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Autore: R Neville    21/01/2008    0 recensioni
Le storie di maghi che dovranno sopravvivere nel nostro mondo.Un'avventura fantasy nuova e avvincente.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi dispiace ma bisognerà aspettare il prossimo capitolo per sapere della riunione xD.


A est di Oradea ,Romania, 10 ottobre 2009.


Il vento soffiava sul confine tra Romania e Ungheria, accarezzando le monti e le vallate e ispirando nella gente ribelle una voglia irrefrenabile di cancellare la loro paura. Era all'incirca mezzanotte quando la gente arrivò ai piedi dello sperone di roccia dove era costruito il castello degli orrori.
Erano ricurvi su se stessi, con i denti digrignati come quelli di un lupo minacciato dal cacciatore e con le mani ghiacciate dall'aria che stringevano avidamente le loro spingarde,i loro fucili a pallini o a sale. Uomini,donne,vecchi, e persino ragazzini di dieci anni erano lì a fissare con occhi minacciosi , pieni di rabbia e paura, il luogo della caccia: il lupo quella notte doveva morire.
Era già un mese, che quell'essere demoniaco era stato avvistato dentro il castello insieme a due ombre nere che lo sorvegliavano. La gente più superstiziosa diceva che erano le anime maledette di due sposi e del loro fedele cane, mentre i più coraggiosi affermavano che era solo un lupo troppo cresciuto che a sua volta creava un'ombra esageratamente grande dietro di lui...ma nessuno si avvicinava alla sua soluzione.

La folla iniziò la caccia. Un paio di centinaia più in là, una figura osservava da una finestra del castello la minaccia avvicinarsi.

“Quanti sono?” chiese una voce robusta nascosta nell'ombra dietro l'individuo;
“Direi cinquanta”rispose l'uomo, girandosi, mostrando i suoi capelli neri corvino alla luna;
“Potrebbero essere un problema...meglio bloccarli da subito” disse una voce più morbida posta vicino la prima;
“Va bene” disse l'uomo alla finestra, lasciando che una persona coperta completamente da un mantello scuro lasciasse la stanza.

L'uomo si posizionò davanti alla finestra a schiena dritta,ammirando la luna e lasciandosi illuminare dalla luce pallida. L'uomo mostrò i suoi lineamenti decisi e marcati,la pelle bianca povera di rughe,capelli lunghi e neri e vesti di colori scuri, tra il nero e il viola. Continuava a fissare la folla, mentre accarezzava i suoi anelli di ferro finchè la voce maschile non lo staccò dal panorama;

“Credo che dobbiamo andare”;
“Sì...ha ragione...sarà meglio raggiungere Shion e andare all'uscita alternativa...così potremmo raggiungere l'autostrada,prendere l'automobile che abbiamo posizionato lì e raggiungere tranquillamente la capitale ungherese.
“Va bene, andiamo”.
L'uomo si voltò e uscì dalla stanza assieme ad un ombra più alta di lui. Si trovarono in un corridoio ampio che li condusse ad una scalinata dove li aspettava Shion.

“Che hai combinato??” chiese l'uomo vestito di viola;
“Oh niente di che mio caro Vladimir...quegli sciocchi mortali hanno paura del buio...così, quando entreranno nel castello penseranno di essere in un infinito vicolo buio”disse la figura di altezza media;
“Perfetto...non voglio avere grane stasera” disse Vladimir;

I tre a quel punto si diressero alla sala principale, dove c'era l'entrata al castello; passarono da un passaggio superiore al primo piano, da dove poterono vedere la folla terrorizzata dall'illusione che li circondava,ma essa si rivelò inefficace quando un piccolo bambino con una torcia elettrica illuminò la sala sciogliendo l'incantesimo. Subito la gente alzò gli occhi e vide i 3 uomini: un istante dopo una pioggia di pallottole si scagliò verso i 3 individui che corsero dentro uno stretto corridoio verso la loro via di fuga. Cominciò una corsa contro la morte; la gente sbucava da ogni angolo nell'intesa di uccidere uno di quei 3 e a quel punto non rimase che una cosa:Vladimir si bloccò, disse ai due compagni di andare, lui sarebbe rimasto lì a prendere tempo e in caso positivo li avrebbe raggiunti; i due se ne andarono tranquillamente senza battere ciglio, mentre Vladimir mostrò la sua vera natura.
L'anello sul suo mignolo destro si illuminò mostrando un incisione raffigurante un lupo.
Il corpo dell'uomo si gonfiò in modo anormale,i vestiti si strapparono e peli folti e neri crebbero da tutte le parti. Solamente i gioielli e i pantaloni rimasero intatti:le mani divennero forti e robuste, le unghie più lunghe e affilate, i denti mutarono in zanne lunghe e affilate mentre il viso si allungò prendendo le sembianze di quello di un lupo e gli occhi divennero da viola a gialli. Nel corridoio, la figura di un normalissimo uomo divenne quella di un uomo-lupo, un cosiddetto lupo mannaro assetato di lotta. La bestia si lanciò in una corsa sui muri per poi lanciarsi all'improvviso delle morbide gole di qualche sfortunato umano mentre altri si accalcavano sull'aggressore per ucciderlo.
La lotta cominciò ben presto e si sposto sul salone principale. Donne e uomini sparavano alla rinfusa tentando di uccidere il lupo, ma i semplici proiettili non potevano niente. Ne aveva eliminati all'incirca 20 tra donne,vecchi e uomini, risparmiando i bambini che non osava toccare, quando decise di scappare dal portone principale. Corse lungo la via di terra per poi cambiare la sua forma: i peli scomparvero di un botto,il corpo divenne di dimensioni normali ma molto più magro della forma umana, la pelle bianchissima,gli occhi rossi e i capelli grigi. Dietro le spalle spuntarono due ali grigie simili a quelle di un pipistrello e con esse Vladimir spiccò il volo. Ma una donna vecchiotta e grassa, con denti ingialliti e capelli sbiaditi, sparò un colpo che perforò all'istante l'ala di Vladimir e lo fece precipitare violentemente sulla terra, provocandogli una gamba rotta e un braccio completamente frantumato. La gente arrivò immediatamente intorno al corpo e un bambino con un accetta bloccò definitivamente l'esistenza di Vladimir piantando nel collo una lama di ferro.
Un miglio più in là circa, le due figure, compagni di Vladimir, si immergevano nel buio del bosco ascoltando gli ultimi lamenti dell'amico.



Parigi, 25 Gennaio 2008


Un centinaio di metri sotto le fogne francesi, Jack si lamentava per i suoi dolori alla spalla. A quanto pare Roberta l'aveva salvato miracolosamente dalla curiosità della gente di quella sera, ma aveva esagerato ad usare la telecinesi, avrebbe potuto usare più delicatezza. La mattina scorsa era arrivato a Parigi addormentato, ancora scosso. Il fatto grave di quella serata non era che c'era stato un morto, ma che una minuscola percentuale di mondo era venuta a conoscenza del suo segreto.
Ore era nella sede della Rosa, la società degli Alchimisti, mentre riceveva cure. Quando si svegliò erano le 4 del pomeriggio:l'ora della riunione.

  
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