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Autore: zaynsnote    13/07/2013    16 recensioni
“Dovresti prendere qualcosa di più sostanzioso.” Disse ferma una voce maschile dietro di me. Non la riconobbi e mi voltai verso il ragazzo che aveva parlato.
“Prendo ciò che mi pare.” Dissi mostrando un sorriso sfacciatamente malizioso che lui ricambiò al più presto.
“Mmh… sei nuovo?” Chiesi addentando la mela in modo sensuale.
“Sì, è il primo giorno e già mi sono scocciato di questa prigione.” Ridacchiai e il suono della mia risata poteva essere facilmente ricordato come quello di un’oca. Era ciò che faceva impazzire i ragazzi. Una piccola risatina anche finta, per fargli capire che la loro battuta ti era ‘piaciuta’.
Presi a disegnare rette verticali immaginarie sulla sua spalla destra con il mio indice.
“Che ne dici se ti faccio fare un giro come guida in questa prigione?” Mi morsi il labbro inferiore cercando di persuaderlo.
Genere: Erotico, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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{crediti a @ljarsneverdje}

Dopo gli allenamenti ero sfinita.
Presi le chiavi di casa dalla mia borsa sperando che mia madre fosse già uscita per andare a lavoro e quando aprii la porta l’odore di tabacco mi travolse, segno che era appena uscita dopo aver consumato una delle sue tante sigarette.
Aprii le finestre lasciando entrare la debole luce che regalavano gli ultimi raggi di sole della giornata.
Lanciai un’occhiata al calendario e mi ricordai che quella sera ci sarebbe stata una festa a casa di Tiffany, una ragazza che mi veniva dietro quando aveva bisogno d’aiuto nell’abbordare un ragazzo.
 La festa sarebbe iniziata alle otto di sera e in quel momento erano le sei. Avevo solo due ore per prepararmi.
Avevo bisogno di liberare un po’ la mente,  un po’ di alcool e qualche ragazzo mi sarebbero stati d’aiuto.
Corsi nella mia stanza e aprii l’armadio color mogano cercando qualcosa di sexy da indossare, ma non trovavo davvero niente di adatto alla serata. Non avevo idea che tipo di festa sarebbe stato o che gente sarebbe andata perché Tiffany era una di quelle che organizzava serate diverse ogni volta.
Così decisi di inviarle un messaggio chiedendole aiuto.
‘Ehy Tiff, come sarà la festa?’ Inviai senza spiegarle il motivo di quel messaggio, non volevo che sapesse che ero in difficoltà nella scelta di un vestito.
La risposta arrivò molto velocemente.
‘Corto, appariscente, luminoso.’
Beh, quando voleva usava anche lei l’intelligenza che aveva, e anche piuttosto bene.
Cercai qualcosa che potessi addirsi alla descrizione e dopo mille prove trovai un vestito fantastico. Due strati di tessuto bianco mi coprivano morbidi metà coscia, la gonna a vita alta era attaccata ad un corpetto cosparso di piccole luci oro da abbinare ad un paio di tacchi dello stesso colore.
Mi diressi in bagno per fare una lunga e rilassante doccia dato che di tempo ne avevo, quella notte sarei rimasta sveglia per un bel po’.
Mi infilai nella cabina, lasciai uscire l’acqua che cadde sul mio corpo accarezzando tutte le mie curve e strofinai con una spugna rossa il bagnoschiuma ai lamponi in quantità industriale per lasciare il profumo impresso sulla mia pelle.
Lavai anche i miei capelli biondi ed uscii da sotto la doccia solo dopo essermi goduta qualche altro minuto l’acqua calda su di me e i brividi di piacere che mi provocava.
Avvolsi un asciugamano al mio corpo tenendolo stretto al mio petto lasciando le mani libere per asciugare i miei boccoli dorati. Indossai i miei vestiti, lavai i denti e mi truccai. Dell’ombretto oro brillava sulle mie palpebre e il rossetto rosso fuoco illuminava le mie labbra carnose. Più passate di mascara resero le mie ciglia molto lunghe e irresistibili.
Sistemai i miei capelli prendendo delle ciocche laterali e tenendole indietro con delle forcine per finire il quadro.
Avevo giusto un quarto d’ora per arrivare a casa della mia amica e mi pentii di non aver sedotto qualche ragazzo a scuola munito d’auto che mi avrebbe potuto accompagnarmi.
Presi la metro e appena entrai nel veicoli attirai lo sguardo di tutti: donne, uomini, bambini e ragazzi.
Finsi indifferenza e scesi alla mia fermata percorrendo solo qualche metro prima di arrivare alla villa di Tiffany. Già dal portoncino del viale si riusciva a sentire, anche se ovattata, la musica pompare e una scossa di adrenalina s’impadronì di me.
I tacchi alti non mi facevano male tanto che c’ero abituata e arrivare alla porta non fu un’impresa difficile.
“Ehy Taylor, sei un bijoux.” Mi disse la mora guardandomi dalla testa ai piedi.
Le lanciai un occhiolino scherzoso ricambiando il complimento e mi infilai subito nella pista da ballo quando scorsi una testolina di una persona che già non sopportavo anche se ci eravamo conosciute da poco.
A quanto pare anche questa testolina vide la mia.
“Taylor! Ciao!” Urlò cercando di sovrastare il volume della musica house molto alto.
“Ciao Safaa.” Ricambiai il saluto provando ad essere il più gentile possibile.
“Sono disperata e vuoi sapere perché? A causa di mio fratello, sempre lui. E’ stato invitato anche lui alla festa e ora non mi sento libera di fare ciò che voglio.”
Ecco perché Tiffany l’aveva invitata, per suo fratello molto probabilmente.
“Divertiamoci.”
La trascinai tra la gente che si strusciava compiendo strani passi di danza o semplicemente ancheggiando e scuotendo in alto le braccia.
Iniziai a muovermi in modo sensuale come se volessi accarezzare la musica della canzone che il dj si divertiva a mixare in quel momento.
Anche Safaa non era da meno, si sapeva muovere davvero bene.
Dopo un po’ persi di vista la ragazza e mi trovai a strusciarmi contro chiunque mi si avvicinasse, eravamo tutti stretti e i movimenti erano limitati.
All’improvviso mi sentii tirare per un braccio e subito capii che era un ragazzo grazie alla presa forte che mi stringeva, avevo già trovato con cui passare anche quella notte così che non sarei dovuta tornare a casa e dormire da sola.
Sembrerà strano che una ragazza come me aveva il terrore di dormire da sola, non mi piaceva stare in una stanza al buio da sola, tantomeno se al mio risveglio mi sarei trovata mia madre urlarmi contro cattiverie.
L’altro braccio del ragazzo avvolse la mia vita facendomi voltare verso di lui e fui sorpresa nel vedere chi era: il ragazzo che mi aveva rifiutato quella mattina.
Sorrisi maliziosa e mi avvicinai per sentire il suo profumo, non puzzava di alcool per questo dedussi che non era giù ubriaco, ma sobrio.
Perché di mattina mi aveva rifiutata ed ora stava passando le sue mani sul mio corpo come se fosse l’unica cosa di cui aveva bisogno?
Mi schiaccio a sé muovendosi contro il mio corpo e mise la sue testa nell’incavo che formavano il mio viso e il collo. Su quest’ultimo appoggiò le sue labbra, trovò un punto sensibile dove ci passò la lingua prima di mordicchiare il lembo di pelle ormai umido. Prese a succhiare avidamente facendomi gemere e inarcare la schiena.
Spostai la mia testa di lato per dargli maggior spazio e lo sentii spostare alcune ciocche di capelli che erano cadute sul mio collo.
Il velo di barba che gli copriva il mento mi solleticava leggermente.
Quando si spostò dal punto che aveva preso di mira potei guardarlo meglio in viso; vicino com’era riuscivo ad individuare ogni sfumatura dei suoi occhi:dal marrone chiaro a qualche luccichio verde.
I suoi occhi bruciavano sulla parte di petto lasciata scoperta dal vestito e ogni tanto incontravano i miei blu.
Mi sorrise mordendosi il labbro inferiore, gesto che amavo da morire.
“Sei bellissima.” Soffiò sotto il mio orecchio.
“Questa mattina non la pensavi allo stesso modo.” Dissi sfidandolo.
Mi mordicchiò il lobo come a zittirmi e ci riuscì davvero bene fino a quando non dovette fermarsi sentendo una voce che lo chiamava, quella voce.
“La tua ragazza ti sta chiamando.”
Si mise a ridere e il suono della sua risata sembrava risuonare superando anche quello della musica. Quel ragazzo era eccitante.
“E’ mia sorella.” Continuò.
Rimasi sorpresa, chissà perché la mia mente continuava a convincersi da quando l’avevo visto la prima volta che quei due potessero stare insieme.
Mi lasciò un bacio all’angolo della bocca prima di andarsene lasciandomi lì da sola.
Era ancora abbastanza presto per ritornare a casa e non avevo trovato ancora un ragazzo carino da usare per quella notte così decisi di rimanere ancora un po’ e andai al bancone dei drink ordinando qualcosa di estremamente rosa. Dopo quattro, cinque o dieci bicchieri ero ubriaca fradicia e non riuscivo a ricordare neanche il viso di colui che mi portò a casa sua facendo un favore a se stesso e a me.



Salve ragazze,
innanzitutto grazie per le recensioni allo 
scorso capitolo e un grande grazie a chi ha inserito 
la storia tra le seguite/preferite/ricordate.
Spero che questo capitolo sia di vostro gradimento. (:




{il vestito che indossa Taylor}

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