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Autore: Violet2013    13/08/2013    21 recensioni
Ranma torna a Nerima due anni dopo il matrimonio mancato, deciso a far tornare tutto come prima, ma ogni cosa sembra essere cambiata: nessuna faccia è più la stessa e gli equilibri si sono stravolti.
Riuscirà a riconquistare la sua amata Akane?
ATTENZIONE: IN VIA DI REVISIONE (modificata fino al cap 6)
TRATTO DAL CAPITOLO 7:
''Nessuno avrebbe mai conosciuto l'inferno che i due ragazzi stavano passando, e che avevano passato per due lunghi anni lontani l'uno dall'altra, con la forte consapevolezza di essere legati da un filo invisibile, un filo elastico che si allungava, e si allungava tanto, ma quando tornava a stringersi faceva così male da soffocare.
Quei due potevano stare lontani per giorni, mesi, anni, ma non potevano stare vicini. Non senza sentire lo stomaco in subbuglio, il cuore correre come un treno, le gambe tremare, le braccia che fremevano per toccarsi''.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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TCP PROLOGO Ciao a tutti!
Se passate di qui per la prima volta sappiate che questa è stata la mia prima fan fiction.
Inspiegabilmente, visto che non avevo mai scritto niente in vita mia, è piaciuta tanto e mi ha portata a scriverne una raccolta di missing moments (''Tutto come prima: Reloaded'') ed un seguito che è attualmente in lavorazione.
In più di un anno di scrittura assidua su Efp il mio stile è cambiato molto, e nonostante le mie storie più recenti mi soddisfino maggiormente delle primissime, questa rimane quella a cui sono più legata, così, ad un anno di distanza dalla sua prima ''messa in onda'', ho deciso di riprenderla in mano e modificarne tutto ciò che non mi piaceva, che fossero typo o refusi di varia natura, incoerenze o, semplicemente, parti del testo che avrei omesso/modificato/approfondito maggiormente col senno di poi, approfittandone per inserire tutte le fanart al posto giusto (sono tutte opera della meravigliosa Spirit99) e per eliminare i commenti osceni che amo inserire ad inizio/fine capitolo.
Chiedo scusa a chi l'ha amata così com'era, spero capiate che sono stata mossa dalle migliori intenzioni e che la versione ''rivista e corretta'' della storia vi piaccia almeno quanto la precedente.
Rinnovo i miei ringraziamenti a chi è passato o passerà di qui.
Violet.







You better watch out what you wish for.
It better be worth it, so much to die for.
When I wake up in my makeup
have you ever felt so used up as this?
It's all so sugarless.
Hooker, waitress, model, actress, oh, just go nameless.
Honeysuckle, she's full of poison, she obliterated everything she kissed.
Now she's fading somewhere in Hollywood,
I'm glad I came here with your pound of flesh.

Hole, Celebrity skin.



Nerima, 28 luglio 1994, interno giorno.



Si svegliò ancora più stanca di quando si era messa a letto, con gli occhi rossi e cerchiati per il pianto e l'insonnia.
La sera precedente avevano litigato, proprio come quella prima e quella prima ancora, ed anche quella mattina il risveglio di Akane Tendo era stato segnato dalla rabbia, dalla frustrazione, dalla voglia di ucciderlo in modo da zittirlo per sempre o di dirgli addio una volta per tutte.
Stupido fidanzato, stupidi padri che li avevano messi insieme con la forza, stupida famiglia, stupida Nerima, stupida scuola che era finita un anno prima gettandola nello sconforto e nell'indecisione più neri.

Era diplomata da un anno, si allenava duramente e di tanto in tanto dava una mano nella gestione del Dojo, soprattutto per quel che riguardava le pratiche burocratiche. Generalmente era abbastanza soddisfatta della sua vita, ma in quel momento detestò l'attestato di licenza superiore che campeggiava fiero sulla parete della sua stanza, appeso lì contro la sua volontà dodici mesi prima da un Soun piangente ed orgoglioso.
Almeno tra i banchi avrebbe potuto pensare ad altro.
Sdraiata ad occhi chiusi sul letto della sua camera iniziò a fare un bilancio della sua vita negli ultimi anni, gli anni segnati dal passaggio dei Saotome nelle loro esistenze, ed il quadro finale che ne derivò fu desolante.
Vent' anni e non aveva realizzato assolutamente niente.
Vent' anni ed era ancora la ragazzina goffa ed impacciata di quattro anni e mezzo prima: non sveglia, disinibita e sensuale come Nabiki, più vecchia di lei di solo una manciata di mesi, nè tantomeno una vera donna di casa come Kasumi, la bella della famiglia, l'angelo del focolare, quella su tutti contavano.
Lei era semplicemente Akane.
Era sbadata, rozza, racchia, violenta, per niente carina, con poco seno e troppi fianchi, insolente, orgogliosa, maschiaccio, combinaguai, infantile, stupida.
O meglio, questo era ciò che era arrivata a pensare di sè dopo esserselo sentito dire così tante volte da quello stupido che, segretamente, amava ancora definire il suo Ranma.
Dal suo arrivo a Nerima,  la vita della famiglia Tendo era stata letteralmente stravolta dal giovane Saotome, ma a pagare lo scotto più alto era stata proprio lei, la dolce Akane.
Prima che il suo ''futuro marito'' e le sue tremende corteggiatrici  le piombassero in casa, Akane era la ragazza più forte e corteggiata di Nerima. Non c'era ragazzo che non desiderasse uscire con lei, non c'era combattente che non avesse paura di sfidarla.
Spesso suo padre, ormai alla soglia dei 50, aveva delegato a lei l'onere di difendere la palestra Tendo da strani sfidanti venuti da fuori città, e lei, sebbene ancora ragazza, aveva sempre portato a termine ogni compito.
I suoi lunghi capelli corvini erano l'invidia di tutte le ragazze della scuola, ed il suo fisico, così femminile, il sogno di tutti i ragazzi.

Era vero, odiava gli uomini.
Odiava le loro attenzioni incessanti, la loro superficialità, la loro inettitudine.
Li odiava perchè la consideravano solo un pezzo di carne, un bel pezzo di carne, e lei lo sapeva.
Ma nello stesso momento in cui quelle attenzioni le vennero a mancare iniziò a rimpiangerle.
Non sapeva quando nè come fosse successo, ma era capitato.
Ranma le aveva portato via tutto.
Era più forte di lei, molto più forte di lei, ed il compito di difendere la palestra veniva sempre più spesso affidato a lui, visto che in un certo senso ne era l'erede.
Nessuno si sarebbe mai sognato di sfidarlo per il cuore di Akane: Ranma era, letteralmente, invincibile.
E le sue corteggiatrici... Beh, erano bellissime.
Forti, forse più di lei.
E disinibite, molto. Non avevano idea di cosa fossero l'imbarazzo e la timidezza quando si trattava di corteggiare un ragazzo, di essere belle e provocanti o, semplicemente, di esprimere i propri sentimenti.
Ah e poi quello.
Erano entrambe delle ottime cuoche.
Akane rifutava categoricamente di considerare Kodachi Kuno una rivale, perchè, lo sapeva, era una pazza con cui nessun uomo avrebbe avuto il coraggio di uscire, ma Shampoo ed Ukyo erano decisamente più adatte alle inclinazioni di Ranma di quanto non lo fosse lei: entrambe lavoravano nella ristorazione, erano belle, femminili e dolci, proprio come lui le rimproverava sempre di non essere. Avevano dei fisici perfetti e delle chiome lunghe e morbide, che spesso la giovane Tendo si incantava a guardare.
Ranma non le aveva mai fatto un complimento se non in situazioni estreme, ed in quelle occasioni aveva sempre provveduto a rimangiarselo; la insultava in continuazione e, soprattutto, ogni volta in cui qualcuno provava a parlare del loro fidanzamento tagliava corto, insistendo sul fatto che fosse stato deciso tutto contro la propria volontà.

La goccia che fece traboccare il vaso fu il matrimonio mancato.
Quando Ranma credeva che fosse morta le aveva dichiarato il suo amore, dicendole di essere sempre stato pessimo con le parole, di essere pentito per non essersi dichiarato in tempo.
Ad Akane la scelta dei loro padri di farli sposare immediatamente era sembrata più che ovvia: lui l'amava, lei lo ricambiava ed il mondo sembrava remar loro contro, quindi perchè non unirsi a dispetto di tutto?
Non poteva immaginare che Ranma fosse stato portato sull'altare con l'inganno, no, credeva che nemmeno i loro folli genitori sarebbero stati in grado di commettere un'azione tanto stupida.
E invece.

Si alzò e si diresse verso il suo armadio, dove gelosamente ancora custodiva l'abito da sposa che aveva indossato quella mattina, solo pochi mesi prima, colma di speranze per il futuro.
Solo pochi mesi prima, ma era esausta come se fosse passata una vita.
Si era addirittura imposta di imparare a cucinare e di iniziare ad essere più sexy, dopo le nozze.
Che stupida.
Tolse dalla custodia il vestito e lo annusò: sapeva ancora di vaniglia, come la crema per il corpo che aveva utilizzato quel maledetto giorno, nell'assurda speranza che il suo odore piacesse al suo futuro marito.
Ma lui quelle cose nemmeno le notava.
Ovviamente dopo l'incidente tutti i soldi della famiglia Tendo furono impiegati nella ricostruzione del Dojo distrutto, e la faccenda matrimonio passò in sordina.
Per la gioia di Ranma, che non faceva che comportarsi come se nulla fosse successo, nonostante le loro liti fossero, se possibile, peggiorate.

Si teneva dentro quel pianto da troppo tempo, e così, nell'intimità della sua stanza da letto, in un assolato giovedì mattina, la piccola Akane pianse.
Pianse finchè non ne potè più, finchè anche le lacrime non furono stufe di uscire, ma soprattutto finchè il forte vociare al piano di sotto la riportò in sè, incuriosendola e distraendola dalle sue miserie.




"Figlio degenere! Perchè mi hai fatto questo?"
"Io non capisco... Così all'improvviso..."
"Kasumi, non è stata una scelta così improvvisa".
Il vecchio maestro Happosai aveva ragione, come sempre.
Dopo quanto accaduto il rapporto tra Ranma ed Akane si era incrinato notevolmente: anche se ad un occhio non esperto poteva sembrare che i due si punzecchiassero come sempre, ad un più attento esame si poteva percepire il rancore della piccola Tendo. Lo si notava dal modo in cui gli rinfacciava, sempre più spesso, di non essere un uomo completo, cosa che non sembrava l'avesse mai turbata. E si notava di come Ranma patisse la situazione più del solito: si trasformava sempre meno spesso e quasi sempre contro la sua volontà. Aveva smesso di utilizzare il suo procace corpo femminile per ottenere favori o schivare i problemi: semplicemente, quando pioveva o veniva accidentalmente bagnato dall'anziana vicina di casa dei Tendo, imprecava e correva a bagnarsi con l'acqua calda.
I commenti erano più aspri, taglienti, volti a ferire e non a difendersi. Gli sguardi erano gelidi, le piccole attenzioni quotidiane sparite, il dialogo pressochè nullo.

Akane scese le scale controvoglia e raggiunse la famiglia al completo, che appena la vide trasalì tutta.
"Buongiorno! Che succede?"
"Bambina mia, non pensare nemmeno per un secondo che sia colpa tua!"
"Ma che dici, papà? Dai, smettila di piangere! Insomma! Qualcuno può dirmi cosa succede?"
L'arduo compito spettò ovviamente a Nabiki, figlia di mezzo ed unica persona dotata di razionalità in tutta la casa. Guardò greve la sorella minore, le intimò di rimanere calma e le porse un biglietto.
Spesso Akane aveva desiderato di uccidere Ranma in modo da zittirlo una volta per tutte, aveva desiderato che sparisse per sempre.
Quella mattina fu accontentata.
  
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