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Autore: Heart InRussia    27/07/2013    5 recensioni
Chiamatemi Jo, anche se per gli Oasis io sono Joel.
Non avrei accettato di lavorare per loro se non mi servissero i soldi per andarmene da qui.
Non dovrei fingermi un ragazzo, non dovrei comprare la birra a Liam, non dovrei fare la barista al mattino e il facchino dopo pranzo. Non dovrei abbassare la voce per sembrare un ragazzino. Non dovrei fare un lavoro da uomo.
Non ti avrei mai sentito suonare, non ti avrei conosciuto. Non avrei sentito i brividi che può dare una chitarra.
Genere: Introspettivo, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Liam Gallagher, Noel Gallagher
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non che Noel Gallagher avesse molte certezze in quel periodo, ma sapeva che su alcune sentenze non avrebbe mai cambiato idea.

Per esempio, il fatto che Liam fosse un ingombrante egocentrico, e fosse geloso di lui perché era il suo fratello maggiore. Voleva attenzioni su attenzioni specie da parte sua per sentirsi a posto, ma erano passati i tempi in cui era il piccolo della famiglia e andava (per quanto possibile) viziato.

O che tra donna e uomo per lui non ci sarebbe mai stata una vera e propria amicizia e che spesso si trattava di mero interesse. Do ut des. E che quel “des” si riferisse a favori, soldi o sesso poco importava, erano variabili intercambiabili, il succo della questione era che non c’era una vera fiducia alla base del rapporto, né nulla di gratuito.

Questo in realtà era stato un po’ messo in crisi dal rapporto con Jo: sentiva che c’era fiducia reciproca e non avrebbe rinunciato volentieri a incontrarla, ma non dimenticava che le basi per potersi vedere serenamente erano state gettate quando lei era ancora Joel.

E ovviamente non dubitava che ogni donna sognasse ad ogni aperti un grande, favoloso Amore.

-Che cosa? –Chiese Jo quella sera, incerta se aveva capito giusto.

Uno dei clienti abituali le aveva regalato una confezione di matite quella mattina (lasciate dalla nipote qualche giorno prima), e ora mentre lui suonava si era persa a disegnare, come una bambina. Perlomeno non faceva le case col tetto a punta e le finestre quadrate.

-Ma sì-sorrise Noel- il principe azzurro, o come cazzo si chiama. Siete convinte che un giorno arriverà l’uomo perfetto e che non darà mai mai mai problemi.

Tacque. –Non saprei, non  penso che esista qualcuno capace di non dare problemi. Tutte le relazioni comportano un minimo di fatica, non trovi? Fatica a capirsi, a rispettarsi, a non esigere egoisticamente tutto e subito.

-Dunno. Viviamo in una società che ci insegna ad esigere tutto e ad averlo immediatamente, senza guardare all’altro.

Stava disegnando una spiaggia col sole che sorgeva e giudicava il disegno piuttosto buono. Alzò un attimo lo sguardo:-Bè, non tutti. Se tu volessi qualcosa da me me lo chiederesti,no? Senza significati strani!-Aggiunse in fretta.

Il ragazzo sogghignò. -Immagino di sì, perché ci conosciamo da un po’ e mi trovo bene. Ma se fossi mio fratello ti illuderei per ottenere quello che voglio.

-Povero Liam- sospirò Jo.  Colorare l’orizzonte di blu la rilassava. -Noel, levati quell’espressione dalla faccia!

Lui rideva. -Sei forte!

Afferrò il bloc e una matita, e lo aggiunse al testo:

Levati quell’espressione dalla faccia Noel

Non mi brucerai mai il cuore

 

 Poi glielo lanciò. Lui lesse e intonò per l’ennesima volta la canzone, inserendoci quelle strofe, ma non riuscì a proseguire molto perché scoppiarono a ridere ancora.

 

 

 

Quel giorno erano andati a fare qualche intervista, perché Jo li vide rincasare tardi. Non era la prima volta che succedeva, ma era la prima che Noel entrava nello studio dopo aver passato la giornata fuori.

-Ehi, che succede?

 

### Il dj lanciò un’occhiata all’orologio: erano in onda da dieci minuti ed erano volati, ancora senza nessuna pausa.

Liam e company erano semplicemente un gruppo comico e lui stava ridendo da ancora prima che iniziasse l’intervista.

-Ci scrive una fan da Londra- Disse nel microfono, aprendo un nuovo argomento- e come un po’ di ragazze a questa parte, vorrebbe sapere come va nel privato.

-Lasciaci il tuo numero, piccola!- gridò Liam, provocandò l’ilarità generale.

-Seriamente, ragazze- intervenne il fratello- se non volete farvi male e se il vostro ottico di fiducia è ancora di vostra fiducia, non passate nei pressi di Manchester quando torniamo a casa e soprattutto non nei paraggi del Kid!

-Dice così solo perché è perso-rispose l’altro a tono

-Woo Noel, e di chi?

-Della mia chitarra, è ovvio. –lo interruppe il fratello maggiore-E ora, pubblicità!-

Non era previsto ovviamente, ma il dee jay si strinse nelle spalle e fece segnale alla regia, ancora divertito da quel primo quarto d’ora.

-Liam, devo parlarti.###

Il ragazzo si sedette per terra sbuffando, mentre lei chiudeva la porta con le due solite mandate che metteva di notte.

-Ho litigato con quella testa di c-

-Ancora?-

-Non lo sopporto.

 

### -Oho, adesso vorrai dirmi che non è vero! Ti rode che ti abbia chiuso la bocca, doesn’t it?

-Shut your mouth-replicò scocciato-non ho bisogno di dirti nulla. Non siamo tra amici Liam, siamo in diretta cazzo, e l’ultima cosa di cui ho bisogno è che qualcuno creda alle tue stronzate mandando paparazzi in zona!

-La verità bruucia, ah? Ti urta se non sai cosa dire!

-Liam, vedi di fare il bravo fino a fine trasmissione. Poi se ancora pensi di poter rispondere per me me lo dici finito il programma.

-Ma che male c’è?

-A far cosa, a raccontare palle in diretta?

- Any publicity is good publicity, ed è tutto vero. Se lei ascoltasse la trasmissione lo troverebbe romantico-disse ghignando. ###

Rimase un po’ a guardare il muro.

A lei non l’avrebbe mai raccontato. Doveva ancora decidere  lui che pensarne.

-Posso dormire qui?

-Certo, tiro fuori un’altra brandina. Ma siete riusciti ad andare al programma?

-E’nato tutto lì, domani saremo su qualche quotidiano di sicuro. “I complessati e malati di mente fratelli Gallagher” eccetera.

Gosh.

-E il viaggio di ritorno?

-Ho preso un pullman. E anche lì avrei potuto ammazzare qualcuno, quella ragazzina si stava per prendere un occhio nero.

Queste fan, pensò tra sé e sé Jo.- Non accusarle, per loro sei quasi una divinità-

-Certo che lo sono per loro, ma non lo sopporto! I mean, mi dà quella sensazione di potere che amo, che tutti amiamo! Ma potrebbero  capire che la loro vita non finisce e non ha il suo senso in un drogato o bevuto che suona strafatto in diretta nazionale!

La ragazza tacque, e appoggiato il materassino davanti a lui gli si siedette a fianco, appoggiandogli una mano sulla spalla.

-Forse un giorno ti abituerai, e penserai di essere la persona che loro vedono in te-

-Non ci vedono una persona. Loro- gesticolò sulla sua fronte, disegnando un’ipotetica aureola- loro credono che io sia qualcuno oltre il genere umano. Sono esattamente fatto della loro pasta, coi miei casini e i miei problemi, canto perché è il mio lavoro e quello che voglio fare. Punto! Non posso essere me stesso e basta, senza il peso di dover essere un fottutissimo esempio?

-Hanno quindici anni, Noel.

-Tu ne hai venti! Non possono essere come te?

Appoggiò la testa sulla sua spalla. –Forse gli piace credere che tu sia super. Han bisogno di un punto di riferimento, qualcuno da amare e difendere.

-E’ inquietante che quel punto debba essere io, isn’t it?

Jo chiuse gli occhi, sentendo la stanchezza di quel giorno pesare tutta sulle sue palpebre. -No, c’è anche Liam.-scherzò.

Il ragazzo le cinse le spalle e iniziò a giocherellare coi suoi capelli. –Sei stanca Jo, dormi.

 

Si svegliò il mattino dopo nel suo letto, come sempre. Doveva averla portata lì lui.

Appoggiato alla parete opposta, un materassino con le coperte sfatte era stato usato per dormire da qualcuno. Jo immaginò che dovesse averla messa a dormire e fosse andato a coricarsi lì.

Si girò sull’altro fianco, decisa a dormire ancora un po’.

 

Nel retro del bar invece stava Sally con Noel. Il ragazzo si era svegliato presto quella mattina ed era andato a fare colazione lì, trovandosi addosso lo sguardo indagatore della donna, sorpresa di non vederlo scendere le scale ogni mattina.

Così, complice l’ora e il fatto che erano soli nel locale, le aveva spiegato che aveva dormito su uno dei materassini allo studio, e Sally l’aveva trascinato nel retro, dicendo che doveva spiegarli qualcosa lontano dallo sguardo dei clienti.

-Non mi piace come ti stai comportando con lei, Noel

-Ma è tutto okay. Nessuno di noi due ci ha visto nulla di male .

-Non è un ragazzo, you know, e quella tra voi due non è un’amicizia tra due maschi. Ti sembra un  uomo, Noel?

-No,e..-

-Neanche a me. E’una ragazza e piuttosto carina, non puoi trattarla come-

-Non sei sua madre! E comunque sono un uomo, non un ragazzino in balia dei suoi ormoni. Sono decisamente in grado di tener divisi i concetti di “essere amici” e “provarci con qualcuna”

-Sarai anche un uomo- sibilò lei seccata-ma lei no. E non deve farsi strane idee sul tuo conto

-E’ quello che le ho detto e…

-Un conto è dirlo Gallagher, un conto è realizzarlo! Non ti perdonerei mai quello che stai facendo se venissi a scoprire che si è presa una cotta per te e non vuole dirlo!

-Cosa posso fare?-chiese esasperato-mi trovo bene a parlare con lei, non voglio smettere!

Sally sembrò calmarsi. Doveva averci già pensato, perché solo qualche secondo dopo propose:- Lasciala partire qualche giorno.

-Cosa?

-E’ la soluzione ideale. Qualche giorno di stacco vi allontanerà un po’ da quest’abitudine che avete preso di raccontarvi tutto, in modo che resti qualcosa di sano e non si trasformi in dipendenza. E se vi sentirete bene comunque sarete più convinti del fatto che potete restare amici.

-Non saprei..-

-Non è una proposta amichevole, Noel. E’ quasi mia figlia quella ragazza. Non te ne andrai di qui se non sarai pronto a supportare questa proposta davanti a lei.

Capisco da chi ha preso, pensò il ragazzo. –Andata- disse.

Sally sorrise sorpresa, riconoscendo una tipica risposta di quella ragazza che ora voleva proteggere.

 

-Partire?

Jo la guardò perplessa, seduta al bancone. Sally sorrideva come la mattina che erano arrivati gli Oasis:- Sì, non ti sembra una buona idea? I ragazzi prima di qualche settimana, o mese, non se ne andranno, non perdi molto se per qualche giorno vai a trovare Paul.

Paul era suo fratello.

Le sarebbe molto piaciuto rivedere il padre adottivo.

Mentre meditava di dire sì, sentì aprirsi la porta e vide Noel all’ingresso.

-Ehi, Gallagher!

Il ragazzo le sorrise e si avvicinò.

-Prendo un caffè anch’io,- chiese sedendosi al bancone.

-Sally dice che se voglio posso partire qualche giorno. Riesci ad aspettare per la canzone?

-Direi di sì, piccola. E tu resisterai senza di me?

-Credo di potercela fare, sì.-sorrise ironica, un sopracciglio alzato.

La donna che stava preparando il caffè dando loro le spalle sorrideva tra sé e sé. Forse non aveva motivo di preoccuparsi. Comunque qualche giorno di stacco non avrebbe fatto male alla sua piccola collega.

 

Nel pomeriggio comunque la prese da parte.

-What’s up Sal?

-Devo parlarti.

Andarono nel retro del bar, in cucina. Si sedettero al tavolo dove un  tempo cenavano insieme, e sospirando la donna aprì il discorso:- Jo, non voglio che tu pensi che non mi fido di te, non prenderlo come un rimprovero, ma non mettere la tua vita in mano a dei musicisti, perché la butteranno via.

La ragazza alzò un sopracciglio, sorpresa. L’altra proseguì: -Lo vedo che ti stai affezionando a loro. Tu e Noel avete un bel rapporto, okay, ma a volte penso che corriate troppo. Non è gente che prende noi comuni mortali sul serio.

Jo si stizzì:-Io non mi faccio prendere la testa da nessuno, Sal! So riconoscere le persone. Non ho intenzione di farmi usare!

-Ecco, è questa tua sicurezza che un po’ mi spaventa! Non impariamo mai a conoscere gli altri del tutto. Non permettere che qualcuno ti prenda per gioco, quando tu ti fidi di lui.

-Non..

-Sfruttiamo questi giorni via. Cerca di staccarti un po’ con la testa da questi ragazzi, io li osserverò e cercherò di capire se vedo in lui-scusa, in loro, un atteggiamento più serio di quello che temo. Ho paura Jo, ho paura che sia in  grado di farti soffrire.

-Non sono innamorata di lui, Sal.

La guardò comprensiva. –Allora sii razionale, e pensa a quello che ti ho detto. Non fare cazzate, bimba.

E dopo averle passato affettuosamente la mano nei capelli, usciì dalla stanza, lasciandola a pensare.

 

Partì quel pomeriggio alle sette, senza salutare nessuno (nessuno),le parole di Sally ancora in testa. SI fidava moltissimo della sua amica e avrebbe messo Noel-cioè, gli Oasis-alla prova, non facendosi sentire per una settimana. Era decisa, se al suo ritorno non  avessero dato prova di nostalgia non era un rapporto serio.

Furono i giorni più lunghi che ricordasse di aver mai vissuto. Già il martedì si chiedeva se fosse possibile che fossero trascorse solo ventiquattro ore dal suo arrivo. E che mancassero cinque eterni giorni alla sua partenza.

Le aveva fatto molto piacere rivedere Paul e Jane, certo, ma dopo aver riassunto come procedeva su da Sally e raccontato un po’ di sé aveva esaurito tutte le cose da dire.

Il viaggio di quattro ore in pullman era stato meno noioso di quella mattinata alla spiaggia.

Il vento soffiava inclemente, e fare il bagno o prendere il sole era impensabile.

Faceva già il countdown per il suo discorso. Ogni cosa che osservava le sembrava qualcosa da raccontare a Sally, o  a Noel. Ogni passante che vedeva aveva qualcosa che le ricordava gli Oasis.

La marca di birra, il tipo di felpa, il modo di camminare.

Tutti avevano qualcosa di Noel.

Incrociò le braccia al petto, sconsolata, chiedendosi se su le cose andavano meglio.

 

 

 

“Le cose procedono sempre meglio per gli Oasis!” squillò entusiasta il giornalista nel microfono, dall’alto della sua postazione  tv. Era appena entrata nel bar e ora fissava lo schermo incuriosita. Nel riquadro apparvero i quattro ragazzi-un colpo al cuore. Che nostalgia.

-Puoi alzare?-chiese all’uomo dietro al bancone prima di sedersi e seguire la trasmissione.

“Siamo in diretta Live dagli studi di Galsgow, dove uno dei gruppi più famosi della Britannia ha accetattato stamattina di essere  intervistato per la prima volta dopo il ritiro in località ignota! Non è così Noel?”

“Non temere Nick, torneremo in questo nowhere appena finito qui!” replicò il chitarrista acquistando il primo piano della trasmissione. Jo beveva quelle immagini e quella voce sperando che l’intervista durasse il più possibile.

“Stiamo procedendo con il nuovo album e al momento ne siamo molto soddisfatti” Sorrise dentro di sé, pensando che forse in quel lavoro era considerata anche la canzone che stavano scrivendo insieme.

“Ma è magnifico! Tra quanto sarà possibile rivedervi per i fan? A quando l’uscita?”

Il ragazzo si passò una mano sulla nuca qualche secondo, prima di dire in tono tranquillo: “Questo non te lo posso dire…Manterremo la suspance fino all’ultimo e nel frattempo, fossi in un ragazzino inglese, controllerei di aver già acquistato Definitely Maybe!”

Seguì risata da copione dell’intervistatore: “Sempre in vena! Avete già pensato al tour?”

“Actually we’re soon leaving for U.S., I think”.

Quelle parole colpirono Jo come un pugno in faccia. CHE COSA?

Non gliene aveva mai parlato, né lui negli altri. Non ne sapeva nulla. Stavano per partire per andare oltreoceano?

Aveva deciso di andare via e non aveva detto nulla?

Le sembrò che il sangue avesse smesso di correrle nelle vene mentre una voce lontana chiedeva “Davvero? Un tour in America? MA questo, wow!, è grandioso!”

“Sì-sorrise il musicista-lo è, lo pensiamo anche noi.”

 

 

Camminava tra le vie di quel paese che conosceva come le sue tasche con un’aria sconvolta.

Ecco come stavano le cose, questo era cosa succedeva a fidarsi degli altri. Le parole di Sally le rimbombavano nelle orecchie: non mettere la tua vita in mano a dei musicisti. Per fortuna era partita e l’aveva ascoltata.

Da quanto l’avevano deciso?

Se fosse stata lì in quel momento sarebbe stata ignara di tutto? Noel sarebbe passata a trovarla senza dirle nulla, lasciandole credere che lui e gli Oasis sarebbero rimasti lì fino a nuovo avviso? E anzi, da quanto lui le parlava e continuava a comportarsi da amico pur sapendo che tempo qualche giorno e non si sarebbero rivisti?

Erano amici?

No, lei si confidava con lui e aveva fiducia, mentre Noel le aveva tenuta nascosta una cosa così importante. Del resto, pensò con un sorriso amaro, le rockstar non fanno amicizia, non legano. Loro  hanno il mondo ai loro piedi e tutti gli altri son numeri, e io e lui parlavamo perché su non c’è nessuno.

Non si finiva mai di imparare.

Sally aveva sempre mantenuto un filo di diffidenza, ci aveva preso fin da subito, perché li conosceva e aveva presente quel genere di persone. Sally era l’unica con cui ora avesse voglia di parlare, e che sapeva che l’avrebbe potuta confortare.

 

“NOOO WAYYY” Gridò Liam mettendosi le mani tra i capelli.

I compagni intorno avevano lo stesso  atteggiamento incredulo e dispiaciuto insieme, la sensazione di un pugno in pancia era condivisa da tutti.

 

 

Scusate il ritardo, ci sono! Mi perdonate il silenzio di questi ultimi giorni?

E di aver chiuso con la suspance?

E’ giusto così, che il capitolo termini ora e voi possiate immaginare come va avanti. Ma non odiatemi, aggiornerò prestissimo, mercoledì!, con la fine della fic (EBBENE SI!!!)

Anche per i ringraziamenti seri lascio un po’ di silenzio (solo, un enorme GRAZIE a Bemya, Fra Rose e Windofchange per le recensioni J )

 e lascio la parola all’ultimo capitolo e ancora prima a voi.

Che ne pensate? Vero che Noel ha fatto un po’ un’infamata a non dire nulla della partenza a Jo? E no, nessun buonismo, la sua è stata una decisione presa coscientemente… Io la chiamo paura!

E che ne pensate di lei? Come dovrebbe comportarsi? [Valigia e biglietto di sola andata per le Bahamas, ndA]

Aspetto i vostri pareri…lasciatene, è la penultima volta che potete commentare!

Grazie per essere arrivati fin qui con la lettura!

Siete fantastici

 

A mercoledì!

  
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