Non
che Noel Gallagher avesse molte certezze in quel
periodo, ma sapeva che su alcune sentenze non avrebbe mai cambiato idea.
Per
esempio, il fatto che Liam fosse un ingombrante egocentrico,
e fosse geloso di lui perché era il suo fratello maggiore.
Voleva attenzioni su
attenzioni specie da parte sua per sentirsi a posto, ma erano passati i
tempi
in cui era il piccolo della famiglia e andava (per quanto possibile)
viziato.
O
che tra donna e uomo per lui non ci sarebbe mai
stata una vera e propria amicizia e che spesso si trattava di mero
interesse. Do ut des. E che quel
“des” si riferisse
a favori, soldi o sesso poco importava, erano variabili
intercambiabili, il
succo della questione era che non c’era una vera fiducia alla
base del
rapporto, né nulla di gratuito.
Questo
in realtà era stato un po’ messo in crisi dal
rapporto con Jo: sentiva che c’era fiducia reciproca e non
avrebbe rinunciato
volentieri a incontrarla, ma non dimenticava che le basi per potersi
vedere
serenamente erano state gettate quando lei era ancora Joel.
E
ovviamente non dubitava che ogni donna sognasse ad
ogni aperti un grande, favoloso Amore.
-Che
cosa? –Chiese Jo quella sera, incerta se aveva
capito giusto.
Uno
dei clienti abituali le aveva regalato una
confezione di matite quella mattina (lasciate dalla nipote qualche
giorno
prima), e ora mentre lui suonava si era persa a disegnare, come una
bambina.
Perlomeno non faceva le case col tetto a punta e le finestre quadrate.
-Ma
sì-sorrise Noel- il principe azzurro, o come
cazzo si chiama. Siete convinte che un giorno arriverà
l’uomo perfetto e che
non darà mai mai mai problemi.
Tacque.
–Non saprei, non penso
che esista qualcuno capace di non dare
problemi. Tutte le relazioni comportano un minimo di fatica, non trovi?
Fatica
a capirsi, a rispettarsi, a non esigere egoisticamente tutto e subito.
-Dunno. Viviamo
in una società che ci insegna ad esigere tutto e ad averlo
immediatamente,
senza guardare all’altro.
Stava
disegnando una spiaggia col sole che sorgeva e
giudicava il disegno piuttosto buono. Alzò un attimo lo
sguardo:-Bè, non tutti.
Se tu volessi qualcosa da me me lo chiederesti,no? Senza significati
strani!-Aggiunse in fretta.
Il
ragazzo sogghignò. -Immagino di sì,
perché ci
conosciamo da un po’ e mi trovo bene. Ma se fossi mio
fratello ti illuderei per
ottenere quello che voglio.
-Povero
Liam- sospirò Jo. Colorare
l’orizzonte di blu la rilassava.
-Noel, levati quell’espressione dalla faccia!
Lui
rideva. -Sei forte!
Afferrò
il bloc e una matita, e lo aggiunse al
testo:
Levati
quell’espressione dalla faccia Noel
Non
mi
brucerai mai il cuore
Poi glielo
lanciò. Lui lesse e intonò per
l’ennesima volta la canzone, inserendoci quelle
strofe, ma non riuscì a proseguire molto perché
scoppiarono a ridere ancora.
Quel
giorno erano andati a fare qualche intervista,
perché Jo li vide rincasare tardi. Non era la prima volta
che succedeva, ma era
la prima che Noel entrava nello studio dopo aver passato la giornata
fuori.
-Ehi,
che succede?
### Il
dj lanciò un’occhiata all’orologio:
erano in onda da dieci minuti ed
erano volati, ancora senza nessuna pausa.
Liam
e company erano semplicemente un gruppo comico e lui stava ridendo da
ancora prima che iniziasse l’intervista.
-Ci
scrive una fan da Londra- Disse nel microfono, aprendo un nuovo
argomento- e come un po’ di ragazze a questa parte, vorrebbe
sapere come va nel
privato.
-Lasciaci
il tuo numero, piccola!- gridò Liam, provocandò
l’ilarità
generale.
-Seriamente,
ragazze- intervenne il fratello- se non volete farvi male e
se il vostro ottico di fiducia è ancora di vostra fiducia,
non passate nei
pressi di Manchester quando torniamo a casa e soprattutto non nei
paraggi del
Kid!
-Dice
così solo perché è perso-rispose
l’altro a tono
-Woo
Noel, e di chi?
-Della
mia chitarra, è ovvio. –lo interruppe il fratello
maggiore-E ora,
pubblicità!-
Non
era previsto ovviamente, ma il dee jay si strinse nelle spalle e fece
segnale alla regia, ancora divertito da quel primo quarto
d’ora.
-Liam,
devo parlarti.###
Il
ragazzo si sedette per terra sbuffando, mentre
lei chiudeva la porta con le due solite mandate che metteva di notte.
-Ho
litigato con quella testa di c-
-Ancora?-
-Non
lo sopporto.
### -Oho,
adesso vorrai dirmi che non è vero! Ti rode che ti abbia
chiuso la
bocca, doesn’t it?
-Shut
your mouth-replicò scocciato-non ho bisogno di dirti nulla.
Non
siamo tra amici Liam, siamo in diretta cazzo, e l’ultima cosa
di cui ho bisogno
è che qualcuno creda alle tue stronzate mandando paparazzi
in zona!
-La
verità bruucia, ah? Ti urta se non sai cosa dire!
-Liam,
vedi di fare il bravo fino a fine trasmissione. Poi se ancora pensi
di poter rispondere per me me lo dici finito il programma.
-Ma
che male c’è?
-A
far cosa, a raccontare palle in diretta?
- Any publicity is good publicity,
ed è tutto vero. Se
lei ascoltasse la trasmissione lo troverebbe
romantico-disse ghignando. ###
Rimase
un po’ a guardare il muro.
A
lei non l’avrebbe mai raccontato. Doveva ancora decidere lui
che pensarne.
-Posso
dormire qui?
-Certo,
tiro fuori un’altra brandina. Ma siete
riusciti ad andare al programma?
-E’nato
tutto lì, domani saremo su qualche
quotidiano di sicuro. “I complessati
e
malati di mente fratelli Gallagher” eccetera.
Gosh.
-E
il viaggio di ritorno?
-Ho
preso un pullman. E anche lì avrei potuto
ammazzare qualcuno, quella ragazzina si stava per prendere un occhio
nero.
Queste fan,
pensò tra sé e sé Jo.- Non accusarle,
per loro sei quasi una divinità-
-Certo
che lo sono per loro, ma non lo sopporto! I
mean, mi dà quella sensazione di potere che amo, che tutti
amiamo! Ma
potrebbero capire
che la loro vita non
finisce e non ha il suo senso in un drogato o bevuto che suona
strafatto in
diretta nazionale!
La
ragazza tacque, e appoggiato il materassino
davanti a lui gli si siedette a fianco, appoggiandogli una mano sulla
spalla.
-Forse
un giorno ti abituerai, e penserai di essere
la persona che loro vedono in te-
-Non
ci vedono una persona. Loro- gesticolò sulla sua
fronte, disegnando un’ipotetica aureola- loro credono che io
sia qualcuno oltre il genere umano.
Sono esattamente
fatto della loro pasta, coi miei casini e i miei problemi, canto
perché è il
mio lavoro e quello che voglio fare. Punto! Non posso essere me stesso
e basta,
senza il peso di dover essere un fottutissimo esempio?
-Hanno
quindici anni, Noel.
-Tu
ne hai venti! Non possono essere come te?
Appoggiò
la testa sulla sua spalla. –Forse gli piace
credere che tu sia super. Han bisogno di un punto di riferimento,
qualcuno da
amare e difendere.
-E’
inquietante che quel punto debba essere io,
isn’t it?
Jo
chiuse gli occhi, sentendo la stanchezza di quel
giorno pesare tutta sulle sue palpebre. -No, c’è
anche Liam.-scherzò.
Il
ragazzo le cinse le spalle e iniziò a
giocherellare coi suoi capelli. –Sei stanca Jo, dormi.
Si
svegliò il mattino dopo nel suo letto, come
sempre. Doveva averla portata lì lui.
Appoggiato
alla parete opposta, un materassino con
le coperte sfatte era stato usato per dormire da qualcuno. Jo
immaginò che
dovesse averla messa a dormire e fosse andato a coricarsi lì.
Si
girò sull’altro fianco, decisa a dormire ancora
un po’.
Nel
retro del bar invece stava Sally con Noel. Il
ragazzo si era svegliato presto quella mattina ed era andato a fare
colazione
lì, trovandosi addosso lo sguardo indagatore della donna,
sorpresa di non
vederlo scendere le scale ogni mattina.
Così,
complice l’ora e il fatto che erano soli nel
locale, le aveva spiegato che aveva dormito su uno dei materassini allo
studio,
e Sally l’aveva trascinato nel retro, dicendo che doveva
spiegarli qualcosa
lontano dallo sguardo dei clienti.
-Non
mi piace come ti stai comportando con lei, Noel
-Ma
è tutto okay. Nessuno di noi due ci ha visto
nulla di male .
-Non
è un ragazzo, you know, e quella tra voi due
non è un’amicizia tra due maschi. Ti sembra un
uomo, Noel?
-No,e..-
-Neanche
a me. E’una ragazza e piuttosto carina, non
puoi trattarla come-
-Non
sei sua madre! E comunque sono un uomo, non un
ragazzino in balia dei suoi ormoni. Sono decisamente in grado di tener
divisi i
concetti di “essere amici” e “provarci
con qualcuna”
-Sarai
anche un uomo- sibilò lei seccata-ma lei no.
E non deve farsi strane idee sul tuo
conto
-E’
quello che le ho detto e…
-Un
conto è dirlo Gallagher, un conto è realizzarlo!
Non ti perdonerei mai quello che stai facendo se venissi a scoprire che
si è
presa una cotta per te e non vuole dirlo!
-Cosa
posso fare?-chiese esasperato-mi trovo bene a
parlare con lei, non voglio smettere!
Sally
sembrò calmarsi. Doveva averci già pensato,
perché solo qualche secondo dopo propose:- Lasciala partire
qualche giorno.
-Cosa?
-E’
la soluzione ideale. Qualche giorno di stacco vi
allontanerà un po’ da quest’abitudine
che avete preso di raccontarvi tutto, in
modo che resti qualcosa di sano e non si trasformi in dipendenza. E se
vi
sentirete bene comunque sarete più convinti del fatto che
potete restare amici.
-Non
saprei..-
-Non
è una proposta amichevole, Noel. E’ quasi mia
figlia quella ragazza. Non te ne andrai di qui se non sarai pronto a
supportare
questa proposta davanti a lei.
Capisco
da chi ha preso,
pensò il ragazzo. –Andata- disse.
Sally
sorrise sorpresa, riconoscendo una tipica
risposta di quella ragazza che ora voleva proteggere.
-Partire?
Jo
la guardò perplessa, seduta al bancone. Sally
sorrideva come la mattina che erano arrivati gli Oasis:- Sì,
non ti sembra una
buona idea? I ragazzi prima di qualche settimana, o mese, non se ne
andranno,
non perdi molto se per qualche giorno vai a trovare Paul.
Paul
era suo fratello.
Le
sarebbe molto piaciuto rivedere il padre
adottivo.
Mentre
meditava di dire sì, sentì aprirsi la porta e
vide Noel all’ingresso.
-Ehi,
Gallagher!
Il
ragazzo le sorrise e si avvicinò.
-Prendo
un caffè anch’io,- chiese sedendosi al
bancone.
-Sally
dice che se voglio posso partire qualche
giorno. Riesci ad aspettare per la canzone?
-Direi
di sì, piccola. E tu resisterai senza di me?
-Credo
di potercela fare, sì.-sorrise ironica, un
sopracciglio alzato.
La
donna che stava preparando il caffè dando loro le
spalle sorrideva tra sé e sé. Forse non aveva
motivo di preoccuparsi. Comunque
qualche giorno di stacco non avrebbe fatto male alla sua piccola
collega.
Nel
pomeriggio comunque la prese da parte.
-What’s
up Sal?
-Devo
parlarti.
Andarono
nel retro del bar, in cucina. Si sedettero
al tavolo dove un tempo
cenavano
insieme, e sospirando la donna aprì il discorso:- Jo, non
voglio che tu pensi
che non mi fido di te, non prenderlo come un rimprovero, ma non mettere
la tua
vita in mano a dei musicisti, perché la butteranno via.
La
ragazza alzò un sopracciglio, sorpresa. L’altra
proseguì: -Lo vedo che ti stai affezionando a loro. Tu e
Noel avete un bel
rapporto, okay, ma a volte penso che corriate troppo. Non è
gente che prende
noi comuni mortali sul serio.
Jo
si stizzì:-Io non mi faccio prendere la testa da
nessuno, Sal! So riconoscere le persone. Non ho intenzione di farmi
usare!
-Ecco,
è questa tua sicurezza che un po’ mi
spaventa! Non impariamo mai a conoscere gli altri del tutto. Non
permettere che
qualcuno ti prenda per gioco, quando tu ti fidi di lui.
-Non..
-Sfruttiamo
questi giorni via. Cerca di staccarti un
po’ con la testa da questi ragazzi, io li
osserverò e cercherò di capire se
vedo in lui-scusa, in loro, un
atteggiamento più serio di quello che temo. Ho paura Jo, ho
paura che sia
in grado di farti
soffrire.
-Non
sono innamorata di lui, Sal.
La
guardò comprensiva. –Allora sii razionale, e
pensa a quello che ti ho detto. Non fare cazzate, bimba.
E
dopo averle passato affettuosamente la mano nei
capelli, usciì dalla stanza, lasciandola a pensare.
Partì
quel pomeriggio alle sette, senza salutare
nessuno (nessuno),le parole di Sally
ancora in testa. SI fidava moltissimo della sua amica e avrebbe messo
Noel-cioè,
gli Oasis-alla prova, non facendosi sentire per una settimana. Era
decisa, se
al suo ritorno non avessero
dato prova
di nostalgia non era un rapporto serio.
Furono
i giorni più lunghi che ricordasse di aver
mai vissuto. Già il martedì si chiedeva se fosse
possibile che fossero
trascorse solo ventiquattro ore dal suo arrivo. E che mancassero cinque
eterni
giorni alla sua partenza.
Le
aveva fatto molto piacere rivedere Paul e Jane,
certo, ma dopo aver riassunto come procedeva su da Sally e raccontato
un po’ di
sé aveva esaurito tutte le cose da dire.
Il
viaggio di quattro ore in pullman era stato meno
noioso di quella mattinata alla spiaggia.
Il
vento soffiava inclemente, e fare il bagno o
prendere il sole era impensabile.
Faceva
già il countdown per il suo discorso. Ogni
cosa che osservava le sembrava qualcosa da raccontare a Sally, o a Noel. Ogni passante che
vedeva aveva
qualcosa che le ricordava gli Oasis.
La
marca di birra, il tipo di felpa, il modo di
camminare.
Tutti
avevano qualcosa di Noel.
Incrociò
le braccia al petto, sconsolata,
chiedendosi se su le cose andavano meglio.
“Le
cose procedono sempre meglio per gli Oasis!”
squillò entusiasta il giornalista nel microfono,
dall’alto della sua
postazione tv. Era
appena entrata nel
bar e ora fissava lo schermo incuriosita. Nel riquadro apparvero i
quattro
ragazzi-un colpo al cuore. Che nostalgia.
-Puoi
alzare?-chiese all’uomo dietro al bancone
prima di sedersi e seguire la trasmissione.
“Siamo
in diretta Live dagli studi di Galsgow, dove
uno dei gruppi più famosi della Britannia
ha accetattato stamattina di essere
intervistato per la prima volta dopo il ritiro in
località ignota! Non è
così Noel?”
“Non
temere Nick, torneremo in questo nowhere
appena finito qui!” replicò il
chitarrista acquistando il primo piano della trasmissione. Jo beveva
quelle
immagini e quella voce sperando che l’intervista durasse il
più possibile.
“Stiamo
procedendo con il nuovo album e al momento
ne siamo molto soddisfatti” Sorrise dentro di sé,
pensando che forse in quel
lavoro era considerata anche la canzone che stavano scrivendo insieme.
“Ma
è magnifico! Tra quanto sarà possibile rivedervi
per i fan? A quando l’uscita?”
Il
ragazzo si passò una mano sulla nuca qualche
secondo, prima di dire in tono tranquillo: “Questo non te lo
posso
dire…Manterremo la suspance fino all’ultimo e nel
frattempo, fossi in un
ragazzino inglese, controllerei di aver già acquistato
Definitely Maybe!”
Seguì
risata da copione dell’intervistatore: “Sempre
in vena! Avete già pensato al tour?”
“Actually we’re
soon leaving for U.S., I think”.
Quelle
parole colpirono Jo come un pugno in faccia. CHE
COSA?
Non
gliene aveva mai parlato, né lui negli altri.
Non ne sapeva nulla. Stavano per partire per andare oltreoceano?
Aveva
deciso di andare via e non aveva detto nulla?
Le
sembrò che il sangue avesse smesso di correrle
nelle vene mentre una voce lontana chiedeva “Davvero? Un tour
in America? MA
questo, wow!, è grandioso!”
“Sì-sorrise
il musicista-lo è, lo pensiamo anche
noi.”
Camminava
tra le vie di quel paese che conosceva
come le sue tasche con un’aria sconvolta.
Ecco
come stavano le cose, questo era cosa succedeva
a fidarsi degli altri. Le parole di Sally le rimbombavano nelle
orecchie: non mettere la tua vita in mano a
dei
musicisti. Per fortuna era partita e l’aveva
ascoltata.
Da
quanto l’avevano deciso?
Se
fosse stata lì in quel momento sarebbe stata
ignara di tutto? Noel sarebbe passata a trovarla senza dirle nulla,
lasciandole
credere che lui e gli Oasis sarebbero rimasti lì fino a
nuovo avviso? E anzi,
da quanto lui le parlava e
continuava
a comportarsi da amico pur sapendo che tempo qualche giorno e non si
sarebbero
rivisti?
Erano
amici?
No,
lei si confidava con lui e aveva fiducia, mentre
Noel le aveva tenuta nascosta una cosa così importante. Del resto, pensò con un
sorriso amaro, le rockstar non fanno
amicizia, non legano. Loro hanno
il mondo ai loro piedi e tutti gli
altri son numeri, e io e lui parlavamo perché su non
c’è nessuno.
Non
si finiva mai di imparare.
Sally
aveva sempre mantenuto un filo di diffidenza,
ci aveva preso fin da subito, perché li conosceva e aveva
presente quel genere
di persone. Sally era l’unica con cui ora avesse voglia di
parlare, e che
sapeva che l’avrebbe potuta confortare.
“NOOO
WAYYY” Gridò Liam mettendosi le mani tra i
capelli.
I
compagni intorno avevano lo stesso
atteggiamento incredulo e dispiaciuto
insieme, la sensazione di un pugno in pancia era condivisa da tutti.
Scusate il
ritardo, ci sono! Mi perdonate il silenzio di questi ultimi giorni?
E di aver
chiuso con la suspance?
E’
giusto
così, che il capitolo termini ora e voi possiate immaginare
come va avanti. Ma
non odiatemi, aggiornerò prestissimo, mercoledì!,
con la fine della fic (EBBENE
SI!!!)
Anche per i
ringraziamenti seri lascio un po’ di silenzio (solo, un
enorme GRAZIE a Bemya,
Fra Rose e Windofchange per le recensioni J )
e
lascio la parola all’ultimo capitolo e
ancora prima a voi.
Che ne
pensate? Vero che Noel ha fatto un po’ un’infamata
a non dire nulla della
partenza a Jo? E no, nessun buonismo, la sua è stata una
decisione presa
coscientemente… Io la chiamo paura!
E che ne
pensate di lei? Come dovrebbe comportarsi? [Valigia e biglietto di sola
andata
per le Bahamas, ndA]
Aspetto i
vostri pareri…lasciatene, è la penultima volta
che potete commentare!
Grazie per
essere arrivati fin qui con la lettura!
Siete
fantastici
A mercoledì!