Cap. 13 – La mattina dopo (intermezzo)
La mattina
seguente, Harry si svegliò piuttosto rilassato e sereno, nonostante fosse
ancora un po’ indolenzito per l’intensa “attività fisica” svolta la sera prima.
Non appena aperti gli occhi, si diede mentalmente del coglione, non solo perché
era rimasto a dormire con Draco nella stanza delle necessità, nonostante
Hermione avesse intuito qualcosa (dandole così modo di convincersi
ulteriormente del fatto che Harry vedeva qualcuno), ma anche per il fatto che
sebbene non fosse un giorno festivo, non aveva pensato a mettere un qualunque
tipo di allarme in modo da svegliarsi entrambi in tempo per le lezioni.
Non che quando lui e Draco, la sera prima, si erano finalmente dichiarati
soddisfatti, gli fosse rimasta energia sufficiente per mettersi a pensare ad alcunché:
erano entrambi sfiniti, ed Harry si era addormentato praticamente subito. Pensò
che avrebbe voluto sapere l’ora, e di fianco al letto apparve immediatamente un
comodino con sopra una sveglia.
Il grifondoro si sporse un po’ e la prese in mano. Erano le 7.00… abbastanza
presto, per fortuna, ma dovevano sbrigarsi ad andare o avrebbero fatto tardi.
Senza contare il fatto che, mentre lui aveva a disposizione la mappa del
malandrino ed il mantello, il compagno era totalmente scoperto. Dovevano,
quindi, cercare di riuscire a tornare ai rispettivi dormitori prima che gli
altri studenti fossero svegli.
Chiamò Draco, cercando di smuoverlo delicatamente, ma non ottenne grandi
risultati. Posandogli la mano sulla spalla, allora, cominciò a scuoterlo con
maggiore forza, ed infine il biondo aprì gli occhi.
– Buongiorno…
Mormorò dolcemente Harry.
Il biondo si alzò a sedere, sbadigliando rumorosamente ed in modo assolutamente
poco Malfoy.
– Che… WAAAHN… che ora è? Che ci faccio qui?
Domandò, ancora intontito dal sonno.
Harry gli sorrise.
– Ieri sera ci siamo addormentati… Sono le sette, credo sia il caso che tu ti
dia una mossa se non vuoi che ti becchino tornare nei sotterranei…
Il serpeverde spalancò gli occhi. Ok, era definitivamente sveglio.
– Le 7.00? Cazzo… devo sbrigare a vestirmi e tornare giù… è tardissimo!
Esclamò, balzando giù dal letto e cominciando a raccattare i propri vestiti.
Harry, ridacchiando nel vederlo così indaffarato ma nello stesso tempo impacciato
perché appena sveglio, decise di fare lo stesso e si vestì velocemente. Quando
entrambi furono pronti per uscire, Harry fece per mettersi addosso il mantello
dell’invisibilità. Poi si bloccò con le mani a mezz’aria, e cambiò espressione.
– Cos’è, hai una paralisi?
Domandò divertito il compagno, poi il moretto estrasse dalla tasca dei
pantaloni una pergamena.
– Giuro solennemente di non avere buone intenzioni…
Mormorò, e guardò attentamente. Tra i grifondoro, tutto ok… sembrava che ancora
stessero dormendo tutti. Poi controllò i serpeverde.
“Porc***… ma che cavolo ci fa tutta quella gente sveglia?” pensò fra sé e sé.
C’erano almeno tre puntini in movimento, per fortuna non nella stanza dove
dormiva Draco, ma in quelle vicine. Però poteva essere un problema. Allora, con
il mantello ancora in mano, si avvicinò al compagno e gli diede un breve bacio
a stampo. Poi lo guardò più serio.
– Parliamoci chiaro: tu sei importante per me, ma se gli succede qualcosa ti riduco
in tanti piccoli brandelli, e poi li spargerò in mare così nessuno potrà
nemmeno pensare di rimetterli assieme.
Disse.
Draco lo guardò con aria perplessa, poi il compagno gli mise sulle spalle il
mantello.
– Ma cosa…
Tentò di protestare, ma il grifondoro lo zittì subito.
– Ci sono dei serpeverde svegli. Li ho visti muoversi.
Disse candidamente al biondo, per poi mostrarglieli sulla mappa.
– E tu li vedi con quella cosa?
Harry annuì.
– Ecco come facevi sempre a trovarmi…
Meditò Draco, e ad Harry sfuggì un sorriso. Poi disse piano:
– Fatto il misfatto.
E la richiuse.
Draco la prese tra le mani, incuriosito.
– E il vecchio non ne sa nulla?
Harry scosse la testa.
– No. E non ho nessuna intenzione di dirglielo. O di dargliela.
Draco lo guardò con un ghigno, mentre gli restituiva l’oggetto.
– Casomai di darglielo… e lo spero bene che non ti vada, sai che schifo?
Harry gli diede una leggera gomitata, ma poi continuò.
– Comunque, io ho questa. Tu invece non puoi sapere se qualcuno è nei paraggi o
meno. Per cui tieniti quel mantello sulle spalle, e non rompere. Stasera ci
rivediamo e me lo ridai, d’accordo?
Draco annuì.
– Sempre qui?
Harry annuì a sua volta, e dopo avergli dato un bacio a stampo, fece per
andarsene.
Poi si bloccò, di nuovo.
– Ah, senti… per te è un problema se… insomma, se dico a Silente che potresti…
ecco, essere d’aiuto per Sirius?
Draco scoppiò a ridere.
– Certo che se vuoi che vi aiuti, il minimo che puoi fare è dirlo al
vecchiaccio…
Harry si sentì rincuorato dalla risposta del compagno, e dopo averlo ringraziato
uscì, questa volta sul serio.
Draco non ebbe problemi a rientrare nella sua camera, soprattutto grazie al
mantello. Ringraziando mentalmente il moro, aprì la porta di soppiatto ed entrò
cercando di fare il meno rumore possibile, ciononostante il compagno di stanza
si svegliò ugualmente.
– Mhh… Draco…?
Mormorò assonnato.
– Sì, sono io, Blay… dormi.
– Ok… comunque è arrivata una lettera… per te, prima… Waaaahn… è sul letto…
Draco si stupì.
– Una lettera? Perché il gufo non l’ha consegnata a me personalmente, come al
solito?
Blaise si strofinò gli occhi.
– E che ne so io? L’ha… portata… un elfo domestico qui, ti cercava…
– Elfo idiota. Da quando le lettere si consegnano al primo che capita?
– Non-lo-so, Draco! Ora vorrei dormire la mezz’oretta che mi rimane, se non ti
spiace. ‘Notte…
Draco sbuffò sonoramente.
– ‘Notte Blay.
Prese la lettera fra le mani. Chissà cosa conteneva…
Quando entrò nel dormitorio Harry tentò di fare il più piano possibile,
davvero. Ma, chissà come, si ritrovò faccia a faccia con il suo migliore amico,
seduto a gambe incrociate sul suo letto.
– Credevo dormissi…
Gli disse il moro, con un tono di voce un po’ preoccupato.
– Infatti, ma ho sentito dei rumori. Non mi dirai dove sei stato, vero?
– Un po’ in giro…
Mentì Harry.
– Un po’ in giro a quest’ora della notte?
Potter annuì, e si sedette sul letto.
Poi decise che forse poteva anche dirgli qualcosa.
– Ok, non è del tutto vero. Non posso dirti dov’ero, ma ti assicuro che non
stavo facendo nulla di pericoloso…
Ron sbuffò.
– Senti, lo so che tutta questa stoia di Sirius ti fa stare male, ma se hai
bisogno di sfogarti con qualcuno, ricordati che hai degli amici…
Harry sorrise debolmente.
Già, aveva degli amici, e tendeva a scordarsene un po’ troppo facilmente in
quel periodo. Aveva bisogno di un po’ di tempo, era vero, ma doveva cercare di
parlar loro al più presto della relazione che lo univa a Draco…
Pensando al biondino, Harry si ricordò di ciò di cui avevano parlato la sera
prima.
– Sai, forse ho trovato una soluzione.
Disse raggiante.
– Che cosa vuoi dire?
Domandò Ron, perplesso.
– Te lo dico oggi pomeriggio… adesso sbrigati che è tardi.
– E va bene. Ma poi voglio sapere tutto!
Esclamò il rosso con un sorriso che arrivava da un orecchio all’altro.
Ed Harry, in quel momento, si sentì un po’più sereno.
Durante la prima ora buca i quella giornata, Harry mollò i suoi due migliori
amici, che rimasero un po’ stupiti del comportamento del moro, e corse da
Silente.
Il preside lo fece accomodare subito, e dolcemente come al suo solito chiese:
– Cosa c’è, Harry?
Harry era ancora un filino arrabbiato con lui, ma non riuscì a tenergli il
broncio, né a trattenersi dal sorridere.
– Riguarda Sirius. E il modo di tirarlo fuori… ce l’abbiamo! È inutile
continuare a cercare legami di parentela con persone che sono felicissime di
vederlo morto…
L’anziano preside incrociò le braccia, mostrandosi un po’ perplesso.
– A cosa i riferisci?
– A Malfoy… è parente di Black, anche se non di primo grado. Non potrebbe
aiutarci lui?
L’uomo scosse la testa divertito.
– Credi davvero che io non ci abbia già pensato?
Il grifondoro si sentì un po’ meno sicuro di sé stesso, ma non per questo si
arrese.
– E perché non ha provato?
***continua***
Note dell’autrice
Ringrazio tutti coloro che hanno recensito gli scorsi capitoli, e mi scuso sia
per non aver risposto ad ognuno singolarmente (ma rimedierò al più presto), sia
per il clamoroso ritardo. Purtroppo il lavoro, l’università e gli esami (che
per questa sessione finirò circa l’11 marzo) mi tengono lontana dalle fanfiction,
ed aggiornare diventa sempre più difficile. Lo so che c’è gente che con i miei
stessi impegni aggiorna molto più di frequente, ma a tutto ciò si aggiunge
anche la mancanza di ispirazione che sempre più spesso mi colpisce (soprattutto
grazie allo stress). Chiedo venia, con la promessa che appena finiranno gli
esami cercherò di essere un po’ più costante, anche se non so quanto riuscirò a
scrivere anche da marzo in poi.
Questo capitolo non mi soddisfa pienamente, ma a furia di correggerlo e
cambiarlo finivo con il non postarlo mai, quindi alla fine mi sono detta che
era ora di inserirlo, nella speranza che non sia poi così orribile.
Ringrazio fin da ora chiunque continuerà a seguirmi, nonostante la mia
lentezza, e chiunque vorrà lasciarmi un commento.
Un bacione a tutti,
spero a presto :-)
Vahly