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Autore: Lady Ligeia    27/01/2008    1 recensioni
Quanto può costare un aiuto insperato, apparentemente gratuito, da parte del compagno di classe più in gamba che avete? C'è un prezzo per ogni cosa... Che cosa ne verrà fuori?
Ecco una storia, in quattro capitoli, per certi versi molto triste, per certi altri che vi farà sorridere.
(Spero di aver scelto il rating giusto... nel caso avessi sbagliato, fatemelo notare, grazie!)
Genere: Commedia, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il pallido sole invernale donava poco calore al viso scarno di Torrisi, acceso di un pallore malsano, il pallore di chi trascorre troppo tempo lontano dalla luce, dagli alberi, dal cielo. Torrisi trascorreva ore in compagnia dei videogiochi, o occupato a chattare, e poco si curava di qualsiasi altra cosa.
Inclusa la matematica, vero, idiota?

Il Magnifico l'aveva messo veramente in trappola, il giorno prima, non si poteva davvero mettere la cosa in altro modo.
E lui, stupido, ad accettare il suo aiuto, sicuro, come un bambino, come se non l'avesse conosciuto da anni, il Magnifico... quando mai aveva fatto qualcosa per niente, quel ragazzo?!

E adesso, che cosa avrebbe fatto, Torrisi?
Di passare la versione di latino, non si sentiva in grado.
Di affrontare le ire del professore di matematica, meno che meno.
Rimaneva... Arianna.
No. Troppo mostruoso, soltanto pensarci.

La sera prima era uscito con lei.
Una cioccolata calda con la panna al pub in piazzetta, niente di più. Arianna era allegra, emozionata per la festa del sabato successivo, fiera di essere stata invitata insieme a lui... e non ne faceva mistero.
Era di tre anni minore di lui, non aveva ancora finito il ginnasio, e Torrisi si ricordava ancora di quando, a settembre, il Magnifico l'aveva presentata agli amici della classe come sua ragazza. Tutti erano rimasti un po' sorpresi, perché Arianna non aveva nulla delle caratteristiche che, alle donne del Magnifico, sembravano non mancare mai. Era graziosa, ma ancora un po' bambina, e le sue emozioni erano sempre a fior di pelle. Arianna non usava cosmetici, né tacchi alti. Portava sempre gli stessi orecchini, due cerchi d'argento. Quando rideva, a Torrisi veniva in mente il cristallo, trasparente e brillante.
Ora, una come Arianna, insieme al Magnifico...

Due mesi dopo, il Magnifico l'aveva lasciata. - E' una fregatura - aveva commentato, con gli amici in quello stesso bagno. - Non ci sta, a nessun costo. -

Torrisi un po' l'aveva conosciuta, mentre frequentava il Magnifico. Ogni sabato sera erano al cinema insieme. E gli era piaciuta, e molto.
Quando il Magnifico l'aveva piantata, era stata lei a mandargli un messaggio.
Lui l'aveva consolata, anche se Arianna non sembrava averne davvero bisogno: il comportamento del Magnifico era stato tale, diceva, da disgustarla a sufficienza per il resto della sua vita. Curioso, che una quindicenne fosse così determinata.
Sempre lei, gli aveva proposto di mettersi insieme.
Erano passate cinque settimane, da quel momento, e Torrisi si domandava, perplesso, che cosa quella ragazzina scintillante avesse trovato in uno come lui.

E adesso, il Magnifico voleva riprendersela?
Una cosa, rifletté Torrisi, accendendo una sigaretta. Per lui, è una cosa. Non una persona. Non si capacita del perché abbia voluto me, che sono sempre stato il numero due. Per me, invece...

Avrebbe davvero avuto il coraggio di permettere al Magnifico di avvicinarsi ad Arianna, lui?
Di corteggiarla, di ricordare i bei tempi andati, di parlarle magari male di lui?
Arianna, la sola bellezza della sua vita?

- Ciao, mezza sega. -
Il Magnifico era arrivato. Si sedette sul bordo della tazza di un water, nello scomparto più vicino alla finestra. - Scusa, ma la Cariani non mi mollava... per fortuna che è andata in bagno anche lei, alla fine. - Si accese una sigaretta. - E chiudi quel vetro, per la miseria, che si gela! -
Torrisi, obbediente, riaccostò il battente e girò la maniglia. Un soffio di vento fece in tempo ad entrare, tuttavia, e a far aprire cigolando una finestrella interna, che sfiorava il soffitto e comunicava con un locale attiguo. Torrisi sobbalzò come se un fantasma avesse scosso le proprie sinistre catene accanto al suo orecchio.
- Allora, che cosa mi dici? La versione, o Arianna? -
- Arianna - rispose Torrisi senza esitare, guardandosi con interesse la punta delle scarpe.
Il Magnifico scoppiò a ridere. - Allora non ti sta poi così a cuore, eh, furbacchione? Guarda che lo sapevo...-
- E a te? - proruppe Torrisi. - A te, sta forse a cuore? -
- Non sei certo nella posizione di farmi la morale, ti sembra? Su, Giorgio... che cosa te ne importa, alla fine? Mica ti ho detto che voglio violentarla! Voglio solo farle un po' di filo... senza che tu mi stia tra i piedi. -
- E se lei non ci sta...-
- E se lei non ci sta, mi faccio da parte e vivrete felici e contenti per sempre, d'accordo? Adesso torniamo in classe, per piacere, che se arriva quella di italiano e non ci trova siamo fottuti senza bisogno di aspettare latino, che ne dici? -
- Dico che hai ragione. Non sono fiero di quello che stiamo facendo, ma resta il fatto che senza il tuo aiuto avrei consegnato in bianco, e che non sono in grado di passarti latino oggi. Ho già giù greco e filosofia, e se in pagella mi capita un'altra insufficienza sono casini. Quest'anno abbiamo l'esame. Provaci pure con Arianna, se ti fa piacere. Lei, tanto, la disgusti. -

Il Magnifico si alzò dal water e gli si avvicinò. Lo sovrastava con tutta la testa, e Torrisi indietreggiò d'istinto fino a quando non sentì il bordo del lavandino contro le anche. - Sta' calmo, Torrisi. Non ti faccio niente. Il tuo problema è solo che non capisci le donne. Arianna mi cadrà ai piedi come una pera matura. Lo vedo da come mi guarda quando la incontro in corridoio, capisci? -
Torrisi strinse gli inutili, piccoli pugni.
- E adesso levati, per favore, che devo pisciare per davvero. Ci vediamo in classe, amico mio! -

Torrisi scivolò nel corridoio, oltrepassò la porta del bagno femminile e tornò in aula, poco prima dell'arrivo della professoressa di italiano.
La Cariani gli sorrise, amichevole, ma lui quasi non se ne accorse.
Persichetti aveva sfidato la Sciorra a tris, alla lavagna, e stava vincendo.
Viganò ripassava latino.
Bianchi e la Biolcati confabulavano in un angolo, come facevano sempre.

Il Magnifico aveva ragione. Non gliene importava molto, forse, di Arianna. Era bello avere una ragazza, ma tanto era sicuro che, appena all'orizzonte si fosse profilato qualcuno migliore di lui, anche Arianna avrebbe preso il volo. Tutte facevano così, il Magnifico lo diceva sempre.
Bene, che il Magnifico ci provasse pure.
Lui, intanto, con matematica era a posto.
  
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