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Autore: Luna98    24/07/2013    5 recensioni
“Molto tempo fa gli umani vivevano nel caos più totale. Così Dio mandò degli Spiriti animali sulla terra, conferendogli dei poteri. Questi Spiriti aiutarono gli umani, e calmarono i dissapori e le guerre. Alcuni spiriti animali si trovarono talmente bene con alcune persone da arrivare persino ad unirsi. Da lì nascono le anime. Questa caratteristica è ereditaria.”
Luna, una ragazza con un passato difficile alle spalle scopre di essere un'Anima. Cosa farà adesso? Come continuerà la sua vita? E se.. Scoprisse di doversi trasferire in una scuola solo per Anime?
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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`·. ̧ ̧.· ́ ́ ̄`··._.·❤  Capitolo 1

 
 

C’erano delle fiamme. Brucianti, ardenti ma soprattutto dolorose. Sentivo delle urla. “PORTA VIA LUNA!! VAI VIA DA QUA!” una donna urlava con le lacrime agli occhi. Un ragazzo mi prese in braccio e iniziò a correre verso l’uscita dell’edificio. Non volevo. Lo sentivo dentro di me, non volevo andarmene. Cercai di dimenarmi dalle braccia che mi tenevano stretta. “LASCIAMI ANDARE!”
 
 
Mi alzai dal letto spaventata. Era stato il solito sogno che mi tormentava da anni. Feci due respiri lunghi.
Dovevo calmarmi,  dopo tutto l’avevo già fatto tantissime volte quel sogno no? “Luna farai tardi a scuola!” Jack mi chiamò dal piano di sotto. “Arrivo!” Dopo essermi vestita alla bella e buona, scesi di corsa le scale. “Uffa! Sono in un ritardo spaventoso ” Jack si girò verso di me già con il solito sacchetto della colazione in mano. “E' colpa tua. Ignori sia i miei urli che la sveglia. Solo tu sai come fai a non sentire niente di prima mattina. Auguri di buon compleanno comunque.” Feci una smorfia e presi il sacchetto. Mentre stavo per aprire la porta di casa mi fermai. “Jack.” “Si?” “Oggi sono 11 anni che abito qui.” Fece un sospiro e mi riservò uno dei suoi sorrisi dolci. “Lo so. La mamma probabilmente ti avrebbe fatto una delle sue solite feste.” Emisi una breve risata e dopo averlo salutato uscii di casa. La mamma di Jack, Rose, mi aveva adottato il giorno del mio quinto compleanno. Non ho ricordi di quella giornata. Solo in seguito mi rivelarono della mia adozione. Quando Rose morì, a causa di una grave malattia, dopo vari caos, Jack riuscì ad ottenere il mio affidamento per via dell’eredità lasciata da Rose e del suo lavoro fisso. Lui l’aveva fatto per il mio bene di prendere la mia tutela, comunque sia mi sentivo sempre un peso, ormai aveva ventitré anni e mi chiedevo se non volesse una vita sua.
Arrivata a scuola, iniziai a correre verso la classe e spalancai la porta. “Scusi sono in ritardo.” La prof mi tirò un’occhiataccia. “Entra.” Mi sistemai al mio banco a disagio. In quei due anni non ero riuscita  a farmi nessuna amicizia. Ero troppo timida, e sinceramente non mi andava nemmeno di socializzare. Le ore passarono in fretta, e il mio consueto noioso giorno di scuola finì. Mi affrettai verso l’uscita quando qualcuno mi prese per lo zaino. “Ehi associale.” Mi girai. Era Lavinia, la solita bulletta. Mi torturava fin dal mio arrivo alle superiori. Non ne sapevo il motivo, ma forse era dovuto al fatto che sembravo debole e insicura. Ma io sapevo che ero tutt’altro che debole. Mi prese forte per il braccio facendomi male. Non volevo reagire, non ne avevo la minima voglia di sprecare energie per un essere del genere. “Hai presente chi è Justin? Quello di terza?” Scossi la testa. “Ah no? Beh sta di fatto che a me piaccia. E indovina? Non ha occhi che per te. Solo per i tuoi capelli lunghi, e la tua faccia schifosamente dolce.” Strinse di più la presa sul mio braccio. “Devi stargli lontano per..” “Problemi?” Jack comparse al mio fianco. Lavinia sgranò gli occhi, lasciandomi subito andare. “Nono..” Disse. “Sarà meglio” Rispose lui con tono minaccioso. Mi prese la mano e mi trascinò via. Salii in macchina e per nascondere le guance rosse dall’imbarazzo finsi di guardare il panorama che ormai conoscevo a memoria. “Vuoi spiegar..” “No.” Risposi sempre più rossa. “Va bene” Sapevo che Jack odiava quando mi comportavo così. Facevo sempre di testa mia, non raccontavo mai cosa mi succedeva, mi chiudevo in me stessa. Mi voltai ad osservarlo. Era cresciuto molto dal nostro primo incontro. I capelli biondi e gli occhi azzurro cielo erano sempre gli stessi, ma adesso era alto e muscoloso, dava l’idea di poter distruggere qualsiasi cosa. Nonostante lui fosse come un fratello per me, mi sentivo sola. Non avevo superato ancora la morte di Rose, e c’erano sempre quella inquietudine e quella sensazione che dovesse accadere qualcosa, a farmi compagnia. Scesi dalla macchina e corsi in camera mia. Jack mi seguì. Si sedette sul letto accanto a me. “Hai fatto di nuovo un brutto sogno ieri notte?” Annuii. “ lo capisco sai? Il giorno dopo sei chiusa in te stessa più del solito.” “ Come fai a superare le cose brutte?” Rimase spiazzato. Avvicinò la mano e iniziò ad accarezzarmi il viso. Quel gesto inaspettato mi fece arrossire. “Beh, penso ai tuoi occhi verdi, alle tue risate, a quando fai la stupida cercando di tirarmi su il morale..” “Veramente? Io mi deprimerei a pensare a quello.” Si mise a ridere. “Dai basta  pensare cose negative, vieni ad aiutarmi a preparare qualcosa da mangiare?” “Se ci tieni tanto ad avvelenare il pranzo, verrò ad aiutarti” alzò gli occhi al cielo. Preparammo la salsiccia al forno con le patate, in modo che non fosse troppo complicato per me. Ero sempre stata negata in cucina. “Non è venuta così male!” Esclamai dopo il primo boccone. Chiacchierammo per tutto il pranzo fino a quando non arrivo l’ora di andare a lavoro per Jack. “Bene! Io devo andare. Ci pensi tu qua?” “Si tranquillo!” Iniziai a sparecchiare.
“Oggi è proprio una bella giornata” Dissi fermandomi davanti alla finestra ammirando il sole. Improvvisamente una fitta molto dolorosa mi trapassò la schiena. Tirai un urlo e cadetti a terra, rompendo i bicchieri che portavo in mano. “LUNA!” Continuavo ad urlare per le fitte sempre più frequenti. Jack mi prese in braccio e mi coricò sul divano. Qualcosa bruciava sempre più forte sulla spalla destra. “JACK! La spalla.. LA SPALLA DESTRA!”  Lui mi scoprì la spalla insicuro. I lineamenti del suo viso cambiarono. Si fecero tesi. Corse in cucina e mi portò del ghiaccio da mettere sulla spalla. “Cosa.. cosa mi sta succedendo?” “Niente.. è.. una.. un’influenza che sta girando ecco!” Lo guardai stranita. “Un’influenza?” Gemetti dal dolore. Tutto si faceva sempre più buio intorno a me. “Si.. Ascoltami Luna. Non devi addormentarti. Per nessuna ragione.” Mi si chiudevano gli occhi. “Non ce la faccio.” “Ce la devi fare!” Lo guardai. Dal suo sguardo non sembrava per niente una semplice influenza. Non capivo cosa mi stesse succedendo. Ma mi fidavo di lui. Iniziai a lottare. Contro il buio, contro gli occhi che volevano chiudersi. Passammo il pomeriggio così, io a lottare, lui a stringermi la mano, dicendomi di non mollare. Fino a quando il dolore passò del tutto. Ero sfinita. “Ecco qua ti ho fasciato la spalla dove sentivi il bruciore. Non slegartela.” “Non è un’influenza.” Dissi con la voce esausta. Jack volse lo sguardo. “No. Non lo è.”  “Non puoi nascondermelo.” Iniziò a coccolarmi, come faceva quando eravamo piccoli. “Vedi, esistono molte cose, potenze, di cui non ne sai l’esistenza. Ti stai trasformando Luna. Stai diventando un’anima. Non so bene perché vengono chiamate così.” Ero sempre più confusa. “Le anime sono persone che verso i 10 anni subiscono una trasformazione. Se sopravvivono alla trasformazione, verranno uniti ad uno spirito animale. Ne prenderanno le sembianze e i poteri, di cui ne parlano delle antiche leggende.” “ma cos..” “Non ti sei mai accorta di essere diversa?” Quella domanda mi zittì. “Cosa dicono queste leggende?” “Molto tempo fa gli umani vivevano nel caos più totale. Così Dio mandò degli spiriti animali sulla terra, conferendogli dei poteri. Questi spiriti aiutarono gli umani, e calmarono i dissapori e le guerre. Alcuni spiriti animali si trovarono talmente bene con alcune persone da arrivare persino ad unirsi. Da lì nascono le anime. Questa caratteristica è ereditaria.” Mi slegò la fasciatura. “Questa è la prova che sei una di loro.” Mi guardai la spalla. Una specie di tatuaggio a forma di zampetta. “Tutti ne hanno uno diverso, ma il posto è lo stesso.” “Perché a me? Con tutti i problemi che abbiamo.. Perché?”  “Adesso lascia perdere.“ “Perché non me ne hai parlato?” “Non è permesso di parlarne con semplici umani. Tu ti sei trasformata tardi. Hai 16 anni! Non potevo immaginarlo…” “ E tu.. Come fai a conoscere queste cose?” Prese un respiro profondo. “Anche io lo sono stato. Un’anima.”

 
 
 

Emh.. Buon giorno! Questa è la mia prima storia! E mi vergogno da morire. E' da un po' che scrivo nel mio Block Notes del pc, dicendo a me stessa che forse pubblicarle mi avrebbe fatto bene. Ho tantissime storie in mente, e ne ho scritte tante, ma questa è quella che in assoluto preferisco. Perchè è l'unica che io sia riuscita a continuare a scrivere senza buttarla come ho sempre fatto con le altre. So di non scrivere benissimo e di fare errori grammaticali probabilmente alcuni anche gravi. Ma giuro che migliorerò! Spero anche grazie al vostro aiuto! Scusate se vi ho annoiati a morte! Il prossimo capitolo credo di pubblicarlo il prossimo mercoledì! Ciao a tutti! :*

  
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