casa, infastidendo il ritratto della deliziosa Walburga. Unica nota diversa era il prolungato sonno di Hermione, che fece preoccupare Molly e insospettire Ginny; quest’ultima, risoluta come da un po’ a quella parte, trascurò la propria colazione e salì rapida le scale.

“Sei sveglia?” chiese, entrando nella stanza condivisa con la Granger. Ma Hermione sembrava essere in letargo: aveva il volto affondato nel cuscino e le lenzuola a coprirle persino i capelli. “Guarda che so che sei sveglia, non riesci mai a dormire così tanto,” chiarì scettica Ginny, sedendosi sul letto sfatto dell’amica.

“Dormo, invece.”

Ginny sorrise, divertita dall’insolito tono lagnoso di Hermione. “Wow! Sei davvero un genio, allora, se riesci a dormire e conversare nello stesso momento!”

L’ilarità costrinse la più grande a rigirarsi nel letto, aprire gli occhi e mettersi seduta, mostrando l’ancora più informe matassa di capelli. “Sono sveglia, d’accordo. È un reato?”

“No, non lo è,” canzonò Ginny, “ma è strano. Insomma, perché non sei giù a studiare? Tutte le mattine rischi di svegliarmi con quella stupidissima sveglia!”

“Non parlarmi della sveglia! Non parlarmi di questa mattina!” chiarì stizzita, tornando a stendersi nel letto. “Mi alzerò direttamente il primo settembre, per tornare a Hogwarts. Fino ad allora, voglio marcire a letto.”

“Okay, spara. Cos’è successo?”

“Niente.”

“Hermione?”

“Sul serio, Ginny. Non è successo niente.”

“Allora smetti di fare la bambina e alzati!”

“No! Se io resto a letto, tuo fratello resta in vita. Si tratta di una banalissima equazione!”

Una che?

“Un’equazione! Ah, lascia stare! Se studiassi Babbanologia e Aritmanzia lo sapresti,” sbottò, facendo inarcare le sopracciglia all’altra.

“Sì, certo e magari ci aggiungo anche un bel corso extra di Pozioni, perché vedere Piton solo sei o sette ore alla settimana è poco.”

“Sì, tu scherza, intanto Pozioni è un’ottima materia, concordo che Piton abbia dei metodi discutibili, ma… Dove vai?” chiese allibita, mettendosi nuovamente a sedere.

“Via! Ecco dove vado!” affermò la Weasley, già sull’uscio della stanza. “A meno che tu non la smetta di fare la maestrina e mi dica perché stai lì a mettere radici,” concluse senza il minimo tatto, dimostrando quanto fosse simile a Ron.

Hermione sbuffò, annuendo all’indirizzo della ragazza e facendole cenno di tornare a sedersi sul letto. “Tuo fratello mi ha incastrata in una situazione più che imbarazzante.”

“Oh, non preoccuparti. Le trovate di Ron sono sempre risolvibili! Non parliamo certo di Fred e George!” esclamò sicura, ma alla smorfia apparsa sul volto dell’interlocutrice fu costretta ad impallidire. “Hermione, tuo fratello alludeva a Ron, vero?”

“Fred,” scandì amara, “alludeva a Fred. Quel pazzo scalmanato! Mi ha rifilato un filtro suo e di George, che… oh, oh! Oh!”

“Hermione,” chiamò Ginny preoccupata, “ti stai ripetendo.”

“Oh! Io so che non è vero. Perché non è vero. Ma come dimostrarlo? Mi prenderanno in giro a vita! A vita! Lui e George! Non posso uscire da questa stanza, altrimenti lo ammazzo, sono sincera.”

“Posso sapere cos’hanno combinato?”

Ginny non dovette chiedere ancora, poiché Hermione, con tutte le guance arrossate e l’espressione nervosa, raccontò l’accaduto, spiegandole per sommi capi il sogno e le conseguenze.

“Oh. Wow. Cioè… wow!”

“Ora sei tu a ripeterti, Ginny.”

“Sì. Wow! Cioè…”

“Non dire di nuovo wow!”

“Sì. Wow! No, scusa,” si corresse ghignando, “quindi ti piace Fred?”

“No che non mi piace! Ma cos’avete in testa? Burrobirra scaduta?!”

“D’accordo. Scusa, scusa!” disse ancora l’altra. “È solo che le invenzioni di Fred e George difficilmente sbagliano.”

“Anche se sono sperimentali?” la sfidò fiera Hermione.

“Beh, se arrivano a testare su qualcuno che non siano loro, significa che non è più sperimentale. Cioè, se l’hanno testato su di te, vuol dire che sono abbastanza convinti del prodotto.”

“Sono convinti male! A me Fred non piace affatto! E il punto, infatti, non è questo.”

“Hai vergogna di lui, non è vero?”

“Non puoi darmi torto! Ha già finto di baciarmi! Hai idea di cos’altro possa fare?”

“In effetti… Però anche tu! Dovevi capire che c’era qualcosa sotto! Non solo era sveglio, ma era anche interessato ai tuoi sogni. Cioè, ma a Fred che gliene importa di quello che sogni?”

Hermione tacque, consapevole che la ragione patteggiasse per Ginny. “Quindi? Cosa faccio?”

“Non lo so, ma, per iniziare, ti alzi e ti comporti normalmente, così non gli dai altro materiale su cui lavorare.”

“E poi?”

“E poi,” sbuffò, “e poi vediamo,” affermò scrollando le spalle.

“Bene. E, Ginny, sul serio: a me non piace Fred!”

E il ghigno malizioso tornò sulle labbra della quattordicenne. Un’espressione, quella di Ginny, che Hermione s’impose d’ignorare, esattamente come stava cercando di ignorare, da ore ormai, l’ipotesi che quel filtro potesse averle mostrato la dura realtà.

 

****


“Voi due! Via le bacchette, ora!”

“Sì, mamma,” biascicò George, facendo cenno al gemello di squagliarsela.

“In questi giorni è più nervosa del solito, hai notato?” domandò Fred a voce bassa.

“Eccome. Papà dovrebbe portarla un po’ in giro.”

Soffocò una risata Fred, dando poi una gomitata al gemello, alla vista della camera di Hermione e Ginny. “Che dici? Sarà ancora dentro?!”

“Magari sta cercando di soffocarsi col cuscino!” s’accodò George ghignando. “Chi l’avrebbe mai detto, la Granger che fa sogni sconci su di te!”

“Questa è la prova che sono meglio di te,” affermò il ragazzo, riprendendo a camminare. “Se riesco a far breccia persino nel cuore della McGranitt in miniatura, sono proprio irresistibile!”

George ridacchiò, infilandosi nella camera condivisa col gemello. “Spiegami di nuovo come ha reagito Hermione, che quando me l’hai detto era l’alba e ho capito poco e niente.”

“Solite reazioni di ragazze cotte,” commentò vanesio e spiccio. “È arrossita, poi ha negato e mi ha tirato uno schiaffo quando ho tentato di baciarla.”

“Cosa? Non me l’avevi detto,” gracchiò George allibito.

“Ma sì, te l’ho detto. La tentazione di farla imbarazzare ancora di più è stata troppo forte!”

George annuì, sorridendo sghembo, ovviamente concorde su quanto l’occasione fosse ghiotta. “L’abbiamo in pugno!”

“Già! Un record per noi! Abbiamo in scacco un Prefetto prima che diventi Prefetto!”

“Non deve saperlo nessuno.”

“Nessuno,” confermò Fred.

“Neanche Ron, anche perché ci rimarrebbe secco!”

“Ci sono rimasto secco anch’io, in effetti,” chiarì ghignando. “Pensavo fosse più tipo da Percy,” concluse con una smorfia disgustata, mentre George, all’ipotesi, fingeva di dar di stomaco.

****


“Hermione, eccoti. Non stai bene, cara?”

“Solo un po’ di sonno, signora Weasley, nulla di preoccupante.”

“Meglio così,” affermò Molly, sorridendo all’indirizzo della ragazza.

Hermione s’allontanò rapida dalla donna, acciuffò un croissant ed evitò Sirius, dirigendosi nuovamente al piano superiore, più che intenzionata a svegliare Harry e Ron, vogliosa di sincerarsi circa l’umore del primo.

“Ehi!”

Un’esclamazione, un sorriso sghembo e Hermione stava quasi per inciampare sui propri piedi. Un bell’inizio per fingersi indifferente, non c’era dubbio.

“Ehi,” rispose vaga, obbligandosi a guardare in volto Fred o George.

“Dove vai così di corsa?”

“Da Harry e Ron,” rispose spiccia, “ti interessa altro?”

Fred mostrò i palmi in segno di resa, scherzoso. “Calmati, faccio solo conversazione,” ampliò il ghigno, “per una mia ammiratrice questo ed altro!”

Hermione arrossì, ma s’indispettì anche. “Senti, chiariamoci: io non sono una tua ammiratrice.”

“Se lo dici tu,” canzonò Fred.

“Lo dico io, sì. Perché, credimi, lo saprei se fossi interessata a te e, siccome questo è impossibile sia in questa vita che in altre cento, posso affermare certa che il tuo stupido filtro non funziona affatto.”

“Invece funziona!”

“Quando me lo dimostrerai, forse, ci crederò.” Tono di sfida, aria saccente, gli sorrise persino, aggirandolo e imboccando la stanza dei due amici.

Fred, spiazzato dal piglio della ragazza, seppe solo assumere un’aria esterrefatta che, ben presto, divenne divertita. “E sia,” sussurrò al nulla.

   
 
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